venerdì 20 gennaio 2012

Continuare a vivere.




A volte devi fare qualcosa d’imperdonabile per continuare a vivere.
Jung

A giudicare dalle trimestrali delle aziende americane che vengono evidenziate in Yahoo Finanza, sembrerebbe che la crisi sia una questione di ‘punti di vista’, infatti i dati sono nella maggioranza dei casi positivi, addirittura in maniera tale da ‘sorprendere gli analisti’:

entrate nette in aumento del 12% annuo a 1,2 miliardi di dollari (1,01 dollari per azione) per American Express, oltre le attese degli analisti di Bloomberg che si fermavano a 99 centesimi per azione…
Link 
 
Questi ‘punti di vista’ rappresentano, appunto, delle prospettive evidenziate dagli organi pubblici di diffusione delle informazioni. È una questione di ‘dati; rappresentazioni numeriche, non tanto di ‘verità’ quanto di ‘intenzioni’. 

Il caso Parmalat, ad esempio, anni fa ha messo alla luce una connivenza deliberata e premeditata di ‘tutte’ le autorità preposte al compito di revisori contabili/fiscali dei bilanci dichiarati. I risultati ‘certificati’ venivano poi regolarmente trasmessi alla massa attraverso il ‘canto del pappagallo’ del mezzo mediatico.

Dove risiede il confine tra verità e menzogna? 

Nella linea di demarcazione dell’individuo, ossia nella sua capacità prospettica. Per cui non esiste una verità e una menzogna assoluta, bensì un 'qualcosa' relativo al polo che esperimenta se stesso. L’impressione vissuta è, tuttavia, quella che ‘vinca’ il ‘polo’ attrattivo a maggiore carica magnetica, ossia quella condensazione d’energia che ha il consenso della massa.

Ma questo ‘consenso’ in realtà che cosa ‘è’? Cosa rappresenta nei vari piani della percezione?
   
La frase di Jung, riportata in apertura di articolo, veicola secondo me una verità,  intuita dal celebre personaggio, ossia che - termini utilizzati a parte – il vivere sia una sorta di ‘rinuncia’ al fine di una maturazione successiva di ‘valore aggiunto’. Un qualcosa molto simile al ‘senso del dovere’ o all’obbedienza del soldato, ossia un ordinamento atto a generare un valore d’insieme, che travalica il senso del tempo e di ogni altra forma di sentire derivante dai sensi 3d. 

Una ‘lenta’ maturazione d’eventi. Quel termine un po’ pesante – imperdonabile – è utilizzato attraverso uno sdoppiamento della prospettiva:
  1. a livello 3d – la prospettiva è assolutamente ‘decadente’, malinconica, come se mancasse un pezzo importante dalla propria Vita. Si sente la perdita, la ‘colpa’, la mancanza
  2. a livello trascendentale – la prospettiva è più ‘chiara’: per continuare a vivere. Dove per ‘vivere’ occorre pensare al riferimento evolutivo che emerge dalla continuità oltre alla Morte, nella reincarnazione.
È evidente il senso di un ‘ritardo’ nel raggiungimento di un risultato ‘superiore’. Un risultato che sfugge persino alla condotta esistenziale dell’individuo non più capace di trascendere le 3d; ‘risultato’ che, nonostante tutto, rimane l’obbiettivo cardine da raggiungere ai fini dell’Osservatore ‘silente’.  

Questo ‘Osservatore’ è l’Anima, come rappresentante del Principio Creativo, ma anche l’entità parassita attirata irresistibilmente dal ‘comportamento’ umano 3d diluito nel tempo.

Queste due polarità osservanti, a livelli a loro volta diversi, agiscono per mezzo della capacità del libero arbitrio umano ‘sottostante’. Il libero arbitrio è da intendersi come una sorta di ‘cerchio’, potenzialmente ‘elastico’, ma vincolato al livello di consapevolezza individuale; una ‘tecnologia eterica’ atta a proteggere l’umano da se stesso e dal proprio potere non ancora padroneggiato.

Il solito esempio che faccio è quello relativo al bimbo che per attraversare una strada trafficata necessita della ‘mano’ di un adulto, mentre lo stesso individuo, qualche anno dopo, attraversa allegramente la stessa strada senza nessuna difficoltà.

È importante percepire che le parti osservanti non hanno il potere assoluto sull’individualità incarnata, in quanto il confluire di leggi Cosmiche e Planetarie lo impedisce. Da ciò si comprende come le due ‘polarità’ possano limitare il proprio raggio d’azione alla sfera ‘ispirativa’ dell’umano sottinteso.  

Il Mito e la Leggenda, o l’Archetipo, è dal mio punto di vista, la descrizione ‘mimetizzata’ di questo principio di osservazione ‘distaccata’ delle ‘parti’, il cui frattale che emerge nelle 3d è il concetto di ‘tifo’, ad esempio, sportivo, oppure gli schieramenti che si possono evidenziare praticamente in ogni ambito sociale. Ossia la ‘separazione illusoria’ percepibile nelle 3d. Ovvio che questa separazione deriva da un livello ancora più ‘alto’, cioè dalla separazione del ‘Tutto/Nulla’ nel ‘Tutto’ e nel ‘Nulla’: l’osservazione del ‘Cerchio Superiore’ che intende conoscere se stesso.

Di ‘conseguenza’ è sempre una questione di discernimento del/dal proprio punto prospettico.

A cinque minuti dall’Apocalisse.
Cinque minuti alla fine del mondo. No, questa volta non c'entrano i Maya, ma gli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists dell'Università di Chicago. Parliamo del Doomsday Clock, l'orologio dell'apocalisse, nato nel 1947

Si tratta di un orologio simbolico che vuole misurare il rischio - reale - di una possibile guerra atomica.
 
Nato subito dopo la seconda guerra mondiale - in seguito al lancio dei due primi ordigni atomici, su Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (8 agosto) - questo orologio scandisce i rapporti internazionali, ovviamente con un occhio di riguardo verso gli Stati Uniti. E ieri è arrivato l'annuncio da parte del BAS che le lancette sono state spostate in avanti di un minuto, a soli cinque minuti dalla mezzanotte. Cioè dall'Apocalisse...
 
Ecco come gli scienziati del Bulletin spiegano questa scelta:

‘Sono cinque minuti alla mezzanotte. Due anni fa (quando l'orologio venne spostato dai 5 ai 6 minuti all'apocalisse, ndr.) sembrava che i leader mondiali potessero veramente contrastare i pericoli globali. In molti casi, invece, questo trend non è continuato o, addirittura, si è invertito. Per questo motivo il Bulletin of the Atomic Scientist ha spostato le lancette in avanti di un minuto, ritornando all'orario del 2007’.
 
I motivi di questo passo avanti sono diversi. Secondo il BAS, infatti, i leader mondiali non hanno fatto abbastanza per ridurre gli armamenti nucleari, sono cresciuti i rischi di conflitti atomici regionali e, soprattutto, non è stato fatto nulla per combattere i cambiamenti climatici.
Link 
 
Da questa curiosa notizia si comprende come la percezione sociale derivi da:
  • convenzioni
  • scelte ‘superiori’ – in questo caso ‘gli scienziati’ come diretta conseguenza di quello che si cela oltre all’apparenza.
Questo ‘orologio simbolico che vuole misurare un rischio ‘reale’ è uno strumento artificiale capace di ‘piegare alla sofferenza concreta’ milioni di persone.

Il tutto a dimostrare che l'unica differenza tra 'reale' e 'non reale', ovvero simbolico, consta nella differenza vibrazionale o di 'livello' a cui sottintendono, tenendo però in considerazione che il livello 'reale' deriva da quello 'simbolico o etereo, pur mantenendo, il livello 'reale', intatta la capacità di 'disincanto' attuata dall'autonomia potenziale del libero arbitrio e della 'tutela' delle leggi Cosmiche

Infatti è proprio dal livello 'eterico' che giunge il 'controllo'.


Ecco… tutte queste forme di controllo eterico (l’orologio, la cui osservazione ha creato una forma pensiero ‘orologio’, che si nutre della propria osservanza da parte del grande pubblico) rappresentano, a mio modo di vedere, il nuovo Pantheon per le divinità dell'Olimpo, ossia la riproposizione, la contestualizzazione, la sopravvivenza del Mito in chiave attuale

Non Giove ma lo Stato o l’Onu, la Nasa, la Nato, l’Europa, etc. ossia tutte quelle forme aggregate di energia, che sono emerse come atto ‘respiratorio’ del genere umano, veicolate/memorizzate dalla struttura magnetica della Terra e proliferanti a causa dell’impatto di leggi diverse e dalla diluizione delle leggi Cosmiche in quelle Planetarie.

Oggi intendo essere 'breve' nella stesura dell’articolo, perché i concetti sono davvero importanti. Facciamo questa riflessione, che nasce come diretta conseguenza di un piacevole incontro con l’amico Omar, che ringrazio:

perché il sistema anticorpale inizia, ad un certo punto, ad aggredire organi del soggetto che lo ospita?

Perché, forse, ‘impazzisce’? No. In ‘Natura’ non esiste un simile concetto, ma esiste una perfezione ‘nomade’ a diversa valenza ‘interiore’ e, comunque, sempre ‘perfetta’ in se stessa, per quello specifico ‘momento’ temporale. 

Perché, allora, quell'azione apparentemente auto distruttiva? Inizio ad abbozzare qualche frammento d'ispirazione, che percepisco:

l’analogia frattale porta a ‘subodorare’, che l’azione in questione possa essere un riflesso del ‘non-manifesto nel manifesto’, ossia che l’entità parassita venga recepita dal sistema immunitario ‘fisico’ e che quest’ultimo si attivi per ostacolare ‘qualcosa’, che si muove all’interno della fisicità stessa, ovviamente sempre come riflesso diretto della partecipazione ‘silente ma concreta’ dell’azione parassita.

Dal punto prospettico ‘esterno’, della medicina allopatica, a sua volta strumentalizzata, l’effetto osservato ha le fattezze di un comportamento perlomeno ‘bizzarro’ e comunque giudicato come ‘impazzito’, solo perchè non 'capito'

Questa prospettiva è figlia dell’attuale status della conoscenza e dell’influsso d’iper controllo annidato nei livelli ‘eterici’ della vibrazione energetica. Un ‘controllo’ invisibile ai sensi ma perfettamente recepito e percepito dalla capacità di auto difesa immunitaria del corpo umano, che effettivamente si ‘muove’ per contrastare un qualcosa di molto simile ad una ‘infezione’ interna.

Tutto questo meccanismo è in realtà propedeutico alla creazione di una nuova bio organicità del costrutto umano; un’azione diluita nel tempo e scambiata per una malattia legata al caos. Caos che è solo una rappresentazione del livello medico che osserva, proiettando i propri limiti nella scena osservata.

C’è qualcosa di nuovo che sta nascendo.

Restiamo calmi e fiduciosi, perchè l’Universo non fa nulla per caso, pur avvalendosi della ‘collaborazione’ di Scintille ancora non del tutto mature: noi.

A volte devi fare qualcosa d’imperdonabile per continuare a vivere.
Jung

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com