mercoledì 10 dicembre 2014

Qualcosa che esiste, perchè inventato.


In base a nuove regole proposte dalla Federal Reserve, JP Morgan rischia un buco di capitali da 22 miliardi di dollari, gettando nuove ombre sulla più grande banca americana per asset…
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  • in base a (riferimento, vincolo, cardine)
  • nuove regole (programma, algoritmo, paradigma)
  • proposte dalla (ente, autorità, persona fisica/non fisica).
Cos’è una “regola”?
Norma che un gruppo sociale si dà per assicurare la sopravvivenza del gruppo e per perseguire i fini che lo stesso ritiene preminenti
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  • gruppo sociale (la Massa o chi/che altro, nel caso umano?)
  • sopravvivenza (della Massa o di chi/che altro, nel caso umano?)
  • fini… preminenti (interessi; quali sono, oltre al sopravvivere)?
Se aggiungiamo la definizione di “regola”, derivante anche dall’ambito religioso, non del tutto estraneo e (s)collegato da quello economico, sociale e politico:
in religione un insieme di norme e prescrizioni basilari stabilite dai fondatori per disciplinare minutamente la vita individuale e collettiva dei singoli Istituti di vita consacrata…
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  • insieme di (convenzione, convinzione, credo, imposizione)
  • fondatori (chi sono, a parte la parte “leggendaria” inerente ad ogni religione?)
  • disciplinare minutamente la vita (degli “aderenti”, per opera di chi/che?).
Dove è chiaro (?) chi/cosa sia il “fondatore”, è sempre il caso di aggiungere il termine “sembra”, perché in realtà le "cose" sono molto più “attorcigliate” di come “appaiono sulla carta” (e la regola, la “legge” è qualcosa che necessita di essere “scolpita nella solida… carta”, in maniera tale da assumere una valenza autoritaria su tutti coloro che conseguono. Solo in seguito, la regola diventa “regola”, ossia, convenzione di condotta individuale e d’insieme. Solo in seguito e per auto suggestione, la regola s’imprime nell’inconscio e diventa “normale”).


Di Pietro, sistema mafia capitale radicato in Italia.
"Non c'è solo Roma capitale mafiosa, ma chissà quante altre Roma ci sono in Italia. Questo è un sistema radicato in tutto il nostro paese, perché, nonostante Mani Pulite, si è capito che l'impunità paga e che in Italia si può fare quel che pare e piace"…
"Quello che più mi indigna ora è l'atteggiamento di Renzi… In questo momento mi sembra incapace di intendere e di volere:
dice di volere processi veloci e giusti, ma non fa leggi che lo consentono. Dovrebbe ripristinare il reato di concussione, di falso in bilancio, inserire una vera norma sull'autoriciclaggio, interrompere la prescrizione del reato, ma non fa niente di tutto questo…
Mi sembra che in questo momento tutti dicono che vogliono cambiare la situazione, ma di fatto nessuno vuole prendere decisioni, perché ha paura che qualcuno dei suoi ci vada di mezzo"...
Antonio Di Pietro
Esprimere delle verità imparziali? Può anche accadere:
Di Pietro non è “migliore di chiunque altro”, tuttavia, queste esternazioni sono “autentiche” ed “autenticamente emesse dal di dentro del modello sociale d’appartenenza che, d’insieme, è un Uno – ossia – una “sol cosa, amministrata per una sola intenzione/volontà”…


Qualcosa che tu ignori del tutto, come del resto viene quasi naturale “fare/essere”, vista la portata immane che deriva dall’emersione di una simile verità/constatazione/consapevolezza.
Tutto è “Uno”, nel senso che:
il “controllo è globale”.
Non credere alla competizione:
non esiste al livello massimo del controllo
esiste solo per tutto ciò che ne (con)segue.
Tutto è (ri)volto ad ingannarti. Tutto ciò che “serve gerarchicamente” è interconnesso alla “fondazione”. Il resto è lasciato “liberamente a (con)seguire”, laddove libero arbitrio, democrazia, libertà, diritto, sovranità, giustizia, morale, etica, amore, famiglia, patria, etc. corrispondono solo ed esclusivamente a “programmi” (App), rilasciati dalla fondazione al fine di “indurre al crederti come meglio credi, anche se nella sostanza non è mai del tutto così”.
Tutto quello che sai (pro)viene da un disinnesco che auto avviene a monte di te.
Tutto quello che hai, “serve”. Ok?
Di chi/cosa ti puoi “(af)fidare”?

“Pubblicità ingannevole”, Antitrust multa consulente dei risparmiatori.
Pubblicità ingannevole. Con questa motivazione l’Antitrust ha condannato a una multa di 100mila euro Sdl Centrostudi, una delle società leader nell’offrire consulenza e assistenza legale nelle cause contro gli istituti di credito per anatocismo e usura bancaria.
Alcuni dei messaggi con cui Sdl promuove sul proprio sito i servizi offerti, infatti, sono stati giudicati fuorvianti e dovranno pertanto essere rimossi. Sdl ha di recente pubblicato il Report nazionale sull’usura praticata dalle banche, presentato lo scorso ottobre a Bari...
in tale documento si sostiene che “sul 99% dei quasi 47mila conti correnti aziendali analizzati sono state rilevate anomalie”.
Tra i claim per i quali Sdl è stata sanzionata c’è quello con cui la società affermava di operare attraverso “una prima fase Onlus, dedicata a predisporre check-up gratuiti, su tutti i prodotti/servizi offerti, al fine di ripristinare la correttezza dei rapporti tra il sistema finanziario/bancario e le imprese”.
Le affermazioni pubblicitarie – scrive l’Autorità garante della concorrenza e del mercato – sono da ritenersi “idonee a indurre in errore i destinatari, sotto diversi aspetti”.
In primo luogo appare ingannevole l’utilizzo del termine Onlus, in quanto non chiarisce che “il servizio è in realtà svolto da una società di consulenza che opera in forma di società per azioni”.
Inoltre i messaggi, secondo l’authority, lasciano intendere al cliente che all’esito dell’esame preliminare di analisi gratuita riceverà una vera e propria "perizia certificata" sulle eventuali anomalie nel rapporto con la banca. In realtà “la consulenza gratuita si concretizza in una generica ‘analisi preliminare’, a seguito della quale non viene redatto alcun rapporto né tantomeno una perizia, ma solo espresso un giudizio circa la possibilità di ottenere un valore recuperabile connesso al contratto analizzato”.
Una volta ricevuto tale giudizio, per ricevere un riscontro documentale, il cliente avrebbe dovuto sottoscrivere contratti a titolo oneroso, versando a seconda dei casi il costo della perizia, il 25% dell’eventuale risarcimento ottenuto dalla banca in seguito alla consulenza di Sdl, oppure pagando un’assicurazione aggiuntiva che coprisse le spese giudiziarie in caso di soccombenza.
Il procedimento dell’Antitrust è stato avviato lo scorso aprile in seguito a una segnalazione dell’associazione dei consumatori Adusbef, che ha presentato una denuncia anche ad alcune procure. “Sdl contattava migliaia di imprese, molte delle quali hanno gravissimi problemi con le banche – accusa il presidente di Adusbef Elio Lannutti. E faceva ritenere che la maggior parte dei conti correnti (ben il 90%) sarebbe afflitto da problemi di usura e anatocismo, promettendo tramite perizie di parte la restituzione del maltolto, con conseguenti citazioni giudiziarie e perizie certificate prive di alcun valore probatorio, come risulta da una pronuncia del tribunale di Milano che nel caso di un’impresa ha rilevato che 'la lacunosità della documentazione considerata dal perito di parte nell’elaborazione dei conteggi inficia l’attendibilità della consulenza'”.
Secondo l’Antitrust, alcune delle modalità di presentazione online dei servizi di Sdl “nascondono l’intento di ‘agganciare’ il potenziale cliente per indurlo a stipulare successivamente un contratto a titolo oneroso”.
L’ammontare della sanzione è stato stabilito in considerazione del “fatturato di notevole entità” di Sdl, pari a 26,2 milioni di euro nel 2013, e in considerazione dello “stato di debolezza dei destinatari costituiti da imprese anche di modeste dimensioni che versano in uno stato di disagio finanziario e bancario”.
Dal canto suo Sdl Centrostudi, interpellata nel merito, dichiara:
Si tratta di un giudizio pretestuosamente sollecitato da Adusbef, che per questa via sperava di eliminare un concorrente più efficiente e performante. Nonostante il tam tam mediatico di Adusbef, nel provvedimento dell’antitrust emerge chiaramente la correttezza sostanziale del comportamento di Sdl nella sua meritoria attività di tutela dei consumatori. Su tale aspetto ci si sarebbe attesi un comportamento costruttivo, da parte di Adusbef, finalizzato al perseguimento di interessi comuni e non una pretestuosa campagna volta ad indebolire o ancor meglio distruggere un efficace concorrente”...
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Una volta ricevuto tale giudizio, per ricevere un riscontro documentale, il cliente avrebbe dovuto sottoscrivere contratti a titolo oneroso, versando a seconda dei casi il costo della perizia, il 25% dell’eventuale risarcimento ottenuto dalla banca in seguito alla consulenza di Sdl, oppure pagando un’assicurazione aggiuntiva che coprisse le spese giudiziarie in caso di soccombenza…
Non è forse “usuraio” (nel senso più “intimo” del termine) questo modo di (pro)cedere, ad opera del “difensore”?
Non è forse come il “cadere dalla padella nella brace”?
Il 25% del risarcimento non è una percentuale usuraia?
Sdl ha di recente pubblicato il Report nazionale sull’usura praticata dalle banche, presentato lo scorso ottobre a Bari... in tale documento si sostiene che “sul 99% dei quasi 47mila conti correnti aziendali analizzati sono state rilevate anomalie”…
Quindi, tale report – al di là della propria funzione informativa – che cos’è nella sostanza se non:
uno "spot pubblicitario" per la stessa azienda che l’ha emesso!
Uno “spot” addirittura sanzionato dall’antitrust come “ingannevole”, non tanto nella rappresentazione sostanziale della realtà, quanto nell’utilizzo (pre)impostato nella redazione del report stesso (ai fini commerciali e similari allo stesso comportamento messo in atto dalle fondazioni usuraie più o meno operanti alla luce del Sole e più o meno a “norma di legge”).
Di chi ti puoi fidare?
Persino l’antitrust non è immune da influenze, essendo costituito da umani col relativo “prezzo”, esposto tra le righe del proprio modello d’essere inconscio.
E, allora, sai come ti riduci a “pensare”?
Perso per perso, cerco almeno di recuperare qualcosa:
lo stesso modello di pensiero che moltissimi imprenditori, e non solo, hanno (ri)attuato allorquando sono caduti nella “tela bancaria”, sottoscrivendo le famose “polizze assicurative”, a protezione del rischio, andando a finire, paradossalmente, a chiedere aiuto ai medesimi “Istituti” che, sotto ad altre "vesti", operano decidendo le sorti dell’economia d’insieme.
Di coloro, dunque, che “sanno anticipatamente, cosa accadrà… perlomeno nella tendenza, nella direzione, nel senso di marcia dell'interesse...

He He He
Si dice “cornuti e mazziati” e… con  la legge che tutela ancora i “carnefici”, nel momento in cui ti (ri)trovi addirittura a “doverli salvare”, quando la “crisi” sembra metterli in difficoltà, col rischio di trascinare tutto e tutti nel vortice della “depressione” e del ritorno alla Vita n/delle “caverne”.
Sappi che:
  • una banca opera sempre con un certo vantaggio su di “te”
  • una banca conosce la tendenza futura (trend)
  • una banca si attrezza di (con)seguenza
  • una banca scommette anche contro se stessa (attraverso una società di comodo, sfruttando le pieghe del modello social legislativo d’insieme) nel momento che tutto crolla
  • una banca è consapevole del proprio radicamento sociale
  • una banca lo sa che “potrà contare sulla legge, per essere salvata”.
Tutto ciò corrisponde esclusivamente ad una sola realtà, la quale (pre)vede la totale “impunità” (nella sostanza dei fatti) della banca, la quale al massimo perderà dei “pezzi d’intonaco della facciata esterna”, ma certamente non perderà null’altro, relativamente alla propria “posizione/funzione”.
Ecco cosa si è scritto nel famoso report “pubblicitario”, diffuso nella società per prepararla... dietro opportuna fase di “terrore”.
Una verità di comodo. Pur sempre una verità
Usura bancaria, Fondazione Sdl: “Un fenomeno imponente e devastante”.
I risultati del report della società di consulenza e assistenza legale nelle cause contro gli istituti di credito. Sul 99% dei quasi 47mila conti correnti aziendali analizzati sono state rilevate anomalie:
usura oggettiva (nel 71% dei casi i tassi di interesse passivi erano superiore al tasso soglia fissato trimestralmente dalla Banca d’Italia), soggettiva (nel 74% dei casi sono state applicate condizioni particolarmente gravose, considerata la situazione di difficoltà economico-finanziaria dell’azienda) o anatocismo (calcolo di interessi su interessi, 71 volte su 100)
Un fenomeno imponente e devastante sotto il profilo dell’etica e della convivenza civile”. Tanto da mettere a rischio l’esistenza stessa di molte imprese italiane e di conseguenza decine di migliaia di posti di lavoro.
E qui non si parla di corruzione, criminalità organizzata o altre piaghe tipicamente italiane. Ma di banche, delle conseguenze dei tassi usurari nascosti nei contratti e delle pratiche di anatocismo, secondo le valutazioni del Report nazionale sull’usura praticata dalle banche, preparato dalla Fondazione Sdl sui dati forniti da Sdl Centro Studi, società di Brescia pioniera nell’offrire consulenza e assistenza legale nelle cause contro gli istituti di credito...
Benché le analisi siano state effettuate sui documenti inviati a Sdl dalle aziende che già nutrivano qualche sospetto, il dato è allarmante. Soprattutto perché tali fenomeni vanno a pesare sui bilanci di aziende già in difficoltà per la crisi.
Usura e anatocismo nei conti correnti:
“Colpiti soprattutto i settori produttivi”... I dati analizzati provengono dai documenti relativi ai conti correnti di 14mila imprese, che in tutto impiegano 125mila lavoratori. Le aziende che, secondo le valutazioni di Sdl, sono state colpite da usura bancaria e anatocismo appartengono in prevalenza ai settori direttamente produttivi:
in tutto il 50,1%, con la manifattura a incidere per il 24,54%, le costruzioni per il 23,56% e l’agricoltura per il 2 per cento. Rilevante anche il numero di aziende del settore del commercio e del turismo (34,4%), seguono quelle impegnate in attività immobiliari, finanziarie e assicurative (10,21%), e in attività professionali e artistiche (5,28%).
“La crisi finanziario-economica – commenta il socio fondatore di Sdl, Serafino Di Loreto – da un lato provoca acuta sofferenza nelle famiglie e nelle imprese, dall’altro attiva inaccettabili comportamenti di "business sulle difficoltà", con aggressioni al patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo dell’Italia”.
Le istituzioni farebbero bene ad accorgersi di tutto ciò, visto che l’84% delle aziende prese in considerazione è ancora attivo. E che il maltolto appare tutt’altro che trascurabile:
le analisi di Sdl stimano che il rapporto tra le somme recuperabili dalle aziende perché non dovute e quanto pagato alla banca tra interessi, commissioni e spese varie è del 62% per le aziende manifatturiere, del 65% per quelle di costruzioni, del 70% nel settore agricolo e sale addirittura all’82% per le attività alberghiere e di ristorazione…
“Usura in mutui e leasing”. Ma i tribunali vanno in ordine sparso – Il report, primo nel suo genere, si è concentrato quest’anno sui conti correnti, andando a rilevare i casi in cui le aziende si sono trovate di fronte ad anomalie e a situazioni illecite per le commissioni e gli interessi versati ad esempio per anticipo fatture, fidi, o perché finite con il conto in rosso.
Ma i problemi non si fermano qui secondo Sdl, che in passato ha diffuso altri dati sulle preanalisi svolte gratuitamente per i clienti che sospettavano di avere subito condizioni vessatorie dalle banche:
dal 2010 a oggi, negli oltre 170mila casi esaminati, tra conti correnti, mutui, leasing, derivati e swap, la presenza di usura o anatocismo è stata rilevata circa il 90% delle volte. Dopo le preanalisi molti clienti hanno deciso di portare gli istituti di credito in tribunale:
12mila sono le cause seguite sinora da Sdl, attraverso una rete di 300 avvocati sul territorio nazionale.
Tra transazioni, mediazioni e minori debiti riconosciuti dai giudici abbiamo ottenuto per i nostri clienti più di 60 milioni di euro”, spiega Di Loreto.
La battaglia è quotidiana, visto che in molte cause sulla presunta applicazione di tassi di usura in contratti di mutuo e di leasing i tribunali stanno andando in ordine sparso. L’anno scorso una sentenza della Cassazione ha stabilito che i tassi di mora, applicati alle rate pagate in ritardo, devono essere presi in considerazione nella verifica del superamento della soglia di usura, un’eventualità che rende nullo il contratto e può costare alla banca la restituzione di tutti gli interessi incassati.
Ma l’orientamento dei giudici è diviso tra chi ritiene che il tasso di mora, in tale verifica, non vada sommato aritmeticamente a quello degli interessi corrispettivi e chi invece ritiene che la somma vada fatta…
Carenza di credito? Anche qui banche colpevoli” – A doversi difendere da pratiche illecite non sono solo le aziende, ma anche i privati. E qui i problemi, oltre che da mutui e conti correnti, potrebbero venire da contratti di cessione del quinto dello stipendio, prestiti personali, carte di credito revolving. Per fornire tutela su tali questioni al personale delle Forze Armate, Sdl ha firmato ad agosto una convenzione con lo Stato maggiore della Difesa.
Ma c’è dell’altro, secondo Di Loreto. Oltre alle anomalie del credito, va affrontata anche la carenza del credito stesso. “La Banca centrale europea ha concesso prestiti a buon mercato agli istituti di credito perché questi dessero ossigeno all’economia reale – spiega il fondatore di Sdl. Ma in Italia le banche hanno utilizzato gran parte del denaro della Bce non per fare credito alle aziende, ma per acquistare titoli di stato con rendimenti superiori al 6%.
Questa per me si chiama appropriazione distorta, che rientra nella pratica della ‘bancocrazia’”.
A questa colpa, secondo Di Loreto, si aggiunge per le banche quella di essere venute meno anche a una delle funzioni pubbliche assegnate loro dalla Costituzione, cioè proprio quella di sostenere l’economia attraverso la concessione di credito.
I dati diffusi dagli istituti sulla concessione di mutui, continua Di Loreto, nascondono un trucco:
In molti casi non siamo davanti a reali finanziamenti per le attività di un’impresa, ma a una strategia utilizzata dalle banche per trasformare i crediti liquidi in crediti solidi. Da un lato cioè viene chiusa una linea di credito a rischio, dall’altro viene aperto un mutuo sulla base delle garanzie personali messe dai soci dell’azienda”.
Una pratica che di fatto trasforma le società di capitali, per le quali i soci in caso di fallimento dovrebbero essere responsabili solo fino al capitale versato, in società di persone. E a fronte della quale gli avvocati che lavorano con Sdl chiedono in tribunale la nullità dei contratti di mutuo.
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“La crisi finanziario-economica – commenta il socio fondatore di Sdl, Serafino Di Loreto – da un lato provoca acuta sofferenza nelle famiglie e nelle imprese, dall’altro attiva inaccettabili comportamenti di "business sulle difficoltà", con aggressioni al patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo dell’Italia”:
business sulle difficoltà (proprio ciò che chi denuncia, ha poi messo in atto).
Come già affermato, poco sopra:
una verità di comodo. Pur sempre una verità.
Una situazione d’insieme che getta sconforto totale su coloro che vivono in un simile raggio d’azione:
tutti, nella teoria potenziale.
A questa colpa, secondo Di Loreto, si aggiunge per le banche quella di essere venute meno anche a una delle funzioni pubbliche assegnate loro dalla Costituzione, cioè proprio quella di sostenere l’economia attraverso la concessione di credito…
È (nel)la Costituzione il… “problema”. I "fondatori" hanno permesso/ammesso, (in)direttamente, la formazione/continuazione di un modello di business sulla “pelle altrui”.
Tutto ciò, a “norma di legge”, or dunque.
Un "luogo" dove per difenderti devi avere un avvocato e dove leggendo l'etichetta degli ingredienti che mangi, non ci capisci nulla... non è un "luogo sano, che fa il tifo per te".
Come ti puoi discostare da una simile ragnatela, quando ci sei dentro mani, piedi e… mente, senza dunque più accorgerti?
“Poste offre risparmi e investimenti vantaggiosi per sé. Ma non per i clienti”.
Un'ispezione Consob rivela le pratiche interne:
prodotti finanziari venduti in base alle esigenze dell'azienda e non degli utenti.
La parte dedicata a “Risparmio e investimenti” del sito delle Poste Italiane ci accoglie con questo rassicurante messaggio:
Per i tuoi risparmi o i tuoi investimenti BancoPosta ti mette a disposizione un’offerta completa di soluzioni sicure e vantaggiose”.
Ma sicure e vantaggiose per chi?
Secondo la Consob, l’autorità che vigila sulla Borsa e la gestione del risparmio, la priorità è che le soluzioni siano “sicure e vantaggiose” per le Poste, non certo per i clienti. Dopo mesi di ispezione e un’analisi minuziosa, anche delle email interne, è questo il giudizio a cui arriva la Consob in un rapporto della Divisione intermediari firmato dal presidente Giuseppe Vegas, è il “Procedimento 20638/14”…
Un sistema più sofisticato è questo:
nel 2013 le Poste convincono molti clienti ad aderire al riacquisto di obbligazioni emesse da Barclays e Crédit Suisse e poi ne approfittano per consigliare subito di impiegare la liquidità tornata sul conto per comprare prodotti remunerativi per il gruppo.
La Consob nota la tendenza delle Poste a proporre alla clientela disinvestimenti anticipati nei periodi in cui ci sono emissioni di prodotti delle Poste stesse, “senza che tali proposte fossero precedute da analisi sulle reali esigenze della clientela”.
Perché lo scopo era uno solo:
incassare più commissioni possibile…
Il rapporto con la Cassa depositi e prestiti…
La prima regola nella gestione del risparmio è non mettere mai tutte le uova nello stesso cesto, perché si possono rompere. Meglio diversificare. Le Poste invece si legano sempre di più alla Cdp.
Difficile fare diversamente, almeno finché non si chiude la discussione sull’allungamento da 3 a 5 anni della concessione alle Poste della distribuzione dei libretti e dei buoni Cdp:
senza quel contratto, che nei primi sei mesi del 2014 ha portato a Caio 766 milioni di euro commissioni, quotare le Poste in Borsa diventerebbe quasi impossibile.
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"Tanti sottili ricatti"...
Apri gli occhi della tua consapevolezza.
Sei in un qualcosa d’insieme che è “unico”:
non c’è differenza alcuna, ad un certo livello dell’interesse (pre)ordinato a livello gerarchico.
La competizione è l’equivalente della “guerra tra poveri”:
ti tiene lontano dall’uscita del “labirinto”.
E se sei sufficientemente “bravo”, puoi anche “fare carriera”, nel rimanere sempre più soddisfatto dalla tua condizione di auto prigionia.
Ovvio… “sulle spalle altrui”.
Bce: Praet avverte che l'inflazione potrebbe divenire negativa.
La Banca Centrale Europea è sempre più preoccupata a causa del rallentamento dell'inflazione….
I rischi di deflazione e la debolezza dell'economia potrebbero spingere la Bce ad estendere nel primo trimestre del 2015 il suo programma di acquisti di asset ai titoli di Stato...
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Mii, che paura!
I rischi di deflazione e la debolezza dell'economia potrebbero spingere la Bce ad estendere nel primo trimestre del 2015 il suo programma di acquisti di asset ai titoli di Stato…
Ecco perché hanno deciso di far abbassare l’inflazione:
per avere il pretesto di continuare a “drogare” i Mercati e sostenere le banche e le Nazioni, con dentro anche te, che muovi la ruota come il famoso ed analogo criceto.
Ma se ci pensi bene, tutto ciò è assurdo. È come dire:
aiuto! Pagherò meno per fare la spesa! Nooooo!
Lo spauracchio è in ciò che ti dicono:
la spirale negativa che distruggerà tutto.
Beh… forse è la volta buona, allora. Forse si potrà (ri)fondare tutto su un'altra base.
 
Ma, la “pressione fiscale che aumenta”, invece, “non conta nel computo del calcolo fantasioso dell’inflazione by Istat (analogamente a quello del Pil)?
Tasse: pressione fiscale aumenta nei Paesi Ocse, Italia sesta.
L'Italia si posiziona in alto, esattamente alla sesta posizione, con una pressione fiscale del 42,6% del Pil.
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Suvvia:
una inflazione più alta corrisponde anche ad un maggiore esborso sui parametri di aggiornamento delle pensioni, degli stipend, del tfr, etc.
Per questo motivo l’hanno sempre calcolata artificiosamente minore, rispetto alla sua reale entità.

L’inflazione:
  • qualcosa che non esiste
  • applicata ad un qualcosa che non esiste (il denaro).
Che “non esiste”?
Beh… diciamo che “esiste, in quanto invenzione”.


Così va meglio?

He He He
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com 



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