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lunedì 11 settembre 2017

Un modello per tutte le “salse”.



La caratteristica ambientale infrastrutturale frattale espansa è... l’esempio.
Ciò che scambi, ormai “qua, così” per una sorta di banalità.
Ciò a cui non dai più peso, retta, significato. Ciò che ti attraversa, come uno “sciame di neutrini”... senza per/con questo destare la “tua” benché minima “attenzione, curiosità, consapevolezza”… 
La conseguenza (questo “tuo” atteggiamento) di ciò che “è già successo” (l'avvento della ragione fondamentale compresente, immanifest3, sotto dominante = sia dominante che sottodominante, sempre sotto – alla – dominante). 
Qualcosa di assolutamente già dimenticat3. 
Qualcosa di assolutamente sempre (sempre) ricordat3, anche se “qua, così”, dalla/nella similitudine “memoria frattale espansa”: 
una qualità della tri-unità "sistema operativo frattale espanso" (l’anello che permette la congiunzione In-Organica “intenzione, desiderio, idea, pensiero vs azione, fisica, ‘fare’, etc.”. 
Un programma. Una App. Un dispositivo. 
O, meglio, come (ti ricorda) un programma, una App, un dispositivo

mercoledì 26 luglio 2017

Tra i dubbi, la certezza.



Sei in una realtà manifesta che “viaggia” a più velocità; infatti, sopravvivi nei dubbi (tra teorie, futuro, “resurrezione” e destino) ma (ma) ti auto alimenti di certezze “fisiche”, ormai, quasi esclusivamente derivanti dal campo della tecnologia (la punta dell’iceberg della scienza deviata e del significato sotto dominante). 
S-oggettività, insomma.
Qualcosa che è tuo ma (ma) anche “tuo”, ossia, conseguente:
un mix “sensazionale” che non governi, avendo smarrito proprio il “senso” di tutto ciò che ti auto accade (la particella “auto” indica una sorta di automatismo post implementazione del “qua, così”, del paradigma, dello status quo avente – all’opposto dei “tuoi” dubbi – una specifica funzione, certezza, scopo, destinazione d’uso, pari all’interesse che puoi rilevare da/in qualsiasi ambito economico, finanziario, speculativo “qua, così”. 
Qualcosa che deriva senza ombra di dubbio da una “sorgente ‘a monte’”. E, quindi, qualcosa che ha una “genitorialità” del tutto immanifesta, per ragioni collegate allo stesso tipo di interesse, ossia:
controllare la forma reale manifesta “qua, così”, automaticamente, come se… fosse tutto naturale).

venerdì 21 luglio 2017

Morire è un po' partire.



Attorno a quali “cardini” ruoti e, quindi, sei apparentemente liber3 di…?
Ce ne sono molti, ma (ma) anche questo aspetto è apparente (essendo tutt3 gerarchico e determinato da un solo, unico, “punto/momento”). Per cui, apparente è:
sia che sei liber3 di…
sia che hai compreso che…
Allo stesso tempo/modo, esistono dei “segni” di questa “tua” condizione “qua, così” e… di ciò che ti “auto” mantiene in questa “forma sociale ‘qua così’”. 
Uno di questi segni è, ad esempio, la compresenza di “segreti”
Quando esiste anche un solo segreto, il significato è rintracciabile “attorno” a questa massima:
qualcosa (qualcun3) ha già preso un vantaggio sul resto dei propri simili.

venerdì 14 luglio 2017

Passegger3.



Tu “qua, così” incarni molti aspetti allo stesso tempo. 
Ma (ma) - allo stesso tempo - significa che qualche aspetto “ha la meglio” su qualche altro
Per la verità, l’ordinamento è gerarchico. 
Una caratteristica che puoi desumere, semplicemente, osservando al tutt3. 
Se (se) la gerarchia non ti è chiara, di conseguenza, non hai nemmeno l’idea del come/dove sei auto orientat3 e dirett3.
Nella sostanza, sino a quando rimarrai nell’AntiSistema “tu sei un/una passegger3”. Gli automatismi, come il “tuo” inconscio, provvedono a veicolare e sbrigare il “traffico”, senza che questo costituisca un problema per te, che rimani “liber3” di…
Ciò che definisci “esperienza” è – “qua, così” - come nutrirti di una “essenza al sapore di ciò che pregusti”, nel senso di… una rappresentazione in scala del significato autentico del “sogno”.
Il virtuale e la realtà aumentata (impoverita) ti dimostrano proprio, in chiave frattale espansa, ciò che “è già successo”:
un susseguirsi di sciagurati eventi, il cui tempismo sembra quasi intenzionale”.
Mr. Robot

giovedì 22 giugno 2017

Il “significato” (5).



La coerenza è un atteggiamento
Si può pensare che sia una “qualità”, in qualche modo, dispersa nell’aria. Che qualcun3 respira, mentre, qualcun altr3, no. Cioè, si può pensare alla coerenza come a qualcosa di casuale, di stranamente meritori3, di assegnat3 da dinamiche sconosciute e da logiche quantomeno misteriose. 
Invece, sostanzialmente, la coerenza “è”… uno stato proprio interiore, a livello universale (potenziale).
Qualche “rigo di codice”, di programmazione? Qualche configurazione neuronale o lascito ereditario genetico? Il frutto dell’esperienza tua, “tua” e consanguinea? La conseguenza interna di una compressione esterna? 
Perché (quando) una persona è definibile come “coerente”?
In seguito a quali azioni? Secondo quale prospettiva? Attraverso quale “morale (riferimento)”? 
È la distanza temporale, tra il “detto e fatto”, che permette di delineare sostanzialmente la figura altrui
È il proprio comportamento (“fatto”) nell'atteggiamento coerente con il “detto”, che ricava “per contrasto” il rilievo della in-coerenza. 
Ma, come al solito, “qua, così” una persona può essere – allo stesso tempo – coerente ed incoerente, rispetto ad una serie infinita di “valori (riferimenti)”.