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mercoledì 17 febbraio 2016

Tu e “Tu” (2)

    
 
Se ci sei “tu, uno stagno e un sasso” e 1) tu tiri il 2) sasso, nello 3) stagno, succede che dal punto d’incontro tra sasso e stagno (superficie e massa acquea), prende “vita” un fulcro di attività che, in breve, si espande in ogni direzione, dando luogo – sulla superficie apparente – ad una serie di cerchi concentrici, in espansione, dovuti al fatto che il sasso scende, in profondità, liberando/smuovendo “energia” - facendo da centro - oltre all'oscillazione dell'acqua, dovuta allo scontro tra superfici).
Ergo, andando a fondo, il sasso genera una sorta di “ipocentro (vortice)”, che per le leggi in vigore – frutto della conseguenza – creano una serie di “onde di ritorno in/alla superficie”, che – a loro volta – alimentano nuova attività centrale, dalla quale si diparte un nuovo anello della figura concentrica complessiva, che ha attività temporale direttamente proporzionale alla quantità di energia posseduta e rilasciata dai corpi, post impatto.
  

Qualcosa che ha a che fare con le masse in gioco, con l’altezza dalla quale è piombato il sasso, con la sua velocità di crociera, etc.
Cadendo sulla terraferma, il meccanismo è lo stesso, però il risultato è funzione di un diverso tipo di impatto ed assorbimento, da parte del suolo. 
  
Ora, le onde concentriche si espandono, in teoria, in ogni direzione ma, usualmente, alla società umana interessano, soprattutto, quelle che 1) riesce a vedere (nello/sullo specchio d’acqua), 2) riesce a rilevare (strumentazione) e 3) quelle che la vanno ad interessare direttamente (effetti materiali, distruttivi, dannosi e/o positivi).
  

Nel fare questo, l’umano – mediamente - tralascia quelle onde che si espandono verso il cielo e lo Spazio, e quelle che proseguono in profondità, perché rientranti in un ambito meno diretto e meno visibile, rispetto alla manifestazione fisica che colpisce i sensi e l’orientamento sociale d’insieme.
Quindi, tu – abitudinariamente – tendi ad ignorare una buona parte di quello che accade, ergo ogni azione che porti a termine è sempre parziale, anche perché ti muovi in un ambito che la scienza deviata ha ristretto, rispetto alla sua più vasta portata “naturale”. 
   

giovedì 31 dicembre 2015

Evviva.


 
Si chiude un altro anno di/con SPS. E arriva il “nuovo” anno, ossia, ancora lo stesso “spazio”, chiamato solo in maniera diversa; con un altro numero sequenziale, a conferire l’apparenza che “ci sia movimento”.
Gli anni sono come i numeri dei conti correnti bancari:
artificiali e frutto di convenzione, alias, decisione unilaterale altrui (non sei mai tu, a decidere).
SPS è poco "romantico"? Piuttosto, SPS è... un "germicida".
Il Pianeta vortica e ritorna sempre su se stesso; come un nastro di Mobius, “non si muove affatto” girando sul posto.
Eppure, in questo movimento non movimento, la Terra gira anche attorno ad altro:
attorno ad un Sole, che si muove insieme a tutto il resto (a livello frattale espanso, il movimento su se stessi significa il "nulla di fatto che preserva la sostanza della situazione, esatta, nella quale sei. Mentre il movimento attorno a, designa la causa apparente che cela quella non apparente, la dipendenza, etc.).
Per farti un’idea di questa “sinfonia celeste degli elementi”, ci devi credere, ossia, “ti devi prestare al gioco di prestigio scientifico/religioso, che ti viene da sempre proposto”.
Di tappa in tappa, le scienze deviate hanno da sempre indottrinato ed auto intrattenuto la Massa, anche quando – oggi lo capisci meglio – “le sparavano grosse come palle da cannone”. Eppure, anche questa evidenza, non ti basta ancora – per mettere a fuoco – che dette “scienze ufficiali”, continuano a “spararle grosse ma, mai casualmente e cioè:
rispondendo ad un preciso input inconscio (clock), che colpisce ogni individuo che studia per diventare uno scienziato o un religioso, etc.”.
La causa (signore e signori): è la causa che sfugge sempre.
Ma, quale causa? Quale tipo di causa?
È persino logico che, in una struttura d’insieme regolata dal “possesso (in ogni senso)”, è la gerarchia che comanda.
Per cui, settore per settore, ci sarà sempre una causa ed il relativo effetto. Quindi, non esiste apparentemente la causa, bensì, le cause “qua, così”. E decifrare le cause, significaomettere di prendere in considerazione la causa.
Perché? Perché la causa è al centro (a monte) delle cause (a valle), risultando fondamentale nell’istituto della ricerca della causa, piuttosto che nella certezza del ritrovamento della causa. Capisci?
Spingendo tutto e tutti, ad avere una fede, speranza, certezza, credo, orgoglio, direzione, senso, amor proprio, "dottrina delle illusioni", etc., la causa mantiene se stessa al di là della possibilità di rintracciarla e ritrovarla. La causa è il Dominio, ovvio.
La ragione fondamentale della forma della realtà, riemersa nel sempre presente (perché continuamente rinnovato) status quo.
Se non ti accorgi della causa, non la sveli. La puoi solo “rivelare”, ossia, aumentare nella propria condizione di non manifestazione diretta.