domenica 25 aprile 2010

L'arguzia del "vuoto".




De Chirico si arresta alle soglie del mistero, non si preoccupa di definirlo e di scioglierlo: altrimenti non avrebbe più fascino e cesserebbe l’incanto poetico. “Bisogna che un’opera esca dall’umano, che manchi di buon senso e di logica… in tal modo s’avvicinerà al sogno e alla mentalità infantile”…
Fonte: “Guida al novecento” di Salvatore Guglielmino

Arrestarsi, dunque: fermarsi...

"Lei ha scoperto l'importanza dei vuoti, delle pause che sono elementi fondamentali dell'essenza stessa del Ritmo universale; provi ad applicarli anche a se stesso, alla sua vita quotidiana.
Della pazienza che Gigi (Ighina) considerava potenza trattenuta e quindi accumulata, ho scoperto col tempo e per personale esperienza, che la si può anche considerare come aumento di Sapienza.
Anch'io tempo fa, non riuscivo a rinunciare ai "lampi" di luce che illuminavano la mia mente; ne prendevo nota e li sviluppavo all'inverosimile, con il risultato che con gli anni mi ritrovavo con delle montagne di appunti che non riuscivo nemmeno a rileggere.

Ora mi sono accorto che ogni rinuncia alle "luci", mi porta sempre più vicino alla Luce ed anelo con tutto il cuore a fondermi, ad identificarmi con Essa".

  
Alberto Tavanti

Ringrazio l'Amico Alberto per questo prezioso consiglio di Vita :)

Un Caro Abbraccio Fraterno.
Una Buona Vita
  
  

2 commenti:

  1. I quadri di De Chirico sono i miei preferiti.
    In moltissimi di loro il senso di vuoto è ricorrente. E' un invito a percorrere una "dimensione altra" per capire meglio poi le cose della vita.

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  2. Caro Amico,
    questi contrasti, questi giochi d'ombra, questi campi lunghi e forme e prospettive, mi ricordano qualcosa del passato; non so perchè!
    Provo un po' di amarcord, ripeto, senza saperne il perchè!
    Questo creativo è certamente notevole, riesce a "stuzzicare" i sensi e la "memoria" assopita...
    Chiede proprio di osservare secondo altre modalità il flusso della Vita...
    Un grande!
    Grazie infinite...
    Tanta serenità

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"Fai..." un po' Te.