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giovedì 4 novembre 2010

Nel cuore centrale della prospettiva.




“Invece di sistemare il problema centrale, troppo spesso cerchiamo di sistemare le cose che non c’entrano niente”Le radici familiari della malattia – di G.Athias

Questa semplice e breve considerazione ci conduce ad una prospettiva critica di quello che solitamente facciamo per cercare di venire a capo delle nostre problematiche quotidiane. Il più delle volte ruotiamo attorno al vero nocciolo del problema. Il più delle volte facciamo finta di non vederlo per qualche strana motivazione inconscia. Il più delle volte il problema è sfuggevole, proprio come quando si parla di questioni legate al Karma o ad altri legami spirituali. 

Le chiavi della comprensione a volte sono sfuggevoli. Per esempio, se ho commesso qualche atto molto negativo in una Vita precedente, questo fatto verrà rispecchiato nella Vita attuale in diversi modi. Questo fatto continuerà a colpirmi sino a quando non comprenderò cosa fare per trasmutare quell’increscioso evento così tanto lontano e oramai celato persino alla memoria. Evento che continua a vivere memorizzato a livello cellulare o a livello di corpo mentale. Che fare?

A volte penso che questa forma di “giustizia” celeste sia… ingiusta.

Se in questa Vita mi sto comportando in maniera esemplare, per quanto tempo dovrò ancora scontare ciò che ho fatto in un lontano passato? Cosa deve succedere perché io possa pulire la mia “lavagna” energetica? Devo per forza rendermi conto di quello che ho fatto, leggerlo tra le righe al fine di eliminare l’errore compiuto? Oppure posso trasmutare quell’evento anche solo vivendo con rettitudine e senso di responsabilità?

Ossia quale è e dove sta il “problema centrale”?

È tempo di andare direttamente al centro delle “cose”! Allo stesso modo sono stanco di arrancare nel buio dell’incomprensione, ipotizzando in luogo della mancanza di “verità”. In ambito spirituale ognuno di noi è solo sulla propria via, perché ognuno di noi ha una storia diversa da ogni altro. Possiamo aiutarci ma le vere decisioni le dobbiamo prendere solo noi. Ne va del nostro “senso” dello stare incarnati…

Ci sono guide spirituali e compagni di viaggio che possono dare una mano, ma anche tanta confusione, ignoranza e paura. Siamo in una dimensione difficile da comprendere perché nel reame del tempo ci si ammala di oblio, ci si lascia andare cullati da una nenia che ci convince di essere delle nullità.

Preferite sentire dolci parole in luogo di questa intima confessione? Ci sono altri blog che fanno questo!

Qua si intende stare nel cuore centrale della prospettiva...

 

sabato 9 ottobre 2010

Il "Territorio" e Papa Luciani.





Ieri mi sono permesso di accennare qualcosa dal “magico” libro di Pier CarpiLe profezie di Papa Giovanni XXIII” che non ho ancora terminato di leggere. In seguito ho pensato di vedere l’anno di pubblicazione del libro che, stupidamente, mi era sfuggito: 1976.

Caspita! 1976… Calcolando che Carpi è morto nel 2000, lo stesso può aver cercato, in seguito, di trovare nelle profezie le conferme delle due altre elezioni di Pontefici avvenute prima della sua morte:
  • Giovanni Paolo I
  • Giovanni Paolo II
Cosa è successo di molto particolare? Che abbiamo avuto uno dei Papa “più veloci della storia”. E Carpi ha assistito a questo spiacevole “avvenimento” in presa diretta! Avrà lasciato delle testimonianze, altri scritti inerenti alla “toccata e fuga” di Albino Lucani? Sarà riuscito a trovare la “porzione” di profezia inerente a questo episodio, ancora una volta tanto misterioso? 

Chiedo ai lettori del Blog se possono rispondere a questa domanda…

Diamo per scontato che le profezie siano state pubblicate integralmente. Deve esserci certamente traccia di ciò che è avvenuto, visto che ciò a cui alludo è di importanza primaria: la morte perlomeno “strana” nientepopodimeno di un Papa!

E allora cerco di fare la mia parte, riproponendomi di riflettere sulle profezie in libera autonomia, cercando di trovare “un nesso”. Nel frattempo penso di avere avuto una buona intuizione alla mia maniera: quale? Quella della investigazione frattale e del linguaggio sincronico. Perché? 

Per trovare almeno una "prova" che a Papa Lucani è successo perlomeno qualcosa di “spiacevole”.

Ecco brevemente a quale conclusione sono giunto; il materiale citato è sempre disponibile su Wikipedia al seguente link.

“La sua elezione sarebbe stata frutto di una mediazione tra diverse posizioni, tra le quali quelle più conservative della Curia… Luciani, tuttavia, chiese sempre di non essere preso in considerazione… Si disse che Luciani fu eletto più per "ciò che non era" che per "ciò che era": non era un professionista della Curia che avrebbe potuto assumere un comando autocratico accentrato, nonostante la sua profonda cultura non era un altero intellettuale potenzialmente capace di mettere in difficoltà i porporati…”.

Notiamo come ci siano dei “segni premonitori”; avvenimenti fuori dalle righe:

Luciani fu eletto 263º successore di Pietro con una amplissima maggioranza (101 voti tra i 111 cardinali, il quorum più alto nei conclavi del Novecento… Lo stupore della folla in piazza fu grandissimo poiché la fumata, probabilmente per un errore del cardinale fuochista, fu inizialmente grigio chiara per poi diventare nera. La situazione di incertezza durò fino all'annuncio di Radio Vaticana e alla contemporanea apertura della loggia…”.

E ancora:

Luciani scelse un doppio nome per la prima volta nella bimillenaria storia della Chiesa, in ossequio ai due pontefici che lo avevano preceduto… Il nome di Giovanni Paolo I fu il primo nome inedito scelto da un papa dai tempi di papa Lando (morto nel 914). Da allora, per oltre mille anni, tutti i papi scelsero, o comunque utilizzarono, nomi già posseduti da qualche predecessore…”.

Le innovazioni introdotte da Luciani.
Fu il primo pontefice a richiedere di poter parlare alla folla dopo l'elezione ma, poiché non era consuetudine, dovette rinunciare: due mesi dopo, invece, Giovanni Paolo II, chiese ed ottenne di poter parlare, rendendo subito omaggio a Luciani prima della benedizione. Fu il primo ad abbandonare il plurale maiestatis, rivolgendosi in prima persona ai fedeli, nonostante zelanti custodi del protocollo prontamente riconvertissero i suoi discorsi per la pubblicazione su L'Osservatore Romano e in altri atti ufficiali.
Il suo ministero iniziò il 3 settembre con una Messa celebrata nella Piazza antistante la Basilica. Per la prima volta nella storia un Papa non sarebbe più stato incoronato: Luciani si impose anche per il cambiamento del nome incoronazione che da allora mutò in solenne cerimonia per l'inizio del ministero petrino. Rifiutò inoltre la tiara, e fu anche il primo pontefice a respingere l'impiego della sedia gestatoria, in seguito ripristinata, per esigenze di visibilità, in occasione delle udienze generali. Rifiutò anche il trono al momento della Messa, detta di "intronizzazione".
 
Fu il primo papa a parlare di sé in termini umani: tenendo da un canto i consolidati effetti del dogma che vuole il papa "Vicario di Cristo in terra", non ebbe remore nel presentarsi con il complesso della sua personalità, ammettendo, ad esempio, di essere diventato completamente rosso dalla vergogna quando, ai tempi in cui era ancora patriarca di Venezia, Paolo VI gli aveva messo sulle spalle la stola papale.
Fu inoltre il primo ad ammettere la paura che lo colse quando si rese conto di essere stato eletto Papa: "Tempestas magna est super me". Così come non altri prima, espresse umilmente una sensazione d’inadeguatezza al ruolo.

Qualche problema con l’organizzazione?

“Una certa morbidezza nei confronti della questione degli anticoncezionali e della contraccezione, anzi una qualche apertura per l'argomento dopo un convegno delle Nazioni Unite sul tema della sovrappopolazione, furono oggetto di una censura da parte dell'Osservatore Romano, che non pubblicò i commenti papali…”.

Una questione di “genitori”?

“Durante l'Angelus della settimana successiva, il 10 settembre 1978, Giovanni Paolo I disse:
 
«Noi siamo oggetto, da parte di Dio, di un amore intramontabile: (Dio) è papà, più ancora è madre»
 
Questa frase è una citazione di un passo dell'Antico Testamento, nonché semplice interpretazione di alcuni passi del Vangelo. Il concetto fu ribadito più volte anche dal suo successore Giovanni Paolo II, per esempio nell'udienza di mercoledì 20 gennaio 1999; sembra diversa invece l'opinione personale di Joseph Ratzinger che, nel suo libro "Gesù di Nazaret" (2007), afferma: "Dio è solo padre".

Stiamo parlando di un uomo che è stato “lì” per soli 33 giorni e che ha ammesso di avere avuto paura, che non era un “professionista della Chiesa”, che non aveva brama di potere ed infatti non chiedeva nemmeno di essere votato. Insomma, un uomo "normale"...

E allora? Come si comporta? Appena eletto inizia a mostrarsi una sua Natura, forse, nascosta molto bene. Una Natura molto particolare e “osteggiante” le tradizioni dell’ambiente "accogliente" millenario.

La transizione che diventa un “problema”? Può darsi…

Ricordiamo sempre che siamo in un mondo dove si è assassinato un presidente degli Stati Uniti, in pieno giorno, facendolo passare per un atto di “pazzia” del solito folle isolato. E poi si è riusciti ad assassinare anche il fratello. Uno mondo dove il leader dei “neri” è stato falciato e dove il leader dell’India è stato accompagnato preventivamente nell’Ade. Un mondo dove l’11 settembre significherà per sempre: abominio. L’elenco è molto lungo, per cui mi fermo qua, certo di avere reso l’idea.

Veniamo alla morte di Papa Giovanni I.

“Luciani si spense presumibilmente tra le ore 23.00 del 28 settembre 1978 e le ore 5.00 del giorno successivo, nel suo appartamento privato, ufficialmente a causa di un infarto miocardico.
Secondo un comunicato ufficiale del Vaticano, poco prima di morire, il Papa era sbiancato in volto, quando aveva saputo del giovane Ivo Zini assassinato a Roma.
Nei giorni immediatamente successivi alla morte, venne chiesto invano da una parte della stampa di effettuare l'autopsia sul corpo del papa, richiesta respinta dal collegio cardinalizio in quanto non prevista dal protocollo…”.
 
Ecco il punto! La causa ufficiale della sua morte è “Infarto miocardico”.

Va bene! Diamola per buona. Però andiamo a vedere cosa significa “biologicamente” morire per una malattia di questo tipo:

“Ad ogni conflitto, corrisponde una malattia e una sola. Per la perdita di territorio, la patologia corrispondente è un infarto al miocardio.

Capite? Mhm… Dovrei essere più chiaro? A pagina 63-64-65 del libro “Le radici familiari della malattia” di G.Athias, il capitolo “L’infarto al miocardio” suggerisce delle osservazioni molto particolari. Interessa?
 
Diciamo che sono stati 33 giorni molto “intensi”.

 

mercoledì 29 settembre 2010

L'Universo ci parla in ogni istante.






Prosegue il viaggio di SacroProfanoSacro - SPS, il concetto invertito di PSP – PlayStation Portable, un “diario da viaggio” in luogo di un “gioco da viaggio” che poi, nella sua essenza, descrivono la stessa "cosa" dal momento in cui le “vie”sono infinite.

Oggi sento la necessità di unire, "cucire" insieme il linguaggio sincronico dell’Universo che, come il respiro dell’Oceano, deposita sulla mia “spiaggia” quotidianamente ciò che le sue acque riflettono per me, attratte dal mio centro di attrazione. Spero possa essere d’aiuto per ritemprare gli animi in risonanza con il mio e per diffondere un po’ di leggerezza in coloro che si imbatteranno in me per infinite cause…


Il video di apertura è meraviglioso, come del resto l’intero film e la colonna sonora riesce davvero ad aprire il Cuore. Il suo testo è il seguente:

Tu pensi che io sia una selvaggia
mentre tu hai girato il mondo e questo io lo so
ma dimmi allor perché se selvaggia chiami me
ci sono tante cose che non sai, tu non sai.
Tu credi che ogni cosa ti appartenga
la Terra e ogni paese dove vai
ma sappi invece che ogni cosa al mondo
è come te, ha uno Spirito, un perché.
Tu credi che sia giusto in questo mondo
pensare e comportarsi come te
ma solo se difenderai la Vita
scoprirai le tante cose che non sai.
Hai sentito il lupo che ulula alla Luna blu
che sai tu della lince che ne sai
Sai cantare come cantan le Montagne
pitturare con il Vento e i suoi color
riscoprendo un po’ d’Amore nel tuo cuor.
Dai corri insieme a me nella Foresta
fa entrare un po’ di Sole dentro te
vedrai che non c’è bene più prezioso
e così la ricchezza scoprirai.
I Fiumi e i Lampi sono miei fratelli
e gli Animali sono amici miei
insieme nel segreto della Vita
in un cerchio che per sempre esisterà.
Chi sa la Vita cos’è
se la fermerai, neanche tu saprai
e non sentirai quel Lupo e il suo pregare mai
almeno fino a che non lo vorrai.
Non distinguer dal colore della pelle
e una Vita in ogni cosa scoprirai
e la Terra sembrerà solo Terra finché tu
con il Vento non dipingerai l’Amor.

Fonte: Color in the Wind (Pocahontas)

Mi sono giunti due messaggi che hanno contribuito a rasserenare l’animo in contrasto con gli “scogli” esistenziali. Ringrazio per questo Natyan:

Quando hai capito che la destinazione è "la strada"
e che tu sei sempre sulla strada "non per giungere a destinazione"...
ma per godere della sua bellezza e della sua saggezza...
la vita cessa di essere un dovere e diventa semplice e naturale...
una beatitudine in sè e per sè

Sri Nisargadatta Maharaj

Quando sei ispirato da un grande proposito,
da qualche progetto straordinario,
tutti i tuoi pensieri oltrepassano i loro confini.
La tua mente trascende le limitazioni,
la coscienza si espande in ogni direzione
e ti ritrovi in un nuovo, grande
mondo meraviglioso.
Le forze, le facoltà e i talenti addormentati
Si ridestano, ed ecco che diventi
Una persona molto, molto più grande
Di quel che avevi osato sognare.

Patanjali

Fonte: Studio Gayatri

Da Macrolibrarsi è giunta la consueta mail pubblicitaria, nella quale si parla di James Allen; eccola:

Caro Davide,


"Un uomo è letteralmente ciò che pensa, essendo la sua personalità la somma dei suoi pensieri".

Queste le parole con cui il pensatore e poeta inglese James Allen, capostipite della corrente del Nuovo Pensiero, rivela il modo in cui i nostri pensieri determinano il nostro destino e mostra come la mente, se ben indirizzata, possa influenzare positivamente sia l'ambiente in cui viviamo sia il comportamento delle persone che ci circondano.

Secondo l'autore, una vita ricca di amore e di successo non è il risultato di una cieca necessità o di un insieme di casualità, ma il frutto di uno sforzo costante capace, attraverso un corretto controllo dei pensieri, di metterci in sintonia con le potenze dell'universo, avvicinandoci alla perfezione divina.

James Allen è uno scrittore misterioso… Allen scrisse diciannove libri, un tesoro di pensieri e riflessioni che hanno ispirato e arricchito l’umanità dei suoi tempi e le generazioni successive.

Ecco un estratto di una sua opera - “Padroni del destino” - liberamente scaricabile dal sito Macrolibrarsi. Vale davvero la pena di leggere questo incipit che continua sul sito per motivi di lunghezza dell'articolo:

Possiamo paragonare la mente umana a un giardino, il quale potrà essere coltivato con intelligenza o lasciato incolto; ma in entrambi i casi, curato o abbandonato, un giardino deve generare, e lo farà. Se non vengono piantati semi utili, al loro posto cadranno in abbondanza gli inutili semi delle erbacce, e diffonderanno la loro specie.

Proprio come un giardiniere coltiva il suo pezzo di terra, togliendo le erbacce per far crescere i fiori e la frutta che predilige, così un uomo dovrà badare al giardino della sua mente, estirpando i pensieri erronei, inutili e impuri per coltivare fino alla perfezione i fiori e i frutti dei pensieri positivi, utili e puri. Continuando a seguire tale processo, prima o poi un uomo scopre di essere il giardiniere della sua anima, colui che dirige la propria vita. Rivela a se stesso le leggi del pensiero, e comprende con sempre maggior esattezza come le forze della mente operino nella formazione della sua personalità, delle circostanze e del destino.

Pensiero e personalità sono un’unica cosa, e considerato che è solo attraverso l’ambiente e le circostanze che la personalità può manifestarsi e venire a conoscenza di se stessa, le condizioni esteriori della vita di un uomo non potranno che rivelarsi in armonia con il suo stato interiore. Con questo non si intende sostenere che in qualsiasi momento le circostanze della vita di un uomo siano un indizio della totalità della sua personalità, bensì che quelle particolari circostanze siano legate così saldamente a qualche elemento vitale del suo pensiero da essere indispensabili allo sviluppo di tale personalità.

Ciascun uomo si trova dov’è in base alla legge della sua essenza; i pensieri con cui ha costruito la propria personalità lo hanno condotto fin lì, e nella disposizione della sua vita non c’è alcun elemento dovuto al caso, ma ogni fattore è il prodotto di una legge che non può sbagliare. Questo concetto è valido tanto per coloro che si sentono «in disaccordo» con il loro ambiente, quanto per chi al contrario ne è pago.

L’essere umano, in quanto creatura in continuo progresso ed evoluzione, opera dove può imparare a svilupparsi; e non appena comprende la lezione spirituale che ogni circostanza ha in serbo per lui, fa sì che questa scorra per lasciare il posto ad altri avvenimenti.

Finché l’uomo si considera come un prodotto delle condizioni esterne, è costretto a lottare contro le circostanze, ma nel momento in cui si rende conto di possedere il potere di creare, e la facoltà di controllare i semi invisibili e il terreno da cui nascono le circostanze, diviene il legittimo padrone di se stesso...


E ancora, dalla cara Amica Loredana, mi giunge del prezioso materiale su Mere. Chi era Mere?

Il suo nome d'origine è Mirra Alfassa (1878-1973) e nasce a Parigi da padre turco e da madre egiziana. Plurilaureata e di formazione scientifico-materialistica, interessata al mistero della Materia, approda presto in India dove vi rimarrà per il resto della sua vita sempre ricercando la verifica ad una straordinaria ipotesi: il nuovo salto evolutivo sarà cosciente e avverrà se saremo capaci, pochi o tanti, di liberare e di purificare le nostre cellule dal loro asservimento allo "stupido" e millennario programma di morte… Nel 1914 giunge in India dove conosce Sri Aurobindo. Con quest'ultimo condividerà per più di trent'anni la ricerca e la sperimentazione attorno al salto evolutivo della Specie.
Fonte: www.vedanta.it

Ecco un estratto dal "lavoro" di Mere che mi ha colpito:

Però sai è spassosa questa Coscienza.
Ha messo il corpo in contatto con quelli che desiderano la sua morte (non so se con tutti, ma certo con un numero notevole) ce ne sono dappertutto e il corpo li vede.
Li vede come sono, ma non se la prende, non gli fa più nessun effetto. E’ come se fosse protetto da tutta questa roba che gli viene addosso. Non gliene importa niente, anzi per lo più si mette a ridere...
E poi quella Presenza.. quella PRESENZA.

Le cellule sono come i bambini, quando la sentono, sparisce tutto tranne quella. Allora è come un sospiro di sollievo. All’esterno però non si vede niente; se il corpo soffrisse, sarebbe la stessa cosa. Se soffre, di solito non si lamenta mai; chiama e basta Chiama chiama… e chiama .

Anche se sa benissimo che è completamente inutile, e che se riuscisse ad entrare nell’immobilità, rientrare nel silenzio, basterebbe. E appena ci riesce.. Però non sono certa che tutti questi dolori che sente dappertutto non gli vengano proprio, non siano dovuti a tutte quelle cattive volontà. Sai la Terra è piena di cattive volontà, di solito appena coscienti...
Perché succede? Perché l’esteriorizzazione è cominciata così? Con l'inconscio con una inerzia quasi totale, e perché solo sulla Terra è diventata così? Perché mai ha dovuto cominciare così?

14 maggio 1969.
Mere ha una crisi cardiaca, ma dice a Satprem: Mi sono resa conto che era tutta una preparazione per (Mere indica il Cuore)... Ti dirò dopo, è estremamente interessante, però riguarda il Cuore stesso delle cose. Fra tre quattro giorni ti dirò.

Ci sono momenti in cui a volte sei in totale benessere a volte stai malissimo e le vibrazioni sono le stesse. Succede ad ogni minuto ad ogni istante per, ogni cosa.

Questa Coscienza mi ha mostrato come… Beh se questa coscienza qui assume un certo atteggiamento, allora ne avverte tutta la gioia e l’armonia. Basta che invece assuma un atteggiamento leggermente diverso (e Mere fa uno sbilanciamento verso sinistra) la spessissima cosa diventa quasi insopportabile. Esperienze così continue... Continue per mostrarci davvero come ci sia un'unica COSA importante, l’atteggiamento che assume la nostra coscienza. In parole comprensibili fai sparire l'Ego e sparisce la malattia. E ti accorgi se stai di qua o di là.

Lo vedo, il corpo ha bisogno di una preparazione molto seria e completa per sopportare l’esperienza senza, nessuna vibrazione di inquietudine, di paura, di... per mantenere una pace e un sorriso costanti.

E ancora Mere:

Una visione che affida un ruolo ad ogni religione in questo emergere dall’Inconscio fino alla Conoscenza divina. Non si tratta di una osservazione qualunque, marginale: ma di una visione.
Certo, può dare l’idea di una concezione mentale, ma non lo è, non lo è. E’, se vogliamo dire così, una necessità di sviluppo.

E’ una visione, che mette le cose AL LORO POSTO.

L’Islamismo ha rappresentato un ritorno alla sensazione, alla bellezza, all’armonia delle forme: una legittimazione delle sensazioni e della gioia nella bellezza.

Visto un po’ dall’alto non è, non è di una qualità tanto superiore; ma dal punto di vista vitale è di una potenza estrema: ecco cos'è che ha dato all’Islamismo un tale potere di diffusione, di conquista materiale, di dominio.

Quello che hanno fatto i Musulmani è bellissimo, tutta la loro arte è magnifica, magnifica. E’ stato un fiorire di bellezza.

Poi... ci sono le altre religioni una dietro l’altra.

Ognuna rappresenta una tappa nello sviluppo dell’uomo nel suo rapporto col Divino, non l'astrarsi da una realtà per raggiungerne un’altra (Buddismo). E’ il bisogno di totalità, dell’insieme, la causa del susseguirsi di queste religioni una dietro l’altra in questo modo. Visto così è molto interessante.


Invece di vedere le varie religioni dal basso, è venuta d’improvviso, da molto lontano, una visione d’insieme del processo: una visione di come si è organizzato con una coscienza così chiara e una volontà così chiara, di come ogni cosa avviene proprio al momento in cui è necessaria, affinché niente venga trascurato e tutto possa uscire, emergere dall’Incoscienza e diventare sempre più cosciente…

E allora, in questa storia immensa terrestre, il Cristianesimo assume il suo ruolo, il suo ruolo legittimo. E questo ha un duplice vantaggio: gli restituisce valore agli occhi di chi lo disprezza, e mostra a chi lo considera l’unica verità che si tratta solo di uno degli elementi di tutto il globale.

Ecco.

Ecco perché la cosa mi ha interessato. Perché è il risultato di una visione d’insieme che mi è venuta perché avevo cominciato a occuparmi delle religioni (ri- cominciato, dovrei dire, perché è un tema che in passato mi era estremamente familiare). Quando mi hanno fatto delle domande sugli Israeliti e Musulmani, mi sono messa a guardare e ho detto: ecco qual è il loro ruolo.

Ecco il loro ruolo, la loro ragion d’essere. E giorni fa mi sono detta: Toh è proprio vero! Visto così è di una tale evidenza! Il Cristianesimo rappresenta una riabilitazione del dolore quale mezzo di evoluzione della coscienza.


Così la frase di Aurobindo assume tutto il suo valore…

Il cristianesimo si è manifestato perché gli uomini si ribellavano al dolore e, per sfuggire al dolore cercavano di evadere dal mondo… Poi col passare degli anni, e con l’evolversi delle cose, ci hanno preso gusto a soffrire! E dato che il dolore lo amano (guarda come diventa chiara la frase di Aurobindo) ecco che allora “Cristo, è ancora appeso alla sua croce in Gerusalemme".

Così questa frase, rivela tutto il suo significato… Poi qualche riga più sotto le viene proposto di pubblicare sul bollettino qualcosa sul Cristianesimo, ma Mere risponde che il guaio è che ognuno vede la propria religione come quella contenente la verità esclusiva.

Veramente illuminante: grazie Loredana :)

Oggi va così, cari Amici, ho lasciato parlare l’Universo per me. Questi diversi messaggi o vere e proprie lingue, costituiscono un unico concetto, un unico filo conduttore, la trama che ha in serbo per noi il nostro centro d’attrazione. Il risultato che siamo adesso e l’indizio per seguire la via che ci trasmuterà in quello che saremo nel prossimo “adesso”.

James Allen, come molti altri, si esprime sinteticamente in questo modo:

"Un uomo è letteralmente ciò che pensa, essendo la sua personalità la somma dei suoi pensieri".

Facciamo attenzione a “chi è che pensa” tuttavia. L’Antisistema si è introdotto nei nostri inconsci. Il frattale è espresso dal pensiero di Joseph, descritto nel libro “Le radici familiari della malattia” di G.Athias:

“Noi non pensiamo, siamo pensati”.

È molto importante "capire chi è che pensa", perchè "siamo quello che pensiamo"! II mondo intero si uniforma a quello che pensiamo,

In questa frase si annidano significati a vari livelli e “chi vuole intendere comprenderà”…

Chi è che pensa? Siamo noi, dove per noi è la mente biologica? Ma seguendo un certo discorso al quale fa riferimento anche Steiner, attraverso il sangue ereditiamo i "conflitti"dei nostri avi.

Questi conflitti sono un qualcosa che è rimasto come “appeso” o coagulato e che va “disciolto”.

"Ciò che facciamo in Vita riecheggia nell'eternità" - Il Gladiatore.

Ciò che facciamo oggi e che ci rappresenta è un “volere” che giunge dal passato e che si miscela con il presente attraverso la nostra esistenza. Una esistenza nuova e carica di opportunità. Esiste un filo legato al Karma che probabilmente racchiude il tutto. Esiste la nostra particella adamantina instillata nel CuoRe, che ci rappresenta nello scorrere del reame del tempo e che ci identifica nell’eterna rappresentazione della Creazione. Ci sono molte variabili, per cui non è possibile dire che “noi siamo in un certo modo”; noi siamo in molti modi diversi, proprio perché siamo una confluenza di fattori diversi che si uniscono per “andare avanti”. Ogni volta è sempre qualcosa di nuovo e di diverso. È l’unicità che si manifesta dalla comunanza, anche dalla sofferenza che è stata.


La scelta è solo nostra nell’adesso: cosa decidiamo di fare ADESSO, "sapendo" che abbiamo ereditato un “carico” che ci ha costretti a percorrere certe direzioni? È solo sapendolo, avendone consapevolezza che possiamo essere noi stessi in maniera “centrata”. Tramite noi “parla” l’intera umanità!

La responsabilità che ne deriva è importante come lo è giocare per un bimbo

Il discorso di Mere sul Cristianesimo è stupefacente, almeno per me, che sono sempre stato “urticato” dalla sua presenza. Attraverso il pensiero di Mere riesco ad avvicinarmi un po’ di più alla sua “logica illogica”. È il Cristianesimo delle origini quello più vicino all’essenza, tuttavia quello che è diventato in seguito persegue uno scopo specifico, molto “duro”, ma a quanto pare inevitabile a causa del livello raggiunto dall’umanità racchiusa nella parte di mondo che gli compete; livello di cui, ho come l’impressione, che l’opera di S.Agostino riservi una visione del tutto particolare e degna di approfondimento.

È tutto opportuno e nulla è per caso…

Insieme siamo Uno.

Grazie


sabato 25 settembre 2010

Un compleanno lungo... 13 Lune.





Oggi è il compleanno di questo Blog: SacroProfanoSacro compie 1 anno!

Come per ogni parto della creatività, il tempo scorre a lambire e delimitare i confini dell’impegno profuso; per cui ha un senso attenderlo allo scoccare di determinati momenti come, appunto, la “cerimonia” annuale… 

Il tempo: serpente alato, piumato di aspettative

Chi ha tempo non aspetti tempo, recita il detto. Il tempo trasporta l’evidenza dei sogni, la loro concretizzazione o smarrimento. Esso è un fiume sempre in piena, non conosce aridità o siccità. Ma quale tempo conosciamo o quale tempo ci è stato imposto? Una creatura artificiale! Scandita dai ritmi dell’Energia di Controllo nota come Antisistema. 

Oggi non è trascorso un anno dal momento in cui ho iniziato a scrivere: è trascorso un anno dal momento in cui ho agganciato un "treno in corsa", una macchina creata per triturare le esistenze che accettano di farsi trasportare… Delimitate in un flusso distorto della Creazione.

Credo che l’opera di incantesimo sia completa e che preveda anche il controllo del tempo. Il genere umano è stato dirottato su un binario “morto”, sotto l’egida di un controllore meccanico. Credo che ripristinare, riagganciare il vero scorrere del tempo sia basilare per tornare ad alzare "ali e testa".

La Sincronicità segue una serie di principi universali basati su una matrice matematica, struttura primaria che collega tutti gli eventi, le persone e la realtà così come la conosciamo. Più ci sintonizziamo a questa matrice, più esperiamo l’ordine sincronico. Questo è lo scopo del Sincronario di 13 Lune di 28 giorni. Quelli che seguono sono alcuni esempi di come l’ordine sincronico possa essere letto su base quotidiana, giorno per giorno. 
 
Sincronicità dei Viaggiatori delle Stelle
Anno della Luna Intonante Rossa

Luna Elettrica (Terza delle 13 Lune), dal 20 Settembre al 17 Ottobre 2010
Nella Luna Elettrica attiviamo nuovi modelli con cui sostituire quelli vecchi, che nella Luna Lunare abbiamo avuto la sfida di superare. Questa è la Luna in cui dobbiamo chiederci come possiamo servire la visione più alta. Ora è il momento di vivere la nostra visione più alta, quella di un attendente della Terra – e di uno dei nuovi umani cosmici sulla Terra, Homo Noosfericus, che incorpora e incarna il Nuovo Tempo in nome di tutta la vita. In questa luna ricorrono sia il compleanno galattico che quello solare del Mahatma Gandhi, che affermò “Il modo migliore per trovare te stesso è perdere te stesso nel servizio agli altri”. 
Fonte: www.13lune.it

Cosa è successo nelle ultime 13 Lune? Che tramite SacroProfanoSacro ho iniziato a scrivere un diario aperto. Questa azione rappresenta la simbologia della fioritura, dell’apertura, dell’accettazione, della comprensione. Dopo 41 anni di crescita nascosta, la “piantina” è sbucata alla luce del Sole ed ha iniziato a sbocciare come in una seconda nascita. Il mio cranio è diverso da un anno fa. Lo sento passando le dita sulla sua superficie. Sta mutando la struttura ossea, sta succedendo qualcosa… Qualcosa di meraviglioso.
Le nostre essenze si stanno rivelando.

Non c’è nulla in Terra o nel Cosmo che può fermare questa dinamica, perché prevista dal Piano Divino. Ciò che viene rivelato viene posseduto dal Controllo ad un livello diverso; dal segreto si passa alla manipolazione. Ciò che si dice della rete Hartmann e Curry in relazione alla sua pericolosità per l’uomo che vi staziona per lungo tempo è vero. E costituisce un segreto rivelato. Ma a questo punto inizia l’opera di manipolazione: si confondono le idee.

Ecco cosa si lascia "sfuggire" Joseph nel libro “Le radici familiari della malattia” di G.Athias:

“Numerose energie provenienti dal Cosmo sono nocive per l’uomo, che ha nel corpo un suo sistema di protezione per ognuna di loro: il sistema reticolato, che capta le energie elettromagnetiche ed elettriche”.

Ebbene dove è andato a finire questo sistema di protezione? Chiediamoci questo mentre ci rendiamo consapevoli dell’esistenza di queste energie potenzialmente nocive. Chiediamoci perché siamo indotti ad alimentarci in un certo modo, a curarci in un certo modo, ad educarci in un certo modo…

Nulla è per caso!

Perché? Nella domanda è implicita intuitivamente la risposta: Controllo e annichilimento.

Perché? Perché il denaro, colpevolizzato di tutte le mostruosità umane, non conta al livello energetico cui intendo portare l’evidenza. A quel livello ha senso parlare di:
  • controllo
  • energia
  • scopo finale
Non è il denaro il flusso che conduce ai potentati, al Controllo che risiede al di fuori della dimensione in cui la nostra proiezione vive. È una falsa traccia che condurrà alle marionette, agli uomini del Controllo. La sorgente è situata in un altro piano dimensionale. La sorgente è talmente “elevata” da nascere dalle cantine del Creatore. La sorgente è il Creatore stesso. Principio di ogni “cosa”.

Il compito dell’umano incarnato è comprendere tutto ciò, proprio sul terreno più difficile: la Terra densa in un corpo denso.
Le differenze sono abissali, come quella che c’è tra essere Superman e essere la vecchina della porta accanto. L’uomo cerca la potenza, l’immortalità, a causa della sua immagine originale proiettata nel suo inconscio. Ma in seguito alla “discesa”, queste facoltà sono state accantonate al fine di comprendere la differenza fisica e morale tra il bene ed il male

In una esistenza eterea la cognizione tra queste due polarità è solo teorica, mentre nel campo di addestramento “Madre Terra” le differenze sono immediatamente percepibili nella carne e nella psiche. Cosa ben diversa del solo immaginare cosa significhi.

Tra il dire e il fare…

Gli Angeli sulla Terra siamo noi, tutti quanti noi. Bloccati in una marea oscurante, separante e bloccante. Ma… tutto ha un senso se si chiede il perché al nostro “Cuo-Re”. La missione affidataci è complessa ma siamo assistiti: sempre! Liberiamoci dai rituali dell’ignoranza proiettata su di noi dalle false convenzioni:

Quando lasciai andare i rituali basati sulla paura, pur belli che erano, le guarigioni cominciarono a riacquistare il loro splendore originale. Mi resi conto che era una buona cosa essere stati in grado di sperimentare le guarigioni nel loro potenziale più alto, cosicché sapevo che esistevano. È stata questa conoscenza, insieme al senso della loro perdita, a darmi l’impeto e la spinta per ritrovarle. E nel fare ciò era come se mi stessi metaforicamente insegnando a camminare di nuovo, una cosa così complessa e difficile che solo coloro che sono stati costretti a dover imparare a camminare una seconda volta possono sapere”.
Fonte: “La riconnessione” di Eric Pearl

La paura! La nostra missione prevede multipli obiettivi che “tutti insieme sono Uno”. È una scala di priorità che dobbiamo completare. Liberarsi dalla paura è lo step base. Dalla paura ci si libera quando abbiamo chiara evidenza in noi stessi del “chi siamo” e, pur non avendone prova tangibile, crediamo

Questo è l’antico messaggio per noi, intercettato dalle religioni, secretato e poi manipolato.

Cosa esiste al fine di trasmutare le nostre paure? Per ognuno di noi è diverso, però penso che la connessione con il battito cardiaco sia un ottimo modo di “sentire” e di lasciarsi andare. I limiti della scienza non possono essere applicati all’uomo, perché questi limiti sono imposti dal Controllo. Noi siamo molto di più… E presto lo vedremo bene!

Allora, la mia intenzione è di trascorrere altre 13 Lune con il favore dei “venti” e, alla prossima tappa, constatare ed evidenziare come il genere umano sia “andato avanti” con la forza e l’Amo-Re di un Re impavido.

Grazie di cuore.

Alla nostra “salute” :)

 

venerdì 17 settembre 2010

L'Africa del Cuore.





Che succede nel mondo? Nell’ambito di ciò che vale la pena di segnalare, nella pagina della finanza di Yahoo di questa mattina, troviamo queste news:
  • i fumatori giapponesi danno l’assalto ai tabaccai perché fra poco scatterà un aumento delle sigarette del 38%
  • i treni Frecciarossa hanno portato in attivo il bilancio delle Ferrovie.
  • i cinesi e l’expo di Shanghai sulle tematiche “verdi”
  • una tecnologia basata sul cellulare per trovare posti di parcheggio in maniera “intelligente”
  • mercato delle auto senza incentivi che “cade”
  • l’Europa “minacciata” dalla crescita smodata dei cinghiali
  • i Cubani che presto conosceranno la scure dei tagli statali
  • il Pil della Turchia che avanza a velocità maggiore di quello della Cina
  • il “risveglio” economico dell’Africa

Una variegata e breve tematica dei temi giornalieri più “meritevoli”, di cui quello relativo all’Africa è certamente molto significativo. Tempo fa lessi una canalizzazione di Kryon, nella quale si metteva in evidenza come il continente Africano sarebbe divenuto entro 60-100 anni il polo di maggiore espansione planetario. Si narrava dello spostamento dei grandi capitali dei grandi investitori che, dopo il boom della Cina, del Brasile, della Russia, avrebbero preso di “mira” le coordinate geografiche dell’Africa. Anche in questo ambito non esiste il caso. Senza l’humus lasciato dalla piena di denaro non è possibile risvegliare i potenziali assopiti di una regione. E ciò sembra che sia già in corso da qualche anno.

L’Africa, dalla forma di cuore, è stata volontariamente “lasciata indietro” come se fosse una sorta di bacino di riserva, di contenimento delle crisi, di laboratorio per fare esperimenti di ogni tipo. Il suo sacrificio nel tempo ha dettato ritmi e processi di industrializzazione nel resto del mondo. La sua “impronta” è stata infatti sempre presente sin dagli albori del tempo, tramite l’estrazione delle materie prime come oro e diamanti. Gli Anunnaki discesero in Terra per estrarre oro e lo trovarono in gran quantità soprattutto in due regioni del globo:
  • Africa
  • Centro e Sud America
Le miniere Africane sono state le prime; profondi “buchi” che si spingono nel ventre della Terra. Gli annali relativi alla memoria storica di ciò, sono contenuti ad esempio, nell’opera di Sitchin “Il libro perduto del Dio Enki”. Questo “trattato” è ricco di dettagli e osservazioni, mettendo in evidenza le mire dei visitatori cosmici proprio nei confronti delle regioni Africane identificate con il nome “Abzu”. A questo link  è possibile trovare uno splendido articolo a supporto di questa linea di pensiero. L’articolo è molto approfondito e permette di vedere le rovine di una antica enorme città del Sud Africa, dal punto di vista dei cieli attraverso l’occhio di Google Heart

Ciò che emerge è un “qualcosa” che viene datato a circa 200000 anni fa!

Ma oggi non intendo approfondire argomenti “esotici”. Lascio alla vostra curiosità l’opera di lettura suggerita.
Ciò che intendo evidenziare è come il continente Africano sia destinato ad emergere nel tempo, a causa di un crocevia indescrivibile di varianti che giocano a suo favore (finalmente), non da ultima la legge dell’equilibrio che, prima o poi, porterà il livello delle energie scaricate in quei luoghi dal pensiero occidentale di sfruttamento, a parificare il potenziale inespresso. È curioso che nel film “2012”, alla fine le uniche terre emerse siano quelle di una parte dell’Africa che si è sollevata di 2000 metri dall’altezza del mare. Sarà un caso che i produttori hanno pensato a questa ipotesi?

L’Africa è una terra ricca di Vita; Vita schiacciata in ogni maniera. Ai bimbi e a quelle popolazioni, in generale, occorrerebbe portare un modello di pensiero “nuovo”, diverso dal solito finto grado di compassione che si esaurisce nell’inviare qualche scatola di cibo prossimo alla scadenza. Inoltre, tra di loro, come dappertutto, esiste una grande corruzione a livello politico e amministrativo. Essi stessi si rubano il cibo dal piatto comune in cui mangiano. E le responsabilità di ciò non possono essere imputate a nessuno se non a se stessi, anche se il loro comportamento è frutto, in parte, di un paradigma ereditato da tutti coloro che sono giunti in loco esclusivamente per sfruttare.  

Il Karma Africano è “importante”

Hanno come "pagato" qualcosa che li ha riguardati molto da vicino in un lontanissimo passato, magari tra le ere glaciali. La schiavitù è stata un frattale molto chiaro di un’azione che probabilmente, le antiche popolazioni di quelle terre avevano a loto volta imposto ad altre genti.

Nulla è per caso.

Esiste un livello di “Giustizia Celeste” che nel tempo tende a manifestarsi, il cui frattale più cruento e paradossale è proprio l’antica legge del taglione o ciò che ricorda Dante nella sua “Commedia” con il nome di legge del Contrappasso:

“La legge del contrappasso (dal latino contra e patior, "soffrire il contrario") è un principio che regola la pena che colpisce i rei mediante il contrario della loro colpa o per analogia ad essa. È presente in numerosi contesti storici e letterari d'influenza religiosa, come ad esempio l'Inferno islamico o la Divina Commedia”.
Fonte: Wikipedia

In ambito spirituale le “cose” funzionano in maniera apparentemente strana per il nostro modo di “comprendere”; a volte ad esempio, un sano egoismo è da preferire all’altruismo, quando questa forma di interessamento verso gli altri parte da una “sede” non in equilibrio con se stessa. Colui che è “egoista” in realtà ama se stesso, si vuole bene. Ma anche questo aspetto è da percorrere con una buona dose di equilibrio personale che è il “sale” stesso dell’arte del destreggiamento nelle proprie energie. 

Scrivevo ieri di Vadim Zeland e del concetto di “campo morfologico” che influisce sui processi mentali dell’uomo, ebbene ho trovato nel libro di Gerard Athias “Le radici familiari della malattia” un passo inerente a questo concetto, ma spiegato fugacemente attraverso una splendida “riflessione” di Jung. Si parla di una pecora che si è smarrita allontanandosi dal gregge:

“È consapevole di essersi persa? La risposta del suo cervello non è personale, deve essere sovrapersonale, esterna alla sua personalità. A quel punto Joseph introdusse la nozione di Inconscio Collettivo, cara a Jung. È il cervello collettivo del gregge che invia l’ordine della malattia, affinché l’animale non si allontani e, andando in aiuto della pecora smarrita, si dirige verso di lei per assisterla. Una volta ritrovato il contatto visivo, uditivo, olfattivo, il cervello collettivo manda l’ordine di riparazione. Conta soprattutto la specie: l’individuo ha poca importanza. Se ogni pecora si allontanasse per la propria direzione, il gregge si dissolverebbe rapidamente e la specie sarebbe in pericolo. Questo sovrainconscio è il cane-pastore del gruppo; gli stessi meccanismi esistono in noi esseri umani… La Natura intera ha integrato questo modo di comunicare, ma l’uomo col tempo l’ha perso, trasformando il suo istinto animale in una tecnologia equivalente: il cellulare. Basterebbe saper sviluppare questa comunicazione sovrasensoriale per farne comodamente a meno”.

Anima. Essere umano. Cervello biologico. Campo morfologico di Zeland. Campi morfogenetici di Sheldrake.  Inconscio Collettivo di Jung. Aura spirituale. Etere. Prana. Energia. Amore. Creatore.

Stiamo parlando di un qualcosa di enorme, di vasto quanto l’Universo stesso; stiamo parlando del progetto e del senso della Creazione. Di una intelligenza che è sempre all’opera e sempre con noi. Noi che ci riteniamo soli, separati, isolati, abbandonati…

L’Africa è la più bella storia di questo secolo nascente. La vedremo fiorire, sbocciare come un Fior di Loto. Intanto iniziamo a prendere atto di questa meravigliosa vicenda.

Spero tanto che la sua “riscoperta” non sia solo dettata da dinamiche economiche arraffatici, ma sono conscio che il suo mutamento di polarità debba essere innescato nel modo ancora più consono per coloro che detengono i grandi capitali da mettere a disposizione dello “sviluppo”:

Gli investitori e gli uffici studi lo hanno capito, l'uno dopo l'altro: l'Africa è diventato un continente dalle opportunità in rapida crescita.
Le statistiche del Fondo monetario internazionale parlano chiaro: dal 2000 al 2009 il suo tasso di crescita annuale ha raggiunto in media il 5,1%, nonostante un 2009 mediocre (+2,5%).
E il pil del continente ha ormai raggiunto i 1.600 miliardi di dollari (1.220 miliardi di euro), come il Brasile o la Russia.
In un articolo pubblicato sul Financial Times lo scorso agosto Jim O'Neill, capo economista di Goldman Sachs, nonché inventore dell'acronimo Bric per indicare i campioni emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) si dice convinto che questi entro i prossimi quarant'anni saranno raggiunti da qualcuno dei grandi paesi africani. «Se non faranno qualche stupidaggine», ha scritto O'Neill, «la Nigeria e i suoi 180 milioni di abitanti nel 2050 potrebbero pesare più di Canada, Italia e Corea del Sud».
Fonte: Yahoo 
 
Sono certo che la grande spiritualità ancora presente in Africa, riuscirà a bilanciare le spinte monodirezionali legate all’arrivo del denaro. La “magia” di quelle terre è grande ed è sempre sopravissuta ad ogni tentativo di annichilimento a carico del passato. 

Quei bimbi dai grandi occhioni meritano un mondo migliore.  

 

giovedì 16 settembre 2010

Il linguaggio universale.





  • La verità è dappertutto.
  • Il nostro personale stato d’Essere è un punto di vista.
  • Nulla è per caso.
  • Tutto è opportuno.
  • Insieme siamo Uno.
Ideiamo una ricetta con questi ingredienti: che cosa traspare? Sicuramente un progetto!

Un progetto “antico” ma sempre attuale che si è frantumato sotto l’azione delle possenti “mani” lavoratrici dei campi dimensionali più densi. Come prendere farina, uova e latte e mischiarli con forza e decisione per ottenere un impasto opportuno. È la base per andare avanti nella preparazione del nostro “piatto”. La “verità” sarà alla fine sparsa ad arte dappertutto nella ciotola dove stiamo lavorando gli ingredienti. Ora, gli ingredienti presi nelle loro componenti molecolari, avranno ognuno un po’ di quella verità diffusa ed ognuno di loro osserverà una versione delle “cose” dal punto in cui le forze impastatrici li hanno sospinti a sostare, magari mentre cuociono nel forno. Ogni molecola, ogni “briciola” elaborerà una versione diversa del “dove” si trova, avendo frammenti e dunque doti di verità insite in ognuna di loro. Il loro punto di vista dominerà entro il proprio mondo: giusto o sbagliato che sia! Ognuno di loro assumerà una posizione dell’essere in funzione di questa prospettiva personale. Senza una visione più ampia, dal punto di vista della “torta” per esempio, il rischio di formare “grumoli” e di considerare verità “anomale" è molto alto. 

Un grumolo si forma attorno ad un nucleo di molecole attrattive, capaci di magnetizzare altre molecole attorno a sé. Se l’intento mosso dal briciolo di verità è sotto il dominio dell’Ego, tutti coloro che “crederanno” nella verità rielaborata si uniranno a formare un grumolo di materia, considerato dallo “Chef” un qualcosa di anomalo da “schiacciare” con un cucchiaio al fine di scioglierlo nell’impasto. Considerando tale azione come diluitiva del contesto generale, nella fluidità della miscela delle materie, sarà facile comprendere l’opportunità di un simile atto “superiore”. Le molecole che subiscono questo trattamento ne saranno consapevoli? Qua sta la differenza tra la consapevolezza e il vittimismo.       

“Vedi, la simbolica del razzo è di essere in eterna evoluzione. Nella maggior parte dei casi, parte dalla Terra per andare verso l’infinito e questo è il cammino dell’uomo. Del resto, l’unico dovere di un essere umano è di essere in evoluzione. Allo stadio fetale è solo nell’Amore infinito della Madre, riceve e non dà nulla. Egli è nell’Io. Ripeti dopo di me: “Io dico Io”.
Poi il suo ruolo è di essere nel gruppo, in seno alla famiglia, nel Noi: “Io dico Noi”.
Poi deve evolversi verso gli altri: “Io dico Loro”.
Ripetevo ogni frase, ma l’ultima mi vibrò così forte che me la ripetè:

“Dio” (Dio – Dieu – Dis Eux – Dico Loro).

“… Io nego qualsiasi distinzione tra sano e patologico, organico e mentale. Tutto è sotto il controllo del cervello biologico, che utilizza la malattia come un organo urgente per la Vita…”

“… Ogni malattia ha la stessa importanza. Un cancro non è più grave di una influenza. La malattia non fa distinzione di gravità…”

“Questo teorema è valido per ogni elemento, ogni parte, ogni cosa della Creazione. Per ogni oggetto, per ogni cosa, vi è innanzitutto un progetto. Il progetto è una fase immateriale, che concretizzandosi diventa una cosa che ha senso. Il senso di una cosa risiede nel corrispondere al suo progetto…
Prendi una lampada. È un oggetto, il suo Creatore ha un progetto: costruire una cosa che illumina. Prima di essere materializzata, la lampada non esiste, quindi è immateriale. Una volta resa concreta, la lampada ha un senso, quello di illuminare, ed è dunque il senso del progetto del suo inventore.
Fece questo ragionamento per tanti oggetti, lentamente, intervallandolo con frasi lapidarie.
È il senso della cosa che crea la cosa.
La funzione crea l’organo.

La malattia è dunque una cosa; è un corpo creato, carico di senso. La malattia risponde a un progetto. Ha perciò una funzione, una necessità vitale. Ma anche la guarigione è una cosa: affinché avvenga, il paziente deve crearsi il progetto di guarire”.
Fonte : "Le radici familiari della malattia" di Gerard Athias

Quale è il progetto della nostra Vita? Chi lo ha ideato? Quale è il senso della nostra Vita?

Nulla è per caso. È questo l’ago della bussola. Nulla è per caso.

È questo l’indizio sempre presente sulla scena dell’esistenza: nulla è per caso.

“Noi non pensiamo ma siamo pensati”… Le dinamiche all’opera sono molteplici e sfuggevoli al nostro grado di comprensione. Perché il nostro grado di comprensione è figlio del cervello biologico, il quale segue dei programmi nativi di sostentamento della “nave spaziale” umana. Chi ha inserito questi programmi nel nostro cervello? I programmi di base sono figli dell’evoluzione e della Creazione, ma c’è dell’altro! Il frattale analogico sono i virus presenti nel mondo informatico.

C’è dell’altro: l’Antisistema.

L’analisi di Athias è sensazionale ma descrive “solo” un pezzo della verità, perché la verità è  sparsa ad arte. La verità non è tutta accumulata in un unico “luogo”. Ognuno di noi ne ha un pezzettino. Per cui la nostra comprensione è un pezzettino della più grande Verità.

È solo unendoci che possiamo portare i nostri mattoncini insieme ed elevare il nostro punto prospettico, come fecero i primi terrestri costruendo la torre di Babele. Insieme siamo Uno.

Leggendo l’opera di riassunto e compattamento di Powell, deriva un modello di essere umano molto più complesso di quello che si forgia dalla più semplice lettura di un corpo dominato dall’azione del cervello biologico. L’Anima si incarna seguendo un processo ben strutturato. Ha un progetto legato alla nuova incarnazione. Il corpo umano diventa dunque il senso di quel progetto. Ogni nostra connotazione globale esprime il senso dell’intendere dell’Anima. Ma c’è altro.

Ci sono frammenti di Karma, di genetica familiare, di caratteristiche legate alle nostre incarnazioni, di caratteristiche legate alla posizione dei pianeti, etc. Ma tutte queste “cose” probabilmente si legano l’un l’altra attraverso cerchi di contenimento. Ossia il Karma contiene tutto il resto. Esso prevede già tutta la rimanenza delle variabili. Il libero arbitrio è un adattamento inerente il Karma.

È come se un concetto comprendesse tutti gli altri. Il Karma può rappresentare il sunto in questo contesto. Se lo vogliamo analizzare si apriranno gli altri “cerchi”… Il discorso relativo al cervello biologico descrive un’altra dimensione. Un altro mondo.

Perché? Perché domina inserito nel proprio contesto, ma se si espande la visione, ci accorgeremo che la sua opera è a sua volta figlia di altre “dinamiche”:

In generale però dovrò deludervi. L’uomo pensa non con il cervello ma per mezzo di un campo morfologico che lo circonda e che consiste, a dirla volgarmente, in qualche miliardo di lampadine. Queste lampadine sia accendono e si spengono, come nei computer antidiluviani. Il campo morfologico lampeggia, brilla, si illumina di tanti colori: proprio questo è il cosiddetto processo mentale. Ovviamente anche il cervello partecipa all’attività mentale, ma solo parzialmente. Di fatto i pensieri non si trovano dentro al cervello, ma al suo esterno. Il pensiero è un processo di interrelazione tra le lampadine del campo morfologico e i settori dello spazio delle varianti. Quando la lampada si accende, si instaura un legame tra il vostro cervello e l’informazione con cui vi siete collegati in un dato momento. Anche la memoria non ha nessun rapporto con i neuroni del cervello. Di nuovo, in parole semplici, quando una lampadina si accende nel campo morfologico si stabilisce un legame con un determinato settore dello spazio delle varianti, contenente l’informazione che, come sembra a voi, ricordate. Se questo collegamento per qualche motivo non può essere stabilito allora non riuscirete a ricordare nulla”.
Fonte: intervista a Vadim Zeland tratta da “Scienza e Conoscenza” n.32 

Che dire? La visione si amplia. Il cervello è contenuto in altri cerchi più grandi, dove per grande non ha senso intendere una dimensione ma una priorità.

"Non pensiamo ma siamo pensati". Da chi allora? Non dal cervello biologico che costituisce solo una tappa intermedia del processo. 

Dal campo morfologico che tanto assomiglia al concetto spirituale di “Aura”? 

Dove si trova l’inizio del processo? Nel progetto animico! Da quell’altezza si frantuma in infiniti “pezzi” quando entra nel reame denso di questa dimensione. Per cui non ha più senso chiedersi dove si trova l’inizio del processo, perché è dappertutto! Il suo senso è dappertutto.

Allora basta comprendere questa prospettiva generica ma basilare e mettersi in “ascolto”.

A quel punto “tutto” parlerà la stessa lingua.

E solo a quel punto comprenderemo che ogni via è quella giusta per confluire verso la direzione espressa dal senso del progetto.

Vi piace fare uncinetto? Probabilmente è quella la via per voi e quella via è Sacra quanto la via espressa e percorsa dall’Asceta. Tutto è opportuno capito il linguaggio universale…

 

mercoledì 15 settembre 2010

La contro rotazione a vari livelli.






Ecco una breve storiella molto curiosa. Dopo citerò la fonte e il motivo:

“Una volpe aveva inghiottito una zampa di lepre che si era incastrata alla bocca del duodeno e non poteva più mangiare; non poteva nemmeno restare troppo tempo senza alimentarsi, né espellere il boccone e neppure digerirlo.
Dopo avere elaborato tutti questi dati, il computer cerebrale gli inviò una risposta perfetta ed esatta per quel problema: era necessario aumentare le secrezioni gastriche e moltiplicarle per agire più in fretta nel punto del blocco. Quindi cosa di più semplice della creazione di un nuovo organo? Un cancro non è nient’altro che una moltiplicazione cellulare che permette di agire più in fretta. Appena compiuta la digestione, il cervello deve solamente invertire il processo. Ciò che prima ha aggiunto ora deve essere corroso e, con una semplice inversione d’ordine, deve eliminare il tumore per vie naturali. Questo processo è naturale. Poiché l’animale opera solo nel principio della realtà, ha unicamente problemi di questo tipo. L’essere umano è invece molto più complesso, perché vive nel reale, nell’immaginario e nel simbolico. Così, quando un individuo non ha digerito un conflitto a causa di un elevato livello di stress, il cervello invia questa sovra-fisiologia per far fronte all’indigestione psichica: il cancro, l’organo corrispondente”.
Fonte: “Le radici familiari della malattia” di Gérard Athias

È sempre più facile “imbattersi” in uomini di “scienza” di questo tipo, per fortuna. Il Dottor Athias è un medico allopatico, o meglio, lo è stato nel senso più stretto della specifica. Dopo qualche anno di praticantato ha deciso di seguire quella vocina interiore che in continuazione gli sussurrava qualcosa. Che cosa? Che la professione che stava svolgendo con zelo e tanta cura, in realtà, non collimava perfettamente con l’idea radicale che trovava sede presso una qualche parte del proprio sé. Come se qualcosa lo costringesse a deviare, modificare la propria perfetta "immaginazione". In breve si accorse di non essere libero nel manifestare quella forza che sentiva animarlo. Si accorse che qualcosa d’altro prendeva le decisioni al suo posto, in virtù di tutta una serie di condizionamenti ricevuti in ampi ambiti della propria esistenza.

“Vedi, la triangolazione si articola così, di cellula in cellula, e il cervello presiede a tutto ciò che l’individuo fa, a tutto ciò che gli accade, a tutto ciò che pensa. Tu non pensi; sei pensato dal tuo cervello. In questi termini, questa trinità è di per sé l’operazione vitale dell’essere umano”.

Ci sono tanti pezzi del puzzle che sono in via di allocazione. Ad esempio il Dottor Hamer e le sue leggi biologiche, testimoniano proprio questo aspetto della “malattia”, ritenuta come solo una risposta biologica “perfetta” di un corpo perfetto, sotto l’azione di un cervello perfetto; questa risposta è una conseguenza di livelli di “stress” interni tanto elevati da necessitare di uno “stop”.

Come vengono considerate queste “cose”, questo approccio alla condizione di malattia, dalla gente in generale? Con estrema sufficienza, con diffidenza, con scetticismo. Perché? Perché non si è mai fatto così a memoria d’uomo. 

Ecco il punto: la memoria

Ed ecco l’effetto dell’azione dell’Antisistema nel corso del passato: un taglio netto e preciso con la tradizione alias con la "conoscenza". Ma come? Ma di quale tradizione parli, se veniamo da un epoca in cui si moriva per un taglio che si infettava? In cui la metà dei bimbi nati moriva di stenti! Esatto. Non lo si può negare. Come non si può negare che oggi si vive molto più a lungo di una volta. Ma quanti anni vivevano le persone ai tempi di cui si narra nella Bibbia? Centinaia di anni. Ma no! Quelle sono delle allegorie sulla lunghezza della Vita! Ah si? Fa sempre comodo rigirare la “frittata” come meglio si crede, no?

La memoria dell’uomo è divenuta “corta” come la coperta di Linus. La tradizione popolare, la saggezza delle piccole comunità è stata cancellata dall’opera di lento convincimento sociale a cui ci siamo volontariamente esposti senza parola proferire. Le "comodità" dei tempi moderni mal digerite da esseri non pronti a "disporsi", ha portato all’impoverimento del tessuto “mnemonico” e, con esso, dell’intero “palazzo” di vetro umano.

È stata una allucinazione collettiva ben orchestrata. L’innesto di un paradigma a “cuore” aperto. A cui è seguita poi una radicale sutura dei sensi superiori.

All’uomo manca qualcosa di quello che aveva nel passato; qualcosa che adesso può essere ripristinato. È semplice capirlo. Basta lasciarsi andare qualche secondo e percepire il mondo che ci circonda: com’è? La risposta è solo vostra…

Quando un essere umano non risolve un conflitto sul piano fisico o psichico, il cervello biologico crea e identifica una soluzione che chiamiamo “patologia”… Questa creazione, come tutte le creazioni e come quella dell’Universo stesso, avviene in un movimento a spirale, e dal conflitto psicologico acutissimo permanente nasce dal cervello una risposta: la malattia. Il giudizio umano vive questa necessità vitale in maniera negativa, mentre nella realtà biologica è l’unica risposta di sopravvivenza, perché questo computer ha innanzitutto un programma prioritario di base: la sopravvivenza della specie, la sopravvivenza dell’individuo.

La malattia avviene per salvarci momentaneamente la Vita.

Il terapeuta non deve quindi cambiare la malattia, ma l’atteggiamento del suo paziente nei confronti di essa. La malattia ha dunque una ragione d’essere: risolvere il conflitto. Più è grande il conflitto, più grandi sono le malattie. Esiste una corrispondenza perfetta tra ogni conflitto e ogni malattia da una parte , e tra l’intensità del conflitto e la gravità della malattia dall’altra. La biologia è logica e precisa addirittura a livello cellulare; è totale”.

Questo è un libro meraviglioso! Si “lascia” leggere come scorrendo via. E non sto facendo nessuna pubblicità lucrativa. Non ho nemmeno programmi di affiliazione con chicchessia. È semplicemente il mio semplice contributo alla causa comune. Perché è una via per alzare il nostro grado prospettico e, dunque, il nostro livello di consapevolezza.

Confesso che non conoscevo per nulla altri Dottori che erano giunti alle medesime conclusioni che credevo appartenere solo ed esclusivamente al Dottor Hamer. Ma non è così! Lo dovevo intuire, in quanto l’analogia frattale parla chiaro: quante invenzioni sono giunte ala momento del loro “parto” in concomitanza, in contemporanea fra più gruppi di lavoro? È sempre stato così. Se pensate bene a cosa intendo lo comprenderete molto bene, ne sono certo. Perché le “informazioni” sono in un “bacino” di energia universale, alla portata di tutti. Quando qualcuno apre una via, un canale, una porta in questa area di “memoria” del Creato, non è mai da solo, perché dietro di lui ci sono altri che navigano in scia. E ciò non descrive un movimento negativo o sbagliato. È semplicemente che, come in una comunità di formiche o di api esistono le sotto varietà specializzate nel fare qualcosa, anche a livello umano succede la stessa cosa. 

Coloro che aprono e coloro che colonizzano

Non sempre coloro che aprono vivono di gloria per questo. Dipende. Ma il fenomeno è quantomeno necessario per permettere agli altri di penetrare in nuovi livelli della conoscenza e consolidare. Il “lavoro” della globalità è uno solo: evolvere. La fase di sopravvivenza è implicita.

Ora dobbiamo mutare alcuni programmi nel cervello che sono obsoleti. Questo aggiornamento del nostro sistema operativo è in corso proprio in questi tempi. Un modo per aggiornarci è anche questo: colpire la nostra attenzione con esempi anche drammatici, con accostamenti di Sacro e Profano, come questo. Il Dottor Athias in una certa fase della propria Vita, decise di ri-formarsi presso un “Sapiente”, il quale è la fonte della sua stessa trasformazione:

“Lasciando da parte le grandi dimostrazioni teoriche, paragonò lo sviluppo di un feto a quello di un cancro. Commentò il parallelo tra la moltiplicazione cellulare dell’embrione, che arrivano a diventare delle cellule molto differenziate, con la moltiplicazione cellulare del cancro in cui ogni cancro ha una funzione molto perfezionata. Com’è possibile che colui che è in grado di creare un bambino , con un concepimento così magico, possa sbagliarsi nella nascita di un cancro?

La malattia non è un errore di programma, è nel programma”.

È sufficiente leggere ed informarsi per giungere a conclusioni sensate intuitive personali. Facendo però attenzione all’eccesso di informazione che ci avvolge totalmente. È questa un’altra tattica dell’Antisistema per confondere e bloccare in un altro ambito. È stato Rudolf Steiner stesso a mettere in guardia l’umanità dal pericolo derivante dalla diffusione di “sapere” tramite carta stampata. Come al solito è una questione di equilibrio. Un sottile gioco di compromesso, fiducia, senso intimo di essere, un pizzico di concretezza, tanta immaginazione e creatività come un bimbo.

Nei libri, a ben cercare, c’è la risposta a tutto. A ben cercare! Ad esempio:

“Eravamo ben lontani da Ippocrate e dalla sua visione dell’essere globale. Il nostro era un ritagliare la persona facendone un puzzle umano, dal quale mancava del tutto l’aspetto emozionale. Il colmo è che è stata la gerarchia medica a inventare il termine “psicosomatico”. Quando non sappiamo cos’è, diciamo così; mi avrebbe spiegato un giorno un primario”.

Si dice che la scienza proceda a balzi dopo ogni funerale. Cioè che le “eminenze” che hanno fatto la storia di quel ramo della scienza, si sono poi fermate sugli “allori”, bloccando di fatto con la loro opulenza il continuum, il fluire delle scoperte, del sapere, dell’innovazione. Perché si sono bloccate? Per supponenza? Perché hanno raggiunto un grado di benessere e di potere? Forse! Ma non solo… secondo me perché hanno dovuto fermarsi! Perché qualcosa di estremamente potente li ha convinti che era più “appropriato” fare così. Siamo tutti padri e madri di famiglia, no?

Smettiamola di distribuire colpe e giudizi. Doveva andare così. In quel modo la “spinta” accumulata dalla corrente lungo le sponde ha raggiunto livelli insostenibili per qualsiasi controllo, per cui c’è stato il ”balzo”, la rottura degli argini e delle menti interfacciate a diga. Tutto è opportuno al fine.

“La salute è la presenza di un’immagine ideale, dell’essere in equilibrio perfetto. La malattia è lo scordarsi questo modello. La vera guarigione è ritrovare il sé”.

Questa azione dello scordarsi non è mai fine a se stessa. Athias mette in relazione la malattia anche con cause inerenti al retaggio familiare, ma questo è un ulteriore approfondimento. Per oggi mi interessa fermarmi qua, perché confonderei troppo le idee.

Mi sovviene il parallelo con il super computer Hall 9000 e il nostro cervello; secondo me gli autori dei due famosi film di cui ieri ho proprio scritto qua, hanno idealizzato il funzionamento del nostro organo di controllo per eccellenza, trasmutandolo in evidenza attraverso l’immagine di un super computer che ha l’intero controllo della situazione di una gigantesca nave spaziale lanciata nel Cosmo “aperto”. La sua ritenuta “pazzia” non è fine a se stessa ma provocata da ordini in controtendenza, come viene dimostrato nel secondo film, 2010 L’anno del contatto.

Proprio ciò che è successo al genere umano intero. Ordini in controtendenza. Vortici di energia in contro rotazione, capaci di destabilizzare coloro che non sono pronti nel padroneggiarli. E ciò dimostra ancora una volta come l’analogia frattale sia sempre valida e all’opera, infatti è proprio David Wilcock ha portare alla nostra evidenza che nell’Universo, e dunque anche in noi, operano almeno due forme di Etere in contro rotazione:

"Quello precedente è solo uno dei tanti pezzi del puzzle che suggerisce che due principali forme di "etere" (materia oscura) siano all'opera nell'Universo. Ancora, il nostro punto cruciale di partenza, qui, è che abbiamo una Sfera Universale che si è divisa in A1 e A2 al suo interno. Questi eteri hanno velocità di vibrazione leggermente differenti, espresse nel paragrafo precedente come "caldo" e "freddo".
 
6.2 - A1 e A2 ruotano in senso contrario l'una dentro l'altra.
 
Subito dopo, e soprattutto, dobbiamo osservare che i corpi universali di etere 1 ed etere 2 possono ruotare in senso contrario l'uno rispetto all'altro, o roteare in direzioni opposte, senza causarsi interferenze a vicenda:
•    A1 ruota in senso orario, mentre A2 ruota in senso antiorario allo stesso tempo, ed essi in genere si passano attraverso nella Sfera, mentre continua il movimento.
•    Poiché A1 vibra leggermente più in fretta di A2, A1 ruoterà anche leggermente più in fretta di A2 nella Sfera. Questo sarà un punto molto importante più avanti. 
 
I corpi di A1 e A2 sono simili ai fluidi, nel senso che hanno "campi bolla" sferici che hanno la capacità di fluire. Questo è sostenuto dal lavoro di Kozyrev, Mishin e altri, che dimostrarono l'attività simile ai fluidi e le "correnti" nell'etere. Tuttavia questi "campi bolla" hanno anche una geometria interna dei Solidi Platonici che li fa rimanere legati in una struttura matrice relativamente stabile con i loro vicini. A1 si lega a se stesso come un'unica entità sferica e A2 si lega a se stesso come un'entità sferica separata. Perciò questa caratteristica geometrica di cristallo fluido di A1 e A2, impedisce loro di fondersi l'uno con l'altro (omogeneizzazione) tutto in una volta e di perdere la loro energia di rotazione contraria. E mentre essi ruotano in senso opposto, i loro "campi bolla" riescono a scivolarsi oltre a vicenda, come un super-fluido, anche se si trovano esposti ad un'altissima compressione. In un certo senso, questo è simile al modo in cui le persone si oltrepassano lungo le affollate strade cittadine, mentre camminano in direzioni opposte...

Dopo che A1 e A2 si sono formati ed è iniziato il loro movimento di rotazione contraria, il momento in cui si verifica per la prima volta questa collisione di vortici nel centro, è quello che la maggioranza degli scienziati chiamerebbe "Big Bang".  La pressione diretta verso sud di A1 entra in collisione con la pressione diretta a nord di A2 e moltissimi dei campi bolla di A1 e A2 cominciano a fondersi in questa zona più che in altre. Essi si dispongono formando una sfera nel centro, dato che c'è pressione che spinge da ogni parte. Si crea dell'energia elettromagnetica, secondo il modello di fisica di Johnson, generando luce e materia visibili. Questa sfera di energia comincia a crescere dapprincipio, man mano che assorbe in sé sempre più particelle di energia di tipo fluido di A1 e A2. Possiamo anche pensare a questo evento come la nascita della prima stella nell'Universo".
Fonte: “The Divine Cosmos” - Capitolo Sei - Il battito universale di David Wilcock

Siamo passati a scrivere dalla malattia che, nell’immaginario collettivo conduce alla Morte, alla Nascita dell’Universo… Proprio ad evidenziare un cerchio perfetto che descrive solo perfezione in itinere.