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mercoledì 13 aprile 2016

C'è sempre qualcosa dietro.



A Carnevale cambi solo di maschera, ossia, “ti trasformi”. E… quando te la levi, al di sotto c’è né sempre un’altra:
quella che, usualmente, credi essere... “tu”.
Cosa significa “essere coerenti”?
Innanzitutto, 1) “da” chi/cosa? Poi, 2) “verso” chi/cosa?
La coerenza è, in primis, una corrente (stato) che scorre “da” te “verso” te, per mezzo dell’esterno di te.
È, quindi, nei tuoi confronti (da te) che deve alimentarsi e “guardare” la tua coerenza. In seguito, essa deve mantenersi stabile nella “memoria di te, in te”, pena lo squagliarsi come neve al sole.
Essere coerenti, dalla prospettiva di SPS, è… “mantenere la stabilità interno/esterno, relativa al potenziale frattale espanso, in quanto leva operativa – delegata – rispetto alla grande concentrazione di massa che, così, la utilizza come vero e proprio ‘strumento’”.
Coerenza "lato proprio" = grande concentrazione di massa.
Ovvio, con un simile “strumento, nelle ‘mani’”, ci puoi fare di tutto. Anche, dare luogo ad una “nuova” dominante, che – poi – è sempre la stessa (visto che tu fai solo da “portatore sano”).
La frattalità espansa è... “la caratteristica”, applicata al mondo intero e, dunque, alla realtà manifesta (di qualsiasi “estrazione”, dal reale potenziale, previa dominante).
Accorgersi di ciò, corrisponde ad una “chiave di lettura” di qualsiasi “cosa (dettaglio, insieme)”, perfettamente chiara, nitida, univoca (partendo da quel grado di coerenza, che l’osservatore/tu… pone come fattore normalizzante, costante, determinante, centralizzante, focalizzante, etc.).