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lunedì 12 gennaio 2015

La visione è una memoria.



Il principo di (ri)formazione: un eco (ri)cordo.
C’erano dei dubbi? A proposito di cosa? Beh… a proposito della “fine” che attendeva i “terroristi islamici” di Parigi. La morte era dietro l’angolo. Ciò che (ri)accade, sempre, a tutti i “fenomeni mediatici”, attrezzati per l’occasione di turno dal medesimo tipo di “controllo”.
Qualcosa d’insieme, che rende la (sud)divisione tra Stati e relative convinzioni (appartenenza), come un “bruscolino nell’occhio”, nel senso che:
  • il controllo è uno ed unico
  • mentre
  • gli Stati “servono” il principio unico (scenografia)
  • con (d)entro tutte le persone (recita).
Gli umani sono dei (ri)tornanti, ma non lo (ri)cordano più, tranne coloro che fanno di questa verità, un segreto, grazie al quale poter inscenare questo modello di realtà tanto (s)fuggevole, misero, sofferente.
Il morire sembra, allora, come qualcosa di tremendo, di a sua volta… “unico e definitivo”.
Chi uccide, uccide per sempre?
Questa è una logica alternativa alla “tua”. Non serve il giudizio, in SPS. Non “serve niente e nessuno”. Evitalo e potrai godere di una visione prospettiva differente dalla solita.
Non sono Charlie, sono Ahmed, il poliziotto ucciso. Charlie ridicolizzava la mia fede e la mia cultura e sono morto difendendo il suo diritto a farlo”.
Dyab Abou Jahjah
Parigi, finisce l'incubo: uccisi i 3 terroristi, uno in fuga. Morti 4 ostaggi…
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SPS te lo ripete (da) sempre:
che cosa sai?.