mercoledì 11 ottobre 2017

Intelligenza: di quale “tipo”?



C’è come l’impressione di “dover scalare una montagna (altissima ed imponente)”. Nel “fare” cosa? Nel trovare il modo di mettere ordine tra i pensieri, le idee, l’intenzione e… tutto quello che si “sente” dentro, in profondità, laddove non ci sono più pensieri, idee, intenzione, etc. bensì… “immagini”:
il “sentire di/che…” è, infatti, qualcosa che esula da ogni tipo di classificazione. 
Anzi, che la tradizionale forma di classificazione “qua, così”, imprigiona, non appena recinta - attraverso la propria “legge” - il “significato” che (deve avere) “ha”, persino, il tal “stato d’animo”
Per questo motivo, non c’è più universalmente un accordo significativo relativamente al termine “intelligenza”. La scienza (deviata), ovviamente, ha già detto la propria ma (ma) anche tale “comunità” è auto suddivisa, allorquando va a definire la “parola” intelligenza. 
Un atto “dovuto” che, per il semplice motivo di sussistere, rende l’oggetto di studio (attenzione, classificazione, riduzione, etc.) alla mercé dell’osservazione (di/in parte), che ha la pretesa di inquadrare la situazione, andando a conferirle il proprio “colore”
Non appena si “ordina” uno stato di fatto, secondo una certa inclinazione, lo stesso stato di fatto si trasforma di/in conseguenza:
quando, all’opposto, questo non succede?

Quando l’atteggiamento - attraverso il quale ci si propone di… - è “formulare” (ossia, è un valore universale che non dipende dalla prospettiva). 
Quando, uno stato di fatto è universale?
Quando è l'anticipo, la quintessenza di ogni possibilità prospettica:
il valore universale è il “succo” del potenziale.
È… il prendere in esame una “situazione (immagine)”, e osservare quella centralità portante indemagliabile, che non smette mai (mai) di “brillare”, ossia:
quando è a prova di “cavillo (intelligenza di/in parte)”
quando è qualcosa che non viene mai meno, poiché, sempre attraversat3 dal valore universale e, così, “illuminat3”.

Fai attenzione, però. Perché “detta situazione” è – “qua, così” – stata ricreata artificialmente, riuscendo ad implementarla nelle vesti autorevoli della “legge di parte (parziale e/o completa… solo se presa in considerazione dalla prospettiva sotto – alla – dominante. 
Il che, tra l’altro, ti permette di accorgerti proprio della compresenza gerarchica immanifesta dominante). 
Ossia, tale compresenza può essere “calcolata” ancora prima di essere “osservata”, in quanto, si è saputa sostituire al valore universale “originale”, oscurandol3 per mezzo di sé (in quanto ad auto proiezione sul/nel sistema operativo frattale espanso).
Immagina quest3:
una sorgente di “luce (intenzione)”
è “distante (immanifesta, dimenticata)” da tutt3
e/ma
proietta la propria intenzione (se stess3)
ugual mente
nel medesimo… tutt3
con la risultante che
il tutt3, diventa a sua “immagine e somiglianza”
A quel “punto”, a cosa serve muovere guerra a/in…”, se (se) la guerra segue sempre (sempre) – solamente – ciò che “è già success3” al livello, precedente (a monte), dell’auto proiezione di sé (intenzione)? 
La guerra serve, dunque, per… rinsaldare fisicamente quello stesso legame, che ha già dato il frutto della sete di… guerra (dominazione, possesso, conquista, invasione, etc.)”. 
La guerra viene mossa dalle sottodominanti, che tendono a ripetere (rievocare) ciò che “è già success3 ‘qua così’”.
Come un’eco ridondante, che non smette mai di venir meno…
Prendi la luce solare, che proietta lo “stormir di fronde…”, come ombre, sul vetro dell’auto parcheggiata… con te al suo “di dentro”:
tu, che cosa vedi, a tua volta, sul tuo braccio?
Dei di-segni oscuri, che (se eviti di considerare la situazione generale) prendi, istantaneamente, per qualcosa da spingere via, agitando l’arto opposto. 
Cioè? Assumi delle ombre, come per dei “pericoli”, come degli insetti insidiosi, potenzialmente pungenti, dolorosi, velenosi e/o chissà cos'altro ancora…
Tutto quel meccanismo di/in proiezione, è in grado – fisicamente – di “farti saltar via”, eppure (ma) se hai l’accortezza di accorgerti, al di là di ogni tipo di reazione sconsiderata, allora (allora) puoi risalire alla sorgente di detto “meccanismo”:
la luce solare (senza “luce” non potresti che abituarti a vedere solo che “ombre”. Un altro “mondo”). 
Il vetro proietta tali “ombre”, anche se è il tuo “braccio” a ricevere sostanzialmente tale “graffito”: 
infatti, sul/nel vetro ci sono già gli stessi “segni” e se abbassi il finestrino, il risultato non cambia. 
Il vetro può “modificare” qualcosa ma (ma) non impedisce il passaggio dell’informazione
Semmai, un vetro oscurato può avere una simile “ambizione”, ma (ma) non è il “caso” di quello di una vettura ordinaria.
A prescindere dagli esempi che si possono fare, è il significato di quello che, ripetutamente, accade “qua, così”che merita di essere preso in seria considerazione:
ciò che continua a “rimbalzare” (doppio specchio)
ed
il “come” continua a rimbalzare (metodo indiretto)
alias
il “chi” continua a rimbalzare “qua, così” (analogia frattale espansa)…
Infatti, anche se non ricordi e quindi ti sembra di non “sapere”, c’è sempre una origine e, dunque, una forma di “intelligenza (chi)” all’opera. 
E non pensare che il “mondo” sia un costrutto abbandonato, solo perché “tu” non riesci a conferirgli un “senso compiuto”. 
In tutto ciò, “tu” risulti come il classico granello di sabbia predisposto sulla spiaggia. Anche se, all’opposto, tu sei sempre (sempre) e comunque dotat3 di potenziale ("intelligenza")… 
A tal pro, è utile (centrale e portante) andare a ricordare che cosa sia l’intelligenza
Che cosa (chi) “è”?
Dipende. Vero? Non c’è una versione per tutte le stagioni.
Alias, l’intelligenza “qua, così” non è più un valore universale. Perché? 
Perché… al suo “interno (Io)”, è presente solo una prospettiva della “giustizia universale” e, cioè, una sua interpretazione di/in parte, dato che “qua, così” ogni definizione “appartiene” al tale “organismo” che, ufficialmente, ne celebra la… forma, il senso, la funzione, etc. e, dunque, in-direttamente l’uso (e consumo), l’utilizzo, la comodità (o meno), etc. 
Ancora una volta, tutto questo significa che “è già success3”:
qualcosa (qualcun3) si è già pres3 la briga di decidere anche per “te”.
Pensa a quale “libertà” sei s-oggett3 “qua, così”:
il meccanismo del “voto” sta per diventare “elettronico (informatico, digitale, virtuale)”.
Il che significa che, come nel “caso” del prossimo referendum lombardo, “tu” potrai scegliere solo ed esclusivamente tra tre “diverse” possibilità:
no
non so/mi astengo.
Ossia, troverai tre “bottoni” e potrai decidere liberamente tra il pigiare su una delle tre possibilità di… esprimerti. 
Il che significa che qualsiasi altra tua intenzione, non è più nemmeno comunicabile. Ad esempio, non potrai più “annullare la scheda”, disegnare ciò che pensi, fare uno schizzo, votare Oltre Orizzonte, etc.
Il voto elettronico pone fine a tutto ciò che “è”… al di là della “tua libera possibilità di scegliere ‘qua così’”.
Non solo: 
essendo l'informatica "tracciabile", il voto della tal persona avrà un orario (informatico), che potrà essere triangolato con il registro del seggio, dove ci sono i dati personali (nome e cognome, numero carta identità, etc.), risalendo persino alla "tua" preferenza.
In lizza c’è Tizio, Caio e Sempronio? Bene: 
potrai optare per l’opzione 1, 2, 3.
E basta. Qualcosa che sembra persino “logic3”. Vero?
Del resto, se (se) non hai intenzione di votare, puoi anche startene a casa o andare al… mare.
Ognuno è liber3 di fare quello che vuole…”.
Questa situazione “puzza” come di… imbroglio. Ma (ma) di un tipo di “intreccio” che è stato appositamente creato allo scopo di… fare/ottenere, cosa?
Non lo sai. Al limite, te ne puoi fare una idea, del tipo:
sono tutti ladri. È sempre la stessa storia. Non se ne può più. Dove andremo a finire di questo passo?...”.
Eppure, anche se “non lo sai”, lo puoi sempre (sempre) “sentire (intuire)”. 
Ma (ma) un simile modo di interpretare la realtà manifesta “qua, così”, non è “valido”... poiché non è ritenuto valido “qua, così”.
Non è... scientifico e, quindi, la “legge” non lo tiene in considerazione, poiché sarebbe come “aprire la società al Far West”. 

Non puoi dimostrare nulla, affermando che “senti” qualcosa. Ok?
Di conseguenza, se sempre (sempre) e sola mente “qua, così”, il tuo “sentire” diventa come qualcosa di inutile e, dunque, come una zavorra che non vedi più l’ora di gettare “giù (via)”. 
Anche se, in molti ambiti risulta ancora "utile" e, dunque, puoi accettare di “sentire” solo all’interno di una certaspeculazione.
Ossia? 
Ancora una volta, se era necessario, vai a confermare proprio l’AntiSistema, che si nutre di un certo tipo di “speculazione”.
Allora, che cosa (chi) “è” questa forma di intelligenza?
Ti ritrovi sempre (sempre) alle prese con qualcosa di inestricabile, dato che dipende dalla prospettiva “qua, così”.
Ad esempio, esistere, vivere, sopravvivere… che cosa delineano? 
Non hai mai pensato (immaginato) che, tra l’altro, indichino un certo tipo di comportamento (atteggiamento) e, dunque, indirettamente ma sostanzialmente, anche e soprattutto, una certa… “ragione responsabile”? 
Il “chi”, ad esempio.
Qualcosa che “è” qualcun3, insomma. 

Così, mentre “tu” vai a pensare al “cosa vuol dire una certa situazione (termine)”, ti sfugge completamente il “fatto” che quella “certa situazione (corrente termine)” sia l’indicazione (la traccia frattale espansa) che ti permette di accorgerti del “chi ‘qua così” ha già deciso anche per “te”:
il “è già success3”…
Una simile forma di “intelligenza” è, di più (dunque), una compresenza (dotata anche di fisicità)… piuttosto che, ad esempio, la “Natura (il modo per continuare a non accorgerti coerentemente della situazione caratteristica della/nella ‘tua’ realtà di ogni giorno ‘qua, così’)”. 
Oppure, è “Dio”, l’Universo, il Big Bang, il Diavolo, etc. 
Simboli che incarnano e rappresentano, proprio, la ragione fondamentale, così come quel meccanismo “naturale” che parte dal raggio di luce e proietta le “fronde” sul/nel vetro della macchina e, da lì, sul tuo braccio, mentre agisci istantaneamente (per timore) agitandoti al fine di scacciare via il potenziale “pericolo”… 
Riflessi che assumono le sembianze di ciò che “s’agita per la ‘tua’ mente”.
Riflessi che fanno parte di un “meccanismo naturale”, che ti sfugge sostanzialmente, al di là di ogni altra capacità del “sentire, ricollegare d’assieme ed accorgerti (fare)…”. 
Più del che cosa “è” l’intelligenza, chiediti… che cosa (chi) “è” intelligente “qua, così”
Quale "tipo" d'intelligenza persiste?
Ingegno, intelletto, ragione, cervello, mente, testa…
Saggezza, sensatezza, buon senso, assennatezza, criterio, senno…
Capacità intellettiva, prontezza, penetrazione, perspicacia, intuizione, acume, furbizia, scaltrezza, astuzia, sagacia...
Persona intelligente, ingegno, cervello...
(Di testo, ecc.) comprensione, cognizione, intendimento...
(Tra persone) accordo, intesa...
Insieme di intellettuali, intellighenzia…
Link 
Come (probabilmente) puoi “sentire”, tra questi “sinonimi della definizione”, ci sono molti ambiti che deviano dal valore universale, cortocircuitando verso situazioni tipiche del/nel “qua, così”. 
Ad esempio, nota il declivio che esiste in questa “scala espressiva”:
capacità intellettiva
prontezza
penetrazione
perspicacia
intuizione
acume
furbizia
scaltrezza
astuzia
sagacia
accordo
intesa
insieme di
“Ora”, c’è molta differenza (sostanziale, universale) tra “saggezza, sensatezza, buon senso, assennatezza, criterio, senno…” e tutto quello che “ne consegue”. 
Se assumi il valore universale ("chiave"), di conseguenza, ti accorgi che “qua, così” è tutt3 di/in parte (parziale, relativ3 a…). 

L’intelligenza universale implica giustizia universale:
ti sembra che “qua, così”, il tipo di intelligenza metta in luce il “valore universale”?
No. 
Confidi, semmai, nella “teoria dell’evoluzione”, di modo che… l’universalità sarà ripristinata nel… futuro (“credi”). 
Intanto, “ora”, le cose stanno sola mente che… come (non) le riconosci per quello che sono e per quello che rappresentano ed incarnano (riflettono), ovverosia il “chi”.
“Sentendo” che deve per forza di cose esistere tale “chi”, di conseguenza, la Massa potrebbe iniziare a… ritrovarl3, ricordarl3, risvegliarsi ad una “luce” altra, rispetto all’ombra che l’agitar di fronde mette sempre (sempre) in evidenza “a modo proprio”.
Infatti, non parlano lingue diverse, solo gli esseri umani, ormai…
L’intelligenza, in quanto a valore universale, “è”. 
L’intelligenza, in quanto a valore convenzionale AntiSistemico “qua, così”, è… una “libera interpretazione del valore universale” che, “senti” di comprendere (ricordare) ma di non riuscire a dimostrare, in un ambito che è strutturato appositamente per ritagliare fuori tutt3 ciò che non “serve” allo scopo dominante.
Allora, continua pure ad inquadrare la “scena” come se fosse l’unica possibile, non rendendoti sufficientemente conto che:
stai difendendo ciò che ti ha già res3, schiav3.
Infatti, “non sputi nel piatto dove mangi…”. 
Quest3 è “solo”… paura, smarrimento, dubbio, etc. che va ad estrarre dal tuo “laboratorio interiore”, valori omogenei con ciò che è “utile” al di fuori (nella realtà manifesta “qua, così”), ossia, sostanziale:
viltà, Ego (“cattivo”), relatività, parzialità (assunta come totalità, “credo”), etc.
Come il “colesterolo”, anche l’Ego può (“è”) essere “buono”:
allorquando tu sei grande concentrazione di massa, giurisdizionale
e, a quel “punto”, puoi andare a decidere di…
Quale tipo di “intelligenza” c’è in questa notizia?
Il mezzo passo della Catalogna.
“La secessione è sospesa…
La Catalogna diventerà una Repubblica indipendente, certo. Ma non oggi
Il governo e io stesso chiediamo al parlamento di sospendere la Dichiarazione di Indipendenza per dare tempo al dialogo”.
La foresta di braccia e bandiere al vento si piega al vento glaciale del ritorno alla realtà…
“Dopo aver portato la Catalogna a uno stato di tensione senza precedenti, ora Puigdemont la sprofonda nell’incertezza - la vice presidente Soraya Sáenz de Santamaría non approfondisce - il suo è il discorso di chi non sa dov’è, dove va e con chi”.
L’obiezione da Madrid non cambia:
la legge sul referendum è incostituzionale, il risultato inesistente e quindi non ci saranno mediazioni al di fuori della legalità”.
Oggi alle 9 è convocato un consiglio dei ministri straordinario. In pomeriggio il presidente Mariano Rajoy informerà il Congresso.
Ognuno capirà quel che gli pare
Link 
il suo è il discorso di chi non sa dov’è, dove va e con chi
ognuno capirà quel che gli pare…
Porta grande “attenzione”:
“qua, così” c’è una grande intelligenza all’opera (nulla succede per caso)
E, anche la Massa (le singolarità) è dotata di grande intelligenza.
Dunque? Perché... un simile “risultato”?
Perché, esiste un simile “intreccio”?
Semplicemente, perché… esiste (c’è) la compresenza gerarchica immanifesta sotto (alla) dominante. 
Tutto “qua (così)”.
Ovvio che “tu” non ci puoi (e non ci devi) “credere”.
È troppo “banale”, vero?
È… “troppo”, in una sola parola.
Immagina (allora) quella situazione (da “film”) caratterizzata da:
un reame nel quale “tu (pubblico pagante)”
sai già il perché della trama
sai che esiste il “male”
che rende la vicenda tanto avvincente
ma (ma)
a differenza “tua”
le persone che sopravvivono nel reame “lì, così” rappresentato
non lo sanno ("recitando ognun3 la propria parte")
considerando tutto quello che continua a succedere, come esclusivamente opera loro, della loro auto suddivisione caratteristica e “naturale”
“Tu” sei andat3 al cinema, a vedere quella rappresentazione, perché? 
Perché è… spettacolare. 
Infatti, ci sono effetti speciali pazzeschi, un cast stellare e proprio quel protagonista che così tanto “ti piace”. 
La trama, poi, è intrigante e ti hanno detto e scritto (la “critica”) che scorre via, è profonda, etc. 
Per questo motivo, vai al cinema
Pensi che dette “trame” non abbiano, anche e soprattutto, della ragione sostanziale (persino al di là dell’intenzione della parte ideatrice, scrittrice, sceneggiatrice, finanziatrice, etc.) per la quale sono “emerse”? 
Non riesci a concepire che le persone siano come dei “vettori” per l’informazione frattale espansa? 
Non lo riesci, perché in tal caso sarebbe come sminuire l’essere umano. 
Ma (ma) nel pensare “così”, non credi di mettere in evidenza proprio quell3 che ti ostini a non “vedere”
Perché intendi l’essere umano come centrale?
Sempre sul pulpito. Sempre (sempre)… “parte” ideatrice.
Perché lo ritieni intelligente. E, perché, ti ritieni intelligente e, dunque, “senti” che è così
Ebbene, l’intelligenza è anche:
acume
furbizia
scaltrezza
astuzia
sagacia…
Il che, rende questa forma di intelligenza – di più - come se fosse altr3, rispetto al valore universale
Il che implica che sia già avvenuta una/la “deviazione” dal contesto “ad angolo giro”. Alfine, gira e rigira, sei “sempre lì”, alias, “qua, così”. E… l’angolo giro è diventato un ricircolo vizioso, in luogo di quello che esattamente “è (e rimane”:
valore assoluto “qua”.
Ciò che ti porta a credere nel “Dio” buono, raffigurato come “tu3 nonn3”, nonostante tutt3 quell3 che continua a succedere “qua” ma (ma) “così”.
Qualcosa che è manchevole, appunto, diqualcun3:
della ragione fondamentale
In una intervista con Forbes, il presidente ha risposto al giornalista che gli chiedeva cosa pensasse delle notizie secondo cui Tillerson lo avrebbe definito "un deficiente" nel corso di un incontro privato al Pentagono a luglio.
"Credo sia una notizia falsa, ma se ha fatto questa cosa, credo dovremmo paragonare i nostri quozienti intellettuali. E posso dirvi chi vincerà", ha detto Trump…
Link 
L’intelligenza non è una “gara”
È… e come tale, “qua, così” tende a rimanere sfuggevole, dato che l’AntiSistema è una assoluta realtà… parziale, rispetto al valore universale.
È semplice capire quale tipo di intelligenza esista in questa “notizia”:
Perché, allora, molti utenti hanno la sensazione che l’aggiornamento del firmware abbia peggiorato le prestazioni del proprio smartphone della Apple?
La risposta di Futuremark è che un aggiornamento può aggiungere funzioni che adoperano più risorse e più potenza di calcolo, ma soprattutto sono le nuove App di terze parti sviluppate per i modelli più recenti che possono funzionare un po’ peggio sui modelli meno recenti.
O, al contrario, chi ha vecchie App sul proprio iPhone potrebbe dover aspettare che esse vengano aggiornate dai produttori per adattarsi meglio al nuovo sistema operativo.
Che, però, non rallenta il nostro smartphone…
Link 
Nonostante i “dati scientifici (ma chi paga la “ricerca”?)”:
perché, allora, molti utenti hanno la sensazione che…?
Eccolo, il famoso “sentire”, che non è utile (“qua, così”) per dimostrare la propria “tesi (basata sui fatti)”. 
Nella gerarchia, la gerarchia designa “naturalmente” chi viene prima.
Qualcosa che, tuttavia, non riesci mai a risalire del tutt3, avendo sempre (sempre) dubbi su “chi” risieda “a monte” di tutt3.
L’intelligenza, quando non è universale, è di parte:
e “la parte” è il “chi”.
Ed il “chi” è dunque rintracciabile (avendo fisicità, come te).
Ossia, un tipo di “ritrovamento” che necessita proprio del tipo di “atteggiamento”, che ti guardi bene dall’incarnare “qua, così”, guarda non caso.

Benché i ricercatori nel campo non ne abbiano ancora dato una definizione ufficiale (considerabile come universalmente condivisa dalla comunità scientifica), si può generalmente identificare l'intelligenza come la capacità di un agente di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti
nel caso dell'uomo e degli animali l'intelligenza pare inoltre identificabile anche come il complesso di tutte quelle facoltà di tipo cognitivo o emotivo che concorrono o concorrerebbero a tale capacità.
Tradizionalmente attribuita alle sole specie animali, oggi l'intelligenza viene da alcuni attribuita, in misura minore, anche alle piante, mentre il campo di ricerca dell'intelligenza artificiale tenta di creare delle macchine che siano in grado di riprodurre o di simulare l'intelligenza umana
La parola intelligènza (s. f.) deriva dal sostantivo latino intelligentĭa, a sua volta proveniente dal verbo intelligĕre, "capire".
Secondo alcuni, il vocabolo intelligĕre sarebbe una contrazione del verbo legĕre, "leggere", con l'avverbio intŭs, "dentro";
chi aveva intelligentĭa era dunque qualcuno che sapeva "leggere-dentro", ovvero "leggere oltre la superficie", comprendere davvero, comprendere le reali intenzioni.
Secondo altri, intelligĕre sarebbe invece una contrazione di legĕre con la preposizione ĭnter, "tra"; in tal caso esso avrebbe indicato una capacità di "leggere tra le righe" o di stabilire delle correlazioni tra elementi
Come accennato, sebbene abbia sviluppato dei modelli per la valutazione dell'intelligenza, la comunità scientifica ancora non concorda universalmente su una definizione unica di cosa essa sia.
Una dichiarazione editoriale del 1994 firmata da cinquantadue ricercatori, Mainstream Science on Intelligence, descrive l'intelligenza come...
"Una generale funzione mentale che, tra l'altro, comporta la capacità di ragionare, pianificare, risolvere problemi, pensare in maniera astratta, comprendere idee complesse, apprendere rapidamente e apprendere dall'esperienza.
Non riguarda solo l'apprendimento dai libri, un'abilità accademica limitata, o l'astuzia nei test.
Piuttosto, riflette una capacità più ampia e profonda di capire ciò che ci circonda – 'afferrare' le cose, attribuirgli un significato, o 'scoprire' il da farsi...".
Mainstream Science on Intelligence, 1994
Tra le altre definizioni si riportano:
la capacità generale di adattare il proprio pensiero e condotta di fronte a condizioni e situazioni nuove... William L. Stern
la misura della capacità di un agente di raggiungere obiettivi in una varietà ampia di ambienti... S. Legg e M. Hutter (quest'ultima definizione è stata formulata nel tentativo di sintetizzare una varietà di settanta altre definizioni diverse)...
Lo psicologo Édouard Claparède vedeva l'intelligenza come la capacità o disposizione ad utilizzare in modo adeguato allo scopo tutti gli elementi del pensiero necessari per riconoscere, impostare e risolvere nuovi problemi
Link 
il campo di ricerca dell'intelligenza artificiale tenta di creare delle macchine che siano in grado di riprodurre o di simulare l'intelligenza umana (che non sanno cosa essere, per cui diventa intelligenza parziale, imposta come universale)
chi aveva intelligentĭa era dunque qualcuno che sapeva "leggere-dentro", ovvero "leggere oltre la superficie", comprendere davvero, comprendere le reali intenzioni
una capacità di "leggere tra le righe" o di stabilire delle correlazioni tra elementi
riconoscere, impostare e risolvere nuovi problemi (“nuovi problemi”... è, all’opposto, di una certa “usualità” che dovresti intuire, sentire, accorgerti. In un simile contesto, il “nuovo” devia dal fulcro, dalla ragione fondamentale. Seppure, il “nuovo” rimarchi sempre il “vecchio”, ad “immagine e somiglianza”, sostanzialmente, a livello frattale espanso).
Artifici intelligenti per affari artificiali: le promesse dell’intelligenza artificiale.
Sull’intelligenza artificiale bisogna essere ragionevoli.
Sedersi composti e non farsi prendere troppo dall’agitazione.
Negli ultimi cinque anni, i colossi corporate internazionali hanno dato il via a una corsa all’acquisizione di imprese innovative dell’Ai (artificial intelligence) senza precedenti
Link 
Questa “corsa” è intelligenza di/in parte (sottodominante). 
Del tipo, ad esempio, l'Arabia Saudita che sta volgendo i propri investimenti oltre al petrolio... andando a fare "massa" con gli altri "pezzi da novanta" che d'assieme vanno a generare "intelligenza mirata"...

Qualcosa che designa una “proprietà privata”, dato che le “mire” sono di stampo commerciale. 
Del resto, “tu” che ne sai della tecnologia in sè, che caratterizza e rende funzionante tale “fermo proposito”?
Nulla. Eppure sei (e rimani) intelligente. 
Ma (ma) di questa intelligenza “senza uniformità di vedute (nella definizione generica)”, sei tagliat3 al di fuori, ossia, perfettamente dentro al meccanismo a cui sei stat3 applicat3 nel momento della manifestazione “qua, così”.




Sei, infatti, “parte della nave”. Con la tua intelligenza svuotata di “valore (commerciale)”. 
Tanto che se (se), ad esempio, fai trading “ragionando (per come è previsto che tu debba ragionare)”, perderai certamente (almeno al 95%). 
Mentre (all’opposto) se affiderai la “tua” decisione al classico lancio della monetina (che concretizza il 50 e 50 di fatto), otterrai una performance “migliore”
Qualcosa che, comunque, non vale la pena di “fare”, perché non permette di “sbancare il banco”, che sopravvive anche di “commissioni”. 
Il... portante (e centrale) è che “tu”, faccia sempre altro, rispetto a ciò che dovresti “fare”. Del resto, “lo spettacolo deve andare avanti… (sempre) ‘qua così’”.
“Fai… di fermare tutto ciò. Dato che ‘dentro’ c’è anche il motore di de-composizione del ‘tuo’ futuro…”.
   
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2160

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