Visualizzazione post con etichetta Trasformazioni.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Trasformazioni.. Mostra tutti i post

mercoledì 13 aprile 2016

C'è sempre qualcosa dietro.



A Carnevale cambi solo di maschera, ossia, “ti trasformi”. E… quando te la levi, al di sotto c’è né sempre un’altra:
quella che, usualmente, credi essere... “tu”.
Cosa significa “essere coerenti”?
Innanzitutto, 1) “da” chi/cosa? Poi, 2) “verso” chi/cosa?
La coerenza è, in primis, una corrente (stato) che scorre “da” te “verso” te, per mezzo dell’esterno di te.
È, quindi, nei tuoi confronti (da te) che deve alimentarsi e “guardare” la tua coerenza. In seguito, essa deve mantenersi stabile nella “memoria di te, in te”, pena lo squagliarsi come neve al sole.
Essere coerenti, dalla prospettiva di SPS, è… “mantenere la stabilità interno/esterno, relativa al potenziale frattale espanso, in quanto leva operativa – delegata – rispetto alla grande concentrazione di massa che, così, la utilizza come vero e proprio ‘strumento’”.
Coerenza "lato proprio" = grande concentrazione di massa.
Ovvio, con un simile “strumento, nelle ‘mani’”, ci puoi fare di tutto. Anche, dare luogo ad una “nuova” dominante, che – poi – è sempre la stessa (visto che tu fai solo da “portatore sano”).
La frattalità espansa è... “la caratteristica”, applicata al mondo intero e, dunque, alla realtà manifesta (di qualsiasi “estrazione”, dal reale potenziale, previa dominante).
Accorgersi di ciò, corrisponde ad una “chiave di lettura” di qualsiasi “cosa (dettaglio, insieme)”, perfettamente chiara, nitida, univoca (partendo da quel grado di coerenza, che l’osservatore/tu… pone come fattore normalizzante, costante, determinante, centralizzante, focalizzante, etc.).
  

giovedì 13 settembre 2012

Vivere nell'inerzia dell'Uno: fluire.




A volte sembra accadere, al nostro insieme/individuale, una sorta di espansione del raggio d’azione del potenziale accessibile

Ciò è coerente con quanto sviluppato ed espresso, in SPS, in relazione al concetto di Libero Arbitrio; ossia come ad un meccanismo riferibile ad una struttura cerchio centrica dell’accessibile, apparentemente non comunicante tra compartimenti stagni (cerchi di livello/potenziale), tuttavia gestita da una capacità osservante superiore (punto di Coscienza o d’Anima). 

Quando ‘siamo pronti’, accade qualcosa di molto simile ad uno ‘sblocco’, paragonabile allo scatto di una serratura che si apre, permettendo di accedere ad un livello successivo della potenzialità insita nella conoscenza/esperienza (cerchio/livello superiore successivo – next step).

La particolare conduzione esistenziale, a cui sto dando ampio e libero respiro da qualche anno a questa parte, sta veicolando il mio ‘centro’, ad un livello ‘altro’ di usualità, rispetto a tutto quello che contraddistingue il 'già vissuto'. Da questa ottica, comprendo che la possibilità esplorata sotto forma di esperienza, è determinata da un mix di fattori, tra i quali, non ultimo, è certamente l’incrocio tra il nostro ‘consenso conscio/inconscio’

Decidiamo autonomamente se ‘siamo pronti’ per il ‘next step’?

Sì e no allo stesso Tempo. 
  • Sì, perché una parte del processo è conscia, ossia richiede l’autorizzazione conscia, previa una decisione tangibile rispecchiata nella conduzione esistenziale, che affiora nella consuetudine di tutti i giorni (un cambiamento evidente nella/della nostra Vita)
  • No, perché una parte del processo è inconscia, ossia attende l’autorizzazione inconscia, derivante dalla somma logica di ogni fattore concorrente al nostro peso specifico sottile/non locale (uno scatto evolutivo/spirituale, ossia un cambiamento nel/del nostro spettro interiore).
Sono esclusivamente 'io' alla guida della miaVita? 

Sì e no, allo stesso Tempo. Trattasi di una combinazione di fattori/eventi. Dipende dalla prospettiva e dalla convenzione che utilizziamo per esprimerci, ossia dal tipo di linguaggio/interfaccia, che scegliamo per comunicare con altre proiezioni simili a noi: 

con i nostri ‘simili’, ossia ‘gli altri’, che ci riflettono costantemente mentre, allo stesso Tempo, sono riflessi da noi, come nel dare Vita e sostenere uno scambio reciproco di informazioni sullo stato del cammino individuale e collettivo (una bussola).

Mi rendo conto, dopo quasi tre anni di scrittura continua in SPS, che la mia struttura percettivo esistenziale, è cambiata, mutando attraverso l’uso continuo della facoltà descrittiva, come in seguito alla manutenuta coerenza nell’aggiornamento di un diario personale. Avendo lavorato così intensamente per questo periodo di Tempo, ho come autorizzato attraverso una scelta ‘fisica’, lo scaricamento costante degli aggiornamenti relativi alla sfera evolutiva/conoscitiva in atto, come respirando nell’inerzia derivante da un movimento superiore in corso d’opera. La similitudine è relativa all’accettare un passaggio lungo la via, andando oltre al timore provato in termini di ‘difesa automatica personale’. Oppure camminare lungo una strada e, quando passa un Tir nella nostra stessa direzione, approfittare per correre al massimo della nostra capacità attuale: 

quella forza maggiore, derivante dal processo d’inerzia ad opera della scia della colonna d’aria smossa dal Tir, è un caldo accompagnamento verso l’espansione del campo del possibile a cui stiamo dando il nostro assenso, appunto, correndo, ossia attraverso una autorizzazione conscia/fisica.

Andare ‘a gonfie vele’, si dice. Ossia, nella giusta direzione, se pensiamo che la Vita non sia solo un controllo della nostra parte razionale/logica. Occorre sviluppare la sapienza del ‘lasciarsi andare con fiducia’ sulle onde del mare, sulle ali del vento, scivolando fluidi piuttosto che arrancando controtendenza…

Persino un computer domestico chiede l'autorizzazione utente al download degli aggiornamenti, sviluppati e messi a disposizione da 'altri'...

Abbiamo visto, ieri, che i nostri emisferi si alternano alla guida del nostro veicolo, secondo un ritmo Ultradiano di 90 minuti. Destro, sinistro, destro, sinistro, etc., come per dare luogo ad un cambio prospettico costante ad immagine e somiglianza della sinfonia biodiversa sempre all’opera nell’intero Universo

Ossia, noi siamo potenzialmente diversi ogni 90 minuti:
  • più razionali/logici/chiusi
  • più creativi/paradossali/aperti.
Ogni 90 minuti circa, noi siamo potenzialmente 'altro', rispetto a prima. 

Cioè, siamo più o meno propensi a… prendere in considerazioni aspetti biodiversi della Vita. Ciò dimostra che le probabilità di aggancio di un nuovo paradigma, sono sempre perlomeno alla pari (50%) con quelle relative a rimanere nel cerchio dell’abitudine. Ovviamente, le due modalità recano sempre con loro la stessa proprietà duale dell’energia 3d (Yin/Yang):
  • la razionalità ossessiva veicola, alla lunga, alla creatività per induzione, stress, esaurimento, entropia, sfogo
  • la creatività ossessiva veicola, alla lunga, alla razionalità per induzione, troppa libertà, confini aperti, smarrimento, necessità di paletti a cui appigliarsi.
La trasformazione personale, a cui sto accennando, è relativa alla sfera multidimensionale dell’essere. Sto iniziando a ragionare in un altro modo, rispetto a qualche Tempo fa, ossia in maniera stratificata/sincronica, secondo lo schema di massima solito:
  • piano fisico
  • piano metafisico
  • piano Divino.
Allo stesso Tempo, triangolando da questi livelli, mi pongo di fronte alla Vita

Attraverso il dispositivo dell’Analogia Frattale, mi muovo poi di conseguenza, scegliendo di ‘essere nelle 3d’, ma tenendo in considerazione anche la media scaturente dall’insieme dei livelli. Il dato di fatto è relativo alla consapevolezza raggiunta, maturata e fissata nelle 3d.

È come dialogare al bar, scegliendo consciamente un livello 3d, ma essendo sempre pienamente consapevole della scelta effettuata e sempre in grado di variare il livello della comunicazione a proprio piacimento. È come osservare la piantina tridimensionale di una casa, piuttosto che limitarsi a vederla così come i sensi 3d ce la descrivono. È un processo molto simile al concetto di ‘multitasking’ emerso per il Mondo delle intelligenze al silicio.

In informatica, un sistema operativo con supporto per il multitasking (multiprocessualità) permette di eseguire più programmi contemporaneamente

se, ad esempio, viene chiesto al sistema di eseguire contemporaneamente due processi A e B, la Cpu eseguirà per qualche istante il processo A, poi per qualche istante il processo B, poi tornerà ad eseguire il processo A e così via.

Il passaggio dal processo A al processo B e viceversa viene definito 'cambio di contesto' (context switch). Le decisioni riguardanti l'esecuzione di un cambio di contesto tra due programmi vengono intraprese da un componente del sistema operativo, lo scheduler, il quale invierà le proprie decisioni ad un altro modulo del sistema operativo, il dispatcher, che eseguirà effettivamente il cambio di contesto. 

A seconda di quale strategia di servizio (algoritmo di scheduling) venga seguita, lo scheduler controlla la ripartizione del tempo di Cpu tra tutti i processi attivi.

Esistono due principali tecniche di controllo di termine e pausa del multitasking: il vecchio senza prelazione (cooperative) e il nuovo con prelazione (preemptive). Ma, oggigiorno, la vera potenza del Multitasking risiede solo nell'algoritmo di scheduling usato.

Il multitasking.
Esistono principalmente due tipi di multiprogrammazione:
  1. Tipo batch: in cui non c'è interattività con l'utente. L'obiettivo di questo tipo di multiprogrammazione è la massimizzazione delle prestazioni
  2. Tipo time-sharing: in cui si permette a più utenti di utilizzare contemporaneamente e interattivamente lo stesso sistema, massimizzando la praticità d'uso, a scapito delle prestazioni.
Per grado di multiprogrammazione si indica la capacità di un sistema di poter eseguire più processi in memoria.

Multitasking senza prelazione (cooperative).
Detto anche multitasking cooperative, in questo caso i programmi cedono volontariamente il controllo al sistema operativo una volta finita l'operazione in corso... Il vantaggio maggiore di questo metodo è che non ha bisogno di supporto hardware e si può implementare su ogni tipo di architettura. Il grave svantaggio è che un singolo programma che si rifiuta di cedere il controllo, o che si ferma per qualche errore, può bloccare l'intero computer in quanto il sistema operativo non ha modo di riprendere il controllo da solo. Più precisamente lo scheduler senza prelazione attua un cambio di contesto solo in circostanze quali:
  • il passaggio di un programma dallo stato di esecuzione allo stato di attesa
  • il termine del programma stesso.
Multitasking con prelazione (preemptive).
La prelazione è l'atto di interrompere un programma a prescindere dalla volontà del programma stesso, ciò avviene grazie a delle particolari strutture hardware integrate nel microprocessore, che automatizzano il cambio di contesto (context switch): 

in questo caso non solo lo scheduler interviene nelle circostanze previste da uno scheduler senza prelazione, ma anche in casi quali:
  • il passaggio di un programma dallo stato di esecuzione allo stato di pronto per essere eseguito
  • il passaggio di un programma dallo stato di attesa allo stato di pronto per essere eseguito.
Un multitasking con prelazione (preemptive) non può quindi essere implementato se la piattaforma hardware non mette a disposizione gli strumenti necessari, ma in compenso, grazie all'hardware, il cambio di contesto è molto più efficiente favorendo l'adozione di quanti di tempo regolari e una esecuzione più 'fluida' dei vari processi. Il preemptive multitask è stato adottato dalla maggior parte dei sistemi operativi moderni.
Link

Fantastica descrizione di quello che sta accadendo alle 3d e a noi... Come al solito, osservando attraverso una combinazione di ‘Metodo Indiretto’ e ‘Analogia Frattale’, possiamo comprendere in maniera più espansa rispetto all’osservazione semplice e, magari, persino lontana dalla consapevolezza di quello che si sta facendo. Si osserva qualcosa. Ok. Ma, in realtà, che cosa si sta osservando e perché? Che cosa ci sta dicendo l’oggetto osservato? Qual è il valore aggiunto del nostro atto e della presenza sincronica dell’oggetto osservato? Dove siamo mentre osserviamo?
 
La chiave è la nostra ‘Presenza’ in quello che si sta facendo. Ci siamo, a pieno, in quell’atto, oppure no?

Utilizzò i lunghi anni della sua mobilitazione per riflettere a tutto quello che aveva appreso anteriormente. Da queste meditazioni emerse più tardi il suo libro 'Le omologie, analogia del microcosmo e del macrocosmo', che egli considerava come la sua migliore opera dal punto di vista intellettuale.

Si tratta fondamentalmente di uno sviluppo della teoria della simmetria. 

Va notato che, molto recentemente, la scienza ufficiale ha preso la stessa direzione con lo studio dei Frattali e dell'Omotetia Interna… più di quaranta anni dopo...
Francis Lefebure 
  Omotetia.
Una omotetia è una particolare trasformazione geometrica del piano o dello spazio, che dilata o contrae gli oggetti, mantenendo invariati gli angoli ossia la forma (nel senso intuitivo del termine).

Usato per la prima volta da Michel Chasles nel 1827, il termine deriva dal greco come composto da omos che vuol dire 'simile' e da tìthemi che significa 'metto'.
 


Un'omotetia di centro A è una trasformazione dello spazio euclideo che 'dilata' le distanze da A di tutti i punti secondo un fattore c, lasciando invariate le rette passanti per A che per questo si dicono unite. In altre parole, un qualsiasi punto P dello spazio viene spostato sulla semiretta uscente da A e passante per P, in modo che la sua distanza da A cambi secondo un fattore costante c positivo.  

L'unico punto che corrisponde a se stesso e che per questo si dice unito è il punto A.

Il punto A è il centro, mentre c è il rapporto dell'omotetia. Questa trasformazione geometrica è anche chiamata con termini più familiari dilatazione, se |c|>1, contrazione se 0<|c|<1 .="." b="b">Se 'c=1' si ottiene ovviamente l'identità ovvero la trasformazione nella quale ogni punto corrisponde a se stesso
.

L'omotetia è una particolare similitudine.


Corrispondenza omotetica tra due proiezioni complanari di una sezione di un cono quadrico eseguita con un piano parallelo al piano di proiezione...
Link 
 
Ecco la vera Natura della prospettiva, che abbiamo decodificato nelle 3d, ad esempio, attraverso l’arte della pittura o della progettazione. Ciò fa presupporre, che l’esistenza sia un sottile gioco di luci/ombre, come se, di una realtà superiore, venisse filtrata nelle dimensioni inferiori la sua proiezione. Le dimensioni stesse sembrano essere proiezioni provenienti e raffiguranti altri livelli dell’energia. Substrati, opportunamente dimensionati, al fine di contenere omotetie da esperimentare e da riempire con la propria presenza per fini evolutivi, sino a quando A corrisponderà a se stesso per qualsiasi gradazione di 'c'...

Leggiamo qua, per terminare il presente articolo:

Ue presenta piano unione bancaria, supervisione a Bce.
L'Unione europea si muove verso l'unione bancaria con la presentazione di un piano che attribuisce alla Bce la supervisione di tutti gli istituti di credito, in quello che viene ritenuto un passaggio fondamentale verso l'integrazione fiscale della regione.

Il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso ha delineato la proposta, nell'ambito di un discorso sullo 'stato dell'unione' al parlamento di Strasburgo.

'La Commissione sta presentando delle proposte legislative per un unico meccanismo di supervisione europeo' ha affermato Barroso. 'Questo è un grande passo in avanti - il trampolino di lancio per un'unione bancaria'…

Link 
 
A questo scopo è servita la ‘crisi’, e, nelle parole di Draghi c’è tutta l’intenzionalità sottostante al meccanismo della ‘crisi’:
  • il processo relativo all’Euro è irreversibile
  • utilizzeremo risorse illimitate per difendere l’Euro.
Il raggio traente, inerziale, relativo al concetto di ‘Uno’, è nelle corde di ogni processo esistenziale. I dettagli sono solo effetti collaterali destinati ad essere riassorbiti nell’ambito di un processo superiore, che in definitiva li ricomprende e da cui si sono emanati.

Tutto è polarizzato, allineato, con il proposito unitario:
  • oggi, anche le elezioni pro-Euro in Olanda
  • ieri, anche l’ok della corte tedesca al sì per il fondo ‘Salva Stati’.
Senza giudizio, con consapevole presenza, le 3d ciclano come un motore che alimenti, con il suo movimento, gli ingranaggi, che veicolano feedback alla centrale, da cui si emanano le direttive, secondo un filo logico esclusivamente evolutivo: andare avanti.

Siamo prossimi a qualcosa di meraviglioso, lontano e vicino quanto lo spazio tra un pensiero e l’altro. Gli emisferi ruotano come rotori di un meccanismo, che sta elevando l’intera infrastruttura dell’individuo. È sempre una questione di similitudine e proporzionalità e di potenziale sempre disponibile al fine di riabbracciare la Via delle Stelle o di Casa…

Dipende da noi.


12092012 V 26,2 + 256 Beata Maria Luisa Angelica (Gertrude) Prosperi (Il training autogeno distruttivo) +-

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

giovedì 27 ottobre 2011

Stati sovrapposti e loro senso.




Questa mattina, qualche tempo prima e indefinito che la sveglia suonasse, ero già sveglio. O meglio, ero in una fase di dormiveglia o di ‘sogno lucido’, non so. Ero sveglio ma poi mi addormentavo e poi mi svegliavo… 

Ebbene, in quella sequela di stati diversi ho percepito come un ‘segnale continuo’ tra le onde. Mi sono ritrovato a pensare, come ispirato o guidato da quel segnale

Non è la prima volta che accade, ma questa volta mi è rimasto 'qualcosa' di quell’esperienza, dopo che ho messo i piedi giù dal letto. Sembra una modalità diversa della ricezione di informazioni dalle dimensioni sottili; una modalità ‘intelligente’ atta a superare le mie attuali difese o resistenze inconsce o mancanze. 

Questo è uno dei modi per veicolare informazioni, in termini di consapevolezza, oltre i filtri dell’attuale status globale individuale. 

È un modo raggiunto in maniera ‘sagace’ dall’energia dell’Universo attraverso gli stadi del Sé Superiore e grazie alla costanza nel seguire un certo percorso coerentemente, mantenendosi aperti all’intenzione naturale distribuita nell’atto del dare e del ricevere

Che cosa è giunto e che cosa ricordo? 

Ecco… cercherò di essere chiaro, perché non è facile cimentarsi nella descrizione a parole di una ‘immagine’ tanto completa ed esaustiva ed ‘auto descrivente’.

Leggiamo prima questa citazione inerente al Paradosso del gatto di Schrödinger:

(Chiuso in una scatola con un meccanismo particolare che lo può anche uccidere) dopo un certo periodo di tempo il gatto ha la stessa probabilità di essere morto quanto l'atomo di essere decaduto. Visto che fino al momento dell'osservazione l'atomo esiste nei due stati sovrapposti, anche il gatto resta sia vivo sia morto fino a quando non si apre la scatola, ossia non si compie un'osservazione
Link 

Qualsiasi oggetto è 'neutro' di suo, dal punto di vista di un osservatore esterno. È la nostra osservazione che lo ‘carica’ in qualche modo. Poniamo di avere davanti a noi un coltello. Di per sé esso conserva tutte le potenzialità che gli sono proprie. Esso esiste nella propria dimensione ed è libero di essere quello che è descritto dalla propria summa vibrazionale inerente a tutto ciò che è stato nelle sue ‘esperienze’ precedenti, dato che le sue componenti subatomiche hanno 'storie' diverse, che si miscelano insieme al fine di formare l’attuale forma di coltello.

In lui esiste anche l’intenzione della ‘mano’ che l’ha forgiato e che l’ha caricato di un preciso significato. Pensiamo al coltello ma allo stesso tempo ad un essere umano.

L’osservatore 'superiore' ha la facoltà di determinare l’uso di un oggetto o di un essere vivente

Il libero arbitrio esiste all’interno di un preciso ‘raggio’ vibrazionale. È elastico e può anche sovvertire questo meccanismo quando le condizioni energetiche interiori dell’osservato lo permettono, ossia quando è intercorsa una crescita talmente radicata da aumentare la sua entropia sino a creare un ponte oltre la sfera del possibile. 

Non esiste nulla di eternamente insormontabile o di statico.

Questo balzo quantico è descritto frattalmente da quello che può succedere all’elettrone quando salta di livello energetico.
Si direbbe che il tutto sia coeso nello ‘stressare’ una certa condizione, relativa alla sostanza vivente, sino ad ‘incoraggiarla’ ad eseguire il balzo e, per così dire, ad evolvere tramite una sua trasformazione sostanziale.

Sino a quel punto le leggi Universali mantengono lo status in equilibrio, questo perché si tende ad una sorta di risparmio energetico, non perché manchi l’energia all’Universo ma perché è più saggio ottimizzarla.

L’equilibrio può essere d’ogni tipo, persino a carattere di dominio di una specie su di un’altra.

Tornando all’esempio del coltello, come lo utilizzeremo? 

Egli è nelle 3d silente, passivo, pre costituito, disponibile per ogni utilizzo che venga deciso, da altri, di questa sua presenza. L’individuo che lo utilizza per cucinare, ad esempio, carica la sua intenzione nell’oggetto e il coltello assume quella caratteristica vibratoria, viene polarizzato da quella sua funzione imposta, scelta, decisa da altri

Questa vera e propria forma d’onda aggancia l’oggetto colorandolo di una precisa intenzione. Il coltello non si può opporre a questa intenzione superiore, almeno nella sua attuale forma aggregata ed al suo attuale livello energetico.

Il suo libero arbitrio è limitato in questo, mentre esiste ad un altro livello frequenziale che è certamente non distante dalla sua attuale 'destinazione d’uso', essendo il caso non esistente. Le sue componenti subatomiche saranno coese a livello di attrazione con quello che nella loro forma complessiva stanno esperimentando.

L’osservatore può anche decidere di utilizzare il coltello per fare del male, caricando questa forma d’onda nel coltello. La polarizzazione ricevuta è tale da rimanere familiare in quella forma materiale. Come a dire che l’intenzione si manifesta e vive nel corpo dell’osservato sino a quando l’osservato non riesce a ‘divincolarsi secondo crescita evolutiva’ da quella situazione ereditata come imposizione ‘superiore’.

L’essere umano esegue questa polarizzazione superiore in ogni ambito che riesce ad osservare nelle 3d. Carica la propria intenzione sugli 'oggetti, sull'ambiente, su tutto quello che riesce ad abbracciare con la propria apertura consapevole o inconsapevole.  A sua volta l’essere umano è sottoposto all’analogo ‘trattamento’ da parte di entità superiori, per livello vibrazionale, secondo la legge frattale ed attrattiva Universale.  

È nostra responsabilità accorgerci di questo funzionamento dell’energia condensata nella forma.

Lo dobbiamo comprendere con il cuore e la mente perché anche se inconsapevolmente funziona allo stesso modo. I ‘danni’ che possiamo arrecare a noi stessi e all’Universo intero possono essere importanti e l’Universo stesso cerca di renderci partecipi della sua ‘danza’ tramite le modalità più coerenti con il nostro attuale livello della consapevolezza.

I principi della Fisica sono validi nelle 3d, ma la questione è molto più profonda di quello che si vuole ‘misurare’. La consapevolezza passa attraverso l’espansione della visuale. È già stato scoperto e reso pubblico. La Fisica è stata trascesa ma la massa non è stata resa partecipe attivamente della scoperta:

Il Principio di Indeterminazione rappresenta la chiave di volta della meccanica quantistica, confermato da oltre ottant'anni di esperienze, in quanto sancisce il sostanziale indeterminismo comportamentale delle entità appartenenti al mondo subatomico, che quindi sono oggetto di studio della meccanica quantistica, sottraendosi totalmente ai criteri della fisica classica

Nelle formulazioni moderne della meccanica quantistica il Principio di indeterminazione di Heisenberg resta il suo principio base, compatibile coi postulati di essa e con le esperienze accumulate in ormai quasi un secolo
Link 
 
Chi ha ‘caricato’ il genere umano di questo ‘colore’?

Le entità parassite contano su di noi per essere aiutate ad ‘andare avanti’; paradossalmente il carceriere è il carcerato. Allo stesso tempo è valido anche il contrario perché siamo in una compartecipazione o compensazione energetica in chiave evolutiva…

Quando dai forma a un nuovo pensiero, qualcosa prende vita. E quando dai forma a questo nuovo pensiero, esso lotta, lotta e lotta per trovare posto nel tempo e nello spazio, per raggiungere la luce del giorno. 

Quindi continua a pensare questo nuovo pensiero e lo aiuterai a trovare la strada.
Mike Dooley

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

mercoledì 26 ottobre 2011

La luce sugli anziani.




 

Uno dei punti caldi della ‘socialità italica’ è il nodo delle pensioni. Il tormentone è continuo come un tam tam nella foresta:

La maggioranza avrebbe trovato un accordo soft sulle pensioni… L’accordo è stato svelato ieri sera dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, nel corso della trasmissione Ballarò: ‘L’accordo prevede 67 anni per donne e uomini del settore pubblico e di quello privato, gradualmente aumentando l’età pensionabile dal 2012 al 2025’. Lasciate praticamente intatte le pensioni di anzianità.
Link 
 
Alla domanda ‘che cos’è la vecchiaia?’, cosa rispondereste? Ecco la definizione ‘tipica’ che si può leggere e pensare al giorno d’oggi:

Vecchiaia. Periodo della vita caratterizzato dal progressivo decadimento dell'organismo.
Link

Dunque ‘diventare vecchi’ significa letteralmente ‘andare a pezzi’? E basta? Osserviamo come se fossimo dei ‘visitatori esterni’, non abituati alla convergenza ideale dettata dai luoghi comuni. Cosa vedremmo e cosa penseremmo? 

Che perlomeno questa società ghettizza gli anziani, li discrimina, tende a sminuirli e a farli sentire come dei pesi per il resto della collettività. In che modo accade e si perpetua questo segnale globale di annichilimento dell’anziano? 

Anche in questo caso accade in infiniti modi, però tutti riconducibili ad una doppia causa sovrapposta:
  • paura di morire
  • controllo dell'energia.
Questa società dell’immagine tende a valorizzare il corpo giovane, bello e tendente alla perfezione stilistica e visiva, sul modello del 'Discobolo' immortalato nella flessuosa arte scultorea che è giunta sino a noi. La televisione manda in onda visioni da capogiro legate all’avvenenza ed alla presenza, non importa se ‘vuota’, di corpi senza imperfezioni apparenti.

Il mondo dello sport rigetta, dal proprio contesto, atleti che a 30/35 anni sono definiti ‘vecchi’. Il mondo del lavoro discrimina gli individui che hanno oltrepassato i 35/40 anni e che non sono in possesso di una esperienza significativa in qualche ambito particolare della mansione lavorativa.

Questa società è concorrenziale, per cui la diminuita ‘forza fisica’ diventa un evidente handicap, che ‘taglia fuori’ inesorabilmente le persone che si apprestano, in realtà, a vivere una nuova ed importante fase della propria Vita.

A livello inconscio si genera un senso di auto svalutazione di sé, che si compara ogni giorno con quello che i media e la società intera generano come segnale di riferimento.

Il metro del giudizio è inerente all’apparenza. 

Infatti gli appartenenti al 'jet set' curano particolarmente la loro immagine perché è con quella che riescono a lavorare, a prosperare, a sopravvivere. In quell’ambiente si riesce a rimandare l’invecchiamento più che nel resto della socialità e la differenza la fa la disponibilità economica, ancora una volta.

Si mette una ‘pezza’ alla ruga. 

In quell’ambiente, poi, invecchiare è molto spesso anche sinonimo di ‘cambiare bene’. Sean Connery è divenuto ancora più attraente con il passare degli anni.

Ecco che quello che si può definire ‘affascinante grazie alla maturità’ vale in un certo contesto, magari nell’ambito dello ‘spettacolo’ o in quello della Vita sentimentale, ma non vale invece nel settore lavorativo nel quale si affaccia la massa

È un po' il concetto di quel 'vedere e non toccare' che è inerente al popolo, all'assenza di privilegi.
 
In quell’ambito lavorativo si viene scartati anche se assomigliamo a George Clooney, ma abbiamo 45 anni e non possiamo vantare un valore aggiunto esperienziale/pratico che ci renda appetibili. Ma, pensiamo u nattimo, appetibili per cosa? Per 'onorare' le logiche affaristiche ed 'imprenditoriali' legate all’Antisistema.

La necessità di avere un lavoro ci rende ‘deboli’. 

Il lavoro sfrutta energeticamente gli individui in cambio di denaro che serve per sopravvivere. Denaro che successivamente ‘torna’ con gli interessi nelle pieghe Antisistemiche in altri svariati modi. Quindi noi alimentiamo il Mondo in cui viviamo in cambio della ‘spremitura’ della nostra esistenza fisica, che dopo quattro decenni circa inizia a trasformarsi ancora in un qualcosa di 'diverso'.

La trasformazione è legata all’esperienza di Vita e fa parte delle regole del ‘gioco’.

È l’inizio di una nuova partenza, di una nuova tappa del viaggio, propedeutica ad avanzare con maggior coesione lungo un percorso diverso da quello conosciuto in precedenza. Questa nuova spinta è propedeutica a raggiungere un altro ‘picco’, ossia un nuovo cambio nella struttura complessiva del complesso corpo-mente-anima: l’età dell’anzianità.

Fino a pochi decenni fa, nelle nostre culture l’anziano era considerato il latore della saggezza, della tradizione e della stirpe. Gli anziani erano i garanti dell’identità sociale. Oggi le tradizioni sono ampiamente infrante, la ‘stirpe’ è stata singolarizzata. L’anziano ha da lungo tempo perso la sua importanza in quanto sostenitore della società e creatore della sua identità

Non solo, la vecchiaia ‘non deve esistere’, gli anziani vengono tutti valutati sulle categorie esteriori della gioventù; ciò che conta è la ‘fitness’, essere in forma, il concetto della ‘saggezza’ è stato degradato a vocabolo straniero
Da ‘Una nuova cultura dell’invecchiamento’ di Dietrich Kumrow

Un anziano non è misurabile attraverso il suo peso sociale in termini di 'mantenimento', ossia attraverso la sua trasformazione in un numero pubblico a cui viene legata una pensione e un senso di appesantimento per la collettività ancora giovane. 

La Vita è una ruota che gira. Prima  o poi tocca a tutti di passare per quelle ‘latitudini’. Solitamente la nostra 'leggerezza' cambia non appena passiamo dall’altra parte della barricata. Perché? Perché ci apprestiamo a vivere quello che mai avremmo volutamente vissuto.

Anche in questo la dualità è necessaria.

Di fronte all’avanzamento dell’età siamo tutti uguali, esattamente come è scritto a sproposito, 'della legge e della totalità', nelle aule dei tribunali italiani. Questa saggezza del processo biologico è basilare per maturare valore aggiunto, il quale non si materializzerebbe mai se rimanessimo per sempre nello stato di guerrieri che basano tutto sulla forza fisica e sull’intelligenza della guerra concorrenziale.

Tutto scorre e tutto si trasforma.

Gli anziani sono un dono per l’intera collettività. La loro memoria storica è un patrimonio dell’umanità da tutelare e salvaguardare. Solo adesso comprendo perché sono stato sempre attirato dalle biografie e dalle autobiografie. Perché le storie personali raccontate in quelle occasioni costituiscono un ambito meraviglioso nel quale riflettersi per meditare e assaporare la preziosità di tutti quegli anni trascorsi a trasformarsi in un qualcosa che è molto simile al frutto che contiene il seme della nuova Vita, che inizia a plasmarsi già in quella attuale.

È tutto collegato e tutto sensato. Non abbiamo nulla da ‘gettare via’ di noi. Tutto serve per lo scopo della Vita…

Molto presto proporrò un 'servizio' dedicato a questa particolare e profonda ‘tappa’ dello scorrimento esistenziale.

La mia personale dedica alla dimensione degli anziani, i quali, evadendo dall’etichetta negativa del linguaggio, costituiscono la quintessenza di un percorso da onorare e ricordare come una preziosità superiore. Molto spesso anche nella loro solitudine trovano il modo di trasmutare se stessi in se stessi. Ancora se stessi ma diversi...

Vorrei far sì che si sentissero meno soli, più valorizzati e ricchi di amor proprio. Vorrei che tornassero ad essere i pilastri portanti delle loro famiglie allargate e sfilacciate.

Vorrei che lasciassero un ricordo di sé degno di un'intera Vita trascorsa a 'sgomitolare se stessi'…

La via della liberazione di quell’infelice spirito della vecchiaia non passa dal rifiuto delle tradizionali immagini della vecchiaia, ma dalla comprensione del proprio compito biografico originario che consiste nel fare il bilancio, elaborare e perfezionare la propria Vita e nel volgere lo sguardo sul nucleo essenziale interiore

Ogni persona anziana fa un bilancio, in consapevolezza o in confusione, volente o nolente… 

Agli anziani si propone la meravigliosa sfida di lavorare alla propria metamorfosi personale, e quindi dell’intera società, attraverso l’evoluzione di sé, del proprio Sé superiore… E questo del tutto senza costrizioni, grazie alla scoperta fatta in libertà di ciò che è essenziale.
Da ‘Una nuova cultura dell’invecchiamento’ di Dietrich Kumrow

Questa frase di Rudolf Steiner, presente nel sito
www.artemedica.it , è molto significativa:

un passo nella coscienza richiede tre passi nello sviluppo morale.

In essa c’è ‘tutto’, persino la logica frattale, il ‘riflesso’ di quello che ‘si è’ attraverso quello che ‘si fa’.

Un discepolo una volta si lamentava con il maestro: 'Ci racconti delle storie, ma non ci sveli mai il loro significato'.
Il maestro disse: 'Che ne diresti se qualcuno ti offrisse un frutto e lo masticasse prima di dartelo?'.
 
Nessuno può sostituirsi a te per trovare il tuo significato. Neppure il maestro.
Da ‘Il Canto degli Uccelli’ di Anthony De Mello

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

martedì 20 luglio 2010

Sempre.




Il vento della trasformazione spira molto forte di questi tempi. Non siete d’accordo? So che posso sembrare quantomeno un illuso, eppure è così: consentitemi di affermarlo con fiducia mai tanto forte. La trasformazione, il cambiamento, ciò che cambia di fronte al nostro cammino, come una nave che procede in mare aperto, è uno spostamento di energia

Ciò che muoviamo individualmente alimenta persino le tempeste planetarie. Ogni “cosa” è collegata e collegabile. Per trasformazione intendo che la Vita percepita è soggetta al cambiamento, sull’onda dei movimenti di ogni altra individualità che muove energia attorno a sé. L’etere, nel quale navighiamo, non esiste per la scienza ufficiale dell’Antisistema, per cui i movimenti energetici non si capisce bene come si possano trasmettere senza un “veicolo” ultrasensibile ed ultraveloce quale è proprio la Natura eterica.  

Da qua si capisce come non possano essere presi in considerazione i veri fattori trainanti dell’evoluzione, dal punto di vista dell’energia di “spostamento”. La vibrazione o frequenza spirituale che si trasmette è out dal punto prospettico della scienza ufficiale, eppure l’energia elettrica è stata “accettata”, anche se ancora oggi spingere un interruttore elettrico e vedere la lampadina accendersi all’istante è, secondo me, un fattore “esoterico” alla pari di tanti altri insabbiati in questa denominazione misterica. Quando usiamo un telecomando per accendere un apparecchio elettrico, usiamo la magia: qualcuno può dare una spiegazione scientifica, allora si può tentare di spiegare anche altri fenomeni naturali non riconosciuti.

Quando il genio di Tesla, aprì le porte dell’elettrificazione globale, attingendo idee e possibilità dal vasto bacino dell’Universo, le sorti del cammino dell’umanità vennero deviate dal potere bancario già "adolescente", dietro al quale si celava l’energia di controllo dell’Antisistema. Tesla tentò di distribuire armi potentissime, armando ogni fronte, per così scoraggiare una guerra tra nazioni troppo potenti, ma nulla fu in grado di fare per fermare le ombre dello scontro che avrebbero forgiato le due guerre mondiali. Allora segnò il passo, pensando che l’umanità non fosse ancora pronta per destreggiarsi sulla scorta della sua grande apertura sul futuro, e si defilò sparendo con le proprie idee, disegni, intenti di dare l’energia libera ad ogni cittadino del mondo in maniera gratuita e facilmente accessibile. Il mondo deviò le proprie sorti perdendosi nelle anse del dolore e dell’ingiustizia.

Oggi siamo tornati a quel punto di svolta; ci siamo accorti degli errori e siamo "maturati". Siamo pronti ad accogliere il “nuovo” che è “vecchio” perché è sempre stato tra di noi, ma non eravamo in grado di vederlo.

Il cambiamento e la trasformazione sono sempre all’opera…

Questo articolo è nato sulle ali della colonna sonora di Avatar.  

  

mercoledì 14 luglio 2010

Le trasformazioni individuali e di "branco".




Durante le “strane” vacanze di quest’anno, mi sono limitato a scrivere articoli molto brevi con etichetta “consapevolezza”. È stata questa una formula che mi ha consentito di alimentare ugualmente e quotidianamente il Blog. Ho ricevuto qualche apprezzamento per l’effervescenza di tali veloci mordi e fuggi esistenziali, tanto che, mi chiedo, se valga la pena di scrivere lunghi e profondi articoli, quando la maggioranza delle persone non hanno né il tempo né la voglia di leggere. Dunque? Vedrò il da farsi, anche perché non ricevendo molti commenti, il mio è un lavoro più che altro “psicologico” e di intuizione. Riconosco di non capirne troppo di psicologia di massa a livello di marketing, e di non essere una persona che apertamente si dedica a “sfruttare “ le onde collettive come, ad esempio, una moda. Per cui la cosa migliore è continuare a scrivere “per me”, come se il Blog fosse solo ed esclusivamente un diario personale aperto alla pubblica lettura. Se tento di andare dietro alla massa, la massa mi prosciugherà le forze. La massa è una gazzella che procede a scatti, a balzi qua e la, ma è anche un leone che può fare “male”.

Rimango dell’idea che sino a quando, scrivere, sarà per me una passione ed una missione, dovrò farlo senza guardare in “faccia a nessuno”. Articoli lunghi o corti. Complessi o semplici. Sacri o profani. Nel mio Blog ogni formula trova attecchimento, anche un giorno si e uno no. Essere liberi è anche questo. Scrivere e contraddirsi il giorno dopo. Accorgersene e limare il proprio pensiero. Perché tutto è opportuno alla fine. La formula più terribile è quella dell’indifferenza: quando nessuno legge e nessuno commenta, quando molti leggono e nessuno interagisce, etc.

Il “leone” può fare male anche senza aprire le proprie fauci. A fine settembre sarà un anno che scrivo senza fine di continuità in questo Blog. Sarà una bella soddisfazione per me, sicuro di avere contribuito, allo stesso modo di una goccia nell’oceano, al livello generale di consapevolezza e senso di appartenenza ad un ordine, di molto superiore, di quello che possiamo “credere” in questo momento. Comunque vada sarà un successo!

I cambiamenti personali succedutisi in questo periodo mi porteranno, presumibilmente, a prendere nuove e radicali decisioni a partire da settembre 2010. Con il Sole nel Cuore…