lunedì 3 gennaio 2011

La paura come motore imperfetto della perfezione.




Scrivevo e riportavo, alla fine del 2010,  la notizia che il Papa nella lettera apostolica "Motu Proprio" ha sancito la "normativa antiriciclaggio" alla Santa Sede, attenendosi “alla normativa antiriciclaggio europea già recepita nell'ordinamento italiano”. Cioè?

 
Gli istituti finanziari della Santa Sede, a partire dall'Istituto per le opere di religione (Ior) saranno obbligati a seguire, come ogni altra istituzione finanziaria europea, delle regole globali di coesistenza, morale, etica, etc. che, almeno sulla carta, tutelano i cittadini regolando queste “realtà” e limitandole nell’esercizio senza “disciplina” delle proprie attività

In parole povere si mette la parola fine alla modalità da far west per entrare in una modalità civile ed equa dell’amministrare denaro.

Lasciamo perdere, per ora, il fatto che queste normative sono ampiamente aggirabili; perlomeno esistono e qualcuno tenta anche di farle rispettare.

La cosa che colpisce, semmai, è il nome del diretto interessato di turno: la Santa Sede alias il Vaticano alias la Chiesa Cattolica Cristiana Universale

Perché il Papa ha dovuto emanare una simile direttiva? Cosa ha costretto questa vera e propria Casta a piegarsi alle “regole” del laicato?

“La parola è originata dal greco λαikòς - del popolo, estensione del termine λαός, laós - popolo e contraddistingueva l'appartenente alla moltitudine degli uomini in contrapposizione agli appartenenti a una comunità chiusa
Da Wikipedia

Cerchiamo perlomeno di… Intuire. Nel libro “Vaticano S.p.A.” di Gianluigi Nuzzi:

"Si ha la sensazione netta che ci si trovi di fronte, tutti, a un potenziale esplosivo inaudito, che deve essere doverosamente portato a conoscenza delle più alte autorità.”Lettera riservata di Angelo Caloia, presidente del Consiglio di sovrintendenza dello Ior, al segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano.

Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La storia raccontata in questo libro è totalmente inedita. Parte da un archivio immenso, custodito in Svizzera e da oggi accessibile a tutti. Circa quattromila documenti. Lettere, relazioni riservate, bilanci, verbali, bonifici. La finanza del Vaticano come non è stata mai raccontata.

Tutto grazie all’archivio di monsignor Renato Dardozzi (1922-2003), tra le figure più importanti nella gestione dello Ior fino alla fine degli anni Novanta. Sembrava una storia conclusa con gli scandali degli anni Ottanta. Con Marcinkus, Sindona e Calvi. Invece tutto ritorna. Dopo la fuoriuscita di Marcinkus dalla Banca del Papa, parte un nuovo e sofisticatissimo sistema di conti cifrati nei quali transitano centinaia di miliardi di lire. L’artefice è monsignor Donato de Bonis. Conti intestati a banchieri, imprenditori, immobiliaristi, politici tuttora di primo piano, compreso Omissis, nome in codice che sta per Giulio Andreotti.

I soldi di Tangentopoli (la maxitangente Enimont) sono passati dalla Banca vaticana: titoli di Stato scambiati per riciclare denaro sporco. Depositi che raccolgono i soldi lasciati dai fedeli per le Sante messe trasferiti in conti personali, con le più abili alchimie finanziarie.

Lo Ior ha funzionato come una banca nella banca. Una vera e propria “lavanderia” nel centro di Roma, utilizzata anche dalla mafia e per spregiudicate avventure politiche. Un paradiso fiscale che non risponde ad alcuna legislazione diversa da quella dello Stato del Vaticano. Tutto in nome di Dio".
Da Macrolibrarsi

A questo link  è possibile ascoltare, dalla viva voce dell’autore, un veloce resoconto di ciò che è emerso da questa indagine innescata addirittura dalla volontà di Monsignor Renato Dardozzi; una volontà postuma dettata dalla “liberazione” della sua morte.

Ciò che ha scoperto questo uomo, Gianluigi Nuzzi, ha dell’incredibile. L’intreccio evidenziato coinvolge poteri storici profondamente radicati nel tessuto sociale non solo italico ma internazionale. Non intendo, in questa sede, giudicare nessuno, bensì cercare di aiutare l’emersione di quell’ampia verità che la nuova energia sta provvedendo a smantellare progressivamente.

Mi chiedo tuttavia, in quest’ottica, come un credente, un osservante, un fedele di questa Istituzione religiosa, possa ancora fare finta di nulla. Rimango stupito dal falso moralismo che circola nella comunità e rispecchiato nei Media. La Chiesa è stata profondamente scossa dalle sue fondamenta negli ultimi tempi, eppure la gente continua a girare la testa dall’altra parte, continua a ignorare una evidenza che oramai disegna grottesche figure, ammantate alla maniera dei Faraoni egizi, al comando di un transatlantico destinato a fare la fine del Titanic

La comunità ha in generale paura di abbandonare la Chiesa. È la paura che costringe a piegare la testa da un’altra parte, proprio come è stata la paura a far guardare l’uomo fuori di sé al fine di non evidenziare l’orrore che contiene e conteneva: 

i Demoni della propria ignoranza.

Demoni che, in questo modo, sono usciti all’esterno.
Adamo, dove sei?”. “Uomo, dove sei?” – grida il Creatore ad ognuno di noi. Non perché non lo sappia. Semplicemente pone la domanda. E cosa significa?

“Ogni volta che Dio pone una domanda di questo genere non è perché l’uomo gli faccia conoscere qualcosa che lui ancora ignora: vuole invece provocare nell'uomo una reazione suscitabile per l'appunto solo attraverso una simile domanda, a condizione che questa colpisca al cuore l'uomo e che l'uomo da essa si lasci colpire al cuore.

Adamo si nasconde per non dover rendere conto, per sfuggire alla responsabilità della propria vita

Così si nasconde ogni uomo, perché ogni uomo è Adamo e nella situazione di Adamo. Per sfuggire alla responsabilità della vita che si è vissuta, l'esistenza viene trasformata in un congegno di nascondimento. Proprio nascondendosi così e persistendo sempre in questo nascondimento "davanti al volto di Dio", l'uomo scivola sempre, e sempre più profondamente, nella falsità. Si crea in tal modo una nuova situazione che, di giorno in giorno e di nascondimento in nascondimento, diventa sempre più problematica

È una situazione caratterizzabile con estrema precisione: l'uomo non può sfuggire all'occhio di Dio ma, cercando di nascondersi a lui, si nasconde a se stesso

Anche dentro di sé conserva certo qualcosa che lo cerca, ma a questo qualcosa rende sempre più, difficile il trovarlo. Ed è proprio in questa situazione che lo coglie la domanda di Dio: vuole turbare l'uomo, distruggere il suo congegno di nascondimento, fargli vedere dove lo ha condotto una strada sbagliata, far nascere in lui un ardente desiderio di venirne fuori”.
Da www.atma-o-jibon.org 

Dalle “cantine” del Creatore è stata liberata la “ricerca di risposta”: l’oscurità che si celava. Questo è il senso profondo della Creazione, o meglio uno dei sensi annidati come un labirinto di carte che, però, sottintendono alla domanda iniziale: cosa si nasconde in me?

La domanda che ognuno di noi si dovrebbe porre. La domanda, la cui risposta sta vendendo a galla nel reame del tempo, è totale; spinge all’inverosimile ad esplorare ogni profondità dell’inconscio. Attraverso il regime delle esperienze in questo scenario 3D, estraiamo da noi tutto ciò che è nascosto, proprio come si fa con un topo ed il pezzo di formaggio. 

Serviva una “trappola” e così è stato.

Dunque, come si modifica il senso della Vita umana, dopo questa espansione della consapevolezza? In questo modo, secondo me:
  • ognuno di noi è uno HuBit (unità d’informazione quantica umana) che sottintende alla ricerca del Creatore in evoluzione
  • cosa intende evocare il Creatore? Di certo non intende “sapere” bensì “vedere evocato in forma tangibile” ciò che si annida in lui. Ciò che noi chiamiamo il “male”, ossia quella parte di unità non baciata dalla Luce, proprio come la faccia oscura della Luna
  • la nostra ricerca tramite esperienze è la “sua” ricerca. Noi riportiamo a lui ogni istante di Vita. Le nostre “simulazioni esistenziali” sono illusorie e frutto del sonno a cui si è sottoposta l’Anima durante la “caduta”
  • ognuno di noi sogna di vivere, ma il sogno è talmente vivo da essere vero e scambiato per l’unica realtà
  • in questo scenario 3D è vivamente presente la parte oscura del Creatore. L’Antisistema non è solo il Custode dello scenario 3D, non è solo una forza necessaria ai fini dell’autoeducazione, non è solo facente parte della vibrazione di questa profondità… L’Antisistema è anche animato dal potere oscuro che sfugge persino a se stesso per “paura”. Proprio quella paura che anima l’uomo perché anche profonda caratterizzazione dell’emanazione divina
  • la nostra paura è molto di più di quello che possa sembrare. La nostra paura unisce l’intera creazione. E noi come rispondiamo? Facendo finta di niente! Non tutti, però. Basta osservare il passato per rendersene immediatamente conto.
La sensazione più diffusa in me è comunque quella di essere osservato o auto osservato, sempre, in ogni circostanza. Il frattale di questa sensazione è l’occhio del Grande Fratello. Il frattale è il simbolo dell’occhio che tutto vede. 

Il senso intimo è l’osservazione ad ogni livello a cui dobbiamo rispondere, essendo delle unità di informazione fatte d’informazioni ancora incomplete.

Insomma, noi tutti, descriviamo un processo di affinamento progressivo della conoscenza.

Nel film “Tron” si descrive di un Creatore, di un uomo che è riuscito ad infiltrarsi tra le porte di comunicazione di due mondi; porte di comunicazione scoperte attraverso lo sviluppo della tecnologia, delle reti informatiche emerse dalla ricerca umana. Ricerca nata in ambito militare per scopi bellici e solo dopo “convertita”. Altro frattale che ci suggerisce come oscilli ampiamente l’umanità in balia di se stessa

Questo Creatore si è trovato di fronte ad una nuova dimensione “vuota” ancora da popolare attraverso la propria immaginazione e, purtroppo, attraverso la propria “ignoranza”. 

Un oceano infinito da colorare del proprio status in divenire… Uno stato di perfezione in cammino. 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

* La simpatica vignetta è tratta da www.indirezioneostinataecontraria.it

il cannocchiale 

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