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venerdì 6 agosto 2010

Cose belle... ogni giorno.




Quanto tempo!!!
Premetto che le vacanza al mare son state un po’ travagliate quest’anno, ma alla fine si è risolto tutto per il meglio e io & Nahele siamo persin riusciti a trascorrere una settimana da mia sorella, che abita nell’entroterra ligure vicino a Chiavari: è una zona davvero bella. Con il tempo ho imparato ad apprezzarla sempre di più e quando (in giugno) siamo andati sull’Adriatico (a parte i problemi insorti!), ho proprio capito che il panorama ligure è quello a noi più confacente. Peccato per i prezzi un po’ alti, ma dalla sua ha che è vicino e il viaggio non è sfiancante!


Tornati dal mare, ci sono stati due weekend di compleanni doppi: prima quello di Andrea&Peter (bimba e bimbo di Laura), poi quello di Corinna&Carolina (bimbe di Monica). Per i festeggiati “ufficiali” (Peter e Corinna) ho acquistato qualcosa di pronto, mentre per le due “ufficiose” ho fatto qualcosa io con le mie manine e la mia creatività.

Per Andrea ho preparato una tracollina a maglia di cotone verde.



E per Carolina un quadretto di lana cardata in stile Waldorf (di cui non trovo le foto... accidentaccio).

Nei ritagli di tempo ho scovato tanti blogs strepitosi (stavolta non solo americani!), e mi è venuta l’idea di intervistare delle mamme-bloggers per dare valore aggiunto a questa opera di ricerca di “risorse umane” che hanno le mie stesse passioni.
Ben presto spero quindi di ricevere risposte da qualcuna di loro…


Questo mese di luglio è stato produttivo anche per i miei lavori di maglia; ho cominciato un maglione che intendo fare per me:


Spero di finirlo presto!


Fonte di ispirazione il già citato blog di Shelley (Waldorfmama), di Giulia (Mammanatura) e di Claudia (Lacasanellaprateria) e… a proposito; grazie a lei ho ricevuto il suo e-book su come farsi da sé la propria bambola Waldorf!

Grazie!!!! Non vedo l’ora di cominciare!!!



Concludo questo mio nutrito post con un elenco (anche questo ispirato a diversi blogs-tra loro concatenati- natürlich!!!)…

Cose belle per cui vale vivere ogni giorno con gioia:

  • I miei uomini che giocano a basket insieme
  • Il colore della lavanda e della malva
  • I blogs che danno idee e ispirazioni
  • Un lavoro con la lana
  • Le fusa di un gatto
  • Una ricetta vegana
  • Il mio pane fatto in casa con la pasta madre
E per voi... cosa vale la vita di ogni giorno?

Serenità, a tutti noi!


mercoledì 7 luglio 2010

Auto-aggiornamento = auto-educazione.





Eccoci in piena estate. L’orto è un tripudio di verde e di vita ed è fantastico scendere le scale di casa e … fare la spesa fresca!!!
Il caldo poi non aiuta ad avere idee “pratiche”, perciò ho dato un’occhiata ad altri blogs e ne ho trovati di splendidi; sono tutti di mamme che praticano l’homeschooling , ispirandosi alla pedagogia waldorf-steineriana:
Insomma il mio ideale di educazione per i bambini… Già! Peccato che fare la mamma con Nahele sia più difficile di quanto avessi mai pensato!!!

Come insegnante dico sempre che “è più semplice educare i figli degli altri che i propri…” e ne sono convinta: Nahele è un guerriero, uno spirito libero… A soli quasi 6 anni ha già la caparbietà (e a volte l’irriverenza) di un adolescente. È sicuro di sé, deciso, testardo…
Riconosco in lui il mio cucciolo solo quando dorme oppure quando è così stanco da sentire ancora il bisogno di accoccolarsi a me per sentirsi rassicurato per qualche paura improvvisa…
Ogni volta che guardo le sue foto da piccolo, mi prende la nostalgia di quando ogni problema si poteva risolvere con “la popi” (così chiamavamo il seno!)
Oggi lo vedo giocare ai giardinetti con altri bambini, anche più grandi di lui (solo nell’età!) e capisco che non si è mai abbastanza pronti per i cambiamenti dei propri figli, perché spesso ci sembrano repentini e sempre inaspettati.

Se come insegnante spesso faccio dei corsi di aggiornamento su argomenti o discipline o tecniche diverse, come mamma devo aggiornarmi ogni giorno per far fronte al difficile “lavoro” di genitore/educatore.

Un auto-aggiornamento/auto-educazione continui e incessanti, che richiedono un’energia costante e instancabile… da quando vengono concepiti a… quando si hanno pensieri per pensare!!!
I figli non ci appartengono, ma fanno parte di noi, molto più di quanto noi facciamo parte di loro: è incredibile quanto poco mi senta legata a mia madre e quanto invece sia forte il legame con mio figlio, con tutte le difficoltà e le meraviglie del caso…

Ogni istante non ritorna più… ogni attimo vissuto è prezioso per imparare e ogni giorno non è mai abbastanza per tutto… Ma in fondo sono queste le regole del “crescere insieme”!  

Complice di questa riflessione è anche il nuovo numero ricevuto oggi di “Da Mamma a Mamma”, rivista trimestrale de La Leche League ( Lega per l’allattamento materno, anche se la denominazione italiana è un po’ riduttiva…), cui sono abbonata e di cui sono sostenitrice (www.lllitalia.org).

Il mio stile genitoriale deve molto ai libri che ho letto grazie a questa associazione/organizzazione assolutamente a-politica, a-religiosa, senza scopo di lucro, che aiuta le mamme (e i papà!) di tutto il mondo, sostenendo nel loro percorso di genitori, anche nei problemi più pratici, come quelli che riguardano l’allattamento naturale:
  • L’arte dell’allattamento materno
  • Genitori di giorno e… di notte
  • Crescerli con amore: l’avventura della disciplina dolce
E molti altri, tutti editi da La Leche League.

Tutti libri di “auto-aggiornamento” quotidiano, da leggere e rileggere… all’infinito… per aiutarci ad educare i nostri figli, ma soprattutto noi stessi.

  

mercoledì 23 giugno 2010

Buono… come il pane!








Rieccomi!!! La scuola è finita. Questi per me sono gli ultimi giorni di un corso di aggiornamento “obbligatorio” prima delle ferie con la mia famiglia…

Come promesso, ecco la ricetta del mio pane. Poiché è qualcosa che richiede PAZIENZA, gli orari che scriverò sono puramente indicativi: credo che ognuno debba trovare le proprie tempistiche, anche perché non si avrà sempre lo stesso tempo a disposizione… Comunque ecco quel che ho sperimentato e mi è riuscito molto bene con una mamma acida “giovane”:
  1. ore 21.30 circa: sciolta la mamma acida in 200 ml di acqua tiepida (25°); 
  2. ore 23 circa: aggiunti 200 gr di farina più un cucch.no di miele, ho impastato (tolto un pugno di impasto, l’ho messo in un contenitore chiuso e poi in frigo), coperto con la pellicola e con un canovaccio di media pesantezza; 
  3. ore 9.30 circa: in 250 ml di acqua tiepida in cui ho sciolto un cucch.no di miele e 5 gr di lievito di birra (poiché la mamma acida “è giovane”, c’è bisogno di uno “starter”; dopo qualche rinfrescata, non sarà più necessario…), mescolato il tutto con attenzione e… amore, atteso circa 5 min., ho poi aggiunto 400 gr di farina integrale di Kamut e 20 gr di sale sciolto in 50 ml di acqua e 3-4 cucch.d’olio e.v.o., se si vuole (la farina che serve durante la lavorazione deve essere quanta basta per avere una palla omogenea e asciutta!).
  4. Lavorato molto, metto poi l’impasto nella teglia da plum cake a lievitare, coperto da uno strofinaccio leggero, per circa 4 ore.
Quando la mamma acida è matura (e si capisce, perché trasborda anche in frigorifero, se il contenitore è troppo piccolo), si rinfresca la sera prima e il mattino dopo si parte dal punto 3.
Lo cuocio (a forno già caldo da circa mezz’oretta, con dentro una ciotola di acqua) a 220° per i primi 20 min., dopo a 200° per altri 30 min. circa.
Quando la superficie è bella dorata e battendo con un cucchiaio di legno ha “quel suono inconfondibile di pane ben cotto e fragrante”… allora lo metto a raffreddare su una gratella e sto attenta che mio marito non lo tagli prima che sia freddo, altrimenti si sbriciola!

Queste quantità consentono di avere una forma di pane del peso di circa 800 gr.: si può anche dividere l’impasto per fare una teglia di focaccia (o di pizza) per 3 persone e una pagnotta più piccola… o tutto ciò che si vuole!

Nei libri che ho consultato, si tiene presente che la quantità di mamma acida deve essere almeno 1/3 dell’impasto complessivo: cioè per fare 1 kg di pane ci vogliono ca.800 gr di farina, il peso dell’impasto è ca. 1,2 kg, perciò avremo bisogno di 400 gr di mamma acida, ma…io ci metto tutta la pasta acida rinfrescata.

Spesso si trovano procedimenti lunghi e scoraggianti per farsi da sé la mamma acida: io ho trovato la mia in un libriccino dal titolo “Cucina integrale delle Dolomiti” di Inge Orehek (regalatomi da una cara amica), che mi ha convinta e mi è venuta subito!!! Eccola:
  • 50 gr. di farina di segale (meglio se appena macinata).
  • 50 ml di acqua (a 25° ca.).
  • 1 punta di coltello di miele.
  • facolt. un pizzico di cumino macinato.

Mescolare tutti gli ingredienti e tenere l’impasto a temperatura ambiente in un contenitore con buona chiusura. Dopo 24 ore aggiungere altri  50 gr di farina e 50 ml di acqua tiepida: mescolare il tutto e lasciar lievitare. Il terzo giorno si aggiunge tanta farina quanta ne serve perché l’impasto sia asciutto. A questo punto la “mamma acida” è pronta per essere conservata in contenitore a buona chiusura in frigo: è bene rinfrescarla se non la si utilizza almeno una volta alla settimana (semplicemente aggiungendo una tazzina media di acqua tiepida, in cui si è sciolto una punta di coltello di miele, e tanta farina quanta ne serve perché l’impasto sia asciutto).

Naturalmente si può utilizzare anche un’altra farina, meglio se integrale, ma comunque biologica: quella di segale, oltre ad essere la più utilizzata nella tradizione nordico-germanica, è quella che meglio si presta  alla preparazione della pasta madre, perché ricca dei nutrienti di cui vivono i microrganismi di questo lievito naturale. Io ho creato la mamma acida con la farina di kamut bianca, ma ogni tanto la rinfresco aggiungendo della farina di kamut integrale appena macinata (per ora me la macina una mia amica: spero di ricevere il mio mulino per il compleanno!!!), perché ricca di nutrienti VIVI.
I primi tempi la mamma acida avrà il caratteristico odore “acidulo”, quasi di yogurt, per interderci.
Dopo un po’ di rinfrescate, avrà un profumo “fresco”, tipo di ricotta…e anche il pane non avrà il  retrogusto acidulo; rimarrà la fragranza e la certezza di un pane VIVO, che una volta raffreddato continuerà a produrre fermenti e lieviti: ecco perché il pane a pasta acida secca più lentamente ed è altamente digeribile!!!

Si trovano altre ricette per la preparazione della mamma acida in altri libri. Posso segnalare:
  • “Facciamo il pane” di Annalisa De Luca,  ed. AAM Terranuova, che è una piacevolissima lettura, al di là delle belle ricette e dei suggerimenti che può dare;
  • “Pane gustoso e salutare” di Ada Pokorny, ed. Natura e Cultura, un po’ impegnativo ma meticoloso ed esauriente;
  • numeri arretrati di “Cucina naturale”, mensile di Tecniche Nuove, in edicola o in abbonamento.
Allora… buon lavoro e buon appetito!!!
 
  

venerdì 4 giugno 2010

Arricchirsi… il più possibile!





Nell’ultimo mese ho avuto diverse cose da fare, ma sono anche riuscita a “presenziare” (che presuntuosa…) alcune iniziative.
Domenica 23 maggio sono andata ad un altro incontro di lavori manuali steineriani, a Vercelli questa volta (di solito vado alla scuola di V.Pini a Milano).


La foto mostra alcuni miei lavori finiti: gli animaletti sferruzzati; la bambola (o meglio, la figura da tavolo), invece, fa parte di un altro corso –seguito tra novembre e gennaio- a Milano, per imparare a fare questa e a raccontare le favole con questa…

Frequento spesso questi incontri di “aggiornamento” professionale/personale, perché mi arricchiscono come insegnante, come mamma, come Trilly.
 
La cosa bella, oltre a ciò che si impara, è il fatto di conoscere nuove persone, che abitano lontane anche, eppure condividono le tue stesse scelte di vita, le stesse idee, interessi e speranze sulla vita famigliare e sul modo di gestirla.

Quella steineriana è una pedagogia RICCA, sotto diversi aspetti, che perciò arricchisce inevitabilmente (non perché le sc. steineriane sono private!!! Non voglio affrontare questo aspetto, ahimè, che allontana –e a volte preclude proprio l’ avvicinarsi a – questa pedagogia!).
A Vercelli ho conosciuto delle mamme che stanno per formare un asilo steineriano ( o Waldorf) nel biellese: a tutte loro un grosso in bocca al lupo!

Sabato 29 poi, a Pavia, sono andata alla festa dell’Associazione “A passi lievi”, che ha aperto, nel settembre scorso, uno spazio gioco ad indirizzo steineriano, in v.Olevano, 70.
Il posto è davvero carino e a misura di bimbo; la festa organizzata è stata semplice, ma d’effetto: un grosso augurio a Laura e agli altri del gruppo!!!  ( www.apassilievi.it )

Domenica 30 sono stata a Gravellona Lomellina, –a 5 km da Vigevano- alla festa celtica: bellissimo, perché per l’occasione hanno aperto al pubblico il meraviglioso parco della villa dei Conti Barbavara, (www.villalatorregravellona.it) che confina con il Parco dei tre Laghi –che invece è comunale- dove avevano allestito un accampamento celtico. Con mio marito e nostro figlio ci siamo divertiti, ci è piaciuto un sacco ed abbiam passato un pomeriggio splendido immersi nel verde della Lomellina.
 
 

Nel parco della villa Barbavara.




Nel Parco dei tre Laghi

Nel frattempo però ho scovato altri blogs di persone “motivate” (vedi 1° post “Eco di casa”):
Per me arricchirsi significa questo: conoscere, confrontarsi, scoprire, gioire con gli altri e mettere a disposizione ciò che sai e che sei.
 
Per concludere questo mio lungo post, vi regalo la mia ricetta del “riciclo dei fiocchi d’avena usati per fare il latte”:

150 gr. di farina + 9 gr. di cremortartaro + un pizzico di sale fino
50 gr. di burro (o 4 cucch. di olio e.v.o. opp. di girasole)
100 gr. di fiocchi d’avena usati per il latte
1 uovo + 1 mela + 4 cucch. di miele o di malto (di mais o di riso)
qualche pinolo (facoltativo)

Mescolare farina, sale e cremortartaro; aggiungere il burro a pezzetti e lavorare con le dita fino ad avere un composto “sbricioloso”; aggiungere gli altri ingredienti. Mettere in una teglia con carta forno e sopra qualche pinolo. In forno caldo, 35 min. circa a 180°. Lasciare raffrddare e gustare.
 
Volendo si possono ottenere degli scones, mettendo l’impasto sulla carta da forno con due cucchiai, facendo dei mucchietti su cui si mettono dei fiocchi d’avena secchi; in questo caso si cuociono 15 min circa per parte, sempre a 180°. Ricordare di mettere sempre una ciotola d’acqua nel forno!

Spero che questa mia Ricetta arricchisca anche voi…

 

lunedì 17 maggio 2010

Sogno già la nostra casa nel bosco.






Avete già visto “Robin Hood” con R.Crowe? Al di là della storia più o meno romanzata o in parte reale che il regista vuol presentare, il film ha una fotografia spettacolare, tanto più se si pensa che è stato girato davvero in Inghilterra.
La ricostruzione dei villaggi, delle case di paglia e legno, dei focolari celti… avete mai avuto la sensazione inspiegabile di famigliarità con qualcosa lontana nel tempo? Ecco: io l’ho avuta ieri sera, vedendo tutto questo. 
 
Il verde è il colore predominante.

Quando poi Lady Marian (C.Blanchett) ha detto: "Minestra di ortiche e insalata di dente di leone ci terranno in vita", mi sono sentita accarezzata dal Tempo – che passa ma ritorna - e dalla Madre Terra, che nonostante NOI , ci ama e continua a nutrirci.

Sogno già la nostra casa nel bosco…

E, in "rete", oggi cos’ho trovato??? Un blog BELLISSIMO (e se sapete l’inglese è pure fantastico!!) che si chiama www.childhoodmagic.blogspot.com
 
Il bosco è una scuola, la scuola è una casa, ergo il bosco è una casa. E io sogno già la nostra…

Oggi abbiamo assaporato un po’ di bosco: abbiam fatto una bella passeggiata ai Ronchi zona Sforzesca - raccogliendo anche poca borragine per una minestra veloce… Ecco qualche foto:


Nahele sente il profumo dei fiori di robinia.



 
Due farfalle su uno stesso fiore.





Una meraviglia cromatica e gentile nella forma.

Sogno già la nostra casa nel bosco…

 

giovedì 13 maggio 2010

Quando la tristezza lascia il posto alla creatività.






Ho una montagna di panni da lavare, 1000 altri pensieri eppure… mi regalo qualche minuto per vedere qualche nuovo post nei miei blogs preferiti e… vengo catapultata in un altro multiverso della/dalla “rete”!!! Non saprei neppure dire il viaggio a ritroso per capire come ho fatto ad arrivarci, ma è fantastico: www.leborsedipoppy.blogspot.com
 
Questa ragazza sarda si occupa di cucito e altro, molto eco e molto creativo, e dà indicazioni semplici, precise e dettagliate su come tingere in modo naturale, ad esempio, o su come cucirsi una borsa per la spesa.
Da qui sono entrata in altri blogs – alcuni anche in inglese, per cucirmi un paio di ciabattine, tipo giapponesi infradito di stoffa  per casa - e tra questi www.ilcantucciodiyersinia.blogspot.com: fai-da-te, bricolage, lavoretti, spunti, idee piene di fantasia.

Questa am sono uscita di casa triste (depressa, direi!) per qualcuno di quei 1000 pensieri che affollano le menti della donne o delle ragazze che inconsciamente non riescono a superare alcuni “blocchi karmici”, che periodicamente tornano e attaccano in tutta la loro profondità. Ma questa sera, tornando in macchina, una musica mi ha reso l’anima più leggera e poi …la scoperta di questi blogs pieni di creatività… Allora ho capito!  
 
Spesso la creatività crea l’humus per le motivazioni più consone al tuo modo di esprimerti e la creatività femminile è senz’altro tra le più strabilianti.

Ho aperto il frigorifero e ho trovato delle cose autoprodotte; ho aperto la borsa di scuola e ho trovato i lavoretti che ho fatto fare ai miei bimbi per la festa della mamma (ho portato a casa da ultimare quelli degli assenti!); ho aperto l’armadio ed ho trovato lo scamiciato di velluto verde che ho cucito e lo scaldacuore di lana che mi son fatta a maglia per Natale 2009; ho pensato alle 100.000 cose che voglio fare e che farò, perché quando la tristezza lascia il posto alla creatività, la voglia di fare e la gioia di creare per sé e per gli altri son la motivazione che ti rende orgogliosa di te stessa e capace di superare le difficoltà della vita.

Creare è gioire dei propri talenti…

Saluto le Trilly di tutto il mondo.
 
 
 

venerdì 7 maggio 2010

Primavera.





Primavera –si sa (anche se quest’anno tarda ad arrivare)- è tempo di risveglio e in me si è risvegliata quella voglia/bisogno interiore di fare DECRESCITA che solitamente mi prendeva nel periodo delle vacanze estive, al rientro dalla villeggiatura, quando so di avere ancora davanti un mese e mezzo da passare a casa (noi, insegnanti privilegiate…). E non solo per un fatto puramente economico, ma anche per un sentimento di orgoglio per tutto ciò che riesco ad autoprodurre: il pane, i miei detersivi, il taglio di capelli di mio marito e mio figlio…

Quest’anno la nostra decrescita famigliare  si è ampliata, un po’ (questa volta sì) per necessità, un po’ per una sorta di “preparazione” alla nostra quasi totale vita da vegani nella casa nel bosco.

Durante le mie vacanze pasquali, ho prodotto il mio primo seitan, il mio primo latte di avena e la pasta madre (che avevo già prodotto l’anno scorso).  Ma andiamo con ordine…

Il seitan.
Credo di aver trovato la mia ricetta ideale per quello di kamut. Questa è la mia terza produzione e il risultato è molto positivo: oltre alla soddisfazione, c’è un risparmio di circa 8 €, perché la produzione è tale da bastarci per tutta la settimana!
Consiglio di leggere il post  riassuntivo sul seitan che ho trovato nel blog Semplicementevera, soprattutto per ciò che riguarda la modalità di lavorazione e di cottura.
Personalmente ho preso spunti molto interessanti che hanno migliorato il mio prodotto.
Riguardo la farina da usare e gli aromi per il brodo di cottura, io preferisco usare la farina di kamut (bio, naturalmente) e basta, per il brodo uso: 2 carote, 1 porro, 2 coste di sedano, 1 cipolla, 3-4 cucchiai di salsa shoyu, 1 striscia di alga kombu, 3-4 pezzi di funghi secchi, 1 cucchiaino di sale grosso, in quasi 2 lt di acqua.
Con 700 gr di farina, ho ottenuto (a fine cottura, una volta raffreddata) circa 500 gr di seitan pronto da tagliare e saltare in padella (seguiranno ricette nei prox post !!!).

Il  latte di avena.
Con 100 gr. di fiocchi di avena, frullati nel frullatore con circa ½ lt d’acqua, filtrato il tutto tre volte con un colino a maglie fitte, aggiunti 2 cucchiai di miele d’acacia, un pizzico di sale fino e ½ cucc.no di olio di semi di girasole, allungato con altri 700 ml d’acqua, ottengo ogni settimana 1 lt di latte d’avena per la colazione, per il caffè d’orzo e per eventuali ricette (in questo caso poi ne devo fare altro).
Anche in questo caso il risparmio è netto: meno di 1€ a settimana contro i 2,85 del negozio. Senza contare che il “residuo” (mi piacerebbe saper se si chiama okara solo quello della produzione del latte di soja o anche quello degli altri latti vegetali!) non viene buttato perché ho inventato una ricetta per una torta semplice e gustosa.
Informazioni interessanti nel blog Cottoalvapore.

La pasta madre.
Ah, questo vale un post a parte!

Insomma,  una primavera produttiva e producente. 

 

martedì 4 maggio 2010

Eco di casa.




Da oggi scriverà anche mia moglie Silvia in questo Blog, con minore frequenza della mia, ma di tanto in tanto ella ci arricchirà della sua sensibile presenza; cercheremo di ampliare “l’offerta di prospettiva” sul mondo che cambia. Silvia ha grande istinto e passione, fra l’altro, per la cucina. In questi anni mi ha deliziato con gustosi piatti sempre un po’ particolari e sfiziosi, poi progressivamente ha cambiato visione, reinventandosi un modo diverso di stare in cucina. Una nuova modalità vibrazionale frutto del cammino spirituale e dell’aumento della consapevolezza.

Silvia è la mia Musa, è la mia fortuna ed il mio vanto.

Sono felice ed orgoglioso di poter procedere nella nostra avventura insieme, condividendo anche l’aria che respiriamo. Insieme è più facile, fra l’altro, “resistere” a quella piccola peste di nostro figlio Nahele di cinque anni e mezzo :)

Queste poche righe servono per dare il benvenuto a Silvia e ad introdurre la nuova pagina che è stata creata apposta per accogliere una sua necessaria presentazione ed alcune sue iniziali riflessioni: l’eco di casa di Silvia.

Wow…


Senti l’odore della terra assetata.

Ascolta la danza delle gocce
sui fili d’erba.

Piove col vigore
della necessità.

Piove con l’energia
di una invocazione
e di una evocazione.

Di lontano
la cima di un cipresso,
da dietro una casa
illuminata dalle saette,
appare come un fantasma
che vaga sui tetti.

Piove il desiderio
di rinfrescare
le anime e i corpi.

Piove sui tetti, sugli alberi,
sulle macchine e
su di noi,
desiderosi del contrario,
ogni volta che abbiamo
quel che abbiamo…

Piove di Silvia