giovedì 22 luglio 2010

Le nostre "orme" ci rappresentano.




Cosa significa “vibrare”? Cioè, quando leggiamo, sempre più spesso mi sembra, la parola “vibrazione”, in ambito spirituale cosa si intende? Ebbene questa mattina, sostando per meditare un po’ e prendere “respiro” nel mio giro consueto in bicicletta, ho notato le orme delle scarpe che, sulla terra battuta, si erano impresse in maniera evidentissima sul terreno. Non c’erano solo le mie, ma anche orme di altre persone che erano passate, probabilmente, ieri. Oltre ai  segni degli pneumatici delle auto e dei trattori di passaggio.

La nostra vibrazione personale, senza entrare in ambito di descrizioni scientifiche o pseudo scientifiche, è la nostra “caratteristica” di base, o media. Essa racchiude e descrive la nostra “orma” dimensionale, dal carattere a ciò che più ci appassiona e molto di più ancora. È insomma la nostra consapevolezza media generale che noi imprimiamo nella realtà manifesta mentre viviamo ogni istante della nostra Vita. Le orme delle scarpe che ho visto erano perfettamente impresse sul terreno “accogliente”; il peso del corpo e le fattezze del suolo hanno permesso di “stampare” perfettamente ciò che era “disegnato” sotto la suola della scarpa.

Ecco il punto; ciò che è disegnato sotto la suola della scarpa è la nostra “caratteristica” media e, mentre ci muoviamo, ossia viviamo, lasciamo dietro di noi la nostra “orma” vibrazionale, ossia “ciò che siamo”, o meglio, ciò che in quel momento ci “rappresenta” in termini di consapevolezza, ossia del “dove siamo” nel percorso evolutivo. Ad ogni passo decisionale ci lasciamo dietro queste impronte energetiche, le quali si dissolvono nel tempo proprio come si dissolvono le orme delle scarpe sul terreno che viene calpestato da altre persone, auto o dalle intemperie del clima. Le nostre "impronte" ci rappresentano e identificano in ogni senso: non solo permettendo di risalire al nostro peso e ad alcune fattezze fisiche, ma anche energeticamente. Coloro che hanno gli strumenti o le capacità chiaroveggenti per “percepire”, possono leggere le nostre impronte d’energia, le quali si legano con l’ambiente nel quale sono state impresse, interagendo persino con l’energia delle persone.

Esse esprimono un frattale della nostra essenza quotidiana, ed esprimono il concetto solido di “vibrazione”, ossia di caratterizzazione del nostro essere.

La frase veementemente espressa da Massimo, nel film “Il Gladiatore”: “Fratelli! Ciò che facciamo in Vita riecheggia nell’eternità!” è significativa proprio di questa “verità” ed esprime la nostra caratteristica vibratoria, o impronta energetica, che ci accompagna come una nuvola, mutando ogni qualvolta noi “cambiamo” qualcosa della nostra essenza. Da qua anche il concetto di Karma è più comprensibile. Persino la scienza ufficiale, tramite Einstein è giunta al punto di dimostrare che tutto è energia, tramite la nota formula E=MC al quadrato che “suggerisce che quando un corpo è a riposo ha ancora dell'energia sotto forma di massa” (da Wikipedia).

In questi termini è più semplice afferrare il concetto di “vibrazione”, dal momento in cui è chiaro che non vibriamo letteralmente alla luce del Sole, ma vibriamo nei piani invisibili subatomici delle nostre molecole costituenti la nostra essenza; il “resto”, quello che percepiamo chiaramente alla luce del Sole, è solo illusione di stabilità! Denso miraggio sensoriale.

Ci muoviamo lasciando una scia energetica, come dei “timbri”; cosa ci lasciamo dietro? Ciò che mediamente “siamo”, proprio come il “disegno” che c’è sotto alla suola di una scarpa viene impresso sul terreno. Quanto “pesiamo” energeticamente, ossia quanto è alta la nostra capacità di imprimere la nostra energia vibratoria nell’ambiente? Dipende da molti fattori, non da ultimo anche dalla “durezza” o accoglienza del suolo che “calpestiamo”, metafora per fare comprendere che la Madre Terra potrebbe cancellare ogni nostra traccia se solo lo volesse!

Meditiamoci sopra. 

 

L'ubiquo e-Sprit (11).



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