venerdì 21 ottobre 2016

Il dibattito senza idee proprie.


"AntiSistema (forma)"...
Sopravvivi in qualcosa nel quale nessuno più parla dell’autentica “ragione fondamentale”, a monte di qualsiasi tuo problema, “qua, così”.
L’opera di disinnesco (cancellazione della memoria e retro ingegnerizzazione) è già, infatti, stata completata, dove – tuttavia – per retro ingegnerizzazione (completa), devi intendere “un’opera di vigilanza sempre attiva”. 
Ad un simile livello, la “prevenzione (dominante)” non corrisponde al cento per cento, con quello che riesci (puoi) immaginare.
Certo, perché – in un certo senso – tutto quello che accade (persino al di là della prevenzione stessa), può essere sempre “ripristinato (dalla prospettiva dominante)”, mediante opportuna correzione/deviazione (senza ricorrere ad artifizi tecnologici come, ad esempio, il “ricaricare il tempo su/in se stesso”).
No.
È sufficiente che l’infrastruttura, sede anche del reale manifesto (oltre che di quello potenziale), sia completamente “amministrata da un’unica supervisione”.
A quel “punto”, infattiil ritornare indietro nel tempo, corrisponde – più linearmente – all'inserire all'interno della “formula (controllo)” anche l’azione auto correttiva (reset). 
  

giovedì 20 ottobre 2016

Costante, delta, formula, tecnologia, leva, delegazione, potere…



Ora, che hai (puoi) a tua disposizione uno schema (modello) di pensiero logico e razionale “altro” (come certamente ti sarai accort3, prendendo atto degli ultimi tre Bollettini - link, link, link), che cosa te ne farai?


Nella “tua” giornata, “qua, così”, può progressivamente/istantaneamente “cambiare tutto (sliding doors)” – ad ogni istante – ma... se “in qualcosa che può solo trasformarsi (sempre in ‘nuovo’ se stess3)”, nella sostanza cambia di posto solo la polvere che, comunque, tende a depositarsi nuovamente sopra ad ogni superficie (dopo qualsiasi ventata di novità).
Perché SPS (Io) affermo questo?

Perché 1) lo dice, prima ancora, la scienza deviata ("tutto si trasforma"), 2) sei in una forma di perpetuo status quo “qua, così”, 3) esiste la relativa/assoluta ragione fondamentale, 4) esiste l’intelligenza frattale espansa, che permette tutto questo e che amministra, sorveglia e ricorda tutto questo.
SPS (Io) mi limito, solamente, a mettere assieme tutti i pezzi, decodificando “lato mio/tuo/umanità, centrale”.
La risultante è... qualcosa che fa “male, allorquando smetti di “far finta di nulla”, veramente.
Un tipo di “dolore” derivante dalla libera constatazione della “forma”, nella quale “sei”. 

mercoledì 19 ottobre 2016

Dio è un simbolo di quello che è già successo.



Come “ne riesci”, da una situazione tanto coinvolgente, da essere divenuta (ritenuta) globale e “senza apparente via di ‘ritorno’”?
Quando la paura si è manifestata, infiltrata e ha colonizzato il tuo “complesso” … essa “vive e regna” in te.
Quando “è così”, ogni scusa diventa buona per “lasciare tutto esattamente e paradossalmente, com'è”. A quel “punto”, esistere (essere quello che già sei) diventa vivere (interpretare, adattare, abituare) e poi sopravvivere (vivere o morire). 
Ossia, fa la sua comparsa… la morte. 
La ritenuta fine dell’esperienza nel “proprio” corpo fisico.
La facoltà di poter pensare, distintamente all'interno di “te”, convince che esistano due ambiti diversi, uniti insieme… come la mente ed il corpo. 
Questa distinzione, porta con sé uno sdoppiamento di qualsiasi “decisione”, che puoi elaborare.
Allo stesso tempo, la distinzione provata dal fatto che 1) pensi, 2) dentro a qualcosa, 3) porta ad incarnare il pensiero nel corpo, arrivando a condizionare ogni processo organico/fisico.
Ecco che, così, la paura s’insinua nel corpo, nascendo nella mente.
Un simile processo di pensiero (elaborazione), senza la necessaria e portante memoria originale, conduce ad un radicamento nello status quo ed, al contempo, al desiderare di “andar via” dallo stesso tipo di scenario (se… il “qua, così” è vissuto come una fonte continua di “ingiustizia”).
Anche questa “prassi”, forma ed auto mantiene la forma di sdoppiamento dell’essenza, personalità, carattere, atteggiamento, risposta immunitaria del complesso corpo-mente, etc. 
Per cui, la formazione del binomio indissolubile “bene e/o male”, è il frutto di una sensazione interiore (sdoppiamento, dubbio, smarrimento, etc.) che deve, per forza di cose, ritrovare un “senso” in tutto quello che succede interiormente/esteriormente
La società globale, assume - causalmente - questa “forma” di 1) necessità, 2) mancanza, 3) dipendenza, 4) conseguenza, 5) scarsità, 6) paura, 7) ingiustizia, 8) separazione, 9) speranza e 10) morte.
   

martedì 18 ottobre 2016

Un modello di logica.


Tessuto indemagliabile "status quo 'qua così'"...
L’inquinamento, in generale e sotto ad ogni aspetto (anche quello che meno, lo sembra) – in uno spazio di possibilità (potenziale) di manifestazione reale, “già…” invaso, occupato e conquistato (dalla dominante) – è, simbolicamente (a livello frattale espanso), una forma di disinnesco preventivo, poiché preventivato (previsto strategicamente d’assieme, unitamente alla non manifestazione diretta... della “sede e della compresenza” dominante).
Ossia, “qua, così”, ogni forma inquinante è il più classico (nella sostanza) “bastone tra le tue ruote”.
E, bada bene, che l’inquinamento lo è davvero... sotto ad ogni altro aspetto.
Infatti, a parte l’evidenza (smog cittadino e “qualità dell’aria, dell’acqua e dei terreni”), essendo “trattate” le macro aree potenziali di base (appunto: aria, acqua e terra), di conseguenza, tutto quello che “spontaneamente” ne nasce, cresce, emerge, etc. risulterà solo che “trattato oltremodo (risultato)”.
Allo stesso tempo, l’inquinamento è la codifica ambientale (un “risultato” di altro tipo, livello, sostanza) della compresenza immanifesta dominante. Alias:
è la risposta, per te/umanità, della memoria frattale espansa
relativamente all'assoluto che, in pianta stabile, è pre-occupato solamente di amministrare il proprio “reame (con te al suo di dentro)”.
 

lunedì 17 ottobre 2016

Il “modello” d’aiuto, per te.


Quante possibilità, a partire da "un numero intero (stato)"...
Io non credo in Dio. Non credo in nulla che non possa dimostrare.
Allora non può credere in me. Un’equazione non ha alcun significato per me. A meno che non esprima un pensiero di Dio…”.
L’uomo che vide l’infinito
Il dialogo procede tra “persone cieche e sorde ma, di certo, non mute”. 
L’uno “crede solamente nella dimostrazione”, l’altro “in Dio”; mentre, entrambi, non s’avvertono del simbolismo, codificato sia nella formula che nella dimostrazione.
Qualcosa che “non è” né Dio, né la “natura”, né tutto quello che decodifichi “lato tuo/umanità, dominat3”.
Qualcosa che è tutto questo – tuttavia – è molto di piùse osservi “lato tuo/umanità, centrale”.
Un fattore di giustizia, ad angolo giro, fa la differenza.
Non più, un solo angolo della prospettiva – determina tutto – bensì, ogni angolo porta sempre a…, ma in due maniere diverse, 1) dalla dominante o 2) dalla tua/umana, centralità.
C’era una volta” un mondo di Re ed Imperatori.
C’era qualcosa che appariva e che la Massa – ciclicamente – poteva additare (vedere) come la causa dei propri mali (quando, la miseria era tale da non avere più nulla da mettere “sotto ai denti”).
C’era tutto questo e, nonostante gli eserciti schierati in campo, la Massa, comunque, “scendeva nelle strade e nelle piazze e… moriva per auto determinare la propria ‘libertà’”.

Giunta allo stremo della sopportazione, trovava nuova forza ben sapendo dove si trovava il “palazzo del responsabile” e dove, quindi, si trovava il centro (motivo) della propria sofferenza.
A quel punto, non c’era esercito che poteva tenere, a fronte di una simile furia.
Ma, che cosa succedeva, puntualmente, ogni volta causalmente?
Che 1) la Massa aveva necessità, in ogni caso, di una “guida ideologica, operativa, funzionale” e che 2) tale “guida” era incarnata, sempre, da individui della stessa “risma” di coloro che già sedevano al potere, oppure che 3) erano “destinati a ricoprire gli stessi ruoli”, tirando le fila ad uno status quo mai messo sostanzialmente in dubbio.
Insomma, la rivolta era sempre già “perdente in partenza”, essendo disinnescata a monte, poiché prevista. Sì, ma… prevista da chi/cosa? Dal Re/imperatore in auge? No.