mercoledì 11 gennaio 2012

Morire per abitudine.




E fin qui, a quanto risulta, la situazione è la stessa per l'animale e per l'uomo. Qualcosa cambia però, e questo è importante, nel momento in cui l'uomo non acquista più per se stesso un'abitudine ma la riceve in eredità dai suoi genitori, dalla sua cultura

In primo luogo egli non conosce più le ragioni che hanno originato la prescrizione di quel determinato comportamento.

Il pio ebreo o il musulmano aborrono la carne suina senza essere consapevoli del fatto che sono stati i pericoli di trichinosi a spingere i legislatori al severo divieto. In secondo luogo poi la riverita figura del padre subisce nel legislatore, a causa della distanza temporale e mitica, un'apoteosi che fa sembrare divine tutte le prescrizioni che risalgono a lui e l'infrangerle peccato. 
Konrad Lorenz

Oggi cercherò di muovermi ‘leggero’ tra le  informazioni che ho opportunamente raggranellato nella Rete. Il mio operato consiste ‘d’ago e filo’ nell’unificazione sincronica di verità sparse nell’insieme confuso della strategia Antisistemica dell’abbondanza informativa, esatto contraltare della trascorsa modalità inerente all’ignoranza informativa.

Gli ambiti si sono rovesciati rispetto ad un certo passato, ma l’intenzione del paradigma è sempre quella, ossia di ‘confondere gli smarriti’. Lorenz pone una riflessione ‘secca’ e tagliente: il genere umano - non conosce più le ragioni che hanno originato la prescrizione di quel determinato comportamento.

Trasformiamo questa verità in un punto di consapevolezza e chiediamoci allora il ‘perché’? Non solo, cerchiamo di identificare i nostri comportamenti abitudinari, dettati da consuetudini e da ‘giri oziosi del fumo’. Scrivevo, anche ieri, che l’abitudine è il riflesso frattale di una legge Universale di ‘virtuosità’ nell’amministrazione delle proprie ingenti risorse. 

Tutto cerca di ‘approdare’ ad un loop energetico, grazie al quale 'meglio amministrarsi'. È semplice capire questo concetto osservando la Natura, o meglio, la perfezione della Natura, in cui nulla è per caso e dove il concetto di ‘spreco’  non esiste. La Natura ha trovato il modo di ‘ingegnerizzare’ al meglio l’abitudine. Probabilmente esistono delle eccezioni, per cui non ha senso andare a cercarle, ma semmai ha senso inquadrarle nella conferma della regola.

Il punto focale è che ‘non sappiamo il vero motivo che ha dato luogo alla cerchia abitudinaria’ che oggi ci contraddistingue. La biodiversità, all’opera globalmente, ci porta a comprendere che le abitudini umane in voga in un certo luogo non esistono in un altro, dove potremmo addirittura assistere al ribaltamento comportamentale legato alla stessa abitudine. Osservando il passato, ciò diventa molto più chiaro. Ecco alcuni esempi 'eclatanti':
  • schiavitù umana
  • lavoro minorile
  • crociate
  • santa inquisizione
  • razzismo.
Queste ‘abitudini’ nel Mondo occidentale sono pressoché state ‘corrette’. Certo, esistono ancora sotto altra forma sottile, tuttavia le ‘cose’ sono cambiate rispetto al periodo storico a cui mi riferisco inconsciamente e che certamente si comprenderà facilmente senza entrare nel particolare.

Che cos’è la ‘Trichinosi’, a cui si riferisce Lorenz, e a cui si riferivano i ‘legislatori’ del passato? Una malattia che si trasmette mangiando carne animale:

La trichinellosi (meglio che trichinosi) è una zoonosi parassitaria causata da nematodi appartenenti al genere Trichinella di cui oggi conosciamo otto specie diverse… ed almeno tre genotipi distinti. È stato calcolato che circa dieci milioni di persone sono a rischio nel mondo...
 
La Trichinella ha un ampio spettro d'ospite, dall'uomo agli uccelli ed in alcuni casi anche i rettili, a seconda delle varie specie.
 
L'unica modalità di contrazione dell'infezione è quella legata all'ingestione di carne cruda o poco cotta proveniente da un ospite infetto.
 
La malattia è caratterizzata da due fasi: una enterica con sintomatologia a carico dell'apparato gastro-intestinale, legata alla presenza degli adulti a livello intestinale ed una parenterale, dovuta al passaggio in circolo delle larve L1, caratterizzata da miosite, edemi localizzati soprattutto al volto e manifestazioni orticarioidi.
 
Inoltre le larve della Trichinella Spiralis, quando ingerite, vanno ad incistarsi nei muscoli scheletrici dell'ospite. Una complicanza talora fatale è la cosiddetta neurotrichinosi, caratterizzata da encefalite e/o miocardite...
 
La trichinellosi è una malattia di interesse veterinario, in quanto essa è presente soprattutto nei suini e nei cinghiali. Inoltre un'altra specie animale particolarmente interessata dalla trichinella è la specie equina. Altre specie sono rappresentate da animali selvatici, come i lagomorfi (lepri, conigli nani ecc.). Gli animali sono colpiti dai parassiti in particolare nelle masse muscolari. Il muscolo più interessato è il diaframma (pilastri), seguito dai masseteri, i muscoli intercostali.
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Dire che:
  • la trichinellosi è una malattia di interesse veterinario
  • l'unica modalità di contrazione dell'infezione è quella legata all'ingestione di carne cruda o poco cotta proveniente da un ospite infetto.
Risolve la questione? Nel senso che, allora, basta cuocere ben bene la carne? L’interesse è veterinario ma la specie colpita per ‘abitudine’ è quella 'dominante' umana, la quale potrebbe benissimo fare a meno di nutrirsi di questo potenziale pericolo. No? 

La ‘pigrizia’ comportamentale è una brutta bestia.

La mente erige paratie stagne nella possibilità di ‘cambiare’. Non si chiede il ‘perché’, ma ‘elabora input’. Ella ‘fa’ il proprio dovere alla perfezione e il Controllo lo sa molto bene, non avendo ‘dimenticato’. Allora, per cuocere ben bene la carne serve ‘energia’ e l’energia chi la fornisce? Pezzi di Antisistema, mentre l’energia vitale umana, lentamente, va alla deriva e alimenta con polarità ‘negativa’ l’osservatore parassitario che predilige ‘pietanze’ di siffatta bassa vibrazione. Il loop è servito

Strane abitudini vuote che svuotano:

Vi siete mai chiesti cosa introducete nel vostro corpo con l'alimentazione di tutti i giorni? Da dove vengono le bistecche, i petti di pollo, gli hamburger fumanti dei fast food consumati durante l'intervallo di lavoro? 
 
I manzi e i maiali rifiutano spesso di essere caricati sulle ‘tradotte della morte’ e quando vengono poi convogliati al loro ‘patibolo’, liberano ingenti quantità di adrenalina (l'ormone della morte) che verranno poi convogliate nella bistecca che ci verrà servita fumante a tavola...  Con i polli le cose non vanno meglio.  
 
Questi animali sono un ‘ottimo’ investimento per i produttori, che possono convertire granaglie in carne con una efficienza 5 volte superiore a quella riscontrata con i bovini ed i suini…
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L’ormone della Morte è relativo ad un processo naturale della Vita. Esiste, anche se non lo crediamo. Gli animali che vengono uccisi in moltissimi modi, truculenti o ‘coscienziosi’, rilasciano vibrazioni dell’ordine della 'paura folle', come è assolutamente comprensibile. Non serve il parere scientifico per ‘intuire’ questa verità, perché la Vita non si limita alla corporeità ma va ben oltre, facendo del discorso energetico il vero ‘corpus’ sul quale si fonda la manifestazione fisica, che scambiamo per l’essenza della Vita. 

Codice Disattivazione Ormone della Morte.
Io permetto che questa matrice disattivi l'ormone della morte nella ghiandola pituitaria.

Il proposito spirituale di questo codice è quello di disattivare la programmazione di morte che è contenuta nella ghiandola pituitaria e riportarle alla memoria della sua natura eterna, che è viva e felice, per sempre in connessione con la corrente di vita che è Dio.

Dopo la pubertà, dietro nostro mandato, il corpo invecchia.

La ghiandola inizia a produrre l'ormone della morte ed istruisce anche le altra ghiandole in modo che anch'esse agiscano secondo questo stesso ordine (cfr. 'Nuove cellule nuovi corpi' di Joanna Cherry). Questa programmazione cancella totalmente la vera funzione della ghiandola pituitaria che è quella di produrre un ormone di rinnovamento di vita e di luce

Vi raccomando di usare prima questo codice perché, fino a quando l'ormone della morte non è disattivato e la vita re instaurata, qualunque altro tipo di cura può essere sabotato da questa vecchia programmazione. Questo codice può essere utilizzato molte volte essendoci in effetti molti livelli della programmazione precedente incrostati a livello inconscio. Dopo aver usato il Codice 1 il corpo può aver bisogno di più riposo del solito poichè tutte le ghiandole endocrine ne devono essere liberate, specialmente le surrenali. Potrete vedere in maniera più cosciente alcune delle forme pensiero che stavano attivando la morte invece della vita

Mano a mano che diventate consapevoli di queste forme pensiero, nominatele in maniera cosciente e lasciatele andare verso la luce della verità.

Per aiutarvi a liberare tutto il vostro essere da queste vecchie forma pensiero potete recitare 7 volte (o multipli di 7) il mantra:

UE.A.NO.AH.RAE.A.PO.UE.A.NO.AH.RAE.A.PO.AH.

Quando si canta questa canzone con un'intenzione sacra, si crea un vortice/portale di energia che libera da qualunque vecchia energia bloccata, forme pensiero, ferite, e dà il benvenuto alla nuova energia che si sta allineando, alla vera essenza di tutti gli insegnamenti sacri. Questo mantra rende anche onore a qualunque guardiano che abbia finito il suo lavoro e lo libera, in modo che possa ritornare all'origine (per mezzo del vortice di energia), riposarsi e ricaricarsi. Inoltre il mantra dà anche il benvenuto ai nuovi guardiani

Essendo stata cancellata da questa programmazione la vera funzione della pituitaria, possono sorgere forti emozioni di dolore e di ira che dovranno essere liberate e sanate. Siate pazienti ed amorevoli con voi stessi in questo processo: a qualunque grado trasformiate l'effetto dell'ormone della morte questo rappresenta un valido regalo per tutti gli esseri perché aiuta a liberare questa matrice dalla coscienza collettiva…
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Veramente interessante anche perchè, ciò che si evince, è che esiste sempre un ‘antidoto’ per qualsiasi brutta abitudine. Si  parla di:
  • dopo la pubertà, dietro nostro mandato, il corpo invecchia
  • questa programmazione cancella totalmente la vera funzione della ghiandola pituitaria
  • fino a quando l'ormone della morte non è disattivato e la vita re instaurata, qualunque altro tipo di cura può essere sabotato da questa vecchia programmazione
  • potrete vedere in maniera più cosciente alcune delle forme pensiero che stavano attivando la morte invece della vita
  • si crea un vortice/portale di energia che libera da qualunque vecchia energia bloccata, forme pensiero, ferite...
  • questo mantra rende anche onore a qualunque guardiano che abbia finito il suo lavoro e lo libera, in modo che possa ritornare all'origine.
Ecco il ‘senso’ di tutto: un grande lavoro sottile ed opportuno di squadra. Un ‘lavoro’ che ‘dipende solo da noi’, in quanto siamo noi a barattare la divinità con l’abitudine della limitazione, anche se, in realtà, tutto ha senso se inquadrato dal livello opportuno della prospettiva; infatti ricordiamo sempre che sulla Terra 3d siamo a scuola: siamo qua per conoscerci e per sviluppare la nostra maestria.

Il ‘seguito’ di questa esperienza non è di questo Mondo.

L'abitudine (dal latino habitudo, habitudinis, struttura fisica o morale) è la disposizione o attitudine acquisita mediante ripetute esperienze. Questa disposizione si riferisce di solito agli esseri umani ma può anche indicare comportamenti animali.
 
L'abitudine in fisiologia e psicologia.
Il termine abitudine viene usato per indicare sia le attività motorie, sia le attività mentali, che dopo numerose ripetizioni vengono svolte in modo relativamente automatico o, più semplicemente, con maggior facilità e coordinazione.
 
L'abitudine è il processo mediante il quale un comportamento diventa abituale. I comportamenti si ripetono in un contesto coerente, vi è un aumento incrementale nel collegamento tra il contesto e l'azione. Per azione si intendono sia attività mentali che motorie che, dopo un periodo relativamente lungo in cui vengono ripetute, vengono poi svolte in maniera più sciolta o con maggiore coordinazione dei movimenti. Questo aumenta l'automaticità del comportamento in tale contesto. Caratteristiche di un comportamento automatico possono essere: efficienza, mancanza di consapevolezza, la non intenzionalità, l'incontrollabilità.
 
Cattive abitudini.
Una cattiva abitudine è un modello di comportamento negativo. Alcuni esempi includono: procrastinazione, irrequietezza, etc.
 
Un fattore chiave per distinguere una cattiva abitudine da una dipendenza o da malattia mentale è l'elemento della forza di volontà. Se una persona sembra ancora avere il controllo sul suo comportamento, allora è solo un'abitudine. Le buone intenzioni sono in grado di escludere l'effetto negativo delle cattive abitudini, ma il loro effetto sembra essere indipendente e le cattive abitudini restano, ma sono sottomesse invece che annullate.
 
Secondo l'autore Bill Borcherdt, il momento migliore per correggere una cattiva abitudine è prima che l'azione diventi regolare. Ecco perché è più facile che lo sviluppo di cattive abitudini possa essere impedito maggiormente durante l'infanzia.
 
Ci sono molte tecniche per la rimozione di cattive abitudini una volta che esse si sono stabilizzate. Uno dei metodi prevede l'identificazione e la rimozione dei fattori che innescano l'abitudine e che incoraggiano la sua persistenza a lungo termine.
 
Solitamente in psicologia e in pedagogia, l'abitudine viene classificata come meccanismo psicologico messo in moto dalla persona per adattarsi in maniera più proficua all'ambiente che lo circonda. L'abitudine diventa quindi uno dei fattori che contribuiscono in maniera maggiore alla formazione del carattere sin dalla prima infanzia
 
Il peccato d'abitudine.
Nella religione cattolica, l'abitudine diviene peccato quando una azione si ripete continuamente per difetto di volontà, sia per la prevalenza della passione, ossia per una consuetudine negativa. Il grado di gravità del peccato d'abitudine varia a seconda della posizione reale del peccatore.
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Evidenziamo questi aspetti:
  • dopo numerose ripetizioni vengono svolte in modo relativamente automatico o, più semplicemente, con maggior facilità e coordinazione.
  • caratteristiche di un comportamento automatico possono essere: efficienza, mancanza di consapevolezza, la non intenzionalità, l'incontrollabilità.
  • le buone intenzioni sono in grado di escludere l'effetto negativo delle cattive abitudini, ma il loro effetto sembra essere indipendente e le cattive abitudini restano, ma sono sottomesse invece che annullate.
  • è più facile che lo sviluppo di cattive abitudini possa essere impedito maggiormente durante l'infanzia.
  • solitamente in psicologia e in pedagogia, l'abitudine viene classificata come meccanismo psicologico messo in moto dalla persona per adattarsi in maniera più proficua all'ambiente che lo circonda. L'abitudine diventa quindi uno dei fattori che contribuiscono in maniera maggiore alla formazione del carattere sin dalla prima infanzia…
Si potrebbe citare anche il discorso delle sinapsi di Roy Martina, ma lo faremo in un'altra occasione. Da questi punti si capisce come l'abitudine sia un programma nativo e naturale alla base della 'macchina' umana... che necessita e funziona per 'programmazione'.

È nell’infanzia una delle chiavi di lettura delle nostre abitudini. È lì che si genera l’humus adatto all’attecchimento delle abitudini sociali imposte, esattamente sul modello della Natura, ossia ‘sapendo che è così per osservanza di leggi della Natura. Il Controllo lo sa molto bene e interviene nella ‘filiera’ proprio nel momento più importante: la nascita e l’infanzia. Allorquando i neo genitori decidono di ‘ascoltare’ ciò che giunge a favore abitudinario della salute dei propri pargoli ‘bianchi e indifesi'. Poveretti.

Essendo la ‘chiave’, nascosta nell’infanzia, che regolarmente dimentichiamo, la prospettiva risulta perlomeno annacquata, confusa, e non è affatto semplice ri orientare l’ago della bussola della consapevolezza. Nulla è per 'come appare' – ma qual è l’insegnamento contenuto nell’illusione a cui abbiamo a che fare e che, in definitiva, dipende dal nostro livello di ‘accensione’?

L’insegnamento è che ‘ogni cosa’ è una molla che ci spinge in qualche modo. Verso ‘dove’ ci spinge? Verso quello a cui ‘crediamo’ di più

La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
Marcel Proust

Rifiuti, Corte diritti dell'uomo condanna Italia.
La Corte dei diritti dell'Uomo ha condannato oggi l'Italia per l'incapacità di risolvere da quasi 20 anni la crisi dei rifiuti a Napoli e in Campania, ritenendo che essa abbia violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare
 
‘L'incapacità prolungata delle autorità italiane di assicurare il funzionamento regolare del servizio di raccolta, di trattamento e di eliminazione dei rifiuti ha colpito il diritto dei richiedenti, al rispetto della loro vita privata e del loro domicilio’, ha sentenziato la Corte.
 
I giudici hanno anche condannato il governo italiano per non aver dato ai richiedenti la possibilità di ricorrere in giustizia contro tale situazione. Secondo la Corte, l'incapacità dello Stato di assicurare la raccolta e l'eliminazione dei rifiuti non costituisce un caso di 'forza maggiore', come affermato dalle autorità italiane.
 
La crisi dei rifiuti è scoppiata ufficialmente in Campania nel 1994, con la proclamazione dello stato di emergenza fino al 2009. Il picco si è raggiunto tra il 2007 e il 2008, quando il governo ha deciso l'impiego dell'esercito per raccogliere i rifiuti.
La questione però non è stata ancora risolta definitivamente, e l'Italia rischia ancora pesanti sanzioni da parte della Commissione europea per non aver dato corso alla sentenza della Corte di giustizia Ue del marzo 2010.
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Un caso di 'forza maggiore'? A quale ‘forza’ si riferiscono le ‘autorità italiane’? Alla Mafia? A chi o a che cosa? Può uno ‘Stato’ giungere ad affermare una simile affermazione? Andando oltre agli ‘interessi’ di parte, evidentemente legati al business dei rifiuti, c’è un’altra verità nascosta in questa affermazione: l’abitudine a ‘fare in un certo modo consolidato nel tempo’. Entità sottili che controllano la ‘volontà’, tramite il controllo dell’inconscio. Eggregore

In SPS non si critica mai nessun comportamento, ma si cerca di leggerlo secondo la modalità dell'analogia frattale, come diretto riflesso di altre verità nascoste, ma puntualmente identificabili, tramite il ‘faro’ della propria super visione prospettica consapevole.

Osserviamo lo stesso ‘metro’ all’opera in un altro constesto:

Fisco, sempre meno controlli sugli scontrini.
Colpirne uno per educarne cento. L’aforisma di Mao Zedong si cuce perfettamente addosso alla strategia del Fisco italiano per combattere l’evasione. Il blitz di Natale a Cortina, con gli agenti delle entrate negli esercizi commerciali della capitale invernale del lusso, un effetto di sicuro lo ha prodotto: quello della psicosi da accertamento
 
Di controlli su scontrini e ricevute, del resto, sia l’Agenzia delle entrate sia la Guardia di Finanza, ne fanno sempre di meno. Piuttosto, si potrebbe pensare, hanno semplicemente iniziato a comunicarli meglio.
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A Taiwan lo scontrino vale come un biglietto della lotteria.
Innovativo metodo antievasione sull’isola cinese.
Per combattere l’evasione fiscale ogni metodo è legittimo e va bene anche ‘copiare’ le soluzioni degli altri stati coinvolti nella lotta. Tanto più se arrivano da un paese come Taiwan che condivide, con il nostro, un livello di sommerso enorme. Sull’isola, come riporta il sito Linkiesta.it, applicano già da anni un metodo che merita attenzione.

Lo Stato abbina lo scontrino fiscale alla lotteria. Sulla classica ricevuta emessa da negozi e commercianti è stampato, per obbligo di legge, un numero di serie generato automaticamente da un sistema. Lo stesso insomma che si trova sui ticket delle lotterie e dei giochi a montepremi immediato come i gratta e vinci.

Ogni scontrino quindi equivale all’acquisto di un biglietto della lotteria. 

Ogni fine mese, con piattaforme diverse, dalla tv alla radio, il Governo pubblica i numeri vincenti e il fortunato possessore del biglietto-scontrino può recarsi dall'esercente e ritirare in contanti l'ammontare della vincita. Ovviamente siamo lontanissimi da cifre colossali, poiché le vincite si aggirano tra un minimo di cinque e un massimo di duecento dollari. Ma, visto che dover emettere lo scontrino è un dovere, il cliente non ci perde nulla, anzi, ottiene la possibilità di vincere altro denaro, essendo stretta la connessione tra la moderazione della posta in gioco e la possibilità di incasso.

A Taiwan insomma non pretendere lo scontrino è un atto di autolesionismo stupido, e di fatto la lotta all’evasione vive una fase di forte rilancio a beneficio della popolazione e delle casse statali. Sull’isola, durante il primo anno di attuazione di tale politica fiscale, la riscossione delle tasse è salita di oltre il 75%: gli introiti governativi sono raddoppiati.

La posta in gioco non è altissima, ma è pur vero che ogni giorno si riceve, al netto della crisi e delle spese limitate, più di uno scontrino, e certo anche per spese minime, non certo per beni di lusso. Le chance di vincita insomma alla fine del mese sono alte. Considerata la disastrosa situazione di precari e famiglie, è lecito pensare che anche in Italia potrebbe attecchire con successo. Perché se molti nostri connazionali non amano denunciare il reddito o emettere lo scontrino, a tutti invece piace ‘vincere facile’

Per tutti quelli che si comportano bene, e rispettano le leggi,  è invece logico che al danno del mancato scontrino non si accompagni pure la beffa del non potere godere di un gratta e vinci fiscale legalizzato.
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Che cambio di prospettiva, vero? Siamo superbi in tutto quello che facciamo: nel bene e nel male. Le ‘abitudini’ cambiano nel tempo come vessilli esposti ai quattro venti.

Il ‘tempo’ è diventato un fattore di base del costrutto moderno umano. Tutto è basato sullo scatto delle lancette dell’orologio. Per quanto si viva in un contesto di tempo deviato, nel quale poter ‘inserire’ a piacimento del Controllo ogni forma di pre destinazione di questo Mondo, il meccanismo funziona allo stesso modo delle altre ramificazioni temporali. 

Le forme di abitudine vengono veicolate con fare ‘esatto’, tuttavia molto spesso delle vecchie abitudini fanno letteralmente a ‘pugni’ con il ‘nuovo che avanza’. A cosa mi riferisco? Ad esempio al business degli orologi. Da quando sono sopravanzati i cellulari, i tablet, i computer palmari ,etc. il consultare l’ora è solo un pretesto per ‘avere un orologio tradizionale’. Infatti, l’ora esatta è sempre sotto ai nostri occhi, ad esempio, sullo schermo del cellulare a cui siamo ‘sempre attaccati’.

Mi chiedo: a cosa serve ancora l’orologio se non per ostentare qualcosa al proprio braccio? Infatti il business viaggia molto bene, essendo radicato, prima di tutto, nella mentalità abitudinaria globale: 

Swatch, nel 2011 record di vendite pari a 7,14 mld franchi.
Il produttore svizzero di orologi Swatch ha raggiunto nel 2011 un record di vendite per un totale di 7,14 miliardi di franchi (pari a circa 7,5 miliardi di dollari) registrando un aumento dell'11% circa rispetto al 2010, quando le vendite si erano attestate a 6,44 miliardi di franchi. In una nota il gruppo si è detto inoltre fiducioso per il 2012 nonostante sarà un anno difficile.
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Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno.
Friedrich Nietzsche

Concludo per oggi con questa bella e trasparente riflessione trovata in Rete:

In fin dei conti, se ci pensate bene, è proprio così: ‘Noi siamo l'unica specie in natura che continua  a consumare latte dopo lo svezzamento’ o, dovremmo dire, ‘a rubare’ latte ad altri mammiferi che stanno allattando, evento reso possibile solo se questi ultimi sono particolarmente disponibili e domestici.   
 
Poichè la nostra specie è sopravvissuta per milioni di anni prima che un nostro progenitore riuscisse ad ammansire e mungere poi, il primo bovino di sesso femminile, è  decisamente più che probabile che l'implacabile selezione naturale non favorisse in maniera particolare la sopravvivenza di individui capaci di metabolizzare il lattosio anche dopo lo svezzamento e l'infanzia.   
 
A questo punto, sorge spontanea la domanda: se le popolazioni avessero necessità di bere latte in grossi quantitativi per sopravvivere, la Biologia della specie umana avrebbe sostenuto, dal punto di vista riproduttivo, proprio quegli individui caratterizzati dalla ‘lattasi sufficienza’ e, di contro, inibito a livello di competizione riproduttiva i soggetti provvisti dalla ‘lattasi insufficienza’?  
 
Le cifre e le statistiche parlano chiaro, ma ancor più eloquente è la risposta fornita dalla filogenesi evolutiva della razza umana, che di fatto dopo lo svezzamento perde la capacità di utilizzare il latte, o meglio il lattosio.  
 
Bisogna sfatare inoltre l'aforisma ‘la mamma per fare latte deve bere latte’. Forse la mucca, che in natura fornisce quantità di latte ben più industriali delle mamme, si nutre anche essa di latte? Certo che no, visto che i bovini sono ruminanti.... e giustamente ruminano solo erba.
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Si muore per abitudine.
Carlo Dorofatti

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com