lunedì 22 marzo 2010

Gli stargate della chiesa di Foen; un modello comunicativo.





Nella giornata di sabato 20 marzo 2010, io e mia moglie, siamo andati a visitare la chiesa di Foen dedicata a S.Pietro Apostolo; questo edificio religioso risale alla prima metà del 1400 e sembra che abbia origini templari. I rilievi geobiologici effettuati dall’Arch. Bonomo, qualche anno fa, hanno dato risalto all’intelligenza umana che, in un passato non molto remoto, è riuscita a “raccogliere”, modellare e veicolare le forze naturali della Terra, dando luogo ad una loro benevola convergenza donata alla virtù della speranza umana, nella fattispecie nell’istituto della preghiera. In questa chiesa le reti energetiche Hartmann e Curry sono state avviluppate da scorrimenti d’acqua naturale in maniera tale da progettare dei “punti luce”, come appellati da Bonomo. 
Tali punti luce hanno una valenza positiva in termini di “abitabilità”, ossia di permanenza presso la loro area di pertinenza che è attorno ai 6 metri di diametro. 
I punti luce, dunque, possono essere progettati.

Stampiamoci bene in testa a chiare lettere cubitali questa preziosa verità.

“In questa nuova ottica, quello che conosciamo come reticolo elettromagnetico di Hartmann - una volta rigenerato - diventa una sorta di mega-antenna di luce capace di catalizzare enormi quantità di energia cosmica. A partire dalle origini, l’uomo è sempre stato a conoscenza di queste energie vitali ed ha portato dentro di se questo sapere che ha poi espresso in tanti modi attraverso culture diverse.
Una comprova di tutto ciò la verifichiamo attraverso il diagramma geobiologico di templi, tombe ed edifici sacri antichi (come si evince dalle illustrazioni): infatti, quelli che conosciamo generalmente come punti geopatici, plasmati con opportune tecniche danno luogo ad apposite forme note come geometrie sacre, diventano concentrazioni di energia per la captazione di onde di vita”.

In questi nascenti nuovi tempi, non permettiamo ad un certo "modo di fare" di vecchia consuetudine, di focalizzare ancora una volta la costruzione dei rimedi solo ed esclusivamente sulla sintomatologia, ma cerchiamo di "captare" usi e costumi che mirano alle dirette cause. 
Vivere nelle nostre case è perlomeno malsano, e un certo tipo di messaggio inizia a diffondersi attraverso alcuni “canali” non ufficialmente riconosciuti dalla “scienza” di Stato. Un certo tipo di sensibilità recuperata inizia a diffondersi presso la società. E certi malanni sono direttamente riconducibili a queste reti elettromagnetiche naturali, per così dire, “decadute” con il tempo e con un certo modo di “vivere” non proprio rispettoso della comunità globale umana nei confronti dell’organismo planetario. Che le persone inizino ad aprire gli occhi è un bene, però occorre fare molta attenzione alla “marea” che avanza, che sul lungo tempo è una componente benefica del cambiamento, ma che sul breve periodo può riservare anche amare sorprese tra le “pieghe” della platea proponente i “rimedi”; l’Antisistema è sempre all’opera ed impera ancora purtroppo. Ciò che sostiene Bonomo è per me vera fonte di speranza che il percorso intrapreso sia, almeno in questa “frangia” veramente aperto al bene comune e non alla logica del profitto personale sopra ad ogni altra componente. Io non conosco personalmente questo uomo, però lo percepisco come una “entità” illuminata della quale potersi fidare.

Scrivevo della chiesa di Foen; ebbene voglio dedicare alcuni pensieri alle famiglie che abitano nelle strette vicinanze e che si occupano di “assistere” su base volontaria coloro che giungono, magari anche da lontano, per visitarla. Un grazie sentito di cuore per la preziosa opera di collaborazione. A noi è capitato di giungere in loco e di trovare la chiesa chiusa. Ebbene queste persone ci sono venute incontro, quasi ci avessero percepito, ed in breve abbiamo potuto coronare il senso della nostra visita. 
Cosa abbiamo percepito all’interno dell’edificio? Appena dentro si è come “assaliti” da una ventata di aria fresca, pungente, come ionizzata beneficamente nei pressi di una cascata o di una pineta o in alta montagna. È certa la sensazione di essere entrati in una dimensione diversa, ben distinta, da quella esterna. Il silenzio è rigoroso, tutto perfettamente ordinato e preparato per l’esercizio della funzione della preghiera. Noi siamo entrati dalla porta laterale e non dall’ingresso principale. Nessun odore particolare sembra aleggiare per l’ambiente. La mia sensibilità sembra più sviluppata nei centri uditivi, per cui ho subito percepito pressioni laterali nelle orecchie. Mia moglie invece ha subito percepito un senso di “giramento di testa” soprattutto vicino ai due punti più potenti dell’energia: l’altare maggiore e la cappella votiva. È chiaro che, di fronte ad un certo tipo di sensazioni, un essere umano riesce ad avvicinarsi in maniera diversa al cospetto del Creatore. Io non sono un credente di nessun tipo di religione, per i motivi che ho ampiamente espresso in questo blog. Eppure in quelle circostanze sono riuscito a comprendere lo “spirito” autentico con il quale gli uomini hanno progettato gli edifici religiosi. Avvicinarsi al Creatore tramite la “costruzione” di zone ad alta energia, capaci di eludere il “velo” dei sensi; in un certo senso è proprio un avvicinamento verso il dialogo con la propria Anima creatrice. Come essere su un’antenna con una portanza molto maggiore di quella che è la portata della nostra “antenna” personale attuale. In quei luoghi è possibile veramente parlare con il proprio sé superiore. La fede è qualcosa che per le persone varia “d’intensità” ed “uso” e la vera spiritualità parla un linguaggio universale, per cui non sono stato incenerito :)
 
Ho compreso perché proprio sull’altare maggiore viene conservato il contenitore con le ostie consacrate: proprio per via della sua collocazione strategica nel punto energetico più potente. Quel “cibo” per il corpo è carico di significati spirituali e fisici, proprio per via della “carica” positiva che accumula stazionando in quel preciso luogo. È come un disinibente per la mente che, lasciandosi andare momentaneamente, partecipa al coro della preghiera elevata verso l’alto dei cieli, condotta via, trasmessa dal canale d’energia che scorre proprio verso l’alto come per raggiungere l’origine della Vita. Sopra all’altare maggiore vi è sempre il tabernacolo:

"La parola tabernacolo (in latino Tabernaculum - diminutivo di Taberna dal significato di Dimora), nella tradizione ebraica e cristiana significa il luogo della dimora di Dio presso gli uomini.
Comunemente, nelle lingue moderne, con tabernacolo si intende una struttura a forma di scatola presente in tutte le chiese cattoliche e di altre confessioni cristiane nella quale sono conservate le ostie consacrate dopo la Celebrazione Eucaristica".
Fonte: Wikipedia
L'achitettura sopra alle colonne raffigurate e anche in quelle fisiche è "aperta",come per lasciare passare o evidenziare un flusso di energia risalente verso l'alto. Come un "canale" di comunicazione.

Come non ricordare la funzione degli antichi templi raccontata da Sitchin; presso questi “recinti” era custodita la “navicella” degli “Dei” Anunnaki (da qua la frase “luogo della dimora di Dio presso gli uomini”).

I punti luce sono una benedizione della Terra; sta a noi ora tornare all’antica conoscenza e giungere a sentirli personalmente. I colori della chiesa sono stati recuperati proprio come dovevano essere alle sue origini, colori pastello molto gentili e quasi provenzali. All’esterno fioriscono le primule gialle in maniera spontanea. Si respira senso di riflessione e di gratitudine.
Siamo poi tornati alle 17 per partecipare anche alla funzione della Santa Messa ed abbiamo potuto conversare con il “Don”; una persona squisita e disponibile. Questa volta siamo entrati dall’ingresso principale, constatando come l’atmosfera fosse leggermente diversa da qualche ora prima; il punto luce situato all’ingresso principale assolve alla sua funzione di accoglienza degli “ospiti”, introducendo le Anime verso la sacralità profonda dell’ambiente. In quel caso siamo stati investiti da un profumo di fiori e calore aleggianti nell’atmosfera. C’erano già una decina di persone sparse a pioggia. Una delle sensazioni più evidenti è quando le campane iniziano a suonare dal vicino campanile; le vibrazioni si irradiano in tutta la struttura aleggiando per minuti. È una cosa sorprendente e meravigliosa. Nel pieno silenzio, queste onde sonore riecheggiano per le volte e per le linee arcitettoniche, dando la sensazione della spazialità più estrema dell’aleggiare per il Cosmo. Nel centro della chiesa, invece, stando in piedi con entrambe le gambe ben piantate per terra, sembra di aleggiare con gambe tremolanti. Le vibrazioni risalgono il corpo e donano leggerezza. Il “Don" ci ha detto che a volte le braccia si alzano come da sole. Meraviglia. Questa carezza naturale è una carezza dello Spirito alla nostra componente fisica. 
Come dire “Quanto siamo vicini adesso, quanto ti voglio bene”… è un “dialogo” ravvicinato come raramente è successo nelle nostre Vite. 
La cosa che abbiamo saputo è che la pianta della Chiesa originaria era limitata e corrisponde alla parte centrale del corpo; poi nel 1859 e 1910 vennero eseguiti lavori di espansione, che portarono alla “creazione” della parte dove ora c’è la cappella votiva dedicata alla “Madonna della immacolata concezione”, diretta replica della famosa grotta di Lourdes, e della parte dedicata all’altare maggiore; proprio i due punti a maggiore potenza rilevata da Bonomo nelle sue rilevazioni. Quindi qualcuno con ampia conoscenza delle dinamiche energetiche della Terra, in tempi non remoti, è riuscito ad avere le autorizzazioni per ampliare la chiesa in maniera mirata ed “intelligente”.

Per quanto inerente alla geometria sacra, come non notare che il cerchio descritto dal punto luce è molto “intimo” con un rombo disegnato dalla rete Curry. Sembra che, in questo senso, la conoscenza antica sia stata trasmessa in questi edifici e che questi ultimi rappresentino dunque dei modelli dai quali attingere le informazioni per la comprensione della rete energetica globale e per la costruzione di abitazioni positive e ricche di benessere. Sembra tutto velato da codici, forme, simboli, leggende, miti, metafore.

Per informazioni di coloro che vorranno visitare in futuro la chiesa di Foen, porto a conoscenza che la funzione della Messa è celebrata al sabato alle 17, mentre alla domenica è prevista alle 10.30. Partecipare è una esperienza che vale la pena di vivere e, scritto da me, è ancora più significativo. Il “Don” è una persona umile e di grande rispetto della Vita. La sua omelia è stata illuminante e, per certi versi, una sorpresa. Nelle vicinanze ci sono altre “piccole” chiese interessanti, come quella di Santa Susanna, che però non abbiamo potuto visitare per via della neve ancora presente; la sua visita vale la pena perché è situata più in alto ed in questo modo si fa anche una bella passeggiata nella natura e ci si espone al punto panoramico della vallata. Nei pressi di Foen c’è Feltre con la sua parte medievale ricca di angoli suggestivi, di cui l’Italia è particolarmente ricca.
Noi abbiamo alloggiato presso il Bed&Breakfest “Monti del Sole” (link) che costituisce un buon compromesso tra natura e agio; rispettoso e tranquillo costrutto dal quale partire per visite, scampagnate ed ascensioni verso il parco delle Dolomiti bellunesi; Dolomiti che il 26 giugno 2009 sono state inserite nella lista del “Patrimonio Mondiale Unesco”. Un sentito grazie alla cortese e gentile padrona di casa!

Insomma che dire? È stata una visita incoraggiante per continuare a procedere sul cammino che ci siamo dati per questi tempi tanto ricchi di opportunità di aprirsi al cambiamento che vedrà il ritorno dello Spirito in Terra, grazie alla nostra opera di “punti luce” attivi ed orientati verso la civiltà dell’armonia celeste.
 

2 commenti:

  1. Ritrovarti..., ritrovare qui una traccia del nostro passaggio su questa Terra, alla ricerca di tutto ciò che può far evolvere verso la versione migliore di noi stessi è emozionante... Grazie di esistere xxx

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    1. Oh Musy! Musica per i miei "occhi" :) Grazie a Te. Psmack!!!

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"Fai..." un po' Te.