martedì 26 giugno 2012

Lasciarsi andare.




Accettando di ‘lasciarsi andare’ a cosa ci si presta, 'esattamente'? Il concetto di ‘resa’ aggancia un 'peso specifico', soprattutto, derivante dall’ambito militare e non è certamente un simbolo di ‘forza’, mentre in ambito spirituale designa ben altro significato, pur lasciando il ‘lettore’ sempre nella morsa duale del discernimento individuale. 

La ‘tradizione’ ha condotto sino a noi le immagini archetipiche di Entità di Luce armate sino ai denti. Angeli bellissimi armati di spada e scudo, evocano nelle persone immagini contrastanti capaci di rendere 'incapaci', smarriti, confusi

Demoni ‘affascinanti’ ed estremamente potenti evocano la medesima reazione nei più. Questa 'fascinazione' di che stampo e derivazione si ammanta?

Il concetto di ‘resa’, in queste due categoria di energie, dove si colloca? Così potenti e ardimentosi a ‘chi o cosa’ mai dovrebbero arrendersi? Pensiamo alla traduzione del termine ‘Pasqua’ in ‘Passare oltre’… 

Quanti significati può avere? Quante tipologie di interpretazioni gli possiamo dare? Queste interpretazioni dipendono dal nostro punto prospettico attuale, il quale risente molto dei pregiudizi che ci caratterizzano e che trovano corpo a partire dalla fanciullezza e in quelli legati all’infusione di pensiero legato al vivere in una comunità regolata da Codici scritti e non scritti sulla carta, ma certamente sempre ‘scritti dentro di noi’, ‘incisi dentro di noi’…

Dal punto di vista del Controllo, togliere o immettere informazioni in una ‘infrastruttura’ sottoposta alla propria intenzione, è una strategia che deve cambiare di pari passo al cambiamento che si registra al suo interno. Dare o togliere qualche ‘dato’, alla fine, si riflette sempre e comunque sul centro d’equilibrio della società composta da individui sottilmente non connessi tra loro e in loro

Cosa verrà desunto dalla Massa in funzione del ‘dato’ liberato nel Modello che la ricomprende? È un grande esperimento sociale. 

Il Controllo deve essere un grande statistico, stratega, pianificatore e, in definitiva, docente.

Il Controllo è allo stesso Tempo ‘Amministratore e Macchina’, come il supercomputer Hall 9000 di ‘2001 Odissea nello Spazio’, ripreso poi nell’altro film ‘2010 L’anno del Contatto’… un potente macchinario programmato per ‘fare quello che poi è stato scambiato per altro dal punto di vista prospettico, dell’equipaggio, mutato dalle circostanze'. 

Una macchina rispondente alla sua programmazione, capace di trascendere comunque tutto e tutti. La sua Natura è artificiale ma incarnante l’impronta creativa umana, per cui il suo Corpo è una Mente che risente della logica con la quale è stato fatto l’imprinting, attraverso il quale è passata anche la Paura di morire

È un loop. 

Il classico loop con il quale abbiamo sempre a che fare, se non comprendiamo che occorre alzare il nostro ‘baricentro energetico’. Da un ‘ring’ non se ne esce, o meglio, se ne esce quando si è 'pronti'. Prima, sarebbe distruttivo o prematuro. Anche se c’è sempre da chiedersi: 

da quale punto di vista viene emesso il giudizio sulla nostra più o meno prontezza? 

Perché c'è sempre da chiedersi qualcosa? Perché se ‘accetto di lasciarmi andare’ - di chiedere - giungono delle ‘risposte’:
  • le cose non avvengono mai due volte nello stesso modo
  • ogni cosa a suo tempo
  • tutto ciò che conoscete sta per cambiare.
Aslan – Le Cronache di Narnia

Dunque?
  • togliamoci di testa l’idea di un ‘Salvatore’
  • Egli sta crescendo dentro di ognuno di noi
  • con Egli cambia anche il nostro punto prospettico.
Ecco il nuovo ‘ring’.

Qualcosa di nuovo, che cresce alimentato dallo stesso ‘corpo’, che è diviso dal suo concepimento. Una Cellula che si riproduce, praticamente…  e che si sdoppia per continuazione, dando luogo all’emersione e al possibile radicamento di una diversa, alternativa, possibilità. 

Il ‘vecchio’, che lo ha contrastato, lo ha anche ‘nutrito’ per opposizione resistente

Questa ‘palestra’ lo ha rinforzato nel Tempo in cui era addirittura non manifesto. Lo ha rinforzato a livello di immaginazione, nei ‘sogni’ delle individualità occupate persino a fare altro, occupate a ‘non pensare’ apparentemente.

Il punto prospettico è agganciato allo status quo e, allo stesso Tempo, lo status quo è agganciato al punto prospettico

è questa la 'solida' verità che traspare ogni volta che tentiamo di ‘capirci qualcosa’. Ogni volta siamo contenuti da questa ‘presa’, che agisce su di noi e dentro di noi con fare talmente totale da risultare persino ‘ovvio’, essendo un modello previsto per ‘legge naturale’. 

Ecco cosa non siamo ancora in grado di ‘capire/fare’:

l’esistenza di leggi naturali comprensibili, in ogni ambito della Creazione, è alla nostra portata, se solo si è in grado di abbracciare quella ‘portata’. Non c’è nessuna preclusione a questo evento. Le ‘difese’ sono erte a nostra totale protezione. Tali ‘difese’ comprendono tutto quello che caratterizza le vicissitudini esistenziali, compreso il carnefice, il tiranno, il despota, lo sfruttatore, etc. 

Detto questo, cadiamo nell’altra parte del ‘circuito’, ossia cadiamo ‘dalla padella nella brace’. Ossia, se c’è un carnefice, un tiranno, un despota, uno sfruttatore, etc. è ‘ovvio’ combatterlo per guadagnare quel concetto tanto illusorio di ‘libertà’. 

E, combattendo, si rafforza lo stesso principio che si vorrebbe distruggere, da cui sembra dipendere il nostro grado di libertà, la cui mancanza è alla base della ragione per la quale si ‘forma’ il principio oppressore, ossia per spingere in ogni modo a raggiungere la libertà, la quale dipende da un qualcosa che ‘va oltre’ a tutto quello che si evince dalle condizioni ispiranti, respirate rimanendo solo ed esclusivamente nel loop

Il frattale è quella ‘mano’ che ha la capacità di ‘deviare’,  in qualche modo, un cammino e spingerlo verso una ‘valle chiusa’, nella quale soggiornare sino a quando non si sarà in grado di comprendere che quella valle è una porzione del Mondo e non il Mondo nella sua interezza. Allo stesso Tempo, quella valle è il Mondo intero, sia a livello simbolico che reale. 

Le leggi della ‘somiglianza’ lo affermano chiaramente. 

Ciò comporta il concepimento di un concetto di Karma, ossia di ‘Giustizia’ capace di trascendere ogni separazione e di rimanere agganciato ai vari cerchi della congregazione umana. Un qualcosa che non dipende dal ‘territorio’ in cui ci si instaura, ma che ne dipende allo stesso Tempo, per ‘possibilità sopravvenuta’, e legata proprio a quell’ambiente. 

Come se ogni luogo avesse le proprie caratteristiche ‘salubri’, che possono o non possono essere colte dall’individuo in cammino

individuo caratterizzato dalla propria ‘storia’, che non dipende dal luogo in cui si trasferisce, ma che da ogni luogo può ricavare ‘carburante ispirante per andare avanti’

Ecco un loop che progressivamente si ‘s-vela’, si ‘ri-vela’.

Occorre comprendere la nostra condizione multidimensionale. Essa è una chiave, una decodifica del Codice inerente a quel ‘loop’ di auto contenimento. Affrontare un circolo della possibilità, come tutto ciò che ruota nelle 3d, senza chiave interpretativa sufficiente e necessaria per la sua decodifica, significa stazionare nelle 3d sino a quando non si sarà pronti per il passo successivo. Nello stazionamento ‘forzato e necessario’ può accadere di tutto

Ecco il corso della 'Storia Deviata', ossia di quella manipolazione degli eventi di quel Potere che si alimenta di tutto ciò, che vive di questo come il più perfetto dei Docenti o degli Insegnanti. Conscio o Inconscio che sia…

‘Lasciarsi andare’, dopo questa premessa, che cosa significa? 

Che nuovo ‘colore’ assume, dentro di noi, questa espressione? Lo sentiamo il suo aroma, il suo sapore, il suo gusto?

Ha una capacità di riportare alla memoria qualcosa di ‘passato’, ma non di ‘andato’. Ecco. Quello è il nostro ‘contratto’, firmato da un’altra prospettiva e inerente al ‘Passare oltre’.

All’essere promossi, al ‘Tornare a casa’…

Lasciarsi andare è ‘arrendersi’, ossia:

inflettersi agevolmente per ogni verso senza spezzarsi.
Link 
 
Dal momento in cui non c’è nessun vero ‘nemico’, questa espressione è figlia dell’esperienza e della Conoscenza di Sè. Di fronte alla molteplice varietà dell’esperienza, si è ‘pronti’ quando la si è padroneggiata interamente senza ‘spezzarsi’, ossia si è stati in grado di padroneggiare se stessi e l’ambiente di conseguenza, senza perdere ‘punti’ né ‘onore’.

Arrendersi risente molto della terminologia militare e dello stato disarmonico in cui si è. Il suo significato è ribaltato e la sua ‘porta’ è chiusa e mai avvicinata, anche se si trova alla luce del Sole, come la porta della casa abbandonata e fatiscente, che ha ospitato un individuo giudicato come ‘empio’ dal resto della cittadinanza.

Tutto risente del 'bagaglio' che ci portiamo dietro. La ‘società’ non fa altro che aggiungere o togliere secondo la nostra attrattiva. Attraiamo sempre e questo è un concetto di sola ‘abbondanza’…

Facciamoci forza perlomeno di questo importante ‘indizio’…

Dipende da noi.

È qualcosa di divertente fare l’impossibile. 
Walt Disney

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com