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lunedì 14 ottobre 2013

Vergogna.


 

Una brava persona si vergogna anche davanti a un cane.
Anton Čechov

Ti è mai capitato? Questa è una profondissima massima. E proprio oggi vale la pena senz’altro citarla in SPS. Perché? Perché la società occidentale, come minimo, ha molto da vergognarsi per i fatti che la storia deviata riporta con precisa "dotazione di parte".

Spesso ci vergogneremmo delle nostre più belle azioni se la gente vedesse tutti i motivi che le determinano.
François de La Rochefoucauld

Senza scrivere lunghi trattati  e senza andare a toccare la “retorica” all’inverso, è opportuno dare spazio alle parole di una persona che ha “scelto” di interpretare una parte molto scomoda all’interno della possibilità vastissima del “vivere la Vita”.

Il riferimento è a Erich Priebke, morto qualche giorno fa all’età di 100 anni tondi tondi. Fa certamente effetto la sua figura alla Gru di “Cattivissimo me”, eppure anche solo per l’età raggiunta e la “notorietà” pubblica, egli è stato un “nonno sociale”, così come descritto per altre persone similari, nell’articolo “Nonni terribili”.

Priebke ha rilasciato nel luglio 2013, in un’apposita intervista, il punto finale del proprio pensiero, relativamente al sempre scottante ed attuale tema dell’olocausto, del contesto sociale globale in cui versava la Germania prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale, dell’analogia di brutalità che si commisero da tutte le parti impegnate sui vari fronti della guerra, della manipolazione di fatti e scenari più o meno realmente accaduti, del processo farsa di Norimberga e del comportamento “alleato” e sovietico nei confronti dei popoli coinvolti dalle mire oscure di un potere “senza onore né scrupoli”, etc.
Sette cartelle di “pensiero scritto”, nel momento in cui un individuo, giunto alla soglia di un’età in cui non ha più nulla da chiedere e neanche da perdere, si trova faccia a faccia solo ed esclusivamente con se stesso. 

Nella ricorrenza dei miei 100 anni”, scrive Priebke.