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venerdì 12 giugno 2015

Lo spazio della felicità.


Quanta "felicità c'è... in te", da/in un simile spazio a disposizione?
Ogni giorno, per più volte al giorno, mangi e beviqualcosa (diciamo, sempre le stesse cose, anche se ciclicamente distribuite nel corso della settimana… di ogni settimana).
Non hai alternativa praticabile “corrente termine”.
Ok? Questa non è una fantasia:
questo è un dato di fatto.
Ora… da un simile “collo di bottiglia… che cosa passa”? In che modo? Perché? Come? Quando? Dove?
Sono tante domande, ovvia(mente), dalle risposte che sembrano (di)pendere da un mix di fattori, sia personali che collettivi.
Il tuo complesso “bio psico fisico organico” (corpo, mente, spirito), si è abituato, “qua, così”, a nutrirsi per mezzo di sostanze che “ti (ri)fornisce la natura” e – via via – anche per mezzo di sostanze artificiali, che “ti (ri)fornisce l’industria”
Qualcosa che diventa anch’esso un mix, tra natura ed artifizio (lavorazione). Qualcosa che (p)arte sempre dalla natura, per miscelare insieme sostanze che naturali sono "sulla carta" (pur rientrando sempre nel piano della natura, in quanto “natura è: tutto ciò che ritrovi… in natura”).
Da questa prospettiva, perdendo la memoria collettiva, il genere umano di “fra mille anni”… scambierà per naturale qualsiasi “escrescenza Ogm” presente in natura (ossia, nell’ambiente Planetario disponibile e visibile).

Ciò che (ri)trovi in natura, non è detto che sia “naturale… per te”.
Ma, SPS si rende conto che, la natura è un concetto – reso alla moda - dall’utilizzo di un termine del linguaggio, sviluppato per auto stanziamento nel piano di contenimento umano d’insieme (il reale manifesto).
È l’abitudine che ti porta a… sviluppare l’idea della natura, della naturalità, della naturalezza, etc.
Abitudine ed “ignoranza” (ossia, il non sapere perché non si “vede” o non si “vuole credere a…”).
Eppure, (d)entro al grande calderone lessicale dei termini (interfaccia del linguaggio), viaggiano idee proprie, che fanno dell’umano “un essere con(vinto) di… anche se...”.
"(D)entro a/in…", gli individui si credono/sentono “unici, di(versi), speciali, migliori, etc.”. Ed, in questo, si prestano e “prestano il fianco” a manipolazioni d’ogni tipo, di provenienza d’insieme, o meglio, di provenienza da ciò che controlla la formazione dell’insieme. Qualcosa che la scienza deviata, (s)cambia per “campo morfogenetico”. He He…
 

mercoledì 11 marzo 2015

Nella sostanza... la trasmissione.



Con il Qe, della Bce, sembra facile capire che... anche la Borsa italiana si "(ri)alzerà". Ma?
"Inademplenti non est adimplendum"… una delle due parti di un contratto può non adempiere ai propri obblighi se l'altra parte si rifiuta di adempiere ai suoi…
Link
Cosa è stato pattuito, a livello di "contratto"? O, meglio, “cosa è stato scritto, nel contratto?”.
Cioè, non “cosa è stato deciso/capito dalle parti”, ma… “cosa è stato sancito dalle/tra le parti”.
La legge non ammette ignoranza”. Quale legge?
Tutto è vero” (Prima legge di SPS)…
Tutto è uno nel terzo stato” (Seconda legge di SPS)…
Dalle quali si ricava:
Tutto è relativo a…” (livellamento).
Ergo:
  • la realtà (di)pende
  • è un piano inclinato
  • è gerarchica
  • è funzionale
  • è complessa, nel senso di… nidificata, tendente alla “strategia della non manifestazione del principio pulsante”.
Perché “qualcosa d’insieme” dovrebbe avere simili caratteristiche?
Per “logica”:
  • perché è un esperimento
  • perché è uno scenario
  • perché ha un interesse
  • perché ha un senso.
Cioè:
affinché tutte queste caratteristiche possano auto avverarsi
occorre che esista un attore principale (ma non Dio, che è e resta una invenzione di comodo)
la causa che sfugge ai livelli di reale, che esistono nella misura in cui esiste il loro principio causale, non manifesto.
La fisica quantistica ti dice che:
l’osservatore, nell’atto dell’osservare, modifica la realtà osservata.
Questa è la traccia frattale che per(mette) di (ri)salire la “corrente”. Questo “filo”, che si lascia (in)dietro, ti conduce all’uscita del caleidoscopio del reale e/o dei reali (im)possibili.
Metodo indiretto = similitudine; se… questo, allora… questo “è”:
  • i nostri biscotti non sono preparati con “xyz”.
Cioè:
nei biscotti, usual(mente), c’è “xyz”.
Ora lo sai (in)diretta(mente):
come mai c’è (d)entro “xyz”, visto che la portata dello spot della casa di biscotti senza “xyz” è tale da far capire che “xyz” è dannoso per te (la tua “salute”)?
Interesse.
Esperimento.
Controllo.
A che pro?
Perché mancano le risposte anche al livello “main/principale”?
O, forse, perché tutto ciò che credi da sempre come reale, è solo un “business”...
 

lunedì 9 marzo 2015

Lo spazio comune agli dei e agli uomini.


Modello Far West.
Negli anni '60, lungo la sponda sinistra del fiume Sesia, ad una profondità di circa 2,5 metri, è stata rinvenuta una grossa pietra scritta con incisioni in lingua latina e lingua celtica.
Il testo in latino riporta la seguente frase:
finis
campo quem
dedit Acisius
Argantocomate-
recus communem
deis et hominibus
ita ut lapides
IIII statuti sunt
(Confine del campo che diede Acisio Argantocomatereco, comune agli dei e agli uomini, così come le quattro pietre sono state poste).
Segue il testo in lingua celtica...
Link

Comune agli dei e agli uomini…”:
  • uno spazio
  • lo… Spazio
  • lo scenario terre(stre/no) - circuito primario - che per(mette) l’esperienza nel/del potenziale.
Che cosa è “comune” fra tutti? La frattalità espansa, ad esempio.
Quella legge/strumento che puoi “afferrare” per analogia frattale, pensando alla pioggia ed alla causa della pioggia. Pensa ad una pioggia che colpisce tutto il Mondo e che, ubiqua(mente), redistribuisce il proprio carico, fatto delle proprietà del… “cielo”.
Oggi, non ci sono le condizioni per scrivere nella consueta modalità, per cui… l’articolo odierno sarà più breve ma, non per questo, sarà meno centrale.
Il percorso di/in SPS sta assumendo una fisionomia essenziale sempre più precisa. Se “ci sei”, te ne puoi accorgere anche da te.
La “cura” a/per questo tipo di reale (ri)emerso, è (ri)affiorata insieme allo scenario stesso (virus e antivirus), perché ogni (ri)forma di realtà germina dal potenziale che, ha in sé il “tutto” (malattia e cura, causa ed effetto). Qualcosa che nasce da uno stato di perfezione (potenziale), è sempre di per sé… “perfetto” (ossia, completo/a).
Il terzo stato è la quintessenza della dualità, la sua trascendenza (alfa e omega).