Visualizzazione post con etichetta Senza Alternativa Sostanziale.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Senza Alternativa Sostanziale.. Mostra tutti i post

giovedì 19 maggio 2016

Delegarti l'idea di decidere, non è decidere ma conseguire.



"Sono un socialista e un liberale e quando sento dire che il Pd sta con le lobby non lo accetto. Anche se ogni tanto mi viene il dubbio che non sia davvero così".
Pierluigi Bersani 
È questo posto. Non mi permette di trovare un equilibrio”.
High-Rise
Riesci a ricordare? 
Puoi ricomprendere, in te, che la “forma” possa avere la meglio “su di te”?
Conservi ancora un vago senso di quello che “è già successo”, dal momento in cui si è manifestato, realmente, il “qua, così”.
Lo conservi, in te, ma… sembra che tu non sia più in grado di fartene, in pratica, nulla. Tanto risulti sfasato/a, rispetto a te stesso/a “lato tuo, centrale”.
Per questo, “ogni tanto (ti) viene il dubbio…”. Tu “non accetti”, un certo modo di vivere (essere) ma, convenzionalmente, ti adegui, adattandoti di conseguenza e smarrendo il tempo, in cui eri “diverso/a, da ora”.
Il punto di presente, sempre attuale, è una forma frattale espansa di “fotografia, in movimento”:
un fermo immagine, animato (qualcosa che non capisci e non ricordi, anzi, non ricordi e, dunque, non capisci).
Osservati riflesso/a nei panni, ad esempio, di Bersani (di “quello che afferma, simbolicamente”):
  • puoi giungere a concepire una personalità tanto “intelligente, sagace, capace, esperta, adatta a quel tipo di ruolo, etc.”, che – allo stesso tempo – non ha ancora le idee chiare, relativamente al “giro del fumo, non solo politico”?
  • il suo “dubbio” è una chiara denuncia. E, ciò, corrisponde al massimo che si può permettere, prima di perdere il suo attuale “privilegio”
oppure, se meglio preferisci
  • ciò corrisponde al rendere "misurabile", la portata dell'incantesimo, nel quale "è" sia Bersani, che te...
  

lunedì 4 gennaio 2016

Senza alternativa.


 
È arrivato il2016
Cioè? Che “cosa” è arrivato?
Niente di concreto ma, “solo” convenzione apparente. Nuovo "spazio". Si è aperta un’altra casellina, da “ricordare” e poi – inesorabilmente – da “dimenticare”, allorquando arriverà il 2017.
Che cosa ricorderai del 2016? Quello che non scorderai.
Che cosa ricordi del 2015?
Ricordi quello che rimane impresso consciamente in te e ciò che a livello inconscio si fissa in modi, maniere e strategie diverse.
Se i “modi e le maniere” sono relativi/e a… vicissitudini, le “strategie (gerarchiche)” le respiri con l’aria… visto che non registri affatto la compresenza non manifesta del Dominio.
Che cosa hai già scordato del 2015
Tutto ciò che ti sembra sempre attuale (la cronaca fiume non la dimentichi; dimentichi "la sostanza del dettaglio", del come la cronaca è diventata attuale), ma che – in realtà – cambia, anche se tu supponi sia sempre uguale.
Nel fare ciò, ti sfugge la portata della memoria più ampia che, così, si “scorda”... piuttosto che altro.
Nel ritenere sempre la stessa cosa, ad esempio, la “lotta al terrorismo”perdi il dettaglio (monte, causa, ragione) a favore della “notizia eclatante (scoop, sensazione, attrazione e deviazione) e, nel dettaglio, si cela una versione della storia fatta di episodi sottili (anche brutali ed evidentemente parlanti una lingua che il Dominio preferisce che tu non ricordi, in quanto essa è foriera di un tipo di analisi, più profonda, affine all’analogia frattale – la “lente” per ricomprendere la frattalità espansa) e strategici, dominanti.
Non è sempre “la stessa cosa (modi)”, che accade nella modalità “qua, così”... pur essendo la "stessa cosa" a livello sostanziale, frattale espanso, dominante.
 

martedì 20 ottobre 2015

Le previsioni dimenticate per incanto.



Ciò che (1) "leggi", poiché (2) cerchi (attrai) e non... trovi, ma (3) ritrovi di conseguenza (4) perché “ti viene dato”… quanto “vale”?
Quanto incide sulla “tua” Vita?
E… per quanto tempo lo ricordi?
Se lasci perdere “tutto il fumo”, (5) la Vita non è “tua”, (6) perché è una incisione altrui e (7) ciò che ti succede “vale sempre (perchè... contratto), anche se, poi, tu non ricordi affatto che è successo e c’è ancora”.

Prendi atto di certe “previsioni” e di come (8) sia successo solo quello che doveva succedere, alias, (9) quello che era nelle corde del Dominio, mentre tutto il resto – col quale “pensi di nutrirti” – (10) vale nella misura in cui “sei a teatro, in un teatro Globale, mentre assisti ed allo stesso tempo… interpreti la ‘tua’ parte, che ti è stata assegnata secondo modalità del tutto insospettabili e dimenticate per asfissia abitudinaria e programmazione inconscia ‘respirata con l’aria’”.
Per cui “quanto vale”? Vale per sempre, anche al di là della “tua” capacità di ricordare... come qualsiasi “cosa” sia potuta succedere, iniziare, perpetrarsi e perpetuarsi “senza di te”.
   

lunedì 19 ottobre 2015

Senza alternativa per ragioni storiche di convenienza.


 
Ti sei abituato/a a “leggere e vedere (vivere)” in modalità “osservazione (intrattenimento)”. Come se (come se…) tutto fosse “spettacolo, finzione (fantascienza), gossip, civetteria (politica e diplomazia)”. Come se (come se…) tutto fosse estraneo rispetto alla realtà manifesta, che “hai tutto attorno a te” e che “ti ruota attorno (dentro e fuori)”.

Che cosa reputi, allora, “finto” e che cosa, altresì, “vero”?
Sono vere le tasse che “devi pagare”. È vero il canone Rai. È vero il “tuo” lavoro. Sono vere le “tue” incombenze quotidiane, fatte di corse “casa, chiesa e lavoro”. È vero il risultato della “tua” squadra di calcio del cuore. È vero Renzi e Draghi. È vero che “devi andare al lavoro”. È vera la “tua” casa e tutto quello che la riguarda. È vera la “tua” famiglia, i “tuoi” figli, “tua” moglie. Sono vere le “tue” responsabilità sociali.
È vero il “tuo” divertimento, gli amici del bar, la gita fuoriporta la domenica, le feste comandate, le note sul diario, il sesso, etc.
È “finto” tutto il resto. Ma che cosa è “tutto il resto”?
E cosa significa “finto”?
  • tutto il resto = ciò che non ti sembra incidere più di tanto sulla “tua” Vita
  • finto = ciò che ti sembra “futile, inutile, fuori luogo, distaccato da te”.
Una trama di un film è “finta”, un romanzo è finto, la poesia, la storia di chi ha “perso”, coloro che sono caduti nella dimenticanza della storia, etc.
Per cui, anche SPS ti sembra “finto”. Perché SPS racconta una versione delle “cose”… che è più fantascienza, romanzo, “gossip/telenovela” piuttosto che “realtà/verità”.
Poi c’è la dimensione paura e scaramanzia; il “toccare ferro” al fine di non attirare su di sé ciò che si è appena letto o visto. Ciò che accende la speranza che “non sia vero, ciò che viene raccontato”.
C’è una logica e una viva intelligenza nel “tuo” modo di fare. Qualcosa che è un mix gerarchico tra “vero e falso”, interpretato secondo una tabella di convenienza, convenzione… basata sulla constatazione di quelli che sembrano i “fatti”. Ossia, su una versione della storia e dell’auto osservazione  che è sempre sotto all’egida di un modello esistenziale volto alla sopravvivenza.
Carpe diem/cogli l’attimo. Sì. Ma per far ché?