martedì 3 maggio 2011

Essere 'anti': una questione di linguaggio.




Senza qualità di genere antisociale... gli uomini avrebbero condotto una vita da pastori d'Arcadia, in completa armonia, sempre soddisfatti e amandosi reciprocamente; ma in questo caso tutte le loro capacità sarebbero rimaste sempre nascoste nel proprio germe… Ringraziamo, dunque, la Natura di questa insocievolezza, di questa gelosa invidia e vanità, di questa sete insaziabile di possesso e di potere... L'uomo desidera la concordia; ma la Natura sa meglio che cosa va bene, per le sue specie; ed essa vuole la discordia, perché l'uomo sia obbligato ad esercitare sempre una potenza nuova, e un ulteriore sviluppo delle sue capacità naturali.
Immanuel Kant 

Ringrazio l’Amico Francesco per la segnalazione sovrariportata. Simili pensieri rientrano perfettamente nello Spirito di SPS. Pur emergendo dalle nostre profondità, i costrutti, sono alfine fatti di ‘sole’ parole, corrispondenti ad una terminologia simbolica e assoggettabile alla sfera personale, al proprio punto prospettico, quindi delimitabili dalla capacità di giudizio e, dunque, di separazione dal proprio sé e dagli altri. 

In pratica, ognuno di noi leggendo queste parole… capisce quello che capisce. 

Il filtro interiore interviene personalizzando l’input, elaborando una nuova versione dell’idea sorgente che, in quanto tale, rimane oscura al ‘sentire’ altrui. Persino la ‘fonte’ potrebbe, del resto, avere avuto dubbi o non essere riuscita ad esprimere al meglio ciò che avrebbe voluto partorire. E che dire dell’intervento di 'terzi' nelle eventuali lavorazioni traduttive? E dell’opera del tempo? E di infinite altre forme di modellazione…

Quello che giunge a noi è un surrogato dell’intuizione originale, eroso e lavorato dall’azione del tempo e dello spazio. Il ‘canale’ stesso inizia l’opera di ossidazione della verità ricevuta. Questo è un meccanismo naturale a cui siamo tutti sottoposti a questa latitudine dell’energia condensata in forma di evidenza. Questa è la strada, peraltro, della percezione logica e verista delle ‘cose’, analitica e scientifica o anche filosofica di marchio  Antisistemico. Ricordiamo sempre che siamo nell’ombra di una energia parassita di controllo, sviluppo ed assorbimento di gran parte della nostra ‘vitalità’

Ciò che ‘ci è stato lasciato’ e permesso, rientra nei canoni prestabiliti da questa forma di controllo silente. Non c’è nessuna esclusione da un simile atto di oppressione silenziosa. Il linguaggio fa parte di questa forma di controllo. Tramite lo sviuppo del linguaggio abbiamo perduto le facoltà chiaroveggenti di discorrere in maniera sovrasensibile. Il linguaggio ha provocato parte della separazione che abbiamo tastato con ‘mano’, iniziando a non capirci più

Ma allora qual è lo spirito del pensiero, giunto sino a noi, di Kant? 

Io non sono un esperto in nessuna materia e ben lungi da me l’idea di diventarlo, se non in alcune arti e mestieri nel segno della praticità dovuta all’esplorazione diretta delle modalità del fare; ideare e costruire una vetrata colorata a mosaico è il frutto di un proprio cammino diretto che non può subire l’abbaglio di una incomprensione. L’artefatto finale è ben evidente e non ha nessuna proposizione se non quella di piacere o non piacere e, sinceramente, oltre al proprio Ego, non interessa oltremodo il suo successo presso le regioni degli altri.

Ci perdiamo in tutto quello che ci circonda: questa è la funzione del ‘tutto’. Perdersi per poi ritrovarsi…

Lo spirito di quelle frasi, riportate in apertura di articolo, è riconducibile al termine ‘evoluzione’. La ‘Critica alla ragion pura’ è, dal 'punto di vista del mio sentire', espressione di una sensibile motivazione percepita dall’autore, trovatosi di fronte ad uno strano sentore esistenziale rispecchiato dal sentirsi impotente di fronte a forze che per loro Natura sfuggono perché ‘troppo grandi’. Per inglobarle dentro di sé, per comprenderle, occorre ammettere che il nostro modello sociale è 'limitato' da confini apparenti, ma sin troppo evidenti, e derivanti dall’opera stessa della Natura

Dove per Natura occorre inserire ogni possibile 'interferenza' possibile ed immaginabile, persino l’opera di soffocamento di una specie invasiva sull’altra. Tutto è lecito e rientra nei piani elaborati dal Genio sempre all’opera. Questa, ovviamente, è una mia elaborazione di quello che è giunto sulle mie ‘rive’ e non ha nessuna pretesa di aggiungere altro a quello che ogni individuo ha diritto di ‘pensare’ a tal proposito.

Questa mia ‘opera’, questo Blog, è un ‘gioco’

Colui che prova fastidio, dovrebbe interrogarsi sul ‘perché’ provi una simile sensazione. Mi farebbe certamente felice…

Si accorgerebbe di trovarsi su un promontorio dal quale osserva il fiume della Vita: il proprio promontorio situato nella propria ed esclusiva padronanza ‘territoriale’. Null’altro. Da quel punto egli è un Re, esattamente come ogni altra persona sulla Terra tridimensionale. E allora, forse, potrebbe percepire un flusso di uguaglianza fluire in lui. Pur nella estrema individualità, riconoscerebbe l’uguaglianza del poter essere diversi. Sentirebbe l’intenzione di passare oltre ad un simile concetto, perché ritenuto solo una debolezza, una sciocchezza, una inezia che non merita approfondimento, visto che conduce oltre all’orizzonte scrutabile e raggiungibile dall’abitudine e dal giudizio.

Da quel ‘punto’ potremmo notare una strana luce, alta nel cielo, che non è il Sole. È un punto di luce diverso: un varco. Probabilmente il nuovo sentire, quello soffocato, conduce lì. È impossibile che una via terrena conduca al cielo? O è più facile che quella via scenda dal cielo? Il solo prendere in considerazione queste possibilità espande il nostro punto prospettico, inglobando il 'nuovo'. Con la coda dell’occhio, da questo momento in poi, cercheremo quel varco, in una maniera… così; tanto per vedere se c’è ancora…

Chi ci sussurra di lasciare perdere? Quale parte di noi afferma che è solo una illusione? Riusciamo a percepirla? Se arriva alla nostra sensienza una simile ‘impressione’, deve pur emergere da qualche parte del nostro Sé, no? Lo so che siamo nel più puro astrattismo, tuttavia è da lì che si genera la ‘realtà’… Lo sforzo non deve essere uno sforzo ma un consapevole flusso di apertura temporizzato in questo reame: una questione di tempo

I 'parassiti' lo sanno benissimo e temono per questo: la loro paura diventa la nostra paura. Ci sono stati giorni in cui mi sentivo triste, poi, pensandoci, sentendomi nel presente, mi sono accorto che era una tristezza immotivata: non c’era motivo dentro di me. E allora cosa succedeva? Che mi sentivo sollevato, sereno. Questo significa vivere nel presente e comprendere le dinamiche che ci attraversano. Per troppo tempo lo abbiamo dmenticato.  

Cosa è il ‘presente’?  È una serie infinita di batitti del cuore.  Il cuore annuncia l'eterno presente...

Agganciando questa vibrazione possiamo vivere 'in questa vibrazione', in armonia con noi stessi e con la Terra, perché il cuore è agganciato alla Terra ed al Cielo. Ce lo ricorda sempre, ma non lo capiamo più. Ma egli continua a ricordarcelo instancabilmente, senza sapere altro; sa che deve battere per noi, per non permettere che ci allontaniamo troppo da lui e da noi stessi. È un tam tam nella giungla che non smette mai… Nel buio o nella luce. In ogni situazione lo possiamo ritrovare come il più fedele degli amici…

Le parole sono finestre (oppure muri).
Mi sento così condannata dalle tue parole,
mi sento giudicata e allontanata,
prima ancora di aver capito bene.
Era questo che intendevi dire?
Prima che io mi alzi in mia difesa,
prima che parli con dolore o paura,
prima che costruisca un muro di parole,
dimmi, ho davvero compreso bene?
Le parole sono finestre, oppure muri,ci imprigionano o ci danno la libertà.
Quando parlo e quando ascolto,
possa la luce dell’Amore splendere attraverso me.
Ci sono cose che ho bisogno di dire,
cose che per me significano tanto,
se le mie parole non servono a chiarirle,
mi aiuterai a liberarmi?
Se sembra che io ti abbia sminuito,
se ti è parso che non mi importasse,
prova ad ascoltare, oltre le mie parole,i sentimenti che condividiamo.
Ruth Bebermeyer

Una delle tante cose che ho imparato da mio nonno è apprezzare la grandezza e la profondità e a riconoscere che tutti siamo violenti e che abbiamo bisogno di portare un cambiamento qualitativo nelle nostre Vite. Spesso non riconosciamo che siamo violenti perché è un aspetto di noi che ignoriamo. Pensiamo di non essere violenti perché crediamo che la violenza consista solo di lotte, di uccisioni, aggressioni e guerre – tutte cose che la persona media di solito non fa. Per farmi capire questo, mio nonno mi fece disegnare la genealogia della violenza, usando gli stessi principi che si usano quando si traccia un albero genealogico. 

La sua idea era che avrei apprezzato di più la non violenza se avessi capito e riconosciuto la violenza che esiste nel Mondo… Nel giro di un mese avevo riempito un muro della mia stanza di atti di violenza ‘passiva’, che mio nonno diceva essere più insidiosa di quella fisica… Il Mondo è così come lo abbiamo fatto noi. Se oggi è spietato è perché lo abbiamo reso spietato con i nostri comportamenti. Se cambiamo noi stessi possiamo cambiare il Mondo e questo cambiamento comincia con un cambiamento nel linguaggio e nella comunicazione
Arun Gandhi – Fondatore e Presidente del Gandhi Institute for Nonviolence

Poiché credo che faccia parte della nostra Natura il provare gioia nel dare e nel ricevere con empatia, due domande mi hanno interessato nel corso della maggior parte della mia Vita. Che cos’è che ci fa allontanare dalla nostra Natura empatica, portandoci a tenere comportamenti violenti e strumentalizzanti? E cos’è invece che permette ad alcune persone di rimanere collegate alla loro Natura empatica anche nelle circostanze più difficili?
Donare dal cuore. Il cuore della comunicazione nonviolenta – Da ‘Le parole sono finestre (oppure muri)’ di Marshall B. Rosenberg

Sono davvero sconcertato e sorpreso da come questo articolo si stia formando. Il 'sentire' di interrogare Internet in un certo modo e di trovare un libro in casa e di aprirlo in un certo modo in una determinata pagina, e osservare e leggere talune righe in luogo di altre. Davvero meraviglioso questo flusso di intelligenza che spira dentro e fuori di noi tutti. La migliore Regia è quella del ‘lasciarsi andare’, dell’ispirazione guidata. Ecco il punto: l’ispirazione…

Il linguaggio può essere violento o non violento. Ma da dove giunge la ‘penna’ che usa il linguaggio? O l’azione che muove la ‘penna’? Dai pensieri. No, c’è dell’altro. Dalla ispirazione. Ma che cosa è l’ispirazione?
 
Con il termine ispirazione si intende una particolare eccitazione della mente, della fantasia o del sentimento che spinge un individuo a dar vita ad un'opera. In molte culture si ritiene che l'ispirazione sia l'azione di uno spirito divino o soprannaturale nell'uomo che si manifesta tramite visioni o rivelazioni. Generalmente l'ispirazione presuppone nel soggetto in questione particolari predisposizioni che possono variare nelle differenti culture.
Da Wikipedia 
 
Ecco. Torniamo sempre alla componente spirituale. Quella componente cancellata dall’Antisistema. Questo è il perno della questione: non riconoscendo ufficialmente la più ampia parte di noi, rimaniamo chiusi in un circolo vizioso da cui è stata tolta la ‘causa prima’

In questo loop si muove l’umanità stranita dalla mancanza di senso e di perché che la attornia. È solo estraendosi dal ‘cerchio’ che il ‘cerchio’ appare nella sua limitatezza effimera ma tagliente. Che cosa è un incantesimo? 
 
L'incantesimo è la concentrazione di energie volitive verso un preciso scopo, comprendente l'alterazione del comportamento naturale delle cose o della volontà delle persone… Dal punto di vista strettamente etimologico l'incantesimo dovrebbe richiedere l'uso della voce, la ripetizione di parole più o meno in rima, una cantilena, ecc. infatti deriva dal latino incantare con il significato di ‘cantare formule magiche’.
Da Wikipedia 
 
Ecco un altro snodo focale che torna e ritorna come un’eco ossessiva: il linguaggio.

Calma. Non facciamo di tutta l’erba un fascio. Il linguaggio non è da incriminare, così come non è il denaro l’anima di tutti i mali. Ogni ‘cosa’ si presta ad almeno due modalità di usufruizione e/o possesso:
  1. come mezzo
  2. come fine
Perché? Perché ogni ‘cosa’ è viva. Reagisce alla mancanza di energia che in questo ecosistema si è creata. La mancanza, la ristrettezza, si riflette immancabilmente su tutto quello che ‘esiste’, dove per ‘esistenza’ si deve intendere tutti i microcosmi e tutti i macrocosmi. Il concetto stesso di ‘cosa’ è davvero da rivedere ed ampliare. È sempre la convenzione del linguaggio che limita l’accesso al ‘varco’, e non solo. E, comunque, dipende da noi, dal come prospettiamo l’esperienza di Vita. 

Spetta a noi discernere. Usare o essere usati - è un motto di 'superficie' che rende crudamente bene l'esempio.

Andiamo al punto, finalmente. È facile comprendere che non occorre agire con violenza, per i più svariati motivi che possiamo fare emergere. Lo capiscono tutti perché è una ampia verità. Eppure non succede a livello globale. Perché? 
 
Facciamo vari esempi pratici:

Berlusconi l'ha confessato. Dopo il vertice italo-francese a Villa Madama ha dichiarato: ‘Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo’ e ha ammesso che ‘fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare… Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria’.
Da www.greenpeace.org 
 
Bin Laden, Usa: sepoltura svolta secondo dettami islamici.
Il leader di al Qaeda Osama bin Laden è stato sepolto in mare dal ponte di una portaerei americana nel nord del mar Arabico dopo essere stato lavato secondo i costumi islamici ed aver ricevuto un funerale religioso. Lo ha detto oggi un funzionario della Difesa Usa. 'I preparativi per la sepoltura in mare sono cominciati all'1:10 del mattino (le 7:10 ora italiana) e sono stati completati alle 2 del mattino (8 ora italiana)', ha detto il funzionario. 'Sono state seguite le procedure tradizionali per la sepoltura islamica'.
Il corpo senza vita di bin Laden è stato lavato e poi avvolto in un lenzuolo bianco. Il corpo è stato posto in una borsa e un ufficiale ha letto un testo religioso tradotto in arabo da un interprete. Dopo la lettura, il corpo è stato posto su una tavola piatta, ribaltato, dopo di che è stato calato in mare', ha detto il funzionario.
Da Yahoo

Usa uccidono Bin Laden. Obama: ora mondo è migliore, più sicuro.
Il capo di al Qaeda, Osama bin Laden, è stato ucciso in un raid degli Usa in Pakistan, poi subito seppellito in mare, in una fine drammatica della lunga caccia al regista degli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti.
I leader di tutto il mondo hanno salutato con favore la morte di bin Laden, ma l'euforia è compensata dal timore di ritorsioni e dall'ammonimento di una rinnovata vigilanza contro eventuali attacchi.
La morte di bin Laden, che aveva raggiunto uno status quasi mitico per la sua capacità di eludere la cattura sotto tre presidenti Usa, chiude un capitolo amaro nella lotta contro al Qaeda, ma non elimina la minaccia di ulteriori attacchi.
Il presidente Usa Barak Obama oggi ha detto che 'questo è un buon giorno per l'America'…
‘Il nostro paese ha mantenuto il suo impegno affinché fosse fatta giustizia. Il mondo è più al sicuro’, ha detto Obama. '(Il mondo) è un posto migliore dopo la morte di Osama bin Laden'.
Da Yahoo 
 
Bin Laden, funzionario Usa: ordine era ucciderlo, non catturarlo.
Le forze speciali americane che hanno ucciso Osama bin Laden avevano l'ordine di eliminarlo e non di catturarlo. Lo ha detto a Reuters un funzionario della sicurezza nazionale Usa. 'Era un'operazione per ucciderlo', ha detto il funzionario, chiarendo che l'obiettivo non era catturare il numero uno di al Qaeda vivo in Pakistan.
Da Yahoo 
 
Bp si aspetta di riprendere trivellazioni Golfo in 2° semestre.
BP ha annunciato oggi di aspettarsi di tornare a trivellare nel Golfo del Messico nella seconda metà dell'anno, dopo il divieto imposto a causa di una fuoriuscita di petrolio provocato dalla stessa società.
Ci aspettiamo di tornare a trivellare attivamente durante la seconda metà dell'anno’, ha detto il Chief financial officer Byron Grote ad una conferenza stampa con gli analisti.
Da Yahoo 
 
Che cosa si genera in noi mentre leggiamo queste notizie? Stizza, rabbia, odio, violenza, nervoso, etc. Cioè? Separazione e senso di impotenza. Ha senso tutto questo?
 
È informazione, ok - ma cosa altro si nasconde dietro? Certamente si confondono le ‘carte in tavola’. In che modo? In ogni modo! Perché un telegiornale deve raccontarci che in una località sconosciuta della Cina, un treno è deragliato? Che senso ha? Non posso dire che mi dispiace e non posso dire che me ne frego, ma cosa si instaura, giorno dopo giorno, in me, mentre assorbo queste notizie insieme al cibo? Una apatia totale nei confronti di quello che succede agli ‘altri’. Mi separo dagli altri, sempre di più

C’è un magnetismo demoniaco che attira a sapere ‘che cosa è successo oggi nel Mondo’. È per tenersi informati? Bah. Siamo onesti prima di tutto con noi stessi. No. Non è per questo. E allora per quale motivo sentiamo di ascoltare sempre un telegiornale? In verità, non lo sappiamo nemmeno noi stessi. Non è una mancanza di idee, questa mia interpretazione, ma è davvero quello che ‘sento’: non lo sappiamo, in verità. Siamo portati a farlo.

Tutto quello che pensiamo di sapere o di fare ci giunge da una voce martellante che scambiamo per ‘nostra’, perché proviene da noi. Ma non è così. Questa voce non ci appartiene ma siamo noi che, ormai, le apparteniamo. Siamo onesti. Ammettiamo che per abitudine ci siamo adattati a permettere che la tv mostri la foto di un cadavere storpiato dalla violenza della ‘vendetta’, mentre mangiamo con le nostre famiglie o con i colleghi, non importa.  

Abbiamo superato un limite

In casa nostra può ormai giungere ogni tipo di messaggio e di immagine ed ogni tipo di parola. Il linguaggio dei Media è divenuto ‘multidimensionale’. È come prendere la dose di droga quotidiana, senza la quale si rischia di tornare a ‘sentire’ quell’altra voce che alberga in noi. Nel film ‘Equilibrium’ lo si fa capire molto chiaramente.

Si è deciso di creare un nuovo ordine e sradicare la guerra partendo dalle sue basi, cancellando dall'essere umano l'aggressività e gli istinti ad essa collegati; vale a dire, in sostanza, le emozioni. Ogni cittadino è tenuto per legge ad assumere quotidianamente una droga, il Prozium che inibisce le emozioni. I ricordi della civiltà del passato sono ugualmente vietati: libri, vecchi dischi o semplici giocattoli, se scoperti, devono essere immediatamente bruciati e il loro semplice possesso può costare la pena capitale.
 
Al fine di sorvegliare l'ordine costituito è stato posto il Tetragrammaton, a metà tra polizia segreta e ordine monastico, con i suoi micidiali Cleric addestrati alle discipline di combattimento più raffinate, come il letale kata della pistola (Gun Kata). John Preston è il migliore tra i Cleric, ma anch'egli non può fare a meno di mettersi in discussione allorché il suo migliore amico e collega viene 'contagiato' dalle emozioni, che ne firmano l'impietosa sentenza di morte.
Da Wikipedia 
 
Ed io essendo povero ho solo i miei sogni e i miei sogni ho steso ai tuoi piedi. Cammina leggera perché stai camminando sui miei sogni. Partridge, leggendo He Wishes for the Cloths of Heaven di William Butler Yeats.
Da Wikiquote 
 
La guerra (violenza) non la si estingue non ‘sentendo’, perché rimane il controllo, che è esterno all’uomo. Ricordate? Siamo nel cerchio dal quale la causa prima è stata levata, perché si protrae da un’altra dimensione.

È come essere in una stanza senza la porta per uscire.

Possiamo rimanere al buio o alla luce, ma la porta non la troveremo perché non esiste in quella modalità del ‘vedere’. Cosa fare? Chiudiamo gli occhi e permettiamoci di ‘sentire’. Usiamo la capacità di astrazione, immaginiamo la ‘porta’, il varco. Da quel punto è possibile agganciare un’altra prospettiva.

Perché non crederci? Che cosa abbiamo da perdere? Le nostre illusioni? Le nostre comodità? Il frutto del nostro vivere? Le nostre certezze? E allora perché sentiamo di non stare bene? Perché? Perché sentiamo che ci manca qualcosa, che qualcosa ci sfugge? Perché? Perché? Perché?...

Ascoltiamo.

Ma non la solita ‘voce’. Ascoltiamo in un altro modo. Fermiamoci… almeno un attimo.

Non basta questa 'energia' mtivazionale per convincervi? Allora percepite questa verità. Non importa se siete credenti o meno in un qualche culto, ma se avete adesso ancora dei dubbi è perché siete già stati conquistati da molto tempo, almeno dal periodo della nascita, ma anche prima purtroppo. Allora leggete questa espressione per convincervi che esiste un’altra realtà dalla quale si emana un controllo di origine parassitaria dell’umanità; rispondete:

che cosa è un esorcismo?

Se siete credenti, crederete anche a questa ‘branca’ della Chiesa che pratica l’esorcismo. Che cosa è un esorcismo? Si avverte già l’emozione mordente della paura, vero? Vengono alla mente le immagini tremende dei famigerati film che ne hanno 'parlato'. 

Che cosa fa un Prete Esorcista? A chi si ‘rivolge’?
 
Non potete fare a meno di affrontare anche questa parte del vostro Credo. A chi si rivolge il Prete? Non potete credere a pezzi, ma dovreste credere con tutto il vostro essere. Per cui, rispondere per favore alla domanda: che cosa è un esorcismo!





Non inserirò nessuna citazione tratta da nessuna fonte. Lo spazio rimarrà ‘bianco’, riempito dalla vostra introflessione, dal vostro atto di comprensione, dal vostro sincero aprire il ‘varco’. È solo trascendendo la paura dell’ignoto che andremo avanti…

Quando l'uomo muore abbandona il suo corpo fisico, affidandolo agli elementi della Terra e del Fuoco. In questo modo la forma che lo Spirito aveva impresso nella materia svanisce. Dopo la morte l’Essere animico-spirituale dell’uomo continua a vivere nel corpo eterico. Quest’ultimo è il portatore delle immagini della memoria. Come in un grande unico quadro di Vita queste immagini si presentano dinanzi all’Anima nei primi tre giorni dopo la Morte. Poi il corpo eterico incomincia a dissolversi negli elementi del Mondo eterico, così come il corpo fisico si è dissolto negli elementi terrestri. A questo proposito Rudolf Steiner parla di di un ‘cadavere eterico’ in analogia al ‘cadavere fisico’

Tuttavia proprio come tra le materie fisiche ne troviamo alcune che non si dissolvono – si pensi per esempio alle materie plastiche come PVC – così vi sono nel quadro della Vita strutture eteriche che si presentano come corpi estranei nel Mondo eterico. Esse vengono respinte e perciò non si dissolvono. Si tratta soprattutto di quelle rappresentazioni e sansazioni che hanno un carattere tecnico-materialistico. 

Esse sono, analogamente alle materie plastiche, il risultato di una costruzione di pensieri materiali  o di azioni materiali. Rimangono ‘non digerite’ nella sfera eterica, tuttavia conservano sempre un certo rapporto con noi, poiché noi le abbiamo generate…
L’uomo alla soglia – Bernard Lievegoed

... senza amore, senza rabbia, senza dolore, il respiro è come un orologio che fa tic tac. 
Mary O'Brien - Equilibrium
 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com