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lunedì 28 dicembre 2009

Un regalo al posto del cuore.







Vivono alcuni su cotesta tua terra, - rispose lo Spirito, - i quali si figurano di conoscer noi e compiono in nome nostro i loro atti di ira, orgoglio, malvagità, odio, invidia, ipocrisia, egoismo; e costoro sono così estranei a noi e a tutta la nostra famiglia come se mai fossero venuti al mondo. Ricordati questo, e le azioni loro addebita a loro, non già a noi”.
Dal “Canto di Natale” - Il secondo dei tre spiriti - di C. Dickens

Mi ha molto colpito questa frase enunciata dallo spirito del “Natale Presente” a Mr. Scrooge, perché nell’ultima edizione del film targato Walt Disney viene dato un nome a quegli “alcuni che vivono su cotesta terra”. Non appena appariranno su internet le citazioni dal film le trascriverò. Cosa ancora mi ha colpito di questo splendido lavoro? Certe connessioni che mi si sono “aperte” al cospetto della sua energia. Già nel titolo considero che i termini “Christmas carol” non trovino riscontro alcuno nella traduzione italiana “Canto di Natale”. Inoltre il fatto che nei paesi anglosassoni in luogo della parola “Natale” vi sia l’uso della parola “Christmas” è, per me, molto significativo. Infatti la parola utilizzata in Gran Bretagna e USA e relativi paesi “agganciati”, riporta la particella del nome del “Cristo” tradendo in ciò l’allusione ad un significato certosino dell’origine della “vicenda”, la nascita di Gesù. Il termine “Cristo” designa una “carica” un “titolo”, una “missione”, un grado di “iniziazione”. Il fatto di averne ancora incorporata la particella nel termine riferito al Natale indica ancora affidamento verso l’origine, ossia il fatto che con il Natale viene celebrata la nascita della “luce”, il trionfo della luce sulle tenebre; il fatto che le giornate hanno iniziato ad allungarsi e si va verso l’esplosione della “vita” sancita poi con l’arrivo della Primavera. Questa tradizione è da sempre stata festeggiata in tutto il mondo. In italiano la particella “cristica” sparisce con ogni allusione superiore. Nasce l’aggancio a San Nicola, spostando il baricentro verso lidi “diversi”. Succede poi che, come testimonia lo “Spirito del Natale Presente” il quale viene fatto sedere su una montagna di “roba” materiale, il significato originale di questa “festa” della Vita trasla verso una identificazione del Natale con il consumismo. All’epoca in cui Dickens ambienta la sua opera la catasta sulla quale il “Natale presente” siede è caratterizzata da ogni ben di Dio relativo alle cibarie:

“Era la sua camera, proprio quella, ma trasformata mirabilmente. Pendevano dal soffitto e dalle pareti tante frasche verdeggianti, da formare un vero boschetto, di mezzo al quale le bacche lucenti mandavano raggi di fuoco vivo. Le frondi grinzose delle querce, dell'edera, dell'agrifoglio rimandavano la luce, come specchietti tremolanti; e una vampa così poderosa rumoreggiava su per la gola del camino, che quel gelido focolare non avea mai visto la simile a tempo di Scrooge e di Marley o per molti e molti inverni passati. Ammontati per terra, quasi a formare una specie di trono, vedevansi tacchini, forme di cacio, caccia, polli, gran tocchi di carne rifredda, porcellini di latte, lunghe ghirlande di salsicce, focacce e pasticcini, barili di ostriche, castagne bruciate, mele rubiconde, arance succose, pere melate, ciambelle immani, tazzoni di ponce bollente, che annebbiavano la camera col loro delizioso vapore”

Segno questo della grande miseria nella quale versava la comunità umana dell’epoca e “segno” dell’intento e della sensibilità dello scrittore nel propagandare ed evidenziare un simile stato di “abbandono” dell’uomo verso l’uomo:

“Il Canto unisce al gusto del racconto gotico l'impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l'analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poverty Law (Legge contro la povertà), comodo tappabuchi tanto inefficace quanto dannoso ideato dalle classi abbienti. Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens della società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo”.
Fonte: Wikipedia

Nel film della Disney il “Natale Presente” siede invece su una catasta di doni, regali impacchettati; segno del cambiamento dei tempi, del superamento della fame della società occidentale, ma della perdita di se stessi nella ricerca e nel possesso materiale delle “cose”; immemori degli altri uomini che ancora gravitano nelle medesime condizioni descritte ai tempi dell’opera di Dickens. Un vuoto di valori sul quale viene messo e “colorato” Babbo Natale. L’omone rosso che si celebra oggi non è più lo stesso “Spirito del Natale Presente” (che infatti viene agganciato al colore verde). Questa aberrazione la dobbiamo all’energia di svuotamento ed allontanamento dell’Antisistema. Tramite il consenso alle pratiche commerciali della multinazionale Coca Cola, abbiamo lo spostamento dell’originale “senso” del 25 dicembre verso una connessione al senso del ricevere un regalo. Dunque verso una resa pragmatica dell’energia superiore. Gli attori diventano tutti i genitori soprattutto e l’oggetto della “contesa” i bimbi di tutto il mondo “evoluto”. Ecco il piano delinearsi dall’ombra della confusione. Una strategia atta a svuotare di significato quel qualcosa di “sacro” che è scampato all’opera di annichilimento messo in atto sistematicamente nel tempo dall’Antisistema, al fine di fare sentire l’uomo incarnato sempre più immemore del proprio ruolo e della propria origine. L’obiettivo principe sono i bambini, “rei” di portare sempre nuova linfa vitale ad ogni nascita sulla Terra. Ossia coloro che rinnovano tramite la propria venuta al mondo, proprio come il senso originale della celebrazione oscurata, la speranza del “risveglio” dell’intera umanità. Il meccanismo è questo:
  • slittamento del significato dal “vero” senso del 25 dicembre (trionfo della luce sulle tenebre), nascita della “Luce” sulla Terra
  • verso la celebrazione di una festa legata al “consumo”, al fare/ricevere dei regali sempre più materiali (svuotamento anche del significato antico della celebrazione tramite svuotamento anche del termine in uso in Italia, dalla particella “cristica”)
  • aggancio dell’atto di ricevere un regalo soprattutto ai bambini, per permettergli di essere “felici” almeno quel giorno dell’anno (significato di restrizione della felicità e passaggio subliminale nella tenera “sfera” dei bimbi che “non si può essere felici sempre” perché Natale arriva una sola volta all’anno)
  • finale scoppiettante quando i genitori decidono di dire ai propri figli, oramai cresciuti, che “Babbo Natale non esiste”; ora sei grande e lo devi sapere, altrimenti i tuoi amici ti prendono in giro!) 
Risultato finale: il bambino non crede più al Natale e di conseguenza non crede più nemmeno al proprio risveglio perché ritenuto per “osmosi” tutta una finzione. Progressivamente si adatterà al velo di grigio che patina ed obnubila i nostri cuori. E ancora una volta la sua nuova energia rimarrà allo stato latente, controllata e spenta come fa Mr. Scrooge con lo “Spirito del Natale Passato”. La coscienza non riesce a sopportare tutto ciò e guarda altrove per non gravare il cuore direttamente, anche se il cuore cede ugualmente attimo dopo attimo. Lo “Spirito del Natale Presente” infatti muore giovane, perché per le persone dura solo poche ore. Il miracolo tuttavia succede ancora, infatti durante quelle poche ore le persone sono più leggere, più felici e presenti verso uno stato di partecipazione leggiadra al concerto della Vita. Seppure ai fini di fare o ricevere un dono, riescono ad esprimere sollevazione da uno stato di eterna preoccupazione per l’incerto futuro.

Cosa occorre fare? Secondo me occorre sganciare il matrimonio subliminale regalo = Natale e non far credere al bimbo che regalo = Natale, bensì svelargli il vero significato relativo alla “nascita della Luce”. E non “uccidere” lo spirito dei propri figli svelando che “Babbo Natale” non esiste, ma bensì rivelare che attraverso di loro “Babbo Natale” esisterà sempre come atto d’amore verso ogni bambino del mondo e non solo, egoicamente, verso i propri figli. Ossia utilizzare questa figura, oramai presente, in maniera tale da tornare a riempirla di significati antichi e preziosi. E tornare a dipingerla di verde come l’energia della Natura. E col tempo tornare a scindere Natale dalla nascita della “Luce” e celebrare le due “cose” in maniera sensata e svincolata dal concetto di possesso di un bene materiale. 
Non uccidiamo lo Spirito di ogni bambino giungendo al punto, celebrando la sua età, con una affermazione di negazione, morte, inganno, falsità come “Figlio mio devi orami sapere che Babbo Natale non esiste…”. Il bimbo coglie tutto questo “non senso” tramite una forte delusione e un distacco dal mondo della “magia” nel quale è stato avvolto sino a quel momento”…

Crescere non significa subire una lobotomia tanto grave!

È responsabilità di ogni genitore comprenderlo, perché ogni genitore è stato prima anche un bambino e si ricorda ancora cosa ha provato quando gli è stata “sbattuta in faccia” questa triste versione delle “cose”…
Insieme allo “Spirito del Natale” gli portiamo via l’aggancio alla Vita più sincera e passiamo il concetto che “mentire” è un atto giustificabile. L’uso che ogni figlio farà, poi, di questo concetto subliminale è un’arma devastante nelle mani dell’Antisistema…