mercoledì 22 agosto 2012

Osservare il bianco o il nero del Tempo?




C'è una cosa che non rifarei se potessi tornare indietro: accettare controvoglia il patteggiamento. Non si patteggia l'innocenza anche se gli avvocati ti consigliano di farlo perché è un'opportunità e i rischi del dibattimento sono alti. È stato un errore…
Antonio Conte
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Le parole magiche ‘se potessi tornare indietro’ sono una chiave di lettura del processo evolutivo umano. Sì, una ‘via di comodo’, penseranno in molti. ‘Ti piace vincere facile’. Eppure, mi chiedo, ‘perché no?’. 

Mi sono ritrovato molto spesso a 'tormentarmi' sul perché debba esistere un ‘regolamento’ misterioso ed occulto che veicola la trasmissione nel Tempo del ‘debito personale’, o  Karma, di Vita in Vita

L’esistenza di un simile concetto di ‘espiazione delle colpe’ è chiaro e posso dedurre l’intenzione che lo anima, intenzione certamente ‘giusta’, tuttavia non mi sono mai abituato alla modalità con il quale un simile ‘meccanismo’ venga disposto nell’usufruizione esistenziale. Trovo che il tutto sia un po’ troppo ‘insabbiato’ e che il senso del tutto sia sin troppo ‘oscurato’, se riferito alla sua certa decodifica ai fini evolutivi individuali.

Quello che intendo dire è che, talune leggi Celesti dovrebbero essere molto più chiare ed evidenti. Perché? Perché in questo modo il ‘debito’ sarebbe rimesso molto più in fretta ed in maniera certamente autentica. Perché? Perché la decodifica di queste leggi superiori condurrebbe gli individui alla loro osservazione, in quanto punto prospettico certamente comune, ossia impartito da mano superiore a tutto quello che si estende 'al di sotto'. 

Sarebbe una sorta di democratica ed imparziale amministrazione di giustizia…

E invece no. Se una persona ha qualcosa da farsi perdonare, magari commessa in altre Vite, l’oscurantismo imperante anche a livello di somministrazione delle leggi Celesti dilata, secondo tempi diversi, il momentum necessario al fine di raggiungere la ‘remissione delle colpe’. Le colpe sono ovviamente delle responsabilità mal riposte, nel senso che ‘in quel Tempo’ l’individuo non era ancora pronto ad assumere se stesso come parte Divina capace di co-creare secondo linee guida 'pre impartite'. Quindi, non una colpa, bensì una ‘immaturità’ capace, però, di generare ‘debito’ e, dunque, inclinazioni pericolose sul proprio futuro.

È ‘giusta’ questa linea auto educativa, che per essere compresa necessita di tanta pazienza, lungimiranza, fiducia, tenacia, etc.? O, piuttosto, ciò che è tanto chiaro da un certo punto prospettico sovradimensionale, da un'altra prospettiva rimane quasi completamente incomprensibile?

Ossia, non è che questa sorta di ‘oscurantismo’ sia basata sulla latitudine che ci ospita in un determinato momento della nostra esistenza, piuttosto che su una sorta di segretezza cosmica ‘sadomaso’? La mia domanda è: ‘perché tanta sofferenza?’... 

Secondo me esistono infinite vie per giungere alla comprensione di sé e non necessariamente solo quella legata a ciò che questo paradigma identifica come ‘unica realtà 3d’.

Occorre ‘osare’. 

L’Universo è molto 'generoso' e comprensivo e non ha, come linea base principale, l’abitudine di ‘nascondersi’ in termini comprensivi. La Natura è sempre esplicita e ognuno di noi è strutturato per decodificare la realtà emersa secondo i codici autentici della sua manifestazione.

Il problema è, semmai, che una certa lontananza da noi stessi, instaura la medesima distanza dalla comprensione dell’Universo circostante che ‘contiene noi stessi’. Il ‘velo’ è opera nostra e al fine di ‘evocarlo’ abbiamo avuto la necessità di attirare talune entità capaci di amministrare un simile volere. L’incrostazione dei sistemi ghiandolari umani, ossia delle porte di comunicazione universale, è solo la conseguenza di un ‘rifiuto’ interiore alla comprensione

È come prendersi del Tempo per godere il panorama mozzafiato trovato lungo il cammino e rimanere talmente invischiati dall’osservato da confondersi con esso e smarrire il senso della propria auto esistenza in loco…

Prendiamo come frattali la grande proliferazione di ‘punti compro oro’ e di ‘sale da gioco Vlt’, che sono emersi come diretto sfruttamento di questo periodo storico caratterizzato ed abbozzato dalla cosiddetta ‘crisi internazionale’. Ecco. Coloro che attentamente osservano a livello 3d tendono a sfruttare per un proprio vantaggio materiale le anse o la risacca dell’evoluzione altrui; il risultato è la creazione di una zona paludosa in cui si è comunemente inseriti.

La decodifica parziale di una verità superiore conduce alla separazione di una comunità, in quanto per vie Naturali biodiverse, ognuno risponderà alla propria maniera al feedback ambientale. Eliminando la componente spirituale dalla capacità di discernimento raggiungeremo certamente un ‘territorio’ polarizzato con il nostro stato deficitario e confusionario, da cui parte l’emissione di segnale che mantiene eretto l’intero castello di carte che scambiamo per realtà.

È il solito circolo vizioso che siamo abituati a toccare con mano in SPS.

Ora, se potessimo tornare indietro nel Tempo, al fine di cambiare direzione a certe nostre decisioni, avendo visto il loro Naturale sbocco in un’ansa della possibilità non molto edificante, non sarebbe meraviglioso? Certamente. Ma se non è successo è perché ‘noi’ non ce lo meritiamo, nel senso che molti di noi sfrutterebbero questa possibilità per esaudire la propria sete di attaccamento, proprio come scritto pocanzi, quando alludevo alla nascita strategica di determinati esercizi commerciali in risposta alla ‘crisi’ globale in atto. 

Niente di male, per carità, tuttavia non mi sembra questa la migliore modalità di risposta etica alle difficoltà dei molti. Sembra, invece, una risposta reattiva ed egoica ad un momento particolare, che dovrebbe suscitare effetti diametralmente opposti nel tessuto sociale. 

Approfittarsi di una situazione non cambia di molto il senso del contesto, in quanto la globalità rimane nei ‘guai’ e le situazioni personali di coloro che hanno un immediato miglioramento delle proprie risorse economiche, si ammantano solo di un apparente livello di benessere, anch’esso momentaneo, che sfocerà più avanti in una correzione di rotta necessaria al fine di un maggiore affinamento sensoriale inerente alla consapevolezza necessaria per decodificare, in maniera diversa, la medesima situazione osservata, dunque, solo in altra maniera.

Se non sono emerse, ancora concretamente, una serie di possibilità biodiverse è solo perché globalmente siamo impreparati a gestirle: siamo ‘immaturi’. Un certo ‘potere’ verrebbe utilizzato solo per questioni di ‘dominio egoico’, per cui un simile potenziale rimane ‘oscurato’ pur essendo sempre davanti ai nostri occhi. 

Il fenomeno del calcioscommesse va stroncato. Ma non si può squalificare una persona in questo modo, senza nessun riscontro. Chiunque può alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Dei giudici ho fiducia, del sistema meno

Se per assurdo avessi ammazzato delle persone, il tifoso juventino sarebbe lo stesso pronto a difendermi. 

Per gli altri accade il contrario. Ma questa storia va al di sopra delle fazioni. Voglio che la gente sappia che una cosa così può capitare a chiunque
Antonio Conte
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Questa modalità di ‘giudizio’ è una costante della società umana. Essa incarna una mesta necessità di voler vedere affondare il proprio ‘avversario’, che ha avuto un certo livello di 'successo'. È invidia e bassezza morale. Non gli si va incontro a stringergli la mano, bensì lo si attende oltre l’angolo per piazzargli un colpo basso e lo sport, in questo senso, è divenuto l’ambiente in cui meglio si può vedere all’opera questa bassezza umana:

lo sport dovrebbe emanare energia di tipo diametralmente opposto, rispetto a quella a cui ci siamo abituati a rilevare…

Sembra di essere tornati al passato. Polemiche arbitrali, Zeman contro la Juventus e Juventus contro Zeman... ‘Non c'è niente di nuovo sotto il sole, non c'è niente che mi stupisca. Mi stupisce soltanto che ci sia chi ne continua a scrivere e, soprattutto, che ci sia gente che continui a voler leggere di queste cose
Marcello Lippi
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L’appellativo che mi sembra più corretto per identificare questa abitudine è quello di ‘incantesimo’. Non sembra possibile chiamarlo in altra maniera, perché questo risultato è perlomeno magnetico in termini quasi di possessione: 

la gente lo alimenta riversandoci dentro il proprio ‘veleno’. 

Gli ‘sportivi’, che da giovanissimi hanno già risolto ogni problema economico, come investono il loro denaro mediamente? Investendo in immobili, aprendo attività commerciali, speculando in Borsa, etc. Ossia fanno esattamente come ogni altra persona che deve ancora risolvere la propria questione economica e, per farlo, scendono in campo disposti a tutto pur di ‘venirne fuori’.

Il denaro, in questo modo, diventa una ossessione e una possessione.

Denaro chiama altro denaro e ci ritroviamo con miliardari che diventano ancora più affamati dei nullatenenti. Una vera e propria spirale incantesimale.

Il professor Seth Lloyd, è un ricercatore nell'ambito della computazione quantistica, vale a dire quella branca dell'informatica che si lega con la meccanica quantistica. Un fenomeno interessante che il professor Lloyd stava studiando è l'effetto di post-selezione

Questo ‘effetto’ permette ad un computer quantistico di lavorare a velocità infinitamente più elevate rispetto ai computer tradizionali. Infatti, mentre nell'informatica tradizionale, quando il computer esamina una condizione, deve verificare una per una tutte le possibili alternative e vedere se soddisfano quel criterio (vero) o se non lo soddisfano (falso). Invece, nella meccanica computazionale questo avviene simultaneamente

Tutte le possibili soluzioni vengono verificate allo stesso istante e vengono restituite subito quelle che danno risposta positiva (vero). In altre parole si sfrutta le proprietà del Qbit, che trasporta simultaneamente tutte le informazioni alle quali sono associati degli stati quantici

Questo fatto permette di avere subito un risultato senza bisogno di provare tutte le soluzioni. 

Il sistema si comporta come se sapesse già in anticipo quali sono le risposte giuste e quali quelle sbagliate. È come se le risposte fossero state ‘post-selezionate’, ovvero scartate dal futuro.
 
Questo principio, associato al teletrasporto quantico, permetterebbe di trasportare una particella e di riportarla all'origine tramite un processo di post-selezione. Di fatto sarebbe un vero e proprio viaggio nel tempo…
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Il teletrasporto ed il viaggio nel Tempo sono certamente possibili e Dio solo sa se i Militari già non dispongano di simili possibilità. Ma il solo fatto di avvicinare un simile contesto ad un simile ambiente, fa certamente capire l’uso che questo ambiente farà di una simile scoperta.

È già scritto tra le righe, senza per questo essere pessimisti o negativi.

È come se le risposte fossero state ‘post-selezionate’, ovvero scartate dal futuro. Questo processo non è quello che potenzialmente esegue l’evoluzione Naturale? In che senso? Non lo so. Lo intuisco applicando l’Analogia Frattale alle scoperte umane:

se gli umani hanno scoperto qualcosa, la Natura lo fa certamente ad un livello superiore!
 
Non appena qualcuno intuisce qualcosa, la Natura lo è già. Stiamo parlando di un ambito ‘magico’, che risponde direttamente alla nostra ‘antenna’. Il ‘segnale’ attiva questa magia, senza che l’emettitore ne sia pienamente consapevole. Come dire che la Natura è sempre un passo davanti a noi, così come l’ombra sembra sempre essere ‘dietro’ a noi, ossia una conseguenza della nostra esistenza fisica.

Amen. Così sia: sembra esprimere la Natura, mentre si forma e forma al/il nostro passaggio.

Ho rivisto in questi giorni, quasi in contemporanea per motivi ‘casuali’, due film intessuti nella possibilità di ‘viaggiare nel Tempo’ in maniera differente:

Deju-Vu e Frequency.

Vedendoli insieme, ho colto le due trame come se fossero una sola

quella inerente ad un messaggio che si avvale della visione dei due lungometraggi in questione. Che cosa ho colto?
 
Che i cosiddetti ‘fantasmi’ o fenomeni del tipo poltergeist, potrebbero essere delle sovrapposizioni di linee temporali diverse. Terra A e Terra B, ad esempio. Che cosa potrebbe accadere? Che due Mondi diversi a tutti gli effetti, ma che fanno capo ad uno stesso filo conduttore, possano in determinate circostanze comunicare in maniera ‘biodiversa’ tra loro, mediante assunzione di effetti collaterali originanti conseguenze molto simili a quelle interpretabili, da una mente non consapevole, come magia o atti diabolici. 

Stiamo descrivendo ancora e solo un altro tipo di Medioevo.

Ad esempio, la scena del tavolo, in Frequency, a cui viene impressa una frase con la punta di un saldatore di trent’anni prima e nel presente l’osservatore vede formarsi la stesa frase apparentemente dal nulla.

Magia? Possessione diabolica? No, semplice ignoranza di colui che giudica non conoscendo.

Entrambi i film narrano di una certa ‘casualità’ nello scoprire il ‘ponte’ che sorregge la comunicazione temporale tra versioni diverse temporalmente dello stesso Mondo. Così come entrambi sostengono la possibilità di teletrasporto nel Tempo sia di oggetti che di persone, anche se trattati ovviamente in maniere differenti. 

Cosa potrebbero rappresentare questi canali temporali aperti? 

Certamente una possibile fonte di biunivocità naturale presente nell’Universo, impressa talmente a fondo e sensata da risultare frattalmente replicata in ogni ambito del contesto energetico della Vita. Ma, dal momento in cui siamo noi ad essere padroni del nostro atteggiamento nei confronti della Vita, una simile possibilità viene come velata in virtù del contesto inerente al Piano di Studi in corso d’opera. Come dire che i ‘segreti’ dell’Universo sono tali in quanto qualcuno necessita dell’esistenza di un segreto al fine di bruciare speranza per proseguire nel percorso.

Tutto ha un senso.

I canali temporali tra Mondi e tra Mondo A e Mondo B, potrebbero essere aperti in funzione di questa espressione: 

è come se le risposte fossero state ‘post-selezionate’, ovvero scartate dal futuro.
 
Per permettere ciò l’energia necessita di una non-localizzazione temporale, ossia della possibilità di agganciare lo scorrimento del Tempo in ogni sua singola partizione, che non avrebbe più senso definire e svolgere in un percorso unidirezionale ‘Passato/Presente’

L’umanità che cosa ha dovuto creare al fine di telecomunicare? Un sistema di torri di comunicazione e apparecchi portatili con i quali poter parlare. Allo stesso modo l’Universo potrebbe essere sorretto da una forma di comunicazione simile, e ovviamente molto più perfezionata, essendo ormai insita nella proprietà della componente energetica multi stratificata. Tuttavia, l’Universo o, meglio, il percorso umano di decodifica dell’Universo, potrebbe passare prima dall’osservazione dell’equivalente sistema di torri di comunicazione Universale, nei panni dei cosiddetti ‘Buchi Neri’.

La Scienza si è sempre fermata, nel Tempo, a causa del ‘giudizio’ e della Paura di poter perdere un vantaggio acquisito nel corso del Tempo stesso, che come un fiume infrastrutturale contiene e veicola ma, contemporaneamente, è contenuto e veicolato, proprio come un cavallo da un umano.

Un articolo di news.cnet.com e uno del Daily Mail fanno alcune considerazioni sulle parole del noto astrofisico Stephen Hawking, dicendo che risulta confortante sapere che uno scienziato ammette di rinunciare a esporre pubblicamente le sue conclusioni per il timore di essere preso per uno svitato...
 
Riguardo ai viaggi nel tempo, Hawking ha ammesso di essere stato abbastanza riservato su questo soggetto per paura di essere considerato un eretico dalla comunità scientifica, ma che di recente ha cambiato idea(Perché?).
 
‘Sappiamo già, dagli acceleratori di particelle, che il tempo rallenta per gli oggetti che si muovono ad alte velocità; quando portiamo una piccola particella al 99.99% della velocità della luce nello Lhc (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra, il tempo che sperimenta è solo una frazione del nostro, un sette millesimo’…
Brian Cox
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Il proprio ‘aggiornamento’ procede sempre e il non tenerlo in considerazione o il rifiutarlo conduce ad un blocco evolutivo di ogni situazione, che emerge da sè e dalla propria presenza. Da cosa dipende il proprio 'orizzonte degli eventi'? Dal punto in cui ci si trova ad osservare. Da una montagna il panorama sarà molto più aperto rispetto a quello che si vede da una pianura.

Non solo:

esiste anche una certa fisionomia del luogo che ospita. Un certa ‘forma’ che occorre intuire e interpretare al fine di essere certi di assumere la visione prospettica più vera, dal punto in cui è possibile abbracciare il massimo livello di apertura possibile

Non sempre questo punto è raggiungibile dal livello stesso che ospita. A volte è solo una triangolazione superiore che permette una simile osservazione. Il frattale è un volo in aereo o la visione satellitare. La forma della Terra è intuibile vivendogli sopra ma soprattutto levandosi al di sopra di essa. Pur rimendo consapevoli che eventuali masse d’acqua illudono sulla sua vera forma e che la Luce può giocare strani ‘scherzi’ alla nostra ipotesi di visione anche se ultratecnologica.

(Hawking ), in collaborazione con Jim Hartle, ha sviluppato dagli anni ottanta un modello cosmologico in cui l'universo non ha confini nello spaziotempo, sostituendo il Big bang, inteso come singolarità iniziale, con un modello matematico che egli descrive per analogia come la regione di un polo terrestre

nessuno può viaggiare più a nord o più a sud dei rispettivi poli in quanto in tale luogo non esiste un contorno

Originariamente la nuova proposta prevedeva una forma dell'universo di tipo chiuso, ma le discussioni con Neil Turok hanno portato a concludere che la proposta di assenza di condizioni al contorno è valida anche nel caso di un universo aperto…
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In assenza di un contorno che facciamo? Continuiamo a girare senza sosta convinti del contrario, animati dal desiderio di trovarlo. Ma se non esiste affatto? Si forma un loop, un motore di esperienza che sfocia nelle 3d. Questo è un canale spazio/tempo tra Mondi e al suo ‘interno’ anche tra Mondi A e Mondi B. Le informazioni circolano ad ogni livello della struttura interconnessa e tutto si avvale di questo passaggio comunicativo. 

Tutto è informazione…

In astrofisica il teorema dell'essenzialità (in inglese no hair theorem) postula che tutte le soluzioni del buco nero nelle equazioni di Einstein-Maxwell sulla gravitazione e l'elettromagnetismo nella relatività generale possono essere completamente caratterizzate soltanto da tre parametri classici esternamente osservabili
  1. massa
  2. carica elettrica
  3. momento angolare. 
Tutte le altre informazioni  riguardanti la materia di cui è formato un buco nero o sulla materia che vi sta cadendo dentro, ‘spariscono’ dietro il suo orizzonte degli eventi ed è dunque permanentemente inaccessibile agli osservatori esterni
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L’orizzonte degli eventi è il ‘paraluce’ che non permette di assumere il massimo dell’estensione del possibile; esso varia e dipende da ogni situazione individuale e globale. È il Libero Arbitrio che si espande e si contrae in funzione del Piano di Studi e della consapevolezza.

Esso è sempre giustamente livellato ed opportuno.
  1. massa (scenario)
  2. carica elettrica (polarità)
  3. momento angolare (Tempo/Prospettiva).
Lo scenario polarizzato nel Tempo secondo una certa Prospettiva

realtà emersa che informa l’Universo di noi. Informazioni…

Un orizzonte degli eventi è, nell'accezione più diffusa, un concetto collegato ai buchi neri, una previsione della relatività generale. In una accezione molto più generale, se per ‘evento’ si intende un fenomeno (particolare stato della realtà fisica osservabile), identificato dalle quattro coordinate spazio-temporali, un ‘orizzonte degli eventi’ può essere definito come una regione dello spazio-tempo oltre la quale cessa di essere possibile osservare il fenomeno.
 
C'è, inoltre, da osservare che dall'interno di un buco nero non può uscire alcuna informazione che possa dire alcunché sulla sua struttura intima o, perlomeno, non esiste una teoria di riferimento ben consolidata e suffragata da dati osservativi.
 
Tale teoria sarebbe la gravità quantistica, la quale, andando oltre la relatività generale e, probabilmente, oltre la meccanica quantistica, dovrebbe unificarle e trovare il quadro matematico dal quale scaturiscono entrambe. 
 
Oltrepassare l'orizzonte degli eventi di un buco nero.
Un errore molto comune è quello di immaginare l'orizzonte degli eventi di un buco nero come una superficie statica di forma più o meno sferica. Quello che è invece bene tenere presente è che si tratta di un orizzonte a tutti gli effetti, ovvero di qualcosa di non raggiungibile e che si allontana all'avvicinarsi di un osservatore (esattamente come l'orizzonte terrestre).
 
Con la locuzione di orizzonte degli eventi s'intende anche il limite dell'Universo osservabile…
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Qualcosa di non raggiungibile e che si allontana all'avvicinarsi di un osservatore. Le Colonne d'Ercole...
 
È proprio quello che succede se non si è sufficientemente in equilibrio consapevole: 

tutto sfugge e si ottiene l’esatto opposto di quello che si auspica

Per cui l’espressione precedente è frutto di una attuale limitazione umana e non è assoluta. Cerchiamo di comprendere e di non fermarci alle voci enciclopediche di riferimento inerziale

(Durante) la 17a Conferenza Internazionale sulla Relatività Generale e la Gravitazione che si è tenuta a Dublino… Stephen Hawking ha parlato, ammettendo il suo errore e svelando quello che c'è di nuovo a proposito dei buchi neri

L'errore era stato ritenere che i buchi neri distruggessero tutto ciò che fagocitavano e, malgrado dopo eoni fossero destinati a dissolversi, niente di ciò che c'era prima poteva sopravvivere, in nessuna forma. 
 
Invece le cose non starebbero in questo modo. 
 
Hawking è giunto alla conclusione che nel processo di disintegrazione dei buchi neri, la materia e l'energia che li costituiva viene restituita agli orizzonti infiniti dell'universo in una forma stravolta, ovvero in nessun modo riconoscibile rispetto a com'era prima

Nella sua precedente visione, Hawking ammetteva anche la possibilità che la materia caduta in un buco nero, finisse in un universo parallelo. ‘Non c'è un altro universo neonato dall'altra parte, come pensavo una volta’, ha affermato Hawking, dispiacendosi con gli appassionati di fantascienza. ‘Ma l'informazione rimane saldamente nel nostro universo e non c'è alcuna possibilità di usare i buchi neri per viaggiare verso altri universi’. 
 
Circa trent'anni dopo l'uscita della teoria sui buchi neri che l'ha fatto salire alla ribalta, anche grazie al suo bestseller Dal big bang ai buchi neri — Breve storia del tempo, Hawking da grande scienziato qual è ha quindi ritrattato umilmente la sua teoria, ammettendo di aver perso una sorta di scommessa trentennale con John Preskill, astrofisico del CalTech, il quale aveva sempre sostenuto che qualcosa della materia inghiottita dai buchi neri doveva pur conservarsi
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Ecco apparire il primo abbozzo scientifico relativo all’Akasha:

Akasha è il termine sanscrito per indicare l'etere.
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Ma è anche una ‘memoria’ dell’Universo, consultabile se idonei alla sua presenza. Molti autori ne hanno scritto. Ad esempio, Rudolf Steiner ha riscritto la Storia Umana attraverso lo stampo del registro Akasico, nel suo ‘Le Cronache dell’Akasha’.

Come coloriamo quello che sentiamo, ipotizziamo, udiamo, vediamo, immaginiamo? Secondo crismi sfuggevoli tuttavia opportuni. 

Con grande stima e fiducia… 

SPS

DavideNebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com