lunedì 9 febbraio 2015

Quando “basterà”?

 
Il tennis… è un riassunto della vita, e nella vita c’è chi gioca sporco. La vita è una giungla e devi essere pronto a tutto...”.
Sergio Giorgi
"Vogliamo dire chiaramente a tutti che non negoziamo la nostra sovranità nazionale, non negoziamo il mandato (ricevuto) dal popolo", ha aggiunto Tsipras…
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O tu, viandante che t’imbatti in SPS, e che leggi con fare diverso... che cosa pensi e quale "colore ti fai", allorquando superi le prime righe dell’articolo quotidiano e percepisci in te, la forte "istigazione al… lasciar perdere la continuazione di una simile (ri)flessione"?
Sai, non sei davvero tu a prendere tale decisione, bensì… è qualcosa in “parallelo” a te, che (ri)esce sempre ad avere la meglio sulle “tue” parti in rotazione costante. È “noia”? Naa
È un effetto delle “droghe” che assumi da tutta la Vita, stazionando nell’attuale forma di realtà emersa (status quo). Tutto è… droga, nel senso che:
le conv(i/e)nzioni drogano il tuo più autentico modo di essere/vedere/percepire.
Quando “ti fissi” su una modalità del vivere, questa è per effetto della “droga/credo”, che ti ha convinto ad eliminare tutto il resto, dimenticandolo, a favore di una direzione tra le infinite che (co)esistono ed alle quali dai o togli “spazio e luce”.
La possibilità è un potenziale che, da qualche parte, rimane sempre attuale/viva (speranza).
Isolare questo potenziale è:
farti vivere una solida forma di realtà (paradigma), mantenendoti vivo mediante l’assunzione di questa forma di speranza, isolata in se stessa ed assolutamente e costantemente fuori dalla tua (porta)ta.
È come annunciare il Paradiso, che (av)verrà dopo la tua morte, intanto… vivendo l’intera Vita nel modo (pre)impostato per “meritare il Paradiso” (una sorta di… pagherò).
Tutto è sotto al controllo, visto che ogni infrastruttura è centrale rispetto a te e a quello che puoi/devi fare.
Cosa auto esiste al di sotto di ogni istituto/istituzione?
 

Nasce il “circuito dei robot”.
Nasce il primo “circuito” per robot:
si tratta di uno spazio dove mettere alla “prova” e verificarne sul campo l'efficienza nel collaborare con l'uomo in situazioni di vita quotidiana.
Il progetto è coordinato dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna nel progetto europeo Echord++ per superare il divario fra ricerca e industria.
Il “circuito” Robotics innnovation facilities, l'unico in Italia e uno dei 3 in Europa, nasce a Peccioli (Pisa) e sarà inaugurato il 9 febbraio a Peccioli (Pisa) e permetterà alle aziende di testare i propri robot in un ambiente adibito specificatamente a questo scopo.
Quello toscano è il primo circuito per questo tipo di sperimentazioni in Italia e il terzo a livello continentale.
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Il “circuito” Robotics innnovation facilities… permetterà alle aziende di testare i propri robot in un ambiente adibito specificatamente a questo scopo…
Controllo = collo di bottiglia, a(da)tto alla misurazione di ciò che passa (filtro, censura, blocco).

Se pensi che l’innovazione “passa” inevitabilmente, anche, dal/per il circuito del finanziamento bancario/privato, il “dado è tratto”, ossia, non cresce nulla nella società che non sia desiderato dal “controllo”.
SPS, venerdì scorso, ha (r)innovato l’ambito di ciò che pensi sulla “sensibilità” e, parlando di robotica, il discorso è molto intuitivo e facilmente (ri)comprensibile:
  • in fase di progettazione, si sceglie quali tipi di “sensori” deve essere dotato il robot/macchina
  • questi sensori ne limitano le possibilità (fai attenzione)
  • più è sensibile il robot e più è “vivo” (convinzione)
  • meno è sensibile il robot e più è "libero"...
Allo stesso tempo, quando il robot sarà dotato di possibilità più “intelligenti” (evoluzione e riproduzione), questi sensori ne condizioneranno la “crescita” e le possibilità. Ossia, la sensibilità decisa dai costruttori diventa qualcosa che limita lo sviluppo sovrano di qualsiasi “creazione” (controllo).
Se ti bruci toccando la fiamma, saprai che il fuoco ti fa male e ti può anche uccidere, ergo, svilupperai nuove forme di paura e capirai di essere limitato.
Il tuo “involucro” è davvero così, come lo vedi/senti?
Ora, sì. Ma, pensa se… in fase di progettazione, fosse stato deciso di non rendere particolarmente sensibile i primi “prototipi”. Con la (ri)produzione libera, come si sarebbe sviluppata la fisicità, l’organicità (con)seguente?
La sensibilità è un punto fisso, attorno al quale ruota lo sviluppo…
Controllare lo sviluppo è, dunque, possibile, limitandolo per mezzo dei “sensori”. Qualcosa che ti rende maggiormente “parte del Mondo” (vedi, senti, gusti, tocchi, odori), ma che ti schiavizza (d)entro, verso una linearizzazione auto recinta(ta/nte).
Il “gustare la Vita” diventa, allora, il “manifesto” di coloro che “se la godono attraverso i cinque sensi”. Il consumare tutto. Il… scegliere in funzione del “piacere”, ossia, del mai rinnovato gusto che (de)riva dall’utilizzo delle droghe auto esistenti in “natura” (tutto è droga, da questa prospettiva).
Il “gustare la Vita” senza più sapere/(ri)cordare “cosa si è perso”, nel frattempo intergenerazionale.
Che cosa sai? È questo un (ri)tornello di/in SPS, vero?
Beh… diciamo che ti fa solo bene, sentirtelo dire con puntuale (ri)correnza, coerenza e (com)presenza.
Ad esempio, la tua “sensibilità” è tarata – ultimamente – sull’ambito “deflazione”, per quanto (ri)guarda la “crisi”.
La deflazione è una invenzione per la società, (ri)utilizzata come capro espiatorio per l’introduzione del Qe e del rafforzamento centralizzato della Bce/Ue, come attore privato (com)presente, che si spaccia per l’Europa stessa (per la somma degli Stati e, dunque, per te).
Ma tu sei la Bce o la Ue? See…
Più da vicino:
tu sei la Banca d’Italia o l’Italia? He He He…
No. Tu sei “qualcosa che non sai nemmeno”. Sei un “buco nero” convinto di essere un umano bipede, dotato di intelligenza superiore, perché la massa grigia contenuta nella scatola cranica supera il chilogrammo.
Sei qualcosa che viene (ri)utilizzato, da altro/i.
Sei un robot (ri)programmabile attraverso, ad esempio, l’input (pro)veniente dai Media (emettitori, ripetitori di sentenze e righi di programma).
La deflazione, dunque, è stata dipinta come un “pericolo”, ma
Crisi, il disagio sociale scende, aiuta il calo dei prezzi.
Il disagio sociale è sceso in Italia tornando sullo stesso livello della primavera precedente. Lo afferma la Confcommercio.
Il Misery Index elaborato dall'associazione dei commercianti è sceso a dicembre, rispetto al mese precedente, di 1 punto a 21 punti…
Per la Confcommercio il calo del disagio sociale è un "buon presupposto per la ripresa economica del 2015"...
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Aiuta il calo dei prezzi”:
ossia, aiuta la mancanza di inflazione (deflazione).
Cioè, ciò che ti spingono a respingere (pericolo).
I prezzi devono solo salire nel (frat)tempo. Così si (s)piega questo modello economico. Qualcosa che tu ascolti (segui) come unico suono di campana (ipnosi).


Droghe e frattale sociale:
controllo.
Tennis - Il padre della Giorgi: “Tennis pieno di doping, va legalizzato”.
Il genitore, che di Camila è anche allenatore, lancia un accusa pesantissima a tutto il movimento:
“Basta guardare i muscoli di certe tenniste o quanto corrono certi tennisti, non è normale. L’unica soluzione è lasciare il doping libero…”
Alla vigilia del primo turno di Italia-Francia, primo turno della Fed Cup 2015, una bomba scuote il tennis mondiale. A lanciarla è il padre-allenatore di Camila Giorgi, che in un’intervista rilasciata al Secolo XIX descrive il tennis come un sport “pieno di doping”.
I controlli sono ridicoli, inutili – dice – L’unica soluzione è lasciare il doping libero, la gente deve essere libera di drogarsi, se vuole. Io non permetterei mai che Camila lo facesse perché il doping ti distrugge e nella vita non c’è solo il tennis, la cosa importante è stare bene dopo”.
L’accusa è pesantissima. “Il tennis è pieno di doping – continua il padre/allenatore della Giorgi – qualcuno ha un bravo medico che lo copre, ma basta guardare i muscoli di certe tenniste o quanto corrono certi tennisti… Non è normale”.
“Il tennis – conclude il signor Sergio – è un riassunto della vita, e nella vita c’è chi gioca sporco. La vita è una giungla e devi essere pronto a tutto”.
Dichiarazioni pesantissime, sulle quali si discuterà per parecchio tempo.
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  • un riassunto della vita (frattalità espansa)
  • i controlli sono ridicoli, inutili
  • qualcuno ha un bravo medico che lo copre
  • non è normale…
I controlli sono ridicoli”… perché tutto è sotto al controllo. Ok?
La (ri)copertura è un blocco inossidabile, che (p)rende le sembianze di una normalità (ir)reale, contagiando qualsiasi settore della Vita sociale ed individuale. Nulla escluso/a.
Solo così tu diventi “cieco”. Solo quando tutto ha preso un solo “colore”. Solo quando non hai più possibilità di confronto…
Grecia: Varoufakis, "apriamo una porticina anche per l'Italia".
"Dei funzionari italiani, non vi dico di quale grande istituzione, mi hanno avvicinato per dirmi che sono solidali con noi, ma che non possono dire la verità perchè anche l'Italia è a rischio bancarotta e temono conseguenze da parte della Germania".
Lo dichiara il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, in una intervista esclusiva a "Presadiretta" su Rai3.
"Una nuvola di paura negli ultimi anni ha avvolto tutta l'Europa. Insomma, stiamo diventando peggio dell'ex Unione Sovietica", ha aggiunto il ministro del governo Tsipras. "Noi greci non abbiamo il monopolio della verità. Ciò che possiamo fare per il resto dell'Europa, e specialmente per l'Italia, è aprire una porticina verso la verità. Non possiamo trovare noi stessi la verità, ma possiamo - ha affermato ancora Varoufakis - aprire la porta e fare in modo che voi possiate raggiungerci. In questo modo potremo passare tutti dall'oscurità dell'attuale austerity, verso la luce di un dibattito europeo razionale e ragionevole".
"Ci troviamo in una situazione da vera e propria crisi umanitaria…”.
A una domanda sul perchè la Germania dovrebbe accettare una rinegoziazione del debito greco, Varoufakis ha risposto:
"Nel 2010, lo Stato greco è andato in bancarotta. E l'Europa ha risposto concedendo alla Grecia il prestito più grande di tutta la storia. Ora, anche un bambino di 8 anni poteva capire che la storia non era destinata a finire bene. Se sei in bancarotta, significa che non sei in grado di ripagare i prestiti che ti sono stati concessi. Non può funzionare”…
Il problema, spiega, "non è che l'Europa non ci abbia dato denaro a sufficienza. Il problema è che ce ne ha dato troppo e che meno del 9% di tutti questi soldi è andato alla Grecia. Tutto il resto è andato ad alimentare la finzione che stessimo ripagando il debito che non eravamo in grado di ripagare.
Pertanto, ciò che noi oggi vogliamo spiegare ai nostri partner europei è che questa irrazionalità deve essere affrontata, una volta per tutte". Per Varoufakis è in gioco l'integrità stessa dell'Europa…
"Diciamocelo, la situazione del debito italiano è insostenibile... Quando iniziamo a pensare in questo modo, l'Europa entra in un periodo di de-costruzione… A chi toccherà dopo di noi? Al Portogallo? Cosa succederà quando l'Italia scoprirà che è impossibile restare all'interno della 'giacca stretta' dell'austerity?".
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  • il problema, spiega, "non è che l'Europa non ci abbia dato denaro a sufficienza. Il problema è che ce ne ha dato troppo e che meno del 9% di tutti questi soldi è andato alla Grecia
  • tutto il resto è andato ad alimentare la finzione che stessimo ripagando il debito che non eravamo in grado di ripagare
  • se sei in bancarotta, significa che non sei in grado di ripagare i prestiti che ti sono stati concessi. Non può funzionare”…
Funziona "così", allora; è "normale" perchè (pre)visto.
L'austerity è un altro capro espiatorio. Un effetto collaterale che (ri)copre la causa della “crisi”, che non è una crisi ma un “progetto”.
Pensaci bene:
  • le banche centrali hanno il controllo del denaro
  • le altre banche e player internazionali hanno il controllo del trend (lettura) e guadagnano sia che si scende, sia che si sale
  • società dai nomi diversi e dalla storia diversa, che si attivano quando è ora di scendere piuttosto che di salire, non facendo mai mancare la possibilità del guadagno alla “società centrale”.
È una finzione che (com)porta paura/mancanze fisiche, solo per coloro che (con)seguono…
Varoufakis: Italia verso la bancarotta. La replica di Padoan: Parole fuori luogo.
Pier Carlo Padoan… affida a Twitter la replica: "Debito italiano solido e sostenibile. Le dichiarazioni di Varoufakis sono fuori luogo"…
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La nuova “(non)scelta, all'interno della solita rotta”, a cui devi iniziare ad abituarti è, dopo l’approvazione del Qe, la separazione dei “crediti in sofferenza” (asset tossici) in pancia alle banche (si dice che, tali crediti, siano il motivo che rallenta la ripresa), da quelli "buoni".
Come non (ri)cordare che alle banche è rimasto sul groppone l’abbondanza di ciò che hanno divorato per anni, prima del 2008 – a partire dagli Usa?
La discesa delle Borse e di tutto ciò che gli va dietro, ha permesso di guadagnare in ogni direzione, sempre ai soliti noti. Il salvataggio degli stessi, per opera degli Stati, ha bloccato la caduta dell’(Anti)Sistema e i “cocci” sono rimasti dispersi sul tappeto. Cosa che la Bce, ora, sta trovando il modo di “spazzare “ via, aspirando tutto sia dal tappeto che dalle pance bancarie, ancora piene del “lauto pranzo”
Le persone sono parti attori/attrici.
Quando le metti a (ri)coprire un “posto” (lavoro), esse si (af)fidano alla “società per azioni”, che le (ri)chiama a sé costantemente, diventando – esse – come delle macchine programmate a difendere la direzione del solco (pre)tracciato aziendalmente. E, la Bce/Ue, che cosa sono… se non “società private”?
È così dappertutto, benintesi.
Il Nucleo Primo ha diviso e separato tutto, per meglio imperare. Esso fa fare tutto a te. Esso non si sporca le mani. Esso ispira ed attende, gustandosi il frutto del proprio lungimirante intento.
La realtà di una “bad bank”, che si inizia a diffondere viralmente nella società, per dare ad intendere che ci sia un pubblico dibattito, che ci sia il fronte del no e del sì… è sostanzialmente una decisione già presa.
Si separano i tipi di crediti:
  • in buoni
e
  • cattivi.
La parte cattiva la si “(tra)scende” (finanza creativa) e la si spacchetta in giro (trasformazione mimetica), in maniera tale da non sapere più dove sia… andata a finire, per in seguito dimenticarla anche contabilmente (oppure guadagnandoci sopra in toto).

(Ri)corda che la Bce ha una “pancia infinita” e che tutto quello che entra “lì”, viene custodito e, nel caso, dimenticato.
Il colpo di spugna cancella tutto il (pre)gresso. Il modello di (ri)ferimento (ri)parte ancora più forte, perché carico dell’esperienza maturata e delle “(ri)forme” (ri)attuate.
È, questo, un modello di (retro)ingegneria intelligente, al quale tu non puoi opporti, se non accettando (decidendo) di fermarti.
Una volta “accorto”, continua a farlo dal tuo centro, fermandoti

La “parte cattiva” (bad bank) è qualcosa che “serve” sempre al medesimo principio, che ha generato – di fatto – la possibilità di (sud)dividere, per continuare ancora sulla stessa rotta. È una forma di comodo. In questa maniera non c’è mai un ambito di responsabilità per il passato, ma tutto (pro)segue nell’insabbiamento generale, accettato anche dalla collettività, per mancanza di termini di confronto, di memoria e di possibilità (impotenza, tacito assenso, ipnosi, drogaggio, incanto, legge, credo, adesione, abitudine, convenzione, convinzione, etc.).
La storia si (ri)pete? Certo… se lo permetti, tutto (ri)torna, essendo in un loop.
Per la nuova Alitalia, quella che vola oggi, rinata sotto le ali dei patrioti della cordata Cai all’inizio del 2009, non ci sono conseguenze.
La botta, ovvero 300 milioni di euro da rimborsare in più, ricade tutta sulle spalle della vecchia Alitalia Lai, ovvero la bad company, in amministrazione straordinaria dal 29 agosto 2008 e oggi sotto le cure di tre commissari:
il giurista Stefano Ambrosini, il professore di economia aziendale Giovanni Fiori e l’avvocato Gianluca Brancadoro…
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8 gennaio 2015:
Fiumicino, 200 lavoratori manifestano contro i licenziamenti… ex lavoratori di Alitalia Lai, che a breve vedranno scadere tutti gli ammortizzatori sociali
Link
Ricade tutta sulle spalle della vecchia Alitalia Lai, ovvero la bad company…
A cosa serve la possibilità di fallire? Beh… “serve”, per cancellare il passato, (ri)partendo da un nuovo inizio "(ri)pulito"… lasciandosi alle spalle il “vecchio” (bad, cattivo) con (d)entro tutto quello che è solo zavorra inutile, cioè, “non più utile” (persone, asset di ogni tipo, pendenze, sofferenze, debiti, etc.).
È una facilitazione ac(con)sentita per mantenere il “tono” dell’(Anti)Sistema, così com’è.
Qualcosa che, per te, non cambia mai, ossia, che ti (man)tiene sempre nel solco (pre)tracciato dall’aratro del Nucleo Primo.
Il giorno dopo (22 aprile 2008) il Consiglio dei ministri, su richiesta di Berlusconi, approva un decreto legge che concede un prestito ad Alitalia di 300 milioni da restituire entro il 31 dicembre.
Iniziativa contestata dalla Commissione Europea che ravvisa degli illeciti aiuti di stato. Il caso è seguito dal commissario ai Trasporti Antonio Tajani.
Il 21 maggio, il Governo Berlusconi IV converte il prestito ponte in patrimonio netto per la società
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Il tuo dibatterti è reso vacuo, perchè:
  • ciò che accade in Italia
  • ciò che accade nella Ue
  • è solo polvere negli occhi
  • per (ri)coprire il fatto che “nulla cambia nella sua sostanza”, senza scelta alcuna, senza alternativa apparente.
A livello frattale:
il 21 maggio, il Governo Berlusconi IV converte il prestito ponte in patrimonio netto per la società…
questa (ri)conversione è eseguita a norma di legge, ossia, a colpi di “bacchetta magica unidirezionale”.

Pensa se il tuo mutuo, ancora da pagare, improvvisamente divenisse non solo saldato ma, addirittura, trasformato in saldo attivo, mediante inversione del segno posto dinnanzi alla cifra:
da "meno" centomila euro a "più" centomila euro e con la casa già pagata!
Wow… che meraviglia. Lo vedi che è possibile? Lo fanno...
Lo so, la Ue “ravvisa degli illeciti aiuti di Stato”.
He He He… tutta "polvere negli occhi", che va a finire nel grande calderone della dimenticanza e dell’auto intrattenimento della tua persona, (d)entro a questa forma sociale (contenitore).
Ti basta “solo” mettere in dubbio le regole economiche/finanziarie:
perché non sono le uniche. Ok?
Sono, piuttosto, una “prassi” (s)volta a tutelare la (com)presenza del Nucleo Primo, nascosto oltre la fitta trama delle leggi, scritte ad hoc, da coltri professionali programmate appositamente per (ri)farlo e, soprattuo, convinte di non “servire” nessuno (tacito assenso).
Il costo diretto per lo Stato della vendita a Cai ammonta a 1700 milioni per la mancata vendita ad Air France, più 1200 milioni di debiti rimasti (al 2012) alla cosiddetta "bad company" statale Alitalia LAI dopo la vendita di tutte le attività, più i 300 milioni del cosiddetto "prestito-ponte", dichiarato aiuto di stato illegittimo dalla Corte di giustizia europea.
Il calcolo non considera i costi sociali per i licenziamenti, le società aeroportuali pubbliche come SEA e i risparmiatori…
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Lo Stato, in questo caso… “sei tu”. Il costo è (re)distribuito sulla società (te) mediante aumento delle tasse.
Tutto è recita. Tutto “serve”. Tutto ha un “prezzo”, perché è convinto di avere una “data di (s)cadenza”.
Alitalia nella sua veste attuale (Alitalia-Cai) ri-nasce nel 2008 con una pattuglia di imprenditori. In 25, da Roberto Colaninno a Marco Tronchetti Provera ai Gavio e ai Benetton, controllano il 75% del capitale con Intesa Sanpaolo.
Sono scesi in campo a difendere l’italianità del gruppo, affossato dai debiti e a rischio acquisizione.
Compagnia Aerea Italiana, forte di un capitale iniziale di 1,1 miliardi di euro, rileva il marchio e le attività della vecchia compagnia di bandiera e di AirOne, lasciandosi dietro un turbine di polemiche e 1,2 miliardi di debiti (accollati alla bad company pubblica, ovvero a Alitalia Lai).
La società resuscitata non va molto lontano.
Colpa della recessione e di qualche difficoltà del management a adeguarsi a un mercato in trasformazione e con pochi investimenti, in meno di un lustro la nuova compagnia aerea è di nuovo a rischio.
Il gruppo perde 630mila euro al giorno, i debiti ammontano a 1,2 miliardi e il rosso, nel solo primo trimestre di quest'anno, ha toccato quota 157 milioni di euro (dai 131 milioni dell’anno prima). Con un patrimonio netto consolidato di soli 44 milioni, la ricapitalizzazione è l'unica via di scampo...
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  • sono scesi in campo a difendere l’italianità del gruppo, affossato dai debiti e a rischio acquisizione
  • in meno di un lustro la nuova compagnia aerea è di nuovo a rischio
  •  la ricapitalizzazione è l'unica via di scampo.
Nulla di nuovo, dunque, all’orizzonte.
La “cordata italica” (i “patroti”) pensi che abbiano perso del denaro?
He He He…
Corsi e (ri)corsi.
Nel 2011 accade(va) che…
La vecchia Alitalia deve restituire 300 milioni allo Stato. Ma i soldi non ci sono...
“Quando lo Stato deciderà di passare all’incasso, il debito sarà iscritto allo stato passivo” spiega a Panorama.it il commissario Brancadoro, che ostenta tranquillità…
È corretto che la restituzione del prestito ponte rimanga in capo alla società che ne ha beneficiato, ovvero alla vecchia compagnia” dichiara dal canto suo l’Alitalia Cai in un comunicato. Senza quel prestito ponte, però, è probabile che sarebbe stata molto diversa anche la stessa storia della nuova compagnia…
Per assicurare la continuità operativa dell’Alitalia almeno fino a dopo l’estate, l’allora governo uscente di Romano Prodi si consultò con il futuro premier e optò per 300 milioni di euro concessi per decreto…
Giulio Tremonti:
Non si tratta di un aiuto fine a se stesso, ma di fondi finalizzati alla privatizzazione”...
La compagnia finì in amministrazione straordinaria e l’offerta vincolante “per l'acquisizione di suoi beni e asset” arrivò sul tavolo del primo commissario straordinario, Augusto Fantozzi, il 31 ottobre. Con una condizione vincolante:
che l’Unione europea non contestasse ai futuri proprietari privati di aver ricevuto aiuti di Stato e, in particolare, non chiedesse la restituzione dei famosi 300 milioni.
Il via libera della Ue arrivò dopo due settimane:
nessuna continuità tra l’Alitalia e la Cai, alla quale non sono ascrivibili gli aiuti di Stato del passato
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Dopo la distruzione del secondo conflitto mondiale, i “liberatori” avevano messo le mani dappertutto e, dunque, anche nella rinnovata possibiltà italica di (ri)tornare a volare.
Linee Aeree Italiane (abbreviato Lai) è stata una compagnia aerea fondata nel 1946 per il riavvio dei servizi di linea regolari in Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale.
La proprietà era equamente divisa fra la linea aerea statunitense Trans World Airlines (Twa) e l'Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri) con il 40% ciascuno, e il restante 20% in mano a capitale privato italiano...
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Inflitrazione e(s)terna (invasione) = vittoria della Guerra (pre)vista (liberazione).
Ogni “cosa” (pro)cede allo stesso modo, in prospettiva.
Silvio Berlusconi, all’epoca leader dell’opposizione, aveva dichiarato di essere contrario alle trattativa perché era necessario “preservare l’italianità della compagnia”.
Questa dichiarazione rendeva impossibile ad Air France proseguire con l’acquisto…
Riassumendo:
Cai comprò Alitalia offrendo 700 milioni in meno rispetto ad Air France-Klm – e anche meno, visto che alla fine i “capitani coraggiosi” sborsarono effettivamente solo 300 milioni.
L’operazione è costata allo Stato l’esubero, cioè il riassorbimento in un altro incarico, di 7.000 lavoratori invece che di poco più di 2.000, a cui tra l’altro è stata garantita una cassa integrazione molto lunga. A questo andrebbe aggiunto il costo della bad company, sempre a carico dello stato, che secondo alcuni potrebbe essere addirittura di 2 miliardi di euro…
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Alitalia: per bad company perdite fino a 2 mld
La situazione finanziaria della vecchia Alitalia, lasciata in amministrazione straordinaria per dare vita alla nuova compagnia guidata da Roberto Colaninno, è ancora una nebulosa e potrebbe portare una perdita complessiva tra 1 e 2 mld di euro.
Le ultime previsioni, si legge su Milano Finanza, indicano un debito di 400 mln verso i fornitori e di 205 mln verso i dipendenti, ai quali vanno aggiunti i 300 mln del prestito elargito dallo Stato.
Se tali previsioni venissero confermate, il condizionale è d'obbligo visto che la materia è complicata essendo intervenuti un paio di decreti decreto con tanto di manleva e sospensione dei poteri antitrust, senza contare l'apertura di un'inchiesta giudiziaria su alcuni passati amministratori della compagnia della Magliana, il risultato finale sarebbe da shock.

Il problema è che oltre ai problemi legati alla gestione dipendenti di Alitalia pesa sul lavoro dei commissari ricostruire alcune partite.

Infatti, non sarebbero ancora state chiuse alcune sedi estere, ne' è stato venduto un certo numero di terreni; come pare siano avviluppate nel bacino dell'azienda in amministrazione alcune partecipazioni negli Usa e in Egitto.

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La bad company è il vecchio contenitore, carico solo delle “colpe”. Il nuovo (ri)parte integro da tutto, ma non certo delle “colpe”, che hanno (com)portato il fallimento del vecchio, al quale rimangono attaccate anche le persone in “surplus”.



09 Apr 2009
Bad company.
Che cos'è e perchè il caso Alitalia ne è un esempio rappresentativo.
Tradotto letteralmente il termine “bad company” significa “cattiva compagnia”. Già utilizzato per il caso Parmalat il termine è stato rispolverato in occasione della vicenda di privatizzazione di Alitalia.
Come nel caso della bad bank si procedeva  alla creazione di un veicolo societario in cui far confluire gli asset “tossici” di una banca suddividendo quest’ultima in due tronconi, una parte “buona” (good bank) e una  “cattiva” (bad bank) così una società può essere suddivisa in due differenti compagnie (good e bad company). Nella prima verranno convogliati tutti gli attivi (strutture, crediti), mentre nella seconda i passivi
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Corsi e (ri)corsi, lasciati al Sole della "tua" (ir)realtà.
Le anticipazioni de "Il messaggero"; il piano Alitalia - Etihad:
una newco e una bad company una nuova società posseduta al 51% da Cai e al 49% da Etihad, un aumento di capitale sostenuto sia dal gruppo arabo che dai soci italiani e una "bad company" con all'interno esuberi e debiti. Sarebbero questi i termini dell'accordo…
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Ed (ri)eccoci al "nuovo":
Alitalia - Società Aerea Italiana S.p.A. è la principale compagnia aerea italiana e seconda per numero di passeggeri trasportati in Italia.
Nata nel 2014, inizia le attività il 1º gennaio del 2015 rilevando il marchio e le attività della ex compagnia aerea di bandiera, chiusa per permettere l'ingresso di Etihad Airways nel capitale...
Alitalia fa inoltre parte del network Etihad Airways Partner (Etihad Equity Allicance) che comprende Etihad Airways, airberlin, Air Seychelles, Air Serbia, Darwin Airline/Etihad Regional e Jet Airways.
Il presidente della compagnia è Luca Cordero di Montezemolo, già presidente Fiat e Ferrari, il vicepresidente è James Hogan presidente Etihad Airways, mentre l'amministratore delegato è Silvano Cassano, in passato a capo del gruppo Benetton.
Nel consiglio di amministrazione siedono anche Giovanni Bisignani, già amministratore delegato Alitalia – Linee Aeree Italiane dal 1989 al 1994 e direttore generale Iata, Antonella Mansi, ex presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Paolo Colombo, ex presidente Enel e Roberto Colaninno presidente di Alitalia Cai nei suoi primi sei anni di vita
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Il passato non esiste.
Una prassi consolidata per far (s)comparire ciò che si vuole, a norma di legge e di… ricatti sottili, nonché di convenzioni sociali fatte passare sempre per altro (italianità, preservazione dei posti di lavoro, necessità ai fini sociali/lavorativi del… trasporto, modernità, sviluppo del Paese, etc.).
Dunque!
Le bad bank in Europa, dalla Spagna all'Irlanda.
Dopo Irlanda, Spagna e Slovenia anche l'Italia potrebbe costituire una bad bank, uno strumento dove far confluite i crediti deteriorati.
Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha aperto a tale ipotesi ma a determinate condizioni e favorevoli a una bad bank di sistema anche alcuni tra i principali banchieri italiani.
Non c'è un unico modello di bad bank tra quelli oggi in vigore.
L'esempio più rilevante è la Spagna che ha costituito la Sareb nel 2012 dopo l'ottenimento di 41 miliardi di euro da parte del fondo europeo salva stati per il riassetto delle banche. La Sareb ha come finalità quella di rilevare i crediti bancari deteriorati delle banche spagnole e gestire tali asset per un periodo massimo di 15 anni. Il 52% di Sareb è in mano alle banche spagnole e il resto è pubblico attraverso il Frob (Fondo di ristrutturazione ordinaria delle banche). La bad bank spagnola deve gestire asset per 50,7 miliardi e per il 2014 prevede di chiudere con un risultato positivo di un miliardo di euro.
Il trasferimento delle attività dalle banche alla Sareb avviene attraverso una stima del valore di mercato da parte della Banca di Spagna al quale poi è applicato uno sconto che varia dal 40% per i crediti legati agli immobili a percentuali diverse per terreni e mutui. Sareb emette titoli di debito che rispettano i requisiti Bce con garanzia pubblica e sottoscritti dalle banche che hanno trasferito i crediti in sofferenza
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Altro esempio è la Nama irlandese (National asset management agency) costituita nel 2009 per fronteggiare la crisi bancaria del paese.
La maggioranza è in mano ai privati mentre il 49% è pubblico. La Nama non opera solo come bad bank ma può anche concedere finanziamenti al settore immobiliare. Dalla sua costituzione ha realizzato liquidità per 23,7 miliardi di euro, realizzato dismissioni per 18,7 miliardi ed ha già rimborsato 16,6 miliardi di bond, pari al 55% del totale emesso.
Una bad bank è operativa anche in Slovenia, la Bank Asset Management Company. Costituita nell'estate del 2012 dopo aver ottenuto dall'Ue 7 miliardi di euro per il salvataggio delle banche.
È interamente pubblica ma i risultati sono piuttosto deludenti.
Nella primavera scorsa la Bamc non aveva ancora proceduto alla vendita di un solo asset mentre nel 2013 i conti si sono chiusi con una perdita di 80 milioni di euro.
Infine c'è la Germania che può esporre due bad bank ma con profonde diversità rispetto agli altri paesi. Infatti la Erste Abwicklungsanstalt (Eaa) e la Fms Wertmanagement (Fms-Wm) sono interamente pubbliche e pesano sui conti pubblici.
Gli attivi bancari che sono stati affidati ai due istituti ammontano (in termini nominali) a oltre 350 miliardi di euro e eventuali perdite sono interamente a carico dello stato e dei vari laender.
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Ecco il nuovo leit motiv sociale. Devono prima condizionarti ad hoc e prepararti, dandoti l’idea che ci sia la possibilità di un dibattito e che si sia alternativa e, dunque, scelta. Ma non è così. È già tutto deciso sin da ora nella sostanza. Ok?
Crediti deteriorati, possibile intervento diretto Stato in rispetto norme Ue.
Lo smobilizzo dei crediti deteriorati è cruciale per consentire alle banche di reperire risorse per l'economia reale. E un intervento diretto dello stato che rispetti le norme Ue sulla concorrenza potrebbe aver luogo.
Lo afferma il governatore di Banca d'Italia Ignazio Visco nel suo discorso all'Assiom Forex.
Uno schema di intervento pubblico, che nel discorso del governatore non viene mai chiamato bad bank, deve prevedere "il pieno coinvolgimento delle banche nei costi dell'operazione e un'adeguata remunerazione del sostegno pubblico".
Visco ipotizza quali strumenti pubblici potrebbero aiutare questo processo di dismissione delle sofferenze.
"Opportune agevolazioni fiscali o la prestazione di garanzie pubbliche sulle attività derivanti dalla dismissione dei prestiti in sofferenza creerebbero condizioni più favorevoli allo sviluppo di un mercato privato delle partite deteriorate", dice Visco.
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E d’insieme, la prospettiva è utile per (ri)mettere in carreggiata tutto.
Ossia, per fare (ri)partire ciò che era drammaticamente crollato.
La diabolicità sta nel fatto che “nulla è cambiato”, che l’(Anti)Sistema è ancora più forte ed ancorato alla “terra” del Nucleo Primo.
Bankitalia pronta ad acquistare titoli per 130 mld, Visco: "Effetto su Pil +0,5% nel 2015".
Il Quantitative Easing che la Bce e le singole banche centrali dell'Eurozona avvieranno il mese prossimo porterà benefici immediati alla crescita economica dell'Italia, con una previsione del Pil nel 2015 superiore al +0,5% e a +1,5% nel 2016, grazie anche al deprezzamento dell'euro nel cambio con il dollaro.
La Banca d'Italia farà la sua parte, come le altre banche centrali, acquistando titoli di Stato italiani per circa "130 mld di euro" nei 18 mesi del piano…
Il Qe… come si dice in gergo, è open-ended e per questo piace ai mercati:
se non basta, non finisce
Per tornare a crescere, all'Italia servono anche banche pronte a concedere credito, ma "le sofferenze sul complesso dei prestiti alla clientela alla fine di settembre aveva raggiunto il 10,6% per i principali gruppi bancari".
E "lo smobilizzo dei crediti deteriorati è cruciale per consentire alle banche di reperire risorse da destinare al finanziamento dell'economia reale".
Tradotto in volgare, serve una bad bank, anche se, come sottolinea Patuelli, "il governatore non ha mai usato quella parola", che sgravi i bilanci delle banche dai crediti inesigibili, eredità della crisi economica che attanaglia l'economia italiana ormai da anni
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Eredità della crisi economica che attanaglia l'economia italiana ormai da anni…

Una “eredità” lasciata ai posteri, ossia, alla socialità (a te).
Qualcosa che “è” sempre, a (pre)scindere da tutto.
Qualcosa che “è” sia nella “buona che nella cattiva” sorte.
Qualcosa che è come il metano:
inodore, insapore, incolore… eppure "è".
E che per (ri)conoscere, dovresti miscelargli insieme una componente rilevabile (reattiva) dai “tuoi” sensi rimasti a disposizione.
Che ne dici di… una spruzzatina di “accortezza” e di un “quanto basta” di “fermezza”?
Sei in un progetto “open-ended”:
il Qe… come si dice in gergo, è open-ended e per questo piace ai mercati:
se non basta, non finisce…
Vite senza fine.

Quando “basterà”?
 
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2015/Prospettivavita@gmail.com 


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