mercoledì 6 marzo 2013

L'arco vulcanico del paradigma.



Cercasi giovani, anche prima occupazione, con esperienza.

A chi non è mai capitato di ritrovarsi in una simile situazione? Anche questa è la più grande storia. Non occorre riempire il contesto di Troll e di esseri vario dipinti, per ritenersi in una 'trama', visto che la trama è sempre quella intessuta da millenni. 

Gli imperi si sono susseguiti con chirurgica precisione, allo stesso modo di quelle catene di isole vulcaniche, in alcuni luoghi della Terra, come gonfiando in serie palloncini ad elio.

Nulla sfugge a questa ‘longa mano’.

Nella giornata di ieri, due fatti storici hanno costellato il cammino umano:
  1. il nuovo record storico della Borsa Usa
  2. la morte di Hugo Chavez.
Due fatti concreti e per certi versi paradossali, esattamente come l’espressione riportata in apertura d’articolo.

La voce dell’errante verosomiglianza annuncia un tam tam udibile anche nella notte più buia, trattandosi di ‘rumore’; non esiste oscurità che possa interferire con questo passaggio di informazioni. Lasciate correre l’istinto e tagliate fuori la logica 'da compromesso' 3d, ossia quella ‘naturale’ fonte di dubbio che preserva l’Antisistema.

Fluite; fate surf con la lettura, ognuno secondo la propria prospettiva. Buon viaggio

Giornata storica per la Borsa americana, il Dow Jones ha stabilito il proprio nuovo massimo storico. Dal 26 maggio 1896, giorno della sua nascita, l'indice più vecchio del mondo, il Dow Jones Industrial Average, mai aveva terminato le contrattazioni ad un valore superiore a quello che ha fatto registrare oggi.

Il precedente record storico, che ricordiamo era stato fissato a 14.164,50 punti, risaliva a martedì 9 ottobre 2007…

Il Dow Jones certamente non è l'indice più rappresentativo della Borsa americana, è composto da soli trenta titoli ponderati per il proprio prezzo (e non per la capitalizzazione di Borsa), sui quali viene eseguita soltanto una semplice media matematica, ma rimane nel cuore di tutti come - l'indice di Borsa per eccellenza.

Certamente questo nuovo record porrà con ancor maggior rilevanza l'annosa discussione sul rapporto fra gli indici di Borsa e l'andamento economico, ma noi non ci addentriamo in questa disputa, occorrerebbe scrivere un libro per essere esaurienti.

L'attuale trend rialzista è partito il 9 marzo 2009, con l'indice a 6.547,05 punti, da quel giorno le quotazioni sono quindi salite del 117,71%...

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Rapporto fra gli indici di Borsa e l'andamento economico.

Questo rapporto è inverso, ormai. Ciò fa chiaramente capire come il ‘vapore’ si muova sempre in controtendenza rispetto al percepito dalla Massa e/o viceversa

Chi si è accorto, nella Massa, che dal 2009 le Borse Usa siano salite tanto? Chi ne ha approfittato? Che senso ha? Cosa c’è in questa realtà 3d, di questo grande rialzo?

Frattalmente se ne deduce che il Connubio non intende far partecipare alla ‘festa’ la Massa, ossia che la Massa deve giocare la propria parte in eterno o comunque per il più lungo Tempo possibile.

L’impero è planetario. La crisi è un progetto pilotato. Il fine è quello di compattare il dominio anche sempre più fisicamente, attraverso connessioni e fusioni:

un 'nobile intento' - mascherato d'altre fattezze, perpetrato in ogni modo possibile e senza nessuno scrupolo di coscienza (ciò dimostra l'inevitabile marcia verso l'Uno, cavalcata, in questa fase, dalle mire della Luce che non ha nome).
 
L’effetto finale sarà quello di avere un Mondo interconnesso, sotto ad ogni aspetto. Ossia, la replica fisica di quello che è già il modello di comunione energetico/spirituale superiore.

La 'corrente' spira verso quella direzione ed in ogni modo è lì che giungerete:

all’Uno rappresentato come vera ‘forma d’arte’ anche in Terra 3d.

Piani anziani senza riscontri.
Sei programmi, sovvenzionati con risorse del Fondo sociale europeo (Fse) pari a 222 milioni di euro in quattro stati membri (Germania, Italia, Polonia e Regno Unito) per 'risvegliare' l'occupazione dei lavoratori anziani.

Eppure, a oggi, in nessuna delle nazioni coinvolte, né a Bruxelles, è possibile 'stabilire quanti soggetti abbiano acquisito nuove qualifiche, oppure trovato o mantenuto un impiego dopo aver beneficiato di un'azione' comunitaria. 

Un quadro sconfortante, quello tracciato dalla Corte dei conti Ue, che ricorda come il Fondo rappresenti 'uno strumento finanziario fondamentale di cui dispone l'Unione' per contrastare la disoccupazione nel Vecchio continente, e la cui spesa, 'dal 2007 alla fine del 2013, ammonterà a oltre 75 miliardi, che costituiscono circa l'8% del bilancio totale' dell'Europa.

Pur sottolineando come creare opportunità lavorative a beneficio degli over50, funestati dalla crisi economica al pari dei giovani, sia uno degli obiettivi strategici, l'organismo è costretto a rilevare una serie di 'carenze nella concezione dei programmi operativi e nei sistemi di monitoraggio e valutazione', in uno scenario che vede la Commissione impossibilitata a fornire alla magistratura contabile 'dati coerenti sugli obiettivi operativi, sugli indicatori di risultato', nonché 'sui fondi assegnati'…

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La classificazione degli umani è impietosa. Il dato di fatto – concreto – lo è ancora maggiormente. Oh, è come dare speranza con un filo di vento, ma mai sufficiente a condurre in porto il veliero.

Venezuela in lutto: è morto il Presidente Chavez.
L’annuncio è arrivato in tarda serata, dopo che per giorni si erano inseguite voci circa l’aggravarsi della malattia del presidente Venezuelano. 

La morte del leader sudamericano arriva preceduta da mille polemiche e il suo vice, Nicolas Maduro,  ha parlato esplicitamente di un ‘piano per destabilizzare’ il Venezuela inducendo una malattia mortale al suo leader, un ‘eventualità della quale si dice certo e su cui ha annunciato che ci sarà un’inchiesta.

‘Non abbiamo dubbi – ha detto il numero due venezuelano, alludendo agli Stati Uniti - che il comandante sia stato attaccato: gli storici nemici della nostra patria hanno cercato il modo per danneggiare Chavez’. Maduro ha parlato durante una riunione del governo trasmessa in diretta tv, spiegando che una commissione scientifica indagherà sulla possibilità che la malattia sia stata provocata da un attacco nemico.

Il presidente Chavez, che solo lo scorso ottobre era stato rieletto per il suo quarto mandato non compariva in pubblico da quando era stato operato a Cuba l'11 dicembre scorso.

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Doveva accadere prima o poi. Perché Chavez era scomodo per l’Antisistema?
 
Per molti motivi, primo dei quali il suo 'discostamento dalla prassi' internazionale e nella intenzione di ritagliare uno Stato sovrano all’interno di una struttura orientata alla ‘lobotomizzazione’.

Il Washington Post, in un articolo di taglio editoriale, dice che il Venezuela è ‘avvolto in una crisi economica’ e che ‘anni di interventi statali nell’economia stanno facendo pagare un tributo pesante agli affari privati’.

C’è un fatto importante che non viene quasi mai menzionato dai giornali negli articoli che parlano del Venezuela. E ciò perché esso ha poco a che fare con la descrizione di un paese che ha affrontato spese selvagge negli anni del boom economico e presto, come la Grecia, dovrà affrontare il momento del resoconto. 

Questo fatto è il livello di debito del governo

attualmente circa il 20% del Pil

In altre parole, nonostante stesse triplicando la spesa sociale effettiva per persona, allargando l’accesso al sistema sanitario e all’educazione, e concedendo prestiti per miliardi di dollari agli altri paesi dell’America Latina, il Venezuela stava riducendo il peso del suo debito durante la corsa al rialzo del prezzo del greggio.

Il debito pubblico venezuelano è crollato dal 47,5% del Pil nel 2003 al 13,8% nel 2008. Nel 2009, a fronte della crisi economica, esso è risalito al 19,9%. Anche a voler includere il debito della compagnia petrolifera statale, la Pdvsa, il debito pubblico del Venezuela è pari al 26% del Pil. La parte straniera di questo debito è meno della metà del totale. Compariamo questo alla Grecia, dove il debito pubblico è il 115% del Pil e programma di salire al 149% nel 2013 (la media dell’Unione Europea è di circa il 79%).

Visto il livello molto basso di debito pubblico e straniero del governo venezuelano, l’idea che il paese stia attraversando una 'crisi economica' è davvero errata

Con il petrolio a circa 80 dollari al barile, il Venezuela può attualmente vantare un considerevole surplus nei pagamenti e può contare su un robusto livello di riserve. Inoltre, il governo è in grado di chiedere prestiti internazionali in situazioni di necessità – lo scorso mese la Cina ha concesso al Venezuela un prestito di 20 miliardi di dollari a titolo di anticipo sul pagamento per le future consegne di petrolio…
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L’opera multimediale del Controllo ha lavorato finemente ai fianchi l’istituto di Chavez, poiché costui rappresentava quel processo di ‘autostima’, che tanto viene calpestata usualmente e che si basa sulla posizione dominante dei pochi sulla moltitudine, uno schema di potere vecchio e logoro da tenere in piedi attraverso operazioni ultra tecnologiche di ‘estinzione anti biodiversità’.

Non solo nelle caratteristiche dei semi è in atto una sterilizzazione della varietà.

I processi vari di nazionalizzazione di Chavez costituiscono una spina nel fianco per il fronte compatto del Connubio. Ora che cosa accadrà? Qualsiasi cosa accadrà, sarà solo ed esclusivamente in linea con il piano della gerarchia dimensionale/sovradimensionale.

Così la decisione di Chavez di nazionalizzare l'oro venezuelano rischia di mettere in crisi il mercato.
La decisione del presidente Hugo Chavez di nazionalizzare l'oro venezuelano - sostiene un'analisi di GoldMoneyNews, curato dall'intermediario GoldMoney - sta causando il più grande movimento fisico di oro della storia recente

Questo… può portare anche mettere in crisi il sistema

Il mega-movimento deciso da Hugo Chavez comporta lo smobilizzo di oltre 211 tonnellate di oro, l'equivalente di oltre 12 miliardi di dollari alla chiusura di venerdì scorso.

'Mentre i grandi rialzi degli ultimi due anni del prezzo dell'oro sono stati legati alle attività delle banche centrali nel mercato dell'oro, con i grandi acquisti da parte di India, Cina e Russia, la recente mossa del Venezuela - sottolinea l'analisi - è piuttosto unica

invece che comprare più oro, il Venezuela vuole semplicemente rimpatriare ciò che è già suo

A differenza degli acquisti delle banche centrali, che potrebbero comportare solo una voce di registro, in questo caso si tratta di una cosa reale: 

oro fisico che viene trasportato in giro'

'La cosa più significativa - si legge ancora - è la scoperta che circa la metà delle 99 e 11,2 tonnellate di oro contabilizzate rispettivamente presso la Banca d'Inghilterra (BoE) e la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), sono conservate nelle 'banche dei lingotti' come JP Morgan Chase

Questo - continua - ha portato molti a credere che il grande recupero d'oro in corso possa essere un fattore che contribuisce al recente aumento del prezzo dell'oro'. 

Un movimento che coglie, evidenzia ancora il lavoro, 'il punto di ciò che il Gata, (Gold Anti-Trust Action Committee, fondato nel 1998 per mettere in luce e contrastare le dinamiche di cartello nella formazione delle quotazioni e dell'offerta dell'oro e degli strumenti finanziai collegati) ha evidenziato per oltre un decennio:

le 'banche dei lingotti' e le banche centrali hanno lavorato a braccetto per gestire il prezzo dell'oro e molto dell'oro fisicamente depositato presso le 'banche dei lingotti' e le banche centrali è ipotecato, dato in garanzia o venduto più volte, con crediti multipli per ogni barra di oro fisico'

‘Quando un grande cliente come il Venezuela decide improvvisamente di prendere possesso del suo oro, può causare - continua- una corsa alle banche del lingotto, non diversa da quella tanto temuta per i contanti. 

La corsa in banca scatta quando i clienti cominciano a perdere fiducia nella capacità di questa di detenere il loro contante. Bastano pochi grandi clienti che ritirano nello stesso momento per mettere sotto stress il sistema bancario a riserva frazionaria. Presto, il panico colpisce le masse e si formano le code agli sportelli’.
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Osservate indirettamente come funziona il modello di controllo e di possesso – globale - dei lingotti d’oro. La notizia è del 2011. Coloro che avessero investito nell’oro, sulla scorta di una simile proiezione:

secondo gli analisti interpellati dall'agenzia Bloomberg, a questo punto, è possibile che venga raggiunta la soglia dei 2mila dollari entro la fine di dicembre, con un incremento annuale del 41%, il più alto degli ultimi 30 anni…
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Avrebbero perso Tempo e denaro. Ecco la realtà della situazione 3d, inerente a questo paradigma:

siete sempre in ritardo, perché non vivete una diretta, bensì una differita dell’esistenza, visto che vi trovate in un circuito ‘privato’ dello scorrimento energetico. Il Tempo è artificiale e osservandolo lo mantenete vivo e vegeto, in questa sua attuale forma privata.
 
Procediamo.

Chavez è stato eliminato in qualche modo sottile, perché ‘di ostacolo’. Viene alla mente un altro caso storico di ‘avvelenamento presunto’: 

Napoleone.

Le tracce di arsenico si spiegherebbero con il fatto che era usanza tra i viticoltori dell’epoca pulire l’interno delle botti con soluzioni contenenti tale elemento chimico…
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Si trova sempre una spiegazione 'convincente'. Ovviamente, non esiste verità ma solo mezze verità.

Infatti, anche in questo caso, puntualmente, si sprecano fiumi d’inchiostro, anche se il dato di fatto è che la Massa si alimenta di idee e studi provenienti da ‘altri’ e mai dalla possibilità diretta di approfondimento.

Ossia, la sofisticazione regna – perché il 'terreno' lo permette.

Napoleone non fu avvelenato. La conferma dei fisici nucleari.
La tesi ufficiale parla di morte per tumore allo stomaco, la stessa patologia che uccise suo padre. Ma che cosa abbia davvero fatto morire Napoleone è un mistero che continua ad affascinare e anima da anni un'accesa querelle tra storici e scienziati fra i quali la tesi dell'avvelenamento da arsenico è una delle più seguite e dibattute.

Oggi un nuovo studio italiano la smentisce. L'imperatore non fu avvelenato a Sant'Elena

dall'ultima analisi effettuata sui capelli di Napoleone i ricercatori concludono che non ci fu un aumento significativo di veleno nel corpo dell'imperatore durante gli ultimi mesi della prigionia.

La ricerca si deve all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Milano-Bicocca insieme all'Università di Milano-Bicocca e all'Università di Pavia e sarà pubblicata su 'Il Nuovo Saggiatore'. 

Usando un piccolo reattore nucleare gli scienziati hanno analizzato diversi tipi di capelli

quelli di Napoleone in varie fasi della vita - da bambino in Corsica, poi durante l'esilio all'Elba, a Sant'Elena nel giorno della sua morte, il 5 maggio 1821, e in quello successivo. I campioni sono stati poi comparati con quelli di persone della stessa epoca storica - tra cui il figlio di Napoleone, il Re di Roma, e l'imperatrice Josephine - e poi con capelli di persone attualmente viventi. 

Risultato: la tesi dell'avvelenamento volontario non regge, perché alte concentrazioni di arsenico erano presenti nel suo corpo anche negli anni precedenti, oltre che ad essere riscontrabili in tutta la popolazione del tempo.

‘È questo l'aspetto che ci ha colpito di più’ racconta il dottor Ezio Previtali dell'Infn, uno degli autori dello studio. 'Vedere cioè che all'epoca c'era una contaminazione molto superiore ai livelli di oggi, quasi cento volte in più. Ma era comune, non l'aveva solo Napoleone'.

A questa conclusione gli scienziati sono arrivati attraverso un'analisi di tipo nucleare dei campioni

i capelli sono stati inseriti nel 'core' del reattore nucleare di Pavia, e con una tecnica chiamata attivazione neutronica si sono ottenuti dati molto precisi e dettagliati, senza però danneggiare i capelli, tutti provenienti da diversi musei italiani e francesi.

'Di un possibile avvelenamento da parte dei carcerieri dopo la sconfitta di Waterloo si parla almeno dagli anni 50', dice ancora Previtali. Con le nuove analisi - un lavoro durato quattro anni - si è stabilito che il valore medio di presenza di arsenico nei capelli dell'imperatore è di dieci parti per milione, mentre oggi, nelle persone viventi, i valori si assestano intorno al decimo di parte per milione.

Nell'800 si era esposti quindi a quantità di arsenico che oggi riterremmo pericolose. L'altra novità riguarda il modo di assunzione del veleno: per i tossicologi non si può parlare di 'avvelenamento' per Napoleone ma di un costante assorbimento della sostanza, durante tutta la vita.

Mistero risolto, quindi? 'Non ne sono convinto, visto il fascino che la figura continua a suscitare. Noi però abbiamo messo un punto fermo e cambiato il contesto in cui si svilupperanno gli studi futuri, che sicuramente non mancheranno' conclude Previtali.

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Osservate a quali 'convinzioni' si arriva, pur di sostenere una tesi e di innalzare la tecnologia a giudice supremo della vicenda umana:
  • all'epoca c'era una contaminazione molto superiore ai livelli di oggi, quasi cento volte in più. Ma era comune, non l'aveva solo Napoleone
  • nell'800 si era esposti quindi a quantità di arsenico che oggi riterremmo pericolose.
Considerazioni fuorvianti e a fondo perduto.

Inoltre, la ricerca si basa sull’assunto che i capelli di Napoleone siano autentici e che nel Tempo non siano stati sottoposti a qualche forma di contaminazione (modalità che ha fatto molto comodo per sfatare gli impietosi test al carbonio 14, effettuati alla Sacra Sindone, che dimostrarono inequivocabilmente la sua datazione in un epoca molto successiva alla morte di Gesù Cristo).

Indirettamente, poi, cosa si evince?

Che esiste un ‘reattore nucleare’ a Pavia e che addirittura si tratta di un ‘piccolo’ reattore nucleare e che con questo congegno è possibile eseguire ‘test del capello’:

usando un piccolo reattore nucleare gli scienziati hanno analizzato diversi tipi di capelli…
 
Tre cose:
  1. l’esistenza di un reattore nucleare 'privato'
  2. il fatto che sia ‘piccolo’
  3. il fatto che possa essere usato per altre funzioni, anche chirurgiche, pubblicizzate al grande pubblico.
Tutto ciò crea 'attrito' con l’usuale conoscenza che la Massa possiede in relazione all’esistenza di strutture gigantesche 'bandite dalla decisione popolare riconfermata', dedicate alla creazione di energia e la cui posizione e il cui numero è conosciuto.

Il discostamento tra realtà e realtà è biodiverso, ossia… auto esiste:

il paradigma è una convenzione, un cappello ad hoc da dare in pasto alla Massa, alla forza motore.

Nel 1994 la stampa proclamava invece che:

Nuovi sviluppi sul mistero della morte di Napoleone.
‘Napoleone avvelenato con l' arsenico’… Nuovi sviluppi nel mistero della morte di Napoleone. Le analisi su una ciocca di capelli di Bonaparte effettuate da un laboratorio elvetico hanno confermato la presenza di forti dosi di arsenico. 

Tale risultato sembra confermare l'ipotesi dell' avvelenamento dell' imperatore sostenuta da numerosi studiosi, mentre la maggioranza degli storici ritiene che Bonaparte morì per un'ulcera allo stomaco.
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Osservate come l’informazione mediatica forgi l’opinione pubblica, che di fatto ‘non esiste’ in se stessa ma è la risultante di un processo di discostamento tra verità diverse distribuite nel Tempo:

una 'filoguida' o una guida wireless.

La confusione generata crea scompenso anche spirituale, così come la tossicità dello zucchero non è riferita alla sola ‘linea’ fisica ma anche a quella con lo  Spirito.

A questo link è possibile leggere un articolo molto più approfondito in relazione a questa vicenda:

L’occhio nucleare rivela: Napoleone non è stato avvelenato.

Che cos’è l’arsenico? Perché quella gente di quel periodo era tanto contaminata dall’arsenico? Uscite dal luogo comune che per questo motivo, ossia perché era generalizzata la cosa, costoro si fossero abituati all’intossicazione. Un po’ per volta essi morivano ogni giorno

L’arsenico è un semi-metallo molto utilizzato in campo chimico in quanto fortemente reattivo. Per questo è facile trovarlo in molti prodotti di uso comune come insetticidi, pesticidi ed erbicidi. Purtroppo è anche un agente fortemente inquinante

La sua pericolosità è stata riconosciuta già a metà del secolo scorso, quando si è notato che veniva rilasciato sul terreno che diventava così tossico e, quando bruciato, la sua cenere finiva con l’intossicare uomini e animali.

Venti grammi di cenere di arsenico, equivalenti ad un solo cucchiaio, sono in grado di uccidere un uomo.

Nonostante si conoscesse la sua pericolosità, la poco informazione diffusa ha fatto si che molti prodotti contenenti arsenico circolassero tranquillamente nelle case e nell’industria per anni, con le conseguenze sulla salute che sono facili da immaginare. Oltre che per gli usi già descritti, l’arsenico infatti è utilizzato per la lavorazione del legno e, in parte ancora oggi, nei circuiti integrati e nei pannelli fotovoltaici, nei Led, nei materiali per la disinfestazione delle termiti, nei fuochi d’artificio e persino è usato come cura per la leucemia promielocitica acuta, sifilide e psoriasi.

Ma a parte questi usi, è facile venire in contatto con l’arsenico anche perché è sprigionato nelle eruzioni vulcaniche, quindi le popolazioni che vivono nei pressi dei vulcani possono facilmente inalarlo, ed in generale attraverso il cibo, visto che l’arsenico si deposita facilmente sul terreno dove viene inglobato dal bestiame, o nelle acque in cui viene a contatto con i pesci.

Anche i lavoratori delle fonderie e chi lavora con i metalli può facilmente subire l’avvelenamento da arsenico. Per questo molti impiegati nel settore dell’acciaieria o del legname si sottopongono a controlli periodici. 

Gli effetti sulla salute da esposizione per inalazione all’arsenico possono essere nausea, diarrea e dolore addominale in dosi lievi, mentre le dosi più acute possono facilitare dei disturbi al sistema nervoso periferico. 

L’esposizione per via orale invece può provocare la morte, o comunque attacchi gravi di nausea, vomito, mal di testa, delirio, debolezza, shock, anemia e leucopenia. Il contatto con l’arsenico invece favorisce il tumore alla pelle.
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È facile venire in contatto con l’arsenico anche perché è sprigionato nelle eruzioni vulcaniche.
 
Infatti:

Il 10 Aprile 1815, il mondo intero venne sconvolto da quella che viene considerata la più potente esplosione vulcanica mai registrata nella storia. Ecco a voi il vulcano Tambora, che fa sembrare il Krakatoa un mortaretto.

Il monte Tambora è uno stratovulcano (come lo sono Etna, Vesuvio e Stromboli) che si trova sulle isole Sumbawa, in Indonesia, dove si innalza per 2700 metri. Il vulcano non è solo di interesse per i sismologi ed i vulcanologi, ma sembra essere una fonte importante anche per l'archeologia e la biologia, oltre che attrarre turisti e scalatori da tutto il mondo.

Ma pochi sanno che sotto il vulcano Tambora, che dovrebbe essere vecchio di circa 50.000 anni, c'è una camera magmatica spaventosamente grande, che nel 1815 ha portato ad un'esplosione che ha pochi eguali nella storia delle eruzioni vulcaniche’...

Curioso quello che successe nel mondo in seguito a questa tremenda attività vulcanica; la temperatura globale si abbassò di oltre un grado, in Europa ci fu una grave carestia che influì anche sulle campagne Napoleoniche. Si ricorda che cadde circa un centimetro di ceneri in Francia  e si registrò una temperatura estiva di 15 gradi con ripercussioni climatiche prolungate per almeno un anno.

Ma cosa successe in quel tempo, che ha destato in maniera lampante la mia curiosità?

Che a Waterloo ci furono piogge torrenziali intensissime che durarono giorni e giorni, impaludando le truppe francesi con le loro armi e logistica varia. Le campagne attorno a Waterloo erano delle vere e proprie paludi di fango. Piogge mai viste prima si abbatterono modificando lo scenario della battaglia finale tra francesi ed inglesi. Il grosso delle truppe Napoleoniche non arrivò mai, perché rimase impantanato a pochi chilometri dallo scontro

Link

Ok? Napoleone fu ucciso in maniera sottile, come Chavez e molti altri personaggi divenuti d'impaccio.
Si direbbe che il vulcano lo abbia danneggiato in ogni modo. E che, dunque, sia stato ucciso da cause naturali avverse? Leggete per bene il prossimo paragrafo:

'oggi' si tende a considerare il potere tecnologico ‘militare’ come capace di controllare terremoti, maremoti, cicloni, uragani, etc.

La domanda che vi pongo è:

solo oggi?

Non andrò oltre, perché la portata dell’argomento è tale da scombussolare i circuiti neuronali legati all’abitudine ed all’appartenenza al ‘luogo comune’.

Ecco altri frattali relativi al fatto che ‘la storia si ripete’.

Tracce di polonio sulla kefiah di Arafat. Fu avvelenamento?
Sul copricapo e lo spazzolino da denti dell'ex leader palestinese riscontrato un livello alto di sostanza radioattiva. La stessa che causò la morte dell'ex spia russa Litvinenko. I palestinesi chiedono un'inchiesta.

A quasi otto anni di distanza dalla morte si torna a parlare del presunto avvelenamento di Yasser Arafat.

Tracce di polonio-210 in quantità elevate e anomale, sarebbero state trovate sugli abiti indossati dal leader palestinese e sui suoi effetti personali, utilizzati negli ultimi giorni di vita. Emerge dalle conclusioni delle analisi di laboratorio effettuate in Svizzera, secondo quanto riferisce l’emittente panaraba Al Jazeera.

Arafat morì l’11 novembre 2004 in un ospedale militare di Percy, alla periferia di Parigi. Le analisi sono state compiute su campioni biologici prelevati, in particolare sulla kefiah e sullo spazzolino da denti di Arafat, che erano stati riconsegnati alla vedova del leader palestinese dalla dirigenza dell’ospedale. 

'La conclusione è che abbiamo trovato un livello significativo di plutonio in questi campioni', ha detto il direttore dell’Istituto di Radio-Fisica di Losanna, François Bochud

Il plutonio è la stessa sostanza radioattiva che fu utilizzata nel 2006 a Londra per avvelenare l’ex spia russa Alexander Litvinenko.

La scoperta rilancia i sospetti sul presunto avvelenamento dell’ex leader palestinese. I circa 50 medici che hanno avuto in cura Arafat non hanno mai saputo dare una spiegazione esatta delle regioni del rapido deterioramento delle sue condizioni di salute

I palestinesi hanno accusato Israele di avere complottato per la sua morte.

Per confermare la tesi della morte per avvelenamento da plutonio occorrerebbe riesumare la salma di Arafat e procedere ad ulteriori analisi, ha detto il direttore dell’Istituto di Losanna.

Il negoziatore palestinese Saeb Erakat ha chiesto che si costituisca una commissione d’inchiesta internazionale sulla morte di Arafat: 

'Chiediamo la formazione di una commissione d’inchiesta internazionale sul modello di quella per l’assassinio del premier libanase Rafic Hariri'.
Link

Una considerazione persino logica, che preserva il solo caso biodiverso e, comunque, in ogni caso l’eccezione che conferma la regola:

se esiste il cosiddetto ‘complottismo’ c’è un perché di fondo.

L’esempio deriva da un noto uomo politico ed imprenditoriale italiano, coinvolto in decine di processi d’ogni tipo:

se questo uomo è un uomo di potere, ossia gode di questo potere, è allo stesso Tempo attaccabile dal ‘sistema’ che lo ha premiato conferendogli una posizione di sicuro prestigio?

In un certo senso, sì – ma ad un livello molto più sottile. In soldoni, no:

se quest’uomo è portato in aula di tribunale per decine di volte, non può essere per caso.

La persona comune non ha decine di cause pendenti.

Questo non è giudizio ma analisi basata sui fatti.

Dipende da voi, approfondire ogni traccia che trovate sul cammino, cercando di trovare la forza nella forza, che vi viene lasciata per 'tirare sino a sera'.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2013
Prospettivavita@gmail.com

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