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mercoledì 29 settembre 2010

L'Universo ci parla in ogni istante.






Prosegue il viaggio di SacroProfanoSacro - SPS, il concetto invertito di PSP – PlayStation Portable, un “diario da viaggio” in luogo di un “gioco da viaggio” che poi, nella sua essenza, descrivono la stessa "cosa" dal momento in cui le “vie”sono infinite.

Oggi sento la necessità di unire, "cucire" insieme il linguaggio sincronico dell’Universo che, come il respiro dell’Oceano, deposita sulla mia “spiaggia” quotidianamente ciò che le sue acque riflettono per me, attratte dal mio centro di attrazione. Spero possa essere d’aiuto per ritemprare gli animi in risonanza con il mio e per diffondere un po’ di leggerezza in coloro che si imbatteranno in me per infinite cause…


Il video di apertura è meraviglioso, come del resto l’intero film e la colonna sonora riesce davvero ad aprire il Cuore. Il suo testo è il seguente:

Tu pensi che io sia una selvaggia
mentre tu hai girato il mondo e questo io lo so
ma dimmi allor perché se selvaggia chiami me
ci sono tante cose che non sai, tu non sai.
Tu credi che ogni cosa ti appartenga
la Terra e ogni paese dove vai
ma sappi invece che ogni cosa al mondo
è come te, ha uno Spirito, un perché.
Tu credi che sia giusto in questo mondo
pensare e comportarsi come te
ma solo se difenderai la Vita
scoprirai le tante cose che non sai.
Hai sentito il lupo che ulula alla Luna blu
che sai tu della lince che ne sai
Sai cantare come cantan le Montagne
pitturare con il Vento e i suoi color
riscoprendo un po’ d’Amore nel tuo cuor.
Dai corri insieme a me nella Foresta
fa entrare un po’ di Sole dentro te
vedrai che non c’è bene più prezioso
e così la ricchezza scoprirai.
I Fiumi e i Lampi sono miei fratelli
e gli Animali sono amici miei
insieme nel segreto della Vita
in un cerchio che per sempre esisterà.
Chi sa la Vita cos’è
se la fermerai, neanche tu saprai
e non sentirai quel Lupo e il suo pregare mai
almeno fino a che non lo vorrai.
Non distinguer dal colore della pelle
e una Vita in ogni cosa scoprirai
e la Terra sembrerà solo Terra finché tu
con il Vento non dipingerai l’Amor.

Fonte: Color in the Wind (Pocahontas)

Mi sono giunti due messaggi che hanno contribuito a rasserenare l’animo in contrasto con gli “scogli” esistenziali. Ringrazio per questo Natyan:

Quando hai capito che la destinazione è "la strada"
e che tu sei sempre sulla strada "non per giungere a destinazione"...
ma per godere della sua bellezza e della sua saggezza...
la vita cessa di essere un dovere e diventa semplice e naturale...
una beatitudine in sè e per sè

Sri Nisargadatta Maharaj

Quando sei ispirato da un grande proposito,
da qualche progetto straordinario,
tutti i tuoi pensieri oltrepassano i loro confini.
La tua mente trascende le limitazioni,
la coscienza si espande in ogni direzione
e ti ritrovi in un nuovo, grande
mondo meraviglioso.
Le forze, le facoltà e i talenti addormentati
Si ridestano, ed ecco che diventi
Una persona molto, molto più grande
Di quel che avevi osato sognare.

Patanjali

Fonte: Studio Gayatri

Da Macrolibrarsi è giunta la consueta mail pubblicitaria, nella quale si parla di James Allen; eccola:

Caro Davide,


"Un uomo è letteralmente ciò che pensa, essendo la sua personalità la somma dei suoi pensieri".

Queste le parole con cui il pensatore e poeta inglese James Allen, capostipite della corrente del Nuovo Pensiero, rivela il modo in cui i nostri pensieri determinano il nostro destino e mostra come la mente, se ben indirizzata, possa influenzare positivamente sia l'ambiente in cui viviamo sia il comportamento delle persone che ci circondano.

Secondo l'autore, una vita ricca di amore e di successo non è il risultato di una cieca necessità o di un insieme di casualità, ma il frutto di uno sforzo costante capace, attraverso un corretto controllo dei pensieri, di metterci in sintonia con le potenze dell'universo, avvicinandoci alla perfezione divina.

James Allen è uno scrittore misterioso… Allen scrisse diciannove libri, un tesoro di pensieri e riflessioni che hanno ispirato e arricchito l’umanità dei suoi tempi e le generazioni successive.

Ecco un estratto di una sua opera - “Padroni del destino” - liberamente scaricabile dal sito Macrolibrarsi. Vale davvero la pena di leggere questo incipit che continua sul sito per motivi di lunghezza dell'articolo:

Possiamo paragonare la mente umana a un giardino, il quale potrà essere coltivato con intelligenza o lasciato incolto; ma in entrambi i casi, curato o abbandonato, un giardino deve generare, e lo farà. Se non vengono piantati semi utili, al loro posto cadranno in abbondanza gli inutili semi delle erbacce, e diffonderanno la loro specie.

Proprio come un giardiniere coltiva il suo pezzo di terra, togliendo le erbacce per far crescere i fiori e la frutta che predilige, così un uomo dovrà badare al giardino della sua mente, estirpando i pensieri erronei, inutili e impuri per coltivare fino alla perfezione i fiori e i frutti dei pensieri positivi, utili e puri. Continuando a seguire tale processo, prima o poi un uomo scopre di essere il giardiniere della sua anima, colui che dirige la propria vita. Rivela a se stesso le leggi del pensiero, e comprende con sempre maggior esattezza come le forze della mente operino nella formazione della sua personalità, delle circostanze e del destino.

Pensiero e personalità sono un’unica cosa, e considerato che è solo attraverso l’ambiente e le circostanze che la personalità può manifestarsi e venire a conoscenza di se stessa, le condizioni esteriori della vita di un uomo non potranno che rivelarsi in armonia con il suo stato interiore. Con questo non si intende sostenere che in qualsiasi momento le circostanze della vita di un uomo siano un indizio della totalità della sua personalità, bensì che quelle particolari circostanze siano legate così saldamente a qualche elemento vitale del suo pensiero da essere indispensabili allo sviluppo di tale personalità.

Ciascun uomo si trova dov’è in base alla legge della sua essenza; i pensieri con cui ha costruito la propria personalità lo hanno condotto fin lì, e nella disposizione della sua vita non c’è alcun elemento dovuto al caso, ma ogni fattore è il prodotto di una legge che non può sbagliare. Questo concetto è valido tanto per coloro che si sentono «in disaccordo» con il loro ambiente, quanto per chi al contrario ne è pago.

L’essere umano, in quanto creatura in continuo progresso ed evoluzione, opera dove può imparare a svilupparsi; e non appena comprende la lezione spirituale che ogni circostanza ha in serbo per lui, fa sì che questa scorra per lasciare il posto ad altri avvenimenti.

Finché l’uomo si considera come un prodotto delle condizioni esterne, è costretto a lottare contro le circostanze, ma nel momento in cui si rende conto di possedere il potere di creare, e la facoltà di controllare i semi invisibili e il terreno da cui nascono le circostanze, diviene il legittimo padrone di se stesso...


E ancora, dalla cara Amica Loredana, mi giunge del prezioso materiale su Mere. Chi era Mere?

Il suo nome d'origine è Mirra Alfassa (1878-1973) e nasce a Parigi da padre turco e da madre egiziana. Plurilaureata e di formazione scientifico-materialistica, interessata al mistero della Materia, approda presto in India dove vi rimarrà per il resto della sua vita sempre ricercando la verifica ad una straordinaria ipotesi: il nuovo salto evolutivo sarà cosciente e avverrà se saremo capaci, pochi o tanti, di liberare e di purificare le nostre cellule dal loro asservimento allo "stupido" e millennario programma di morte… Nel 1914 giunge in India dove conosce Sri Aurobindo. Con quest'ultimo condividerà per più di trent'anni la ricerca e la sperimentazione attorno al salto evolutivo della Specie.
Fonte: www.vedanta.it

Ecco un estratto dal "lavoro" di Mere che mi ha colpito:

Però sai è spassosa questa Coscienza.
Ha messo il corpo in contatto con quelli che desiderano la sua morte (non so se con tutti, ma certo con un numero notevole) ce ne sono dappertutto e il corpo li vede.
Li vede come sono, ma non se la prende, non gli fa più nessun effetto. E’ come se fosse protetto da tutta questa roba che gli viene addosso. Non gliene importa niente, anzi per lo più si mette a ridere...
E poi quella Presenza.. quella PRESENZA.

Le cellule sono come i bambini, quando la sentono, sparisce tutto tranne quella. Allora è come un sospiro di sollievo. All’esterno però non si vede niente; se il corpo soffrisse, sarebbe la stessa cosa. Se soffre, di solito non si lamenta mai; chiama e basta Chiama chiama… e chiama .

Anche se sa benissimo che è completamente inutile, e che se riuscisse ad entrare nell’immobilità, rientrare nel silenzio, basterebbe. E appena ci riesce.. Però non sono certa che tutti questi dolori che sente dappertutto non gli vengano proprio, non siano dovuti a tutte quelle cattive volontà. Sai la Terra è piena di cattive volontà, di solito appena coscienti...
Perché succede? Perché l’esteriorizzazione è cominciata così? Con l'inconscio con una inerzia quasi totale, e perché solo sulla Terra è diventata così? Perché mai ha dovuto cominciare così?

14 maggio 1969.
Mere ha una crisi cardiaca, ma dice a Satprem: Mi sono resa conto che era tutta una preparazione per (Mere indica il Cuore)... Ti dirò dopo, è estremamente interessante, però riguarda il Cuore stesso delle cose. Fra tre quattro giorni ti dirò.

Ci sono momenti in cui a volte sei in totale benessere a volte stai malissimo e le vibrazioni sono le stesse. Succede ad ogni minuto ad ogni istante per, ogni cosa.

Questa Coscienza mi ha mostrato come… Beh se questa coscienza qui assume un certo atteggiamento, allora ne avverte tutta la gioia e l’armonia. Basta che invece assuma un atteggiamento leggermente diverso (e Mere fa uno sbilanciamento verso sinistra) la spessissima cosa diventa quasi insopportabile. Esperienze così continue... Continue per mostrarci davvero come ci sia un'unica COSA importante, l’atteggiamento che assume la nostra coscienza. In parole comprensibili fai sparire l'Ego e sparisce la malattia. E ti accorgi se stai di qua o di là.

Lo vedo, il corpo ha bisogno di una preparazione molto seria e completa per sopportare l’esperienza senza, nessuna vibrazione di inquietudine, di paura, di... per mantenere una pace e un sorriso costanti.

E ancora Mere:

Una visione che affida un ruolo ad ogni religione in questo emergere dall’Inconscio fino alla Conoscenza divina. Non si tratta di una osservazione qualunque, marginale: ma di una visione.
Certo, può dare l’idea di una concezione mentale, ma non lo è, non lo è. E’, se vogliamo dire così, una necessità di sviluppo.

E’ una visione, che mette le cose AL LORO POSTO.

L’Islamismo ha rappresentato un ritorno alla sensazione, alla bellezza, all’armonia delle forme: una legittimazione delle sensazioni e della gioia nella bellezza.

Visto un po’ dall’alto non è, non è di una qualità tanto superiore; ma dal punto di vista vitale è di una potenza estrema: ecco cos'è che ha dato all’Islamismo un tale potere di diffusione, di conquista materiale, di dominio.

Quello che hanno fatto i Musulmani è bellissimo, tutta la loro arte è magnifica, magnifica. E’ stato un fiorire di bellezza.

Poi... ci sono le altre religioni una dietro l’altra.

Ognuna rappresenta una tappa nello sviluppo dell’uomo nel suo rapporto col Divino, non l'astrarsi da una realtà per raggiungerne un’altra (Buddismo). E’ il bisogno di totalità, dell’insieme, la causa del susseguirsi di queste religioni una dietro l’altra in questo modo. Visto così è molto interessante.


Invece di vedere le varie religioni dal basso, è venuta d’improvviso, da molto lontano, una visione d’insieme del processo: una visione di come si è organizzato con una coscienza così chiara e una volontà così chiara, di come ogni cosa avviene proprio al momento in cui è necessaria, affinché niente venga trascurato e tutto possa uscire, emergere dall’Incoscienza e diventare sempre più cosciente…

E allora, in questa storia immensa terrestre, il Cristianesimo assume il suo ruolo, il suo ruolo legittimo. E questo ha un duplice vantaggio: gli restituisce valore agli occhi di chi lo disprezza, e mostra a chi lo considera l’unica verità che si tratta solo di uno degli elementi di tutto il globale.

Ecco.

Ecco perché la cosa mi ha interessato. Perché è il risultato di una visione d’insieme che mi è venuta perché avevo cominciato a occuparmi delle religioni (ri- cominciato, dovrei dire, perché è un tema che in passato mi era estremamente familiare). Quando mi hanno fatto delle domande sugli Israeliti e Musulmani, mi sono messa a guardare e ho detto: ecco qual è il loro ruolo.

Ecco il loro ruolo, la loro ragion d’essere. E giorni fa mi sono detta: Toh è proprio vero! Visto così è di una tale evidenza! Il Cristianesimo rappresenta una riabilitazione del dolore quale mezzo di evoluzione della coscienza.


Così la frase di Aurobindo assume tutto il suo valore…

Il cristianesimo si è manifestato perché gli uomini si ribellavano al dolore e, per sfuggire al dolore cercavano di evadere dal mondo… Poi col passare degli anni, e con l’evolversi delle cose, ci hanno preso gusto a soffrire! E dato che il dolore lo amano (guarda come diventa chiara la frase di Aurobindo) ecco che allora “Cristo, è ancora appeso alla sua croce in Gerusalemme".

Così questa frase, rivela tutto il suo significato… Poi qualche riga più sotto le viene proposto di pubblicare sul bollettino qualcosa sul Cristianesimo, ma Mere risponde che il guaio è che ognuno vede la propria religione come quella contenente la verità esclusiva.

Veramente illuminante: grazie Loredana :)

Oggi va così, cari Amici, ho lasciato parlare l’Universo per me. Questi diversi messaggi o vere e proprie lingue, costituiscono un unico concetto, un unico filo conduttore, la trama che ha in serbo per noi il nostro centro d’attrazione. Il risultato che siamo adesso e l’indizio per seguire la via che ci trasmuterà in quello che saremo nel prossimo “adesso”.

James Allen, come molti altri, si esprime sinteticamente in questo modo:

"Un uomo è letteralmente ciò che pensa, essendo la sua personalità la somma dei suoi pensieri".

Facciamo attenzione a “chi è che pensa” tuttavia. L’Antisistema si è introdotto nei nostri inconsci. Il frattale è espresso dal pensiero di Joseph, descritto nel libro “Le radici familiari della malattia” di G.Athias:

“Noi non pensiamo, siamo pensati”.

È molto importante "capire chi è che pensa", perchè "siamo quello che pensiamo"! II mondo intero si uniforma a quello che pensiamo,

In questa frase si annidano significati a vari livelli e “chi vuole intendere comprenderà”…

Chi è che pensa? Siamo noi, dove per noi è la mente biologica? Ma seguendo un certo discorso al quale fa riferimento anche Steiner, attraverso il sangue ereditiamo i "conflitti"dei nostri avi.

Questi conflitti sono un qualcosa che è rimasto come “appeso” o coagulato e che va “disciolto”.

"Ciò che facciamo in Vita riecheggia nell'eternità" - Il Gladiatore.

Ciò che facciamo oggi e che ci rappresenta è un “volere” che giunge dal passato e che si miscela con il presente attraverso la nostra esistenza. Una esistenza nuova e carica di opportunità. Esiste un filo legato al Karma che probabilmente racchiude il tutto. Esiste la nostra particella adamantina instillata nel CuoRe, che ci rappresenta nello scorrere del reame del tempo e che ci identifica nell’eterna rappresentazione della Creazione. Ci sono molte variabili, per cui non è possibile dire che “noi siamo in un certo modo”; noi siamo in molti modi diversi, proprio perché siamo una confluenza di fattori diversi che si uniscono per “andare avanti”. Ogni volta è sempre qualcosa di nuovo e di diverso. È l’unicità che si manifesta dalla comunanza, anche dalla sofferenza che è stata.


La scelta è solo nostra nell’adesso: cosa decidiamo di fare ADESSO, "sapendo" che abbiamo ereditato un “carico” che ci ha costretti a percorrere certe direzioni? È solo sapendolo, avendone consapevolezza che possiamo essere noi stessi in maniera “centrata”. Tramite noi “parla” l’intera umanità!

La responsabilità che ne deriva è importante come lo è giocare per un bimbo

Il discorso di Mere sul Cristianesimo è stupefacente, almeno per me, che sono sempre stato “urticato” dalla sua presenza. Attraverso il pensiero di Mere riesco ad avvicinarmi un po’ di più alla sua “logica illogica”. È il Cristianesimo delle origini quello più vicino all’essenza, tuttavia quello che è diventato in seguito persegue uno scopo specifico, molto “duro”, ma a quanto pare inevitabile a causa del livello raggiunto dall’umanità racchiusa nella parte di mondo che gli compete; livello di cui, ho come l’impressione, che l’opera di S.Agostino riservi una visione del tutto particolare e degna di approfondimento.

È tutto opportuno e nulla è per caso…

Insieme siamo Uno.

Grazie