mercoledì 8 luglio 2015

La natura artificiale di ogni creazione.


Su quale "storia vera" è basato/(ex)tratto lo status quo?
La svolta nella vita di Eichmann fu probabilmente rappresentata dalla lettura di un libro, "Lo stato ebraico" di Theodor Herzl, il fondatore del movimento sionista…
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Ancora un “libro”. La “forza” contenuta in uno scritto è pari all’(in)capacità del lettore, di farsi trascinare.
Ci sono molti di questi “libri”, che sono diventati centrali nel corso della storia deviata umana. Molti “contenuti” si sono impressi così a tale profondità nell’inconscio, che… la loro consistenza può essere paragonata a quella di una entità virale, complessiva(mente) diffusa.
“Righi di comando” simili a (pre)ordinati codici di programma da “respirare”…
Hai fame anche se hai appena mangiato? Ecco perché.
Il primo fattore è che non sempre mangiamo “vero” cibo:
mangiamo ma non ci nutriamo, ci mettiamo a tavola ma non riusciamo a sfamarci…
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Mangiamo ma non ci nutriamo...”; forse perché 1) non serve vera(mente) mangiare né nutrirti, 2) gli alimenti forniti sono dei cibi raffinati, “istruzioni” per la manutenzione/alimentazione dello status quo, 3) esiste un business dell’alimentazione umana, il che rende il (con)testo molto simile a qualcosa di sempre più "industriale" ed attento alla bilancia utili-costi di (p)arte, 4) “serve” così.
Ciò che “ti danno” (facendotelo trovare negli scaffali di tutti i market) è qualcosa di utile a quale causa? E a quale scopo? Non è difficile immaginarlo. Basta “solo” avere il coraggio di (ri)uscire a pensarlo. Basta solo “osare” un po’ di più e poi, sopra a tutto, di dare “ossigeno a quella piccola infinitesima intuizione”:
sì, perché... si tratta di (ri)trovare la forza e l’intensità di “craccare il firewall ambientale”.
  

martedì 7 luglio 2015

Il "cibo non automatico" (ad esempio).


Fuori dalla (di)pendenza, un passo alla volta.
"Nella Divina Commedia le anime dannate a una ricerca eterna, sono precipitate all’Inferno...".
La formula della bellezza – Benoit B. Mandelbrot
Sviluppo precompetitivo...
Negli enti di ricerca sono presenti degli uffici che si occupano di valorizzazione in chiave economica dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica...
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SPS “s’agita” per la sostanza fonda(mentale) d(entro) alla quale ti muovi e “non sei”. Accorgerti è l’architrave, affinché altri “programmi possano scongelarsi” ed entrare in funzione.
Accorgertidi cosa?
Che “giri sempre intorno ad un fulcro, al quale sei obbligato/a in toto”. In quest’area convenzionale, esiste tutto ciò che ti dicono chiamarsi “libero arbitrio”. In questo spazio, (d)entro a…, tu sei libero/a di poter “scegliere”, ma sempre rispettando la base specifica stabilita dallo status quo.
Nella sostanza… c’è solo la “sostanza” (fatti, scopo, programma):
accorgiti.
SPS non è uno scherzo.
È una esperienza totale, tonificante, ravvivante, estrema… tanto “tirata” da sembrarti, ora, “una pazzia”. È col tempo, nel tempo, che le “cose” inizieranno a prendere altre fattezze.
     

lunedì 6 luglio 2015

In cosa c(r)edi.


Perdita della "memoria".

O, meglio, “dove sei… sospinto/a”?
Se non siamo più cristiani che cosa siamo? Perché in qualche modo bisognerà pure definirci”.
Corriere della Sera (4 luglio 2015) pagina 29.
Hai proprio bisogno di una “definizione di te stesso/a”? A quanto pare “sì”, perché sei (con)vinto/a che serva per (ri)tagliarti nel reale manifesto (tutto quello che, ti dicono, esiste).
Fa caldo! E durerà ancora per molto, a quanto pare – nel (di)pendere dal tutto quotidiano (e, dunque, anche dalle “previsioni del tempo”). SPS (ri)"prende", oggi, su questa frequenza ad “importunarti”.
È ovvio, sei tu ad avere il “(tele)comando” nelle mani, tutta(via)… chieditelo:
“perché agisco in una determinata maniera?”.
Sei (con)vinto/a di essere proprio e dav(vero) tu, ad e(seguire) un simile gesto? Oppure, il gesto è tuo… come lo può essere quello di una macchina programmata a muoversi in una (pre)determinata maniera?
Il “tuo” gesto è solo l’ultimo ingranaggio/anello di una catena non lineare, non (de)scritta manual(mente) da quello che “vedi”. E lo puoi capire anche solo per la semplice constat(azione) evidente, che il processo decisionale si (di)parte da una zona “di te” non proprio alla luce del Sole:
l’interno della mente.
Input – output…
L’output è il “tuo” gesto (fare, eseguire).
L’input, in(vece), che cosa è?
Ispirazione. Idea. Pensiero (logica, interesse, credo)…
L’input, quando lo prendi in considerazione, ti rende simile ad una intelligenza artificiale.