venerdì 18 novembre 2011

Senza canone Rai si può: basta non avere il televisore.




Aggiorno, con un breve ed opportuno articolo, la ‘saga’ relativa al canone Rai. A questo link è riportato lo ‘stato dell’arte’, ossia il punto della situazione inerente alla mia posizione ‘esistenziale’ nei confronti del balzello medievale nazionale. 

Ricordo che la mia famiglia ha sempre pagato questa tassa, sino all’anno 2010, in cui abbiamo comunicato alla Rai la nostra intenzione di ‘non vedere più la televisione pubblica né d’altro tipo’, non essendo più fisicamente in possesso di nessun apparecchio televisivo.

È inutile, ora, che stia qua a riscrivere tutta quanta la vicenda. Aggiorno però la cronistoria portando a conoscenza il ‘pubblico’ che ‘non pagare il canone Rai si può’. In che modo?

Innanzitutto liberandosi del televisore! 

Non intendo portare avanti una crociata epica contro il concetto di un canone del tutto discutibile, bensì intendo dimostrare che ‘vivere senza televisione è possibile’, per cui è giusto, morale ed etico, che ci si liberi di una tassa divenuta, per la mia posizione libera e svincolata, assolutamente ingiustificata

Ecco che, circa un mese fa, la Rai è tornata a farsi ‘viva’ tramite la consueta missiva, targata ‘Agenzia delle Entrate’, tanto per fare più effetto, e lo ha fatto dopo circa nove mesi (un parto) dalla mia prima raccomandata inviata nei termini previsti di fine anno 2010 e dopo altro ‘carteggio’ che ho descritto nel primo articolo già citato in precedenza.
 
Tra l’altro, nella precedente comunicazione ricevuta da parte della Rai, avevano chiaramente scritto che non potevo avvalermi della modalità di estinzione del canone evidenziata nella mia raccomandata. Ossia che non potevo disdire l’abbonamento, pur affermando che non possedevo più la tv (avendola ‘rottamata’, come espressamente scritto addirittura nel sito della Rai stessa), ma che era possibile disdire solo tramite due modalità:
  1. tramite suggellamento
  2. tramite comunicazione del nuovo possessore del mio televisore.
Invece, a distanza di qualche mese, la ‘storia’ a quanto pare è cambiata (ma che razza di comportamento è?).

In breve, la Rai prende finalmente atto del fatto che non ho più il televisore e non pretende più nessun canone ‘a venire’, però scrive che vuole sapere marca e modello e dove lo abbiamo portato, ossia in quale discarica è stato smaltito.

Bene, mi dico, ‘finalmente ci siamo liberati’… Poi, continuando a leggere, rimango stupefatto nell’appurare il fatto che, la Rai, pretenda comunque il canone per l’anno 2011 (la mia disdetta è datata dicembre 2010, per cui è nei termini previsti dalla Rai stessa, per comunicare decisioni che si applicano direttamente all’anno successivo), oltre ai consueti interessi di mora e quant’altro. 

Ma come? Perché? È ovvio che ho spedito l’ennesima raccomandata, affermando che quel balzello antidiluviano ed ingiusto non sono proprio disposto a pagarlo. Non ho la tv da un anno e mezzo e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Gli ‘ispettori’ sono i benvenuti nel caso…

Mi limito a questo per oggi. L’articolo rimarrà visibile ed in ‘prima linea’ per tutto il fine settimana, in maniera tale che possa essere fonte d’ispirazione per coloro che hanno intenzione di liberarsi, senza fare i furbi, non tanto dalla tassa ma dal televisore stesso.

La mia famiglia si è talmente abituata a stare senza tv che non ne sente nemmeno l’esigenza 'subliminale'. È sufficiente avere o trovare o rispolverare nuovi e veri ‘valori’

Chi se ne frega delle notizie catastrofiche trasmesse dai telegiornali ‘riuniti’ o del ‘Grande Fratello’.

Ma chi se-ne-frega!

Vivere senza ‘scatola di latta’ si può e, non per questo, significa tornare a vivere nel buio di una grotta. I fatti del Mondo sono espressi nella propria conduzione  di Vita. Quello che importa è dentro di noi. Il riflesso esterno lo vediamo anche senza televisore…

Conosci te stesso.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com