martedì 30 settembre 2014

Tra parentesi...


Beethoven è stato uno strenuo sostenitore della libertà, non certo del tutto dell’uguaglianza e della fraternità. Il desiderio, cantato nella Nona, di unire il mondo in un solo abbraccio unendo popoli distanti doveva realizzarsi soprattutto attraverso l’arte. Ma egli non ha mai cessato di dimostrare il suo disprezzo per le classi inferiori coi fatti (si vedano i suoi rapporti con la servitù) o con le parole:
Il borghese – e a me è capitato di essere uno di costoro – è destinato a rimanere escluso dalle classi superiori della società”…
Quaderni di Conversazione, febbraio 1820 Q.vii 48a-b
Il desiderio… di unire il mondo in un solo abbraccio unendo popoli distanti doveva realizzarsi soprattutto attraverso l’arte…
 
Esistono tanti modi per “perseguire lo stesso obiettivo”? 
La domanda è retorica e la risposta è automatica: certamente, sì (le moltitudini si “spiegano” così, ad esempio, il cosiddetto “Piano Divino”, in maniera tale da bypassare con la fede e la speranza la solida realtà 3d, che sfata ad ogni istante ogni più lusinghiera speranza “celeste”).
Allo stesso modo, esistono tanti modi per “non perseguire lo stesso obiettivo” che, per una questione prospettica relativa a colui che esprime l’intento, equivale ancora al:
esistono tanti modi per “perseguire lo stesso obiettivo” (loop).

Ossia, se ribalti le posizioni contrastanti dei singoli, il “succo del discorso” è sempre (ri)allineato verso/ad una sola “coordinata/senso”:
ciò che esprime il proprio punto prospettico o “interesse” (frattalmente è... l'ago magnetico che si orienta spontaneamente in direzione Nord-Sud, lungo i meridiani terrestri... Link).


Se per l’uno lo status quo individuale è il “bianco”, la prospettiva dell’altro equivale al “nero”... allora, per l’altro, la propria linea d’assetto principale è sempre un “bianco”, dove per bianco deve intendersi quello stato dell’essere, più o meno presente in se stesso, che (ri)colora di “giusto/bianco” tutto ciò che entra il relazione con la propria direzione di marcia.

Ergo:
  • non esiste differenza di contenuto (colore), per l’insieme che si riempie di “comportamenti apparentemente diversi”
  • esiste solo l’insieme riempito di qualcosa, che va a prendere una “posizione ideale” (colore).


Ad esempio, le coordinate di orientamento convenzionale spaziale “nord, sud, est, ovest”, possono essere meglio inquadrate se le si (ri)assume in qualità di “contenitori di concetto”, (in)direttamente applicabili a qualsiasi sostanza, situazione, comportamento, etc.; tutte quelle situazioni dalle quali fuori esce la “realtà 3d”.
 

Detti “cubi geo psico spaziali” (soprattutto, eterici o subatomici come... gli atomi) conferiscono le proprie caratteristiche/proprietà al "territorio/spazio/vuoto/energia", entro il quale vanno a liberare il proprio contenuto (un po’ come degli aerei che spargono sostanze chimiche nell’aria o elementi radioattivi o radio/tv/altoparlanti che diffondono il segnale ovunque nella zona coperta).



Il macro elemento “nord”, ad esempio, (ri)colora un certo ambiente del proprio "carico".
In esso può essere caricato di tutto, a livello di “sostanze aviodiffuse”. Tramite esso è possibile cospargere l’ambiente di diffusioni al “sapore” di guerra, razzismo, differenze sociali, separazione, etc.

Ovvio, possono anche liberare nell’atmosfera sensazioni di benessere e positività. Perché no?

Ma in un (Anti)Sistema 3d, com’è quello "Terra 3d by Nucleo Primo", che cosa puoi aspettarti di (ri)trovare?
Il “negativo” che, tuttavia (dal punto prospettico del Nucleo Primo), è sempre un “positivo”, perché la sua (ri)collocazione energetica dipende dal punto di concetto del “singolo”, indaffarato a perseguire un interesse.
 Esistono valori assoluti, come quelli di “amore” (secondo quello che ti hanno detto a proposito di questa "energia")?
Esistono solo a livello di auto intrattenimento, essendo “invenzioni alchemico/chimiche” progettate ad arte per essere caricate nei “cubi” ed irrorare le 3d di... “eccezioni che confermano la regola.
SPS non intende spegnere ogni tua speranza, bensì, intende solo farti “aprire gli occhi”.
Riesci a concepire una realtà entro la quale non c’è più nessuna scelta possibile?
Se non ce la fai sei pregato di… guardarti attorno.
Ciò non significa che “non esista altro” ma… solo che, “tutte le uscite sono state (ri)conosciute e chiuse”.

Nell’immaginario collettivo non tendi sempre ad aspettarti una sorta di “guardiano”, una volta giunto d’innanzi a qualcosa che sembra una “porta”? Non appena il tuo inconscio realizza di trovarsi al cospetto di una “uscita”, si aspetta la materializzazione di un guardiano e questo regolarmente appare (paura, programma di paura, etc.).
Che cos’è questa “immagine simbolica” (ancestrale, solo perché ormai fissata abitudinariamente entro la tua “scatola nera”)?
È il... tuo essere giunto ad un limite, ad un confine, ad un bordo esterno… che non ti sembra possibile superare. Calcola che se giungi ad un livello simile sei già molto “avanti”, perché solitamente non tendi nemmeno ad immaginarlo, anche se lo puoi "vivere" per altri aspetti evocativi...
Ma, visto che il contesto odierno è relativo alla simbologia, ad un simile livello puoi (ri)proporre anche l’impossibile ma sempre rivelato in chiave camuffata e metamorfica, di modo che molto spesso non tendi nemmeno a (ri)conoscerne  le fattezze simboliche.
Occorre che tu trascenda tutto quello che “hai letto” (sai di conseguenza).

I sogni, gli incubi, il mito, le leggende, le scienze, la morale, la filosofia, le religioni, la storia, etc. ... tutto è assolutamente “deviato”, ossia, (ri)configurato per mezzo di funzioni che lo inseriscono (il "tutto") in una infrastruttura logica d’insieme a controllo (in)diretto, in leva (sfruttando ogni collo di bottiglia) ed ordinata gerarchicamente; qualcosa che demanda ai livelli inferiori il lavoro del controllo (fare le veci) e tutto quello che può “costare dispendio energetico gratuito”.
È sufficiente, dunque, limitarsi ad ispirare o insufflare nell’aria dei “concetti”, caricandoli nei “cubi” che, in seguito, prenderanno a “radio diffondere” dappertutto gli input “promozionali” o dettagli programmatici, che le menti più opportune captano, decodificano, elaborano e “muovono gli eventi”... di conseguenza.
Il concetto di “lavoro”, nelle 3d (ri)emerge nella sua caratteristica più “fisica e dispendiosa”. Qualcosa che la gerarchia inferiore (ri)controlla, estraendo “valore aggiunto” (denaro, interesse) ma… qualcosa che il vertice staccato del Nucleo Primo sfrutta per (ri)cavare l’estensione e la sopravvivenza del proprio impero non apparente (energia). 
A tutto ciò c’è, quindi, un e(s)terno, visto che il Nucleo Primo è formato da umani come te.
Oltre alla loro “massa d’ombra” c’è altro che, ora, (ri)esci solo a (ri)cordare per via di sprazzi mnemonici molto più vicini al sapore ed al gusto, piuttosto che a concetti classici di memoria.


Così come alla musica rimangono attaccati pezzettini di (ri)cordo, al sapore ed al gusto rimangono attaccate sensazioni molto persistenti, capaci di bucare ogni sorta di filtro raddrizzante della memoria, intesa come classico "luogo spaziale di raccolta delle informazioni".
Il sapore ed il gusto non sono, invece, allocati in nessuna parte. Essi sono contenuti volatili, come i gas. Memorie itineranti non trascritte da nessuna parte e, dunque, molto più difficili da intercettare e cancellare. Anch’essi tendono a scomparire nel tessuto artificiale del tempo deviato, tuttavia, il loro scomparire è sempre più simile ad una sonnolenza (sempre pronti al ridestarsi), piuttosto che ad un sonno mortale definitivo.
Pensa frattalmente a questo, se ti “fa bene”:
il “peso” sulla Terra è sempre uguale, anche dopo una (ri)lavorazione di materiali.
Cioè, tutto quello che puoi costruire o (ri)costruire, impiega materiali che togli da una parte e metti in un'altra parte (scenografia).

Ciò vale, dunque, anche per ogni tipo di "memoria"; anche se il “peso” rimane lo stesso, le sostanze possono cambiare e disperdersi, senza perdita di senso generale ma, confondendo l’osservatore individuale, mutando d’aspetto e, dunque, divenendo “portatrici di mistero”.
Le memorie di sapore e di gusto mantengono più attecchimento alla sostanza del loro “trasportato”, per via di un minore interesse umano in termini di loro “profondità”. Ergo, il Nucleo Primo chiude ogni porta che percepisce più “popolare”, ossia più magnetizzata dall’interesse Massivo.
La tua (ri)osservazione “carica” ogni circostanza del tuo grado d’attenzione (è come rilevare la tua impronta digitale su un elemento fisico 3d). Le “situazioni” si polarizzano di conseguenza, attirando l’attenzione del Nucleo Primo per mezzo delle sue infrastrutture sensibili (firewall) o livelli inferiori 3d. La sua modalità di intervento è sempre preventiva, ovvio, ma tende sempre ad intervenire (in)direttamente ogni qualvolta tu (ri)polarizzi troppo intensamente una circostanza, che potrebbe permettere la tua (fuori)uscita dal bacino di auto contenimento e(s)terno.
Esso interviene anche quando, in seguito ad assunzioni di droga, potresti (ri)agganciare in maniera troppo convinta e convincente una “uscita”, per cui il tuo “insistere in qualsiasi situazione” viene a scatenare una (ri)percussione fisica via via sempre più definitiva (morte).
La morte non ti libera ma ti (re)inserisce, ancora una volta, nel medesimo ambito di (ri)ferimento (Anti)Sistemico (loop); un motivo per nulla rallegrante di una simile "eternità"... 
Esiste un certo tipo di morte, che può (ri)solversi in qualcosa di diverso, molto vicino al concetto di “exit”:
non il suicidio ma qualcosa che gli si avvicina solo a livello superficiale, ossia, il “voltar pagina” cambiando frequenza al proprio complesso ricevente, chiudendolo definitivamente al segnale (im)portante del Nucleo Primo (abbandono).
L’abbandono può essere vissuto da alcune tue parti più “antiche”, come una sorta di “suicidio”, in quanto ché… ciò a cui ti esponi non viene inizialmente (ri)conosciuto come forma di Vita (indipendenza) ma, piuttosto, come forma di non Vita (dipendenza).
 
Pensa, ad esempio, a quando un film avventuroso finisce “bene”:
che cosa percepisci in te? Forse, non ti senti di poter affermare:
“e adesso”?
Ecco… al di là della trama usualmente dipinta di “lotta tra bene e male” non (ri)esci proprio ad andare...
Sembra che senza il “male” tu non possa continuare a vivere.
Ti manca e, infatti, lo (ri)chiami a te continuamente… ammantandoti di/con esso.
Sei tu che permetti a tutto questo di rimanere in piedi, pienamente (radio)attivo.




(Ri)tornando all’espressione iniziale di Beethoven,il desiderio… di unire il mondo in un solo abbraccio unendo popoli distanti doveva realizzarsi soprattutto attraverso l’arte”… è possibile concepire che una certa situazione possa (av)venire in molti modi, differenti al solo aspetto ma analoghi nello sfociare consequenziale".  

Se un circuito elettrico non viene alimentato, non funziona. Senza elettricità non va, non si attiva nemmeno. Non dà segni di vita… analogamente, un “circuito antico”, che funziona con un altro tipo di “energia”, non funziona perché non è più alimentato, né attivamente né passivamente (non esiste più nemmeno il ricordo)
Quindi, se ti trovi alle prese con, ad esempio, il “circuito di Stonehenge”, oggi che cosa vedi e che cosa puoi capire, relativamente alla sua funzione ed alla sua piena funzionalità?

Quale tipo di “energia” lo alimentava? A che cosa serviva?

Può darsi (nella migliore delle ipotesi) che la sua funzione sia stata compresa ma... che non sia stato (ri)compreso come la si realizzava.
Questa circuiteria riposa passiva alla luce del Sole, (ri)emersa nella sua parzialità come, del resto, parziale è la sua conoscenza tra gli umani di oggi.
Quali tipi di energia conosci?
Amore
Magnetismo
Magia
Energia vitale
Ispirazione
Immaginazione
Emozioni
Gravità
Acqua (correnti, maree)
Vento
Luna
Sole
Sesso
Forza fisica
Lavoro
Schiavitù
Dipendenza
Indipendenza
Intenzione
Volontà, etc.
Usuali fonti di approvvigionamento energetico (carbone, petrolio).
Tutto è energia.
Il tempo può essere considerato come una fonte energetica?
Sì, se prendi in considerazione la (com)partecipazione ad una “catena d’eventi” che, di conseguenza, (pre)vede la creazione e l’auto mantenimento entro una serie di gerarchie funzionali, dal punto prospettico superiore che permette l’esistenza della “catena” stessa (imprinting).
La moderna tecnologia era (s)conosciuta nel passato.
Esistevano altre forme di tecnologia, corrispondenti ad altre "vie/possibilità" intraprese dalla “catena di comando e controllo”.
Come funzionavano le… piramidi, ad esempio?
 
Che cos’è il “Rito”? Per come lo (ri)assumi oggi… è qualcosa di (mal)compreso, di spoglio ed impoverito, rispetto alla sua più grande apertura scenografica. Per esso si alimenta qualcosa in un modo del tutto dimenticato. Qualcosa che non necessita, dunque, di nessun altro tipo di “benzina” fuorchè al Rito stesso...
Che cosa ti anima, di conseguenza? O, meglio, in quali e quanti altri modi potresti auto funzionare?
Non ti chiudere esclusivamente “dentro/attorno” a qualcosa… perché ciò che percepisci secondo le tue più intime caratteristiche, te lo fa (ri)comprendere - anche se "non ci credi" per paura. Ciò non è mai opportuno! Anche se ti nascondi da qualcosa che ti insegue (loop)...
Il corso della storia deviata è pieno zeppo di “commenti storiografici” tendenti al (ri)chiedersi continuamente ed (in)direttamente (senza risposta):
perché tutto è così ostinato a/nel non cambiare mai, autenticamente”?
Quel continuo proseguire di lotte intrecciate ed intestine, che da “sempre” ti (ri)cordano… non corrisponde all’unica modalità del procedere d’insieme, individuo per individuo.
Piuttosto, tutto ciò (ri)corda qualcosa che non cambia mai perché… è costretto al continuare così. Perché non (ri)conosce più nemmeno quello che sta facendo. Perché qualcosa “dentro” chiude la prospettiva, attraverso una infinita capacità di (ri)calcolo di qualsiasi spinta altra.
C’è qualcosa che ti (ri)corda una simile situazione? Beh… la politica e le leggi, ad esempio. Un guazzabuglio che non permette mai di uscire da una certa atmosfera d’insieme…
Ma, non solo. Infatti, anche ciò che “ti sembra” poter (ri)suonare d’altro è per te rigorosamente e “guarda caso” incomprensibile (sei sempre tagliato fuori, continuando solo ad “annusare e gustare” qualcosa, che non raggiungi mai definitivamente e concretamente).
Magia & Alchimia.
L'oscuro modo di esprimersi degli alchimisti è da sempre oggetto di numerose critiche, persino da parte di alcuni adepti dell'Arte regia, che hanno espresso, in alcuni casi, poco incoraggianti opinioni sui propri metodi di espressione…
I messaggi dei filosofi ermetici, piuttosto che con le parole, possono essere colti in modo più libero, chiaro ed evidente, per mezzo di un discorso muto, o in assenza di discorso, nelle raffigurazioni dei segreti, o laddove gli enigmi sono rappresentati per immagini.
Secondo il motto del rosacrociano Michael Maier, gli alchimisti, con le loro immagini simboliche, intendevano “giungere allo spirito attraverso i sensi”. In quest'ottica, nelle prossime pagine, verrà sintetizzato per la prima volta tutto il loro universo di immagini criptiche prendendo spunto da uno dei motivi prediletti della Grande arte, quello dell'ermafrodita, quale incrocio tra richiamo sensuale (Afrodite) e stimolo intellettuale (Hermes).
Esso si rivolge alla capacità dell'uomo di cogliere le cose essenziali a livello intuitivo, non alla sua facoltà dialettica, che in generale viene considerata una forza distruttiva.
"Ciò che vive secondo la ragione, vive contro lo spirito", scriveva Paracelso. La predilezione per un linguaggio arcano, che si riflette in discorsi oscuri, cifrati e in immagini enigmatiche, ha difeso per Secoli procedimenti di magia giustificati da una ricerca in atto tra “artisti” che dovevano trasmettersi i dettagli delle loro scoperte senza correre il rischio di cadere nelle reti dell’Inquisizione.
A questo scopo, Hermes Trismegisto - uno degli anelli principali della catena, insieme a Zoroastro, Pitagora e Platone - avrebbe inventato i simboli alchemici.
Il viaggio di disvelamento di questi segreti avverrà nel rispetto della mistica alchemica procedendo dal primo al quarto livello…
Link

La predilezione per un linguaggio arcano, che si riflette in discorsi oscuri, cifrati e in immagini enigmatiche, ha difeso per Secoli procedimenti di magia giustificati da una ricerca in atto tra “artisti” che dovevano trasmettersi i dettagli delle loro scoperte senza correre il rischio di cadere nelle reti dell’Inquisizione…
Questa “scusante” non dice tutto, relativamente alla tua “ignoranza”.
Ogni discorso iniziatico non ti dice tutto (non solo al livello superficiale dell’esempio ma, anche, a livello di valenza simbolica dell’esempio).
Ogni esempio disegna sempre un motivo superiore a te, che auto avviene come risposta di una “frizione” tra poteri altri (eggregore o scenari 3d), che fanno di te qualcosa di “piccolo”: undettaglio quasi insignificante.

A SPS questa strategia fa ormai, un “baffo”!
Sei tagliato fuori… non solo dal linguaggio alchemico, magico, iniziatico, etc. ma, anche e soprattutto, da te stesso, che non sai più chi sei e che cosa sei.
Senza questo tuo “Gps”, dove credi di poter andare? A quale rete ti (ri)connetti, di conseguenza?
 
He He He…


Porgo un’altra domanda? Forse è “meglio”, vero?
Ma per quanto tempo puoi/vuoi ancora concederti a questa “roba”?
Cambia modalità di ascolto. Non si tratta della padella e della brace… perché, in una simile situazione ci sei già e tutto quello che (s)cambi... non serve a nient’altro che per… convincerti di qualcosa che ti intrattiene sempre “qua” o “” (nello stesso "luogo" di r-accoglimento).
Il cerchio esterno: il drago Oroboro.
Secondo la concezione gnostica degli Ofiti, il serpente cosmico (Leviathan, Ouroboros), inteso come primaria acqua celeste, costituisce il cerchio più esterno e invalicabile del macrocosmo - mediante la sola esperienza sensibile del mondo della Creazione - che separa quest'ultimo dal divino mondo dell'amore e della luce.
Anche la Cabala, che ha ereditato molto dalla tradizione gnostica, crede all'esistenza di un velo tra Dio e la Creazione. Jacob Bohme definisce tale velo “acque superiori”… mentre nel mito di Blake l'uomo vive dai giorni del Diluvio universale nel mare del tempo e dello spazio. Gli gnostici consideravano la vita terrena alla stregua di un oscuro esilio
Link
Il cerchio più esterno e invalicabile del macrocosmo:
l’E(s)terno o Oltre Orizzonte?
Può darsi ma, solo se… un simile “concetto cubico” ti permette di (ri)uscire
Da cosa? Da te stesso in questa “tua” versione decisa da altro.
SPS (Io) (pre)ferisce, anticipa… mantenendo le proprie “corde” lontane da qualsiasi “luogo espressivo” (Anti)Sistemico, per cui… da SPS (Me) passa solo ciò che è in linea col diverso segnale (im)portante, che ha sostituito quello del Nucleo Primo:
sapere tutto di me (noi)...
“Non si può fare”… e si fa!
L’India “liberata” rassomiglia sempre di più ad un… mercato a cielo aperto. Lo stile è indiano ma il concetto è “britannico”, ok?
Il peso sulla Terra è sempre uguale, anche dopo una (ri)lavorazione.

Quando inizia… è già iniziato (finito)…


(Ri)pensa alla figura di un occhio umano. Essa descrive una sorta di “cerchio nell’ellisse”. Se l’ellisse è una orbita esterna (perimetro), il cerchio contenuto non coincide con la sua massima “possibilità d'espansione”.
C’è una parte mancante del percorso dell’orbita rotonda nell’orbita ellittica massima (l'ellisse è, a sua volta, una sorta di coppia di parentesi tonde, unite insieme e dolcemente racchiudenti; livello esterno ma non ancora l'Oltre Orizzonte).
Ora, pensa frattalmente a come il “diritto all’oblio” (in Internet attraverso Google, ad esempio) possa essere utilizzato anche per “truffare”. Se cerchi qualcosa, in Rete, che il passato di qualcuno ha già insegnato (memoria) a come prenderne le distanze (denuncia), come speri di (ri)trovare l’informazione se colui che è già stato allontanato una volta può cancellare ogni sua traccia, in maniera tale da (ri)tornare in altre vesti ma, ancora secondo la medesima “sostanza”?
Tutto nella società ha senso. Altrimenti non esisterebbe. È la "presenza" che genera attività d’interesse, qualsiasi cosa si faccia e si creda di essere. Pensa frattalmente che:
se il Nucleo Primo ha scelto di non apparire direttamente nelle 3d, è perchè questa è la strategia migliore per "continuare a sopravvivere". Per cui, nelle 3d deve (ri)emergere/(ri)sorgere lo stesso tipo di realtà sottintesa (imprinting). Infatti, tutto in queste 3d risulta sfuggevole, secondo un ordine di appartenenza mai del tutto chiaro, chiarito e chiaribile (senza possibilità apparente di essere dimostrato o "provato"). 

Le braccia a "parentesi" avvolgenti del Vaticano...
Tutto è cancellabile/controllabile attraverso il proprio giudizio (Kant, ad esempio, può essere isolato con un “non mi piace”). Ciò è paragonabile all’espressione:
“x” * (formule di calcolo d’ogni tipo).
Se “x” vale zero, la moltiplicazione azzera tutta la serie di calcoli (leva, gerarchia, controllo a monte, etc.) ma… se “x” non sei tu? Se tu sei contenuto all’interno dello spazio di calcolo?

Pensa alle due parentesi tonde che racchiudono tutto (non importa se le disegni graffe o in altra forma, perché la loro simbologia parla sempre chiaro e si riferisce ad un contenere: sono due braccia aperte che racchiudono uno spazio e tutto quello che v’è dentro, come le “braccia” del Vaticano, ad esempio).


Il “colore d’insieme” lo (ap)porta il livello superiore:
sino a quando ti auto consideri un... livello inferiore.
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com 


Nessun commento:

Posta un commento

"Fai..." un po' Te.