lunedì 8 giugno 2015

Che cosa “indossi”?



Non c’è differenza tra un cavaliere e ogni altro uomo… a parte ciò che indossa”.
Robin Hood
Ma… c’è una certa somiglianza, (in)vece, per quanto (ri)guarda la capacità di “creazione” umana, tra “computer e mente” e “industria e corpo fisico”.
Questo perché la frattalità espansa è sempre all’opera e tutto è “ad immagine e somiglianza di…”.
Ciò significa che l’atto (pro)creativo umano (il generare figli) non è il proprio diretto (ri)flesso, bensì, un automatismo di specie al fine di prolungarne e garantirne la sopravvivenza ed il “dominio… per (p)arte del Dominio”.
L’autentico atto di (pro)creazione è proprio ciò che gli umani sono capaci di generare… relativa(mente) a se stessi, da sé/in sè. Non un altro essere, ma... ancora se stessi.
Ergo, l’industrializzazione umana è un processo che replica frattal(mente) l’automatismo del “parto” e che (ri)flette quel grado di “natura”, che cor(risponde) al funzionamento “occulto” dello scenario reale manifesto, ossia, a ciò che lo per(mette) sottintendendolo.
Senza prendere in causa la (com)presenza dell’im(manifesto), nel piano del reale (ri)emerso come (con)seguenza… nulla puoi “immaginare/capire/(ri)cordare”, relativa(mente) a ciò che sei e che è già successo.
Se… “nel 1912 è stato dimostrato che una cellula potrebbe vivere per un tempo indeterminato in perfetta salute. È stato provato realmente in laboratorio da un famoso Premio Nobel, il noto fisiologo francese Alexis Carrel. Egli mantenne in vita al Rockefeller Institute for Medical Research…” (link); quale tipo di conoscenza è immagazzinata “là”, in favore della “famiglia Rockefeller?
Un sapere che è una memoria, e lo è almeno da cento anni.
 

venerdì 5 giugno 2015

Profumo di Spiritualità? Naa... Terzo Stato. Al di là di ogni "luogo comune".



C’è qualcosa che non va. Vero? A livello generale, è così. Lo senti nell’aria. Lo senti quando ti alzi al mattino. Lo senti poco prima di addormentarti. Lo senti sempre, se… te lo (per)metti di sentir(e/lo).
È come un sottile “puzzo” (come quel sibilo notturno, che senti sempre e che non riesci mai a spiegarti).

Come qualcosa che “va a male”, ma che è, tutta(via), sempre qua”. Un odore proprio. Un segno che annuncia una (com)presenza. È il Nucleo Primo che “puzza”? He He. Forse, perché si lava poco!
Mhm, vai più al sodo. Ad emettere un simile segnale di “marcatura del territorio”, sei (in)direttamente tu e tutti i tuoi simili.
Il “puzzo” che non senti è, (in)vece, determinato dalla frattalità espansa, che caratterizza il reale manifesto... dell’equivalente “valore sostanziale” emesso dal Nucleo Primo e filtrato attra(verso) la tua “presenza”.
Ossia, è come percepire qualcosa di relativo ad una fonte non più (ri)cordata, tutta(via), sempre (com)presente e, dunque, deviata rispetto alla sua “naturale fisicità”. La tua presenza filtra anche "l’impossibile" (dal tuo punto prospettico dipendente), rendendolo altro... rispetto a quello che “è”.
Dunque, a “puzzare” sei tu. Mentre il Nucleo Primo semplice(mente) “è”.

Il “tuo puzzare” è un “memo” relativo a qualcosa che “senti, ma… non puoi provare”, macerando sul posto ogni tuo “umore”, marciando sul posto con ogni tuo “umore”.
Il fatto di non (ri)uscire a provare che esiste... ciò che “percepisci”, viene tradotto sul piano frattale – nel reale manifesto – come un malessere generale, con una architettura delle città “malsana”, con un modo di vivere nauseabondo, con una sostanziale immersione in una “(f)orma d’arte” che è esatta(mente) “ciò che vedi, quando ti guardi attorno”.

   

giovedì 4 giugno 2015

La realtà, in quanto potenziale, è un "concetto orientabile". Chi ha orientato questa realtà manifesta?




Gli ideali sono pacifici. La storia è violenta…”.
Fury
Gli attori (quelli dei “film”) recitano (p)arti, secondo copione. Quasi ogni p(arte) va loro bene, perché “(un) lavoro” e perché “dotati di un talento particolare nel… recitare ad hoc” (il frattale di ciò che esegue per intero, il genere umano).
Ma… capiscono, real(mente), ciò che “replicano”?
Gli ideali sono pacifici...
La storia è violenta…
Ora, quante interpret(azioni) potresti dare a questa espressione, recitata “molto bene” da Brad Pitt, in Fury?
Quante e… quali? He He… Inutile domandarlo: (in)finite.
Tante versioni quante possibilità hai, di “calzare più o meno total(mente)… qualsiasi (p)arte che ti (ri)trovi ad in(scenare)”.
Tu non hai un solo carattere, un solo credo, una sola “religione”, etc. (lo capisci quando "salti gù da un carro, per salire su un altro", per come sei, diventi e "sei diventato/a").
Sì, perché… in realtà, tu sei inserito/a in un modello sociale (in una realtà manifesta, caratteristica e caratterizzata) nel quale 1) non sei te stesso/a, 2) non (ri)cordi, 3) (di)pendi, 4) sopravvivi e 5) sei dannata(mente) sempre “affamato/a” di… un po’ di tutto, con una preferenza accordata verso il “tirare sera”.
Ossia, il “tuo” futuro non è qualcosa di pianificabile “qua, così”, ma semplice(mente), ti limiti a “sperare” (ancora nel 2015) nella magnanimità del “tuo” Dio (qualsiasi forma esso abbia, nella tua in-capacità di immaginarlo).
Se il tuo futuro non è “nelle tue mani”, significa solo che è “in mani altrui”. È certa(mente) così, in quanto… “nulla ac(cade) per caso” e ti muovi in uno scenario di reale (ri)emerso, dotato di (di)pendenza (senso).
In un piano inclinato, verso dove pensi di (s)correre? Verso l’alto o verso il basso? In ogni caso, verso dove ti spinge la "corrente"...